9 giugno 2001: ULTIMO GIORNO DI SCUOLA
Umberto Tenuta
1° ottobre 1953: mio primo giorno di scuola!
Conservo ancora vivissimi nella memoria i girotondi delle bambine e dei bambini che interrompevano le nostre giornate scolastiche senza orario, perché c’era tanto da insegnare e da imparare, là nella scuoletta di campagna, ai piedi dell’altopiano silano.
Sono trascorsi 48 anni.
Anni intensi di scuola e di studio.
Ho vissuto la stagione delle riforme più significative della scuola italiana: i Programmi didattici del 1955 che recepivano il vento innovatore del Movimento attivistico; l’istituzione della Scuola media unica del 1962 che cominciava a dare volto alla scuola per la formazione di base; la lotta alla dispersione scolastico degli anni ’60 che creava la scuola di massa; l’istituzione della Scuola materna statale nel 1969; l’istituzione della Scuola a tempo pieno nel 1971 che si proponeva di offrire i tempi per il decondizionamento socioculturale; l’integrazione degli alunni portatori di handicap che poneva le fondamenta di una scuola su misura per tutti gli alunni; i Decreti delegati del 1974 che davano inizio alla partecipazione democratica alla gestione della scuola; la Legge 517/1977 che si proponeva di aprire le classi e di dare valenza formativa alla valutazione; i Programmi didattici del 1979 che davano un nuovo volto alla scuola media; i Programmi didattici del 1985 che raccoglievano l’eredità del Tempo pieno nella pluralità dei docenti.
Gli anni ’90 sono stati poi i più intensi di dibattiti ed hanno portato all’autonomia della scuola.
Ho partecipato ai dibattiti, anche con i miei articoli sulle maggiori riviste scolastiche e con i libri pubblicati, ma soprattutto mi sono impegnato dentro la scuola, prima da maestro e da direttore didattico, poi per 27 anni da ispettore che non ha mai rinunciato al contatto diretto con i bambini, dentro le aule, magari giocando con i numeri in colore, i cubetti multilink e di recente con la bilancia matematica virtuale.
Anche stamattina, ultimo giorno di scuola, sono entrato nelle aule dei bambini di classe Quinta che lasciano la scuola e dei bambini di classe Prima che restano ancora nella scuola.
Non ho voluto mai dimenticare di essere maestro, e che il Direttore didattico è un maestro, e che l’ispettore è un maestro.
Perché tutto ciò che si fa nella scuola ha significato se si fa per i bambini, per la loro crescita, per la loro formazione, per il loro successo formativo.
Questo non è stato solo il mio impegno di ieri: è anche quello di domani.
Non c’è mai un ultimo giorno!