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PERSONALIZZAZIONE FORMATIVA PER TUTTI GLI alunni
di Umberto Tenuta
Raccomandazione 1248/1994 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio
d’Europa─Sessione del 1994─ relativa all’educazione dei bambini
superdotati Di
personalizzazione formativa
(in verità, è questa l'espressione più esatta di quella di
individualizzazione
dell'insegnamento) si parla da molto tempo. Basti pensare alla
Scuola su misura di
Claparède[1],
all’Individualizzazione
dell’insegnamento di Dottrens[2]
e agli altri testi che hanno fondato questa tematica[3],
anche se sotto la denominazione di
individualizzazione
dell'insegnamento.
Comunque, fondamentale al
riguardo è il testo di DOLL[4],
soprattutto per le precisazioni intorno ai termini di
potenzialità, doti, possibilità
formative… Sul
piano attuativo basti
riandare a tutto il
Movimento delle scuole attive
e, per quanto attiene agli alunni che oggi vengono definiti
alunni diversamente abili,
alla creazione delle
Case dei bambini della
Montessori a Roma nei 1907[5]
ed infine alla Legge 5 febbraio 1992, n. 104[6], Dopo tre quarti di
secolo, nel quale si parlava di
scuole speciali e classi
differenziali per gli alunni anormali e con difficoltà di
apprendimento e dopo la Contestazione legalitaria del 1968, si arriva
finalmente alla Legge 118 del
1971 che sancisce l’abolizione delle
Scuole Speciali che
avevano funzionato per gli alunni anormali ed all’affermazione della
frequenza delle scuole comuni da parte di tutti gli alunni[7],
seppure con la presenza di docenti specializzati (D.P.R. 975/1975) e che
trova una valida descrizione nel Documento Falcucci del 1975[8],
al quale si ispira la Legge 517 del 1977.
Gli alunni non sono tutti uguali ma alcuni sono
diversi: i diversi costituiscono una categoria a parte, gravi e meno
gravi. Per i diversi si prevede la presenza nelle scuole di un
docente di sostegno, di
sostegno rivolto alla intera scolaresca, che diventò però di sostegno
solo agli alunni handicappati che con un eufemismo furono definiti
alunni diversamente abili.
In effetti nella stessa classe convivono
aduni normali e
alunni diversamente abili.
La concezione che gli
esseri umani sono tutti diversamente abili non viene recepita, nemmeno
dopo la lìLegge 5 febbraio 1992 n. 104
[9]
e al D.P.R. 24 febbraio 2004 che disciplina gli interventi a favore
degli alunni diversamente abili. Da una parte gli alunni diversamente abili e
dall’altra gli alunni che tali non sono. Non si perviene alla
consapevolezza che tutti gli alunni, tutti gli esseri umani, sono
diversamente abili. Eppure l'Assemblea
parlamentare del consiglio di Europa, nella Raccomandazione 248 del 1994
aveva affermato che l’educazione deve <essere
appropriata a ciascun individuo>>, precisando che
<<ci
saranno comunque sempre
bambini particolari
per i quali dovranno essere adottate disposizioni speciali. I bambini
superdotati sono tra
questi>>. Al riguardo, aggiunge che
<<I bambini superdotati
dovrebbero poter beneficiare di condizioni d’insegnamento appropriate
che permettano loro di valorizzare pienamente le loro possibilità
nell’interesse loro proprio e della società>>. In particolare precisa che: ─
<<la legislazione dovrebbe
riconoscere e rispettare le differenze individuali. I bambini
superdotati…, come gli altri bambini, hanno bisogno di condizioni
d’insegnamento tali da permettere loro di sviluppare pienamente le
proprie possibilità>>; ─<<la
ricerca fondamentale sulle nozioni di “dono” e di “talento”, e la
ricerca applicata, ad esempio per mettere a punto le procedure atte a
riconoscerli, dovrebbero essere sviluppate parallelamente>>. Particolare significato assume l’ultimo comma: ─<<la
ricerca fondamentale sulle nozioni di “dono” e di “talento”, e la
ricerca applicata, ad esempio per mettere a punto le procedure atte a
riconoscerli, dovrebbero essere sviluppate parallelamente. La ricerca
sui “meccanismi di successo” potrebbe aiutare a combattere l’insuccesso
scolastico>>. Al riguardo occorre
tenere presente che già il RAPPORTO FAURE aveva affermato che
<<ogni uomo è destinato ad essere un successo
e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>[10]. Sul piano scientifico
vanno tenute presenti al riguardo le affermazione contenute nel volume
di DOLL sul concetto di
potenzialità[11]
che specificamente vengono riprese nelle Raccomandazione della riforma
Moratti, la quale Riforma rappresenta il culmine del discorso sulla
diversità, con l'abolizione della lezione, di necessità discriminante,
perché non può non essere sempre uguale per tutti gli alunni e
l’introduzione delle
unità di apprendimento[12]
che consentano la diversificazione dell'insegnamento o
dell'apprendimento per i singoli alunni o per gruppi di alunni.
Certamente è difficile liberarsi del concetto di
diversità in una società
che solo nelle società totalitarie comuniste ha conosciuto il concetto
di uguaglianza, concetto inadeguato a descrivere la natura umana, in
quanto gli esseri umani sono tutti diversi e, in quanto tali, tutti
eguali , non perché tutti forniti delle stesse capacità, ma perché tutto
diversi, a causa dei livelli di sviluppo delle loro capacità.
Potenzialmente tutti uguali, gli essere umani
diventano diversi in virtù delle stimolazioni formative cui sono
soggetti. Ora, è un fatto estremamente poco significativo
che la raccomandazione
abbia preso in considerazione anche i
superdotati. Tuttavia
occorre avere l'accortezza di non considerare le potenzialità dei
singoli esseri umani come delle doti innate. Già al momento del
concepimento avvengono delle diversificazioni a seconda delle condizione
in cui esso avviene. Secondo un ricerca effettuata in Inghilterra,
"i
figli del sabato", generati da genitori in stato di ubriachezza,
sono già tarati sin dal momento del concepimento. Al riguardo, occorre
tener presente che, secondo una ricerca effettuata in Africa, altre
minorazioni si possono creare nel grembo materno, con la scarsa o
abbondante ossigenazione. Al riguardo, occorre tenere presente che le
persone umane si formano sin dal concepimento, con la combinazione di
geni paterni e materni, alcuni dei quali possono essere già danneggiati. Occorre tenere presente l’avvertenza di creare le
migliori condizioni perché tali menomazioni non si verifichino.
È forse il caso dei ritornare a parlare di
Eugenetica, in senso
positivo, per creare le migliori condizioni relative al concepimento ed
alla gestazione. Le esperienze di iperossigenazione fatte in Africa per
combattere gli aborti hanno portato alla scoperta che
l’iperossigenazione porta a un migliore sviluppo delle doti
intellettive. Ma tutto un discorso a parte va fatto in ordine
alle condizioni della gestazione, essendo ormai acquisita la
consapevolezza che già nel grembo materno il bambino gode di opportunità
formative più o meno favorevoli e soprattutto che già dal sesto mese il
feto riceve stimoli culturali dal mondo esterno. Il diverso combinarsi dei molteplici fattori che
entrano in campo in sede di concepimento e di gestazione porta alla
nascita dei bambini che sono tutti diversi. Non nascono mai due bambini
uguali. Nemmeno i gemelli
omozigoti sono e diventano eguali, stanti le possibili differenziazioni
delle condizione vissute durante la gestazione e dopo la nascita.
Nascono bambini tutti diversi e dopo la nascita
diventano sempre più diversi in virtù delle stimolazioni ambientali e
socio-culturali. È il caso di pensare
seriamente ad una scuola per genitori, per insegnare a creare le
migliori condizioni sin dal concepimento (Cfr.
i figli del sabato)[13],
della gestazione, della nascita e soprattutto dell’allevamento nei primi
anni di vita. Sappiamo che a quattro
anni il 50% dell’intelligenza si è già formata[14];
sappiamo che a un anno si
pattina, a tre si legge, e si suona il violino[15].
Alla scuola dell'infanzia prima e alla scuola
primaria poi arrivano bambini tutti diversi.
Ma, tranne gli
alunni diversamente abili, e
nemmeno loro, tutti i bambini
trovano una scuola di necessità uguale per tutti, malgrado il
Piano dell'offerta formativa[16]
ed i Piani educativi
personalizzati[17]
che vengono redatti solo per gli alunni considerati diversamente abili.
La scuola della lezione non può che essere una
scuola uguale per tutti gli alunni.
A latere si possono
realizzare specifici interventi per i cosiddetti
alunni diversamente abili. Ma nulla si fa per i
super dotati[18].
Non si fa e non si
può fare fino a quando nelle scuole si fa lezione, peraltro oggi
incoraggiata dalle LIM[19]. Le
LIM servono ai docenti per
fare lezione, la quale
forse sarà migliore di quelle della lettura del libro di testo o della
lezione che si avvale di diversi mezzi, anche di strumenti didattici
molto a avanzati.
Ma la lezione è, non può non essere uguale per
tutti gli alunni, considerati di fatto tutti eguali, e quindi non
consente, né l’integrazione degli alunni diversamente abili, né la cura
degli alunni superdotati. Il Ministro
della pubblica istruzione Moratti aveva realizzato la più grande riforma
di cui la scuola ha bisogno, la più