Il Dirigente scolastico della Scuola dell’Autonomia
di Umberto Tenuta
Si prevede per l’autunno il bando del primo concorso per Dirigenti scolastici della scuola dell’autonomia.
Si tratta di un evento eccezionale, perché per la prima volta nella storia della scuola italiana si procede al reclutamento dei Dirigenti scolastici di una scuola così profondamente rinnovata qual è la nuova scuola italiana delineata dal Regolamento dell’autonomia scolastica e dalla Legge di riforma dei cicli.
Negli ultimi anni si è cercato di delineare il profilo professionale del "nuovo" Dirigente scolastico, che dovrebbe essere a base delle nuove procedure di reclutamento.
A prescindere dai contenuti che saranno previsti, le prove di concorso avranno certamente come riferimento il nuovo quadro di esercizio della funzione dirigenziale.
E, pertanto, il punto focale della preparazione prossima dei candidati dovrebbe vertere intorno agli scenari della nuova scuola, quale risulta delineata soprattutto nel Regolamento dell’autonomia scolastica.
In questa sede, pur non potendo certamente descrivere il nuovo quadro normativo, è tuttavia possibile indicare le linee portanti della nuova scuola, alla quale la figura del Dirigente scolastico è strettamente funzionale.
Qual è il fondamentale principio ispiratore della scuola dell’autonomia?
Spesso si commette l’errore di soffermarsi sugli aspetti organizzativi, che in effetti risultano secondari.
Occorre invece porre l’attenzione soprattutto sulle finalità che caratterizzano e motivano la riforma della scuola dell’autonomia.
La scuola dell’autonomia nasce con il fondamentale obiettivo di assicurare il successo formativo a tutti gli alunni, successo formativo da intendere secondo il dettato di cui all’art. 3 della Costituzione: <<È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.
Se questo è l’obiettivo della scuola dell’autonomia, il ruolo del nuovo Dirigente scolastico non può non essere quello di promuovere un’organizzazione educativa e didattica che, utilizzando tutti gli spazi di flessibilità previsti dal Regolamento dell’autonomia scolastica, assicuri ai singoli alunni la piena formazione della personalità, nel rispetto delle loro identità personali, sociali, culturali e professionali.
Assicurare il diritto all'educazione ed all'istruzione è stato l’impegno della scuola nella seconda metà del secolo scorso, ma forse mai come oggi costituisce la sfida sulla quale si misurano le professionalità degli operatori scolastici tutti, a cominciare dal Dirigente scolastico.
Al funzionario di un’Amministrazione scolastica burocratica, che richiedeva atteggiamenti esecutivi, si sostituisce il "manager" di una "impresa", quella educativa, tra le più difficili e le più cariche di responsabilità.
Al nuovo Dirigente scolastico si richiedono conoscenze e competenze, ma queste non bastano.
Ciò che maggiormente qualifica il Dirigente scolastico sono gli atteggiamenti, i suoi modi di essere, di porsi, di vivere i problemi che deve affrontare.
Gli atteggiamenti, come le conoscenze e le capacità, non sono innate ma si costruiscono attraverso processi di apprendimento che non si limitano all’acquisizione di nozioni ma si impegnano nella soluzione delle situazioni problematiche.
Il problema del Dirigente scolastico è il successo formativo dei singoli alunni.
Cominciare a studiare, a pensare, a formulare ipotesi di soluzione di questo problema e di quelli connessi è forse la migliore strategia per predisporsi ad affrontare una selezione che ci si augura possa essere "nuova", in tutti i suoi aspetti.
In tale prospettiva, su questa rivista continueremo ad offrire contributi che possano essere di aiuto ai candidati.
Auguri a tutti!