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COMPITI A CASA di Umberto Tenuta
Un
problema di grande attualità
Sembra fuori luogo affrontare tale tematica, ora
che le scuole sono chiuse. Ma, a prescindere che sono stati dati anche i
compiti per le vacanze e, soprattutto, che i voti finali sono stati dati
anche sulla base dei compiti a
casa fatti o non fatti, fatti bene o male, resta il problema del
valore dei compiti a casa. Cominciamo col dire che il tempo scolastico si è
allungato e che ai ragazzi tempo a casa non ne resta, se non per i
giochi, necessari quanto i compiti a casa, soprattutto se fatti coi
compagni, cosa esecrabile nella scuola, ma soprattutto anche se fatti
coi materiali di gioco. Evidentemente, questo è un discorso che non viene
compreso da chi ritiene che il compito della scuola sia l’insegnamento e
che l’insegnamento
non sia altro che la
lezione (dal latino
lectio, leggere, perché
all’inizio, in mancanza di libri, la lezione era lettura del libro da
parte del docente): la scuola è nata dalla cattedrale medioevale, nella
quale il pontefice, dall’alto della
cattedra,
leggeva i libri sacri
scritti su cartapecora). Ma tale è rimasta dopo Gutenberg e tale è rimasta
oggi dopo la linotype e dopo l’invenzione delle tecnologie informatiche
che consentono la stampa dei libri a bassissimo prezzo, se non la
lettura dei libri su apparecchi informatici. Ma ciò importa poco, perché le moderne
metodologie dell’insegnamento/apprendimento
sono cambiate e, con esse, il ruolo dei docenti. Al posto del docente che fa lezione col libro di
testo, a viva voce o con le LIM, strumento informatico di scarsissimo
valore ma enormemente enfatizzato per scopi diversi da quelli
dell’apprendimento o, meglio, della formazione. La socio psicopedagogia
moderna propone un diverso modello di
lezione-apprendimento. Scrive il Piaget:
<<la
reale comprensione di una nozione, o di una teoria, implica la
reinvenzione di questa
teoria da parte dei soggetti... Naturalmente ciò non significa che
l'insegnante non abbia più alcun ruolo da coprire, ma che il suo compito
è meno quello di una persona che dà "lezione" quanto piuttosto quello di
una persona che organizza
situazioni che destano la curiosità e la voglia del fanciullo di
ricercare la soluzione, e che favorisce un tale comportamento per mezzo
di dispositivi appropriati...>>[1]. Del resto, già Tommaso D’Aquino aveva teorizzato
simile impostazione: <<vi è un doppio modo di acquistare la scienza: ─uno quando la ragione naturale da se
stessa giunge alla conoscenza di cose ignote ─e questo modo si
chiama invenzione;
l’altro quando la ragione
naturale viene aiutata da qualcuno dall’esterno ─e questa maniera si
chiama dottrina (insegnamento).In ciò in vero che viene
prodotto dalla natura e dall’arte, l’arte procede allo stesso modo e
con gli stessi mezzi che la natura. Come infatti la natura
guarirebbe riscaldando chi soffre di frigidezza, così fa pure il medico;
per cui si dice che l’arte imita la natura. Il simile accade
anche nell’acquisto della scienza:
il docente cioè conduce altri alla
scienza di cose ignote allo stesso modo che uno, scoprendo, conduce se
stesso alla conoscenza di ciò che ignora>>[2]. E Clayton la descrive così:
<<si può tracciare il seguente modello
dell'attività dell'insegnante:
Egli:
1.determina i risultati auspicati;
2.esamina lo scolaro e valuta il suo livello
effettivo di apprendimento;
3.specifica gli obiettivi dell'insegnamento
alla luce dei punti 1) e 2);
4.seleziona le informazioni, i temi di studio
e mette a punto i metodi;
5.impegna lo scolaro in attività che presume
lo portino all'apprendimento;
6.dirige e guida le attività di apprendimento;
7.crea situazioni che permettano di utilizzare
gli apprendimenti acquisiti;
8.valuta i risultati del process>>[3].
Non più, quindi
lezione (lectio)
o
insegnamento o
spiegazione, ma le
attività di apprendimento,
quelle che nella Riforma Moratti venivano chiamate
unità di apprendimento[4],
peraltro teorizzate e realizzate già nel 1907 da Maria Montessori nella
Case dei bambini[5]. Ma i docenti continuano a fare lezioni,
spiegazioni, esposizioni, utilizzando o non utilizzando i libri di
testo, non importa se cartacei o digitali, alle quali debbono far
seguito i
compiti a casa degli
alunni. Prima osservazione: se lo studente[6]
ha compreso, reinventando le conoscenze, ha scarso bisogno di compiti,
seppure presentati come nuove
reinvenzioni, riscoperte, riapprendimenti. Se l’alunno non ha capito,
a nulla servono i compiti. E poi, col prolungamento dell’orario scolastico,
chi dà agli studenti il tempo domestico per eseguire i compiti?. Se abbiamo combattuto una battaglia per la
riduzione delle ore di lavoro degli operai, ai giovano vogliamo imporre
una giornata piena di impegni scolastici? E il
tempo libero, pur esso
educativo? Ma il ritenere è necessario, come precisava anche
Dante:
<<Apri la mente a quel ch'io ti paleso e
fermalvi entro; ché non fa
scienza,
sanza
lo ritenere, avere inteso>>[7].
