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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

COMPITI A CASA di Umberto Tenuta

Un problema di grande attualità

 

Sembra fuori luogo affrontare tale tematica, ora che le scuole sono chiuse.

Ma, a prescindere che sono stati dati anche i compiti per le vacanze e, soprattutto, che i voti finali sono stati dati anche sulla base dei compiti a casa fatti o non fatti, fatti bene o male, resta il problema del valore dei compiti a casa.

Cominciamo col dire che il tempo scolastico si è allungato e che ai ragazzi tempo a casa non ne resta, se non per i giochi, necessari quanto i compiti a casa, soprattutto se fatti coi compagni, cosa esecrabile nella scuola, ma soprattutto anche se fatti coi materiali di gioco.

Evidentemente, questo è un discorso che non viene compreso da chi ritiene che il compito della scuola sia l’insegnamento e che l’insegnamento non sia altro che la lezione (dal latino lectio, leggere, perché all’inizio, in mancanza di libri, la lezione era lettura del libro da parte del docente): la scuola è nata dalla cattedrale medioevale, nella quale il pontefice, dall’alto della cattedra, leggeva i libri sacri scritti su cartapecora).

Ma tale è rimasta dopo Gutenberg e tale è rimasta oggi dopo la linotype e dopo l’invenzione delle tecnologie informatiche che consentono la stampa dei libri a bassissimo prezzo, se non la lettura dei libri su apparecchi informatici.

Ma ciò importa poco, perché le moderne metodologie dell’insegnamento/apprendimento  sono cambiate e, con esse, il ruolo dei docenti.

Al posto del docente che fa lezione col libro di testo, a viva voce o con le LIM, strumento informatico di scarsissimo valore ma enormemente enfatizzato per scopi diversi da quelli dell’apprendimento o, meglio, della formazione.

La socio psicopedagogia moderna propone un diverso modello di lezione-apprendimento.

Scrive il Piaget: <<la reale comprensione di una nozione, o di una teoria, implica la reinvenzione di questa teoria da parte dei soggetti... Naturalmente ciò non significa che l'insegnante non abbia più alcun ruolo da coprire, ma che il suo compito è meno quello di una persona che dà "lezione" quanto piuttosto quello di una persona che organizza situazioni che destano la curiosità e la voglia del fanciullo di ricercare la soluzione, e che favorisce un tale comportamento per mezzo di dispositivi appropriati...>>[1].

Del resto, già Tommaso D’Aquino aveva teorizzato simile impostazione: <<vi è un doppio modo di acquistare la scienza:

─uno quando la ragione naturale da se stessa giunge alla conoscenza di cose ignote ─e questo modo si chiama invenzione;  l’altro quando la ragione naturale viene aiutata da qualcuno dall’esterno ─e questa maniera si chiama dottrina (insegnamento).In ciò in vero che viene prodotto dalla natura e dall’arte, l’arte procede allo stesso modo e con gli stessi mezzi che la natura. Come infatti la natura guarirebbe riscaldando chi soffre di frigidezza, così fa pure il medico; per cui si dice che l’arte imita la natura. Il simile accade anche nell’acquisto della scienza: il docente cioè conduce altri alla scienza di cose ignote allo stesso modo che uno, scoprendo, conduce se stesso alla conoscenza di ciò che ignora>>[2].

E Clayton la descrive così:

<<si può tracciare il seguente modello dell'attività dell'insegnante:

Egli:

1.determina i risultati auspicati;

2.esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendimento;

3.specifica gli obiettivi dell'insegnamento alla luce dei punti 1) e 2);

4.seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi;

5.impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all'apprendimento;

6.dirige e guida le attività di apprendimento;

7.crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti;

8.valuta i risultati del process>>[3].

Non più, quindi lezione (lectio) o insegnamento o spiegazione, ma le attività di apprendimento, quelle che nella Riforma Moratti venivano chiamate unità di apprendimento[4], peraltro teorizzate e realizzate già nel 1907 da Maria Montessori nella Case dei bambini[5].

Ma i docenti continuano a fare lezioni, spiegazioni, esposizioni, utilizzando o non utilizzando i libri di testo, non importa se cartacei o digitali, alle quali debbono far seguito i compiti a casa degli alunni.

