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MODULI DIDATTICI ADDIZIONIPARTE II - ESERCITAZIONIUmberto Tenuta Si è detto che gli alunni debbono acquisire i concetti dell’addizione operando a lungo con i materiali concreti, comuni e strutturati, fino a quando non li abbiano interiorizzati e possano eseguire mentalmente le operazioni. Se è importante che gli alunni comprendano, è anche importante che ricordino. A tal fine sono necessarie le esercitazioni, da effettuare creando situazioni problematiche significative, anche simulazioni ludiche. È compito dei docenti creare tali situazioni problematiche concrete, nei contesti in cui i bambini operano. Si ritiene opportuno ricordare che addizionare significa aggiungere al numero degli elementi di un insieme il numero degli elementi di un altro insieme, ottenendo come risultato dell’operazione un terzo numero che è la somma dei due precedenti numeri.
Chi addiziona tiene presente il primo numero ed anche il secondo numero, ma di questo considera di volta in volta i singoli elementi.
La staffetta è un ottimo gioco, soprattutto per comprendere l’algoritmo dell’addizione, ma per acquisire e consolidare gli automatismi di calcolo è opportuno fare ricorso ad altri strumenti didattici, quali la Bilancia matematica (FIG. 5). Come è agevole rilevare, è opportuno che gli alunni effettuino l’addizione aggiungendo al primo addendo le unità del secondo addendo l’uno di seguito all’altro: 3 + 2 → 3 + 1 = 4 → 4 + 1 = 5 4 + 3 → 4 + 1 = 5 → 5 + 1= 6 → 6 + 1 = 7
Altre attività possono essere create, operando con immagini, sillabe, suoni ecc. Infine, v'è un momento di vero e proprio esercizio orale sui numeri, effettuato sulla base del bisogno di competenza di cui parla Bruner[1]. Anche questo è necessario[2]. [1] Bruner J. S., Verso una teoria dell’istruzione, Armando, Roma, 1967. [2] Come si dice nella Relazione Fassino del 1982: <<La conquista degli strumenti linguistici e matematici deve essere, quant’è possibile, sicura: il che implica a livello strumentale, apprendimento dei necessari automatismi. Al riguardo, si sono accumulate ancor più equivoci che sul nozionismo; si è ritenuto che ogni automatismo sia dannoso e da evitarsi. Per contro, non solo il camminare, il correre e l'andare in bicicletta, ma anche il leggere, lo scrivere, il contare e molte altre attività squisitamente intellettuali, come il parlare una lingua straniera, non sono possibili se non si posseggono i necessari automatismi di base. Solo questi, infatti, «liberano» le funzioni superiori mettendo a loro disposizione strumenti pronti e docili. La loro legittimità, dunque, non costituisce più un problema, mentre sembra utile ricordare che il processo della loro formazione non si identifica necessariamente con la ripetizione meccanica, ma chiama in causa, come qualsiasi altro apprendimento, la comprensione di nessi, sequenze e procedure, da recuperare e utilizzare in altri e diversi contesti.>> |
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