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ADOLESCENTI E COUNSELING di Fortunata C.Cutolo
Perchè gli adolescenti si rivolgono al
counseling? Forse sperano di
essere aiutati nella risoluzione dei loro problemi o di ricevere
indicazioni e consigli. Molto spesso, infatti il
counseling
per i giovani viene
inteso come:
1.
il dare consigli per pervenire alla decisione giusta;
2.
“assistenza nei casi in cui l'adolescente incontra delle difficoltà a
causa della sua immaturità e/o per certi suoi comportamenti e vorrebbe e
vorrebbe ricevere un aiuto direttivo;
3.
psicoterapia, dove l'accento è sulla sofferenza psicologica ed
emozionale. Ci si aspetta che in questo caso il
counseling produca un
cambiamento di atteggiamenti e modelli di comportamento tale che
l'adolescente si senta più a suo agio”
[1].
Il counseling può essere una combinazione di questi tre elementi o,
anche se non sempre si possono dare consigli agli adolescenti, in quanto
essi devono cominciare ad assumersi la responsabilità delle loro
decisioni, anche perché si trovono nel pieno del processo di
individuazione e formazione dell'identità.
Tutto il processo di counseling deve considerare il processo di sviluppo
del giovane, affinché si garantisca:
1.
un'efficace e positiva relazione adolescente -counselor, attraverso la
capacità del counselor di
“esprimere la propria individuazione in modo simbolico, dimostrando la
propria individualità personalee stando vicino al paziente.”[2]
Il counselor deve unire il
suo «sè» con quello del giovane in un processo dinamico, attraverso la
disponibilità a correre dei rischi, la flessibilità, la creatività e un
giusto equilibrio fra serietà e senso dell'umorismo. La relazione fra
adolescente e counselor
dovrebbe basarsi sull'accettazione e la comprensione, sensibile alle
differenze culturali;
2.
si sviluppino le abilità di
counseling necessarie per il successo dell'intervento. Una
condizione importante è l'empatia “cioè la capacità di
comprendere pienamente e di condividere gli stati d'animo del cliente[3];
3.
si utilizzino le strategie migliori per affrontare particolari problemi.
Per quanto riguarda il comportamento del counselor, quest'ultimo deve
essere sensibile ai bisogni evolutivi dell'adolescente, in quanto il
ragazzo si trova in una fase di acquisizione della propria autonomia e
indipendenza dalle figure genitoriali; pertanto, è opportuno che i
counselor diano loro la
possibilità di esprimere la propria individualità nel contesto
dell'esperienza del counseling. Inoltre il
counselor deve avere fiducia
nell'adolescente, accettando la sua storia personale, senza metterla in
discussione.
Come osserva Geldard, “la cosa più importante per il successo del
counseling agli adolescenti è aiutarli a rivelarsi: in questo modo hanno
un'opprtunità per esprimersi apertamente, ricevono una conferma riguardo
al contesto della loro rivelazione, acquisiscono un senso di controllo
sui problemi discussi e vengono messi in condizione di esaminare e
rivedere i loro costrutti personali”.[4]
Bibliografia
Kathryn Geldard, David Geldard,
Il counseling agli adolescenti. Strategie e abilità., Erickson,
Trento, 2009.
[1]
Kathryn Geldard, David Geldard,
Il counseling agli adolescenti. Strategie e abilità.,
Erickson, Trento,
2009, p. 83.
[2]
Ivi,
p. 94.
[3]
Ivi,
p. 96.
[4]
Kathryn Geldard, David Geldard,
Il counseling agli adolescenti. Strategie e abilità.,
Erickson, Trento, 2009, p. 106.
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