Prima osservazione: se lo studente[6] ha compreso, reinventando le conoscenze, ha scarso bisogno di compiti, seppure presentati come nuove reinvenzioni, riscoperte, riapprendimenti.

Se l’alunno non ha capito,  a nulla servono i compiti.

E poi, col prolungamento dell’orario scolastico, chi dà agli studenti il tempo domestico per eseguire i compiti?.

Se abbiamo combattuto una battaglia per la riduzione delle ore di lavoro degli operai, ai giovano vogliamo imporre una giornata piena di impegni scolastici?

E il tempo libero, pur esso educativo?

Ma il ritenere è necessario, come precisava anche Dante:

<<Apri la mente a quel ch'io ti paleso

e fermalvi entro; ché non fa scienza,

sanza lo ritenere, avere inteso>>[7].

   Tuttavia, ricordare senza aver compreso è la cosa più stupida ed insignificante che si possa prevedere.

Una banale risposta la si ritrova su INTERNET:

 Mi è stato chiesto di memorizzare ciò che non capivo e la mia memoria è così buona che si è rifiutata di essere insultata in quel modo.” (Aleister Crowley)[8].

Tuttavia, per ricordare, cosa occorre fare?

Si propagandano tecniche diverse, che peraltro agli alunni non vengono insegnate!

Un’altra banale risposta su INTERNET:

<<Per me è determinante l'interesse. Con una premessa: le materie di studio, come del resto tutte le cose, non sono interessanti "autonomamente", ma lo diventano in relazione al nostro modo di relazionarci con loro. Se consideriamo lo studio come un'inevitabile condanna, sarà molto faticoso.

Se invece lo consideriamo un'opportunità di crescita sarà fantastico.

Interessarsi significa accostarsi con curiosità e attenzione, significa valorizzare, contemporaneamente, l'oggetto di studio e il tempo che gli dedichiamo>>[9].

Se invece lo consideriamo un'opportunità di crescita sarà fantastico: ecco la strategia!

Lo studio, alla pari degli esercizi in palestra, come strumento di crescita: diventare uomini! Diventare “grandi”, adulti[10], questa è l’aspirazione di ogni cucciolo d’uomo!

Dentro le aule si deve formare l’homo sapiens, ma anche l’homo habilis e l’homo patiens[11].

In tal senso, nella scuola i bambini ed i giovani si alimentano di cultura (sapere, saper fare e saper essere) e crescono, diventano alunni (alunno, colui che si alimenta e quindi cresce) e nello stesso tempo diventano studenti (Da studium, amore: amanti del sapere, filosofi)[12].

Allora, per imparare occorre:

1)                innanzitutto una forte motivazione[13];

2)                occorre predisporre situazioni nelle quali gli alunni possano reinventare conoscenze e attraverso queste formare le loro capacità e atteggiamenti (istruzione educativa).

A tal fine la scuola cambia la sua fisionomia: da aula con cattedra sulla pedana si trasforma in aula laboratorio (cfr le CASE DEI BAMBINI della Montessori), nella quale gli studenti possono reinventare, ricostruire, scoprire le conoscenze  (sapere) e, attraverso queste attività, maturare competenze (capacità, saper fare) e soprattutto atteggiamenti (saper essere)[14].

Questa la più aggiornata visione dei processi di apprendimento che si sostituiscono ai processi di insegnamento, fondati sulla lezione e sui compiti a casa.

Certo, restano i problemi dell’organizzazione della scuola, ma di questo abbiamo parlato e parleremo ancora[15].



[1] piaget J., Alcune considerazioni sull'insegnamento matematico, in C. sitia, La didattica della matematica oggi-problemi, ricerche, orientamenti, Pitagora, Bologna, 1979, p. 29.

[2] TOMMASO D’AQUINO (a cura di M. Casotti), De magistro, La Scuola, Brescia, 1957, p 28

[3] CLAYTON T.E., Insegnamento e apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14

[4] In merito cfr.: TENUTA Umberto, in www.rivistadidattica.com, rubrica RIFORMA.

[5] MONTESSORI M., La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 2000

[6] Studente da studium che in latino significa anche "passione, desiderio, impulso interiore". Scrive F. Ferrarotti che <<La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura>> (Presentazione: FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998).