Tuttavia, ricordare senza aver compreso
è la cosa più stupida ed insignificante che si possa prevedere. Una banale risposta la si ritrova su INTERNET: “Mi
è stato chiesto di memorizzare ciò che non capivo e la mia memoria è
così buona che si è rifiutata di essere insultata in quel modo.”
(Aleister Crowley)[8]. Tuttavia, per ricordare, cosa occorre fare? Si propagandano tecniche diverse, che peraltro
agli alunni non vengono insegnate! Un’altra banale risposta su INTERNET: <<Per
me è determinante l'interesse. Con una premessa: le materie di
studio, come del resto tutte le cose, non sono interessanti
"autonomamente", ma lo diventano in relazione al nostro modo di
relazionarci con loro. Se
consideriamo lo studio come un'inevitabile condanna, sarà molto
faticoso.
Se
invece lo consideriamo un'opportunità di crescita sarà fantastico.
Interessarsi significa accostarsi con curiosità e attenzione,
significa valorizzare, contemporaneamente, l'oggetto di studio e il
tempo che gli dedichiamo>>[9].
Se
invece lo consideriamo un'opportunità di crescita sarà fantastico:
ecco la strategia! Lo studio, alla pari
degli esercizi in palestra, come strumento di crescita:
diventare uomini!
Diventare “grandi”,
adulti[10],
questa è l’aspirazione di ogni cucciolo d’uomo! Dentro le aule si deve
formare l’homo sapiens, ma anche l’homo habilis e l’homo
patiens[11]. In tal senso, nella
scuola i bambini ed i giovani si alimentano di cultura (sapere, saper
fare e saper essere) e crescono, diventano alunni (alunno,
colui che si alimenta e quindi cresce) e nello stesso tempo
diventano studenti
(Da studium, amore: amanti del sapere, filosofi)[12]. Allora, per imparare occorre:
1)
innanzitutto
una
forte motivazione[13];
2)
occorre
predisporre situazioni nelle quali gli alunni possano reinventare
conoscenze e attraverso
queste formare le loro
capacità e
atteggiamenti (istruzione
educativa). A tal fine la scuola
cambia la sua fisionomia: da aula con cattedra sulla pedana si trasforma
in aula laboratorio (cfr le
CASE DEI BAMBINI della
Montessori), nella quale gli studenti possono reinventare, ricostruire,
scoprire le conoscenze
(sapere) e, attraverso
queste attività, maturare
competenze (capacità,
saper fare) e soprattutto
atteggiamenti (saper essere)[14]. Questa la più aggiornata
visione dei processi di apprendimento che si sostituiscono ai processi
di insegnamento, fondati sulla
lezione e sui
compiti a casa. Certo, restano i problemi
dell’organizzazione della scuola, ma di questo abbiamo parlato e
parleremo ancora[15].
[1]
piaget J.,
Alcune considerazioni
sull'insegnamento matematico, in C.
sitia,
La didattica della
matematica oggi-problemi, ricerche, orientamenti,
Pitagora, Bologna, 1979, p. 29.
[2] TOMMASO D’AQUINO (a cura
di M. Casotti), De magistro, La Scuola, Brescia, 1957, p
28
[3] CLAYTON T.E.,
Insegnamento e
apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14
[4] In merito cfr.: TENUTA
Umberto, in
www.rivistadidattica.com, rubrica RIFORMA.
[5] MONTESSORI M., La
scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 2000
[6]
Studente da
studium che in
latino significa anche "passione,
desiderio, impulso interiore". Scrive F. Ferrarotti che
<<La
scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai
giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo
significato originario di studium, ossia amore, passione,
avventura>> (Presentazione:
FERRAROTTI F., Leggere,
leggersi, Donzelli, Roma, 1998).
[7] DANTE,
Paradiso, V.
[8]
http://www.efficacemente.com/2010/07/memorizzare-velocemente-%E2%80%93-2posts-fromthepast-%E2%80%93-settimana-14/
[9]
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110531020238AATIKrl
[10]
Alunno deriva da
alere,
alimentarsi, e quindi significa
crescere,: chi si
alimenta (alunno)
cresce, diventa adulto
(Participio passato di
alere, cioè
alimentato, e
quindi cresciuto).
[11] In merito cfr.: Cresson,
E., Insegnare ad
apprendere. Verso la società conoscitiva,
Libro bianco su
istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea.
1995;. In merito cfr.: CAMBI F. (a cura di),
Nel conflitto delle
emozioni – Prospettive pedagogiche, Armando Editore, Roma,
1999; TENUTA U., I
contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens,
habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli,
Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.,Verificare
le conoscenze essenziali, ma soprattutto le capacità ed anche
gli atteggiamenti, in Rivista dell’istruzione, Maggioli,
Rimini, 2002, n. 4; TENUTA U.,
Atteggiamenti: non solo
conoscenze, non solo capacità, Il Dirigente scolastico,
ScuolaSNALS, Roma, gennaio 2002; TENUTA U.,Conoscenze
Capacità Atteggiamenti; TENUTA U.,
Obiettivi Formativi da
Raggiungere; TENUTA U.,Obiettivi
Formativi e Competenze; TENUTA U.,
Obiettivi Specifici di
Apprendimento; TENUTA U.,
Obiettivi: come
districarsi?; TENUTA U. ,
Atteggiamenti Capacità
Conoscenze, nel sito
https://www.edscuola.it/archivio/didattica/index.html; TENUTA U.,
Atteggiamenti, capacità e
conoscenze , in RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA:
http://www.rivistadidattica.com/
[12] "Studium" in
latino significa anche "passione, desiderio, impulso
interiore". Scrive Ferrarotti che <<La
scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai
giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo
significato originario di studium, ossia amore, passione,
avventura>> (Presentazione:
FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998
[14] In merito cfr.:
Cresson, E.,
Insegnare ad apprendere.
Verso la società conoscitiva,
Libro bianco su
istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea.
1995;. In merito cfr.: CAMBI F. (a cura di),
Nel conflitto delle
emozioni – Prospettive pedagogiche, Armando Editore, Roma,
1999; TENUTA U., I
contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens,
habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli,
Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.,Verificare
le conoscenze essenziali, ma soprattutto le capacità ed anche
gli atteggiamenti, in Rivista dell’istruzione, Maggioli,
Rimini, 2002, n. 4; TENUTA U.,
Atteggiamenti: non solo
conoscenze, non solo capacità, Il Dirigente scolastico,
ScuolaSNALS, Roma, gennaio 2002; TENUTA U.,Conoscenze
Capacità Atteggiamenti; TENUTA U.,
Obiettivi Formativi da
Raggiungere; TENUTA U.,Obiettivi
Formativi e Competenze; TENUTA U.,
Obiettivi Specifici di
Apprendimento; TENUTA U.,
Obiettivi: come
districarsi?; TENUTA U. ,
Atteggiamenti Capacità
Conoscenze, nel sito
https://www.edscuola.it/archivio/didattica/index.html; TENUTA U.,
Atteggiamenti, capacità e
conoscenze , in RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA:
http://www.rivistadidattica.com/
[15]
UMBERTO TENUTA,
La flessibilità nella scuola dell’autonomia,
ANICIA, ROMA, 2002
UMBERTO TENUTA,
Il Piano dell’offerta formativa
¾
Moduli e unità didattiche – La programmazione nella scuola
dell’autonomia,
ANICIA, ROMA,
2001, con CD-ROM
UMBERTO TENUTA,
Individualizzazione –
Autonomia e flessibilità nell’azione educativa e didattica,
La Scuola, Brescia, 1998.
UMBERTO TENUTA,
I numeri in colore,
LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illustrato a colori,
1994.
UMBERTO TENUTA,
L’ambito
matematico-scientifico, in: FIORIN I. (a cura di),
L’innovazione nella
scuola elementare, La Scuola, Brescia, 1994.
UMBERTO TENUTA,
Itinerari di Logica
Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA,
1992, ill., pp. 344.
UMBERTO TENUTA,
Itinerari aritmetici,
LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256.
UMBERTO TENUTA,
Itinerari geometrici,
LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244.
UMBERTO TENUTA,
Educazione matematica,
in: AA.VV., 85-Nuovi Programmi,
Fratelli Conte,
Napoli, 1985 e
1986.
UMBERTO TENUTA,
Tecnologie
nei processi di apprendimento per alunni in situazione di
handicap, in BALDI M., I QUADERNI INTERMEDIA NUMERO 1, Cava
dei Tirreni, 2001.
UMBERTO TENUTA.,
Le finalità formative da
perseguire attraverso le tecnologie multimediali, in STIO
R., L’utilizzo delle
nuove tecnologie nella didattica, PROVVEDITORATO STUDI,
SALERNO, 2001
UMBERTO TENUTA
L'attività educativa e
didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente
educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.
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