LA GIOIA DI IMPARARE
di Umberto Tenuta
Bruner, nel suo recente saggio dedicato alla scuola ed alle finalità dell'educazione scolastica, (Sapere per comprendere, Feltrinelli, Milano 1999) fa presente che <<la natura speciale della scuola emerge in modo trasparente dai rituali che la accompagnano. Nella tradizione ebraica, per esempio, il primo giorno di frequenza dello cheder, è una ricorrenza gioiosa. La mattina, l'intera famiglia si veste elegantemente e accompagna il figlio a scuola, dove gli viene servito del pane a forma di lettere dell'alfabeto, precedentemente intinto nel miele, per far sì che la dolcezza dell'apprendimento resti impressa nella sua memoria profonda>>. Probabilmente un modo emblematico e simbolico di trasmettere il gusto e la voglia di apprendere, che serve per sottolineare che anche i genitori e le famiglie devono essere accolti con modalità tali da farne degli accorti alleati della scuola nel sostenere la <<dolcezza>> dell'apprendere. (Da: Sonia Claris, Segnali di novità, in Scuola Italiana Moderna, La Scuola, Brescia, 2000-2001, II, p. 21) |
Vorremmo aggiungere tre interrogativi:
<<scopo essenziale della scuola non è tanto quello di impartire un complesso determinato di nozioni, quanto di comunicare al fanciullo la gioia ed il gusto di imparare e di fare da sé, perché ne conservi l'abito oltre i confini della scuola, per tutta la vita>>