[7] DANTE, Paradiso, V.

[8] http://www.efficacemente.com/2010/07/memorizzare-velocemente-%E2%80%93-2posts-fromthepast-%E2%80%93-settimana-14/

[9] http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110531020238AATIKrl

[10] Alunno deriva da alere, alimentarsi, e quindi significa crescere,: chi si alimenta (alunno) cresce, diventa adulto (Participio passato di alere, cioè alimentato, e quindi cresciuto).

[11] In merito cfr.: Cresson, E., Insegnare ad apprendere. Verso la società conoscitiva, Libro bianco su istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea. 1995;. In merito cfr.: CAMBI F. (a cura di), Nel conflitto delle emozioni – Prospettive pedagogiche, Armando Editore, Roma, 1999; TENUTA U., I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.,Verificare le conoscenze essenziali, ma soprattutto le capacità ed anche gli atteggiamenti, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 2002, n. 4; TENUTA U., Atteggiamenti: non solo conoscenze, non solo capacità, Il Dirigente scolastico, ScuolaSNALS, Roma, gennaio 2002; TENUTA U.,Conoscenze Capacità Atteggiamenti; TENUTA U., Obiettivi Formativi da Raggiungere; TENUTA U.,Obiettivi Formativi e Competenze; TENUTA U., Obiettivi Specifici di Apprendimento; TENUTA U., Obiettivi: come districarsi?; TENUTA U. , Atteggiamenti Capacità Conoscenze, nel sito https://www.edscuola.it/archivio/didattica/index.html; TENUTA U., Atteggiamenti, capacità e conoscenze , in RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA: http://www.rivistadidattica.com/

[12] "Studium" in latino significa anche "passione, desiderio, impulso interiore". Scrive Ferrarotti che <<La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura>> (Presentazione: FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998

 

[14] In merito cfr.: Cresson, E., Insegnare ad apprendere. Verso la società conoscitiva, Libro bianco su istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea. 1995;. In merito cfr.: CAMBI F. (a cura di), Nel conflitto delle emozioni – Prospettive pedagogiche, Armando Editore, Roma, 1999; TENUTA U., I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.,Verificare le conoscenze essenziali, ma soprattutto le capacità ed anche gli atteggiamenti, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 2002, n. 4; TENUTA U., Atteggiamenti: non solo conoscenze, non solo capacità, Il Dirigente scolastico, ScuolaSNALS, Roma, gennaio 2002; TENUTA U.,Conoscenze Capacità Atteggiamenti; TENUTA U., Obiettivi Formativi da Raggiungere; TENUTA U.,Obiettivi Formativi e Competenze; TENUTA U., Obiettivi Specifici di Apprendimento; TENUTA U., Obiettivi: come districarsi?; TENUTA U. , Atteggiamenti Capacità Conoscenze, nel sito https://www.edscuola.it/archivio/didattica/index.html; TENUTA U., Atteggiamenti, capacità e conoscenze , in RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA: http://www.rivistadidattica.com/

[15] UMBERTO TENUTA, La flessibilità nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2002

UMBERTO TENUTA, Il Piano dell’offerta formativa ¾ Moduli e unità didattiche – La programmazione nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM  

UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità nell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998.

UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illu­strato a colori, 1994.

UMBERTO TENUTA, L’ambito matematico-scientifico, in: FIORIN I. (a cura di), L’innovazione nella scuola elementare, La Scuola, Brescia, 1994.

UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344.

UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256.

UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244.

UMBERTO TENUTA, Educazione matematica, in: AA.VV., 85-Nuovi Programmi, Fratelli Conte, Napoli, 1985 e 1986.

UMBERTO TENUTA, Tecnologie  nei processi di apprendimento per alunni in situazione di handicap, in BALDI M., I QUADERNI INTERMEDIA NUMERO 1, Cava dei Tirreni, 2001.

UMBERTO TENUTA., Le finalità formative da perseguire attraverso le tecnologie multimediali, in STIO R., L’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica, PROVVEDITORATO STUDI, SALERNO, 2001

UMBERTO TENUTA L'attività educativa e didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.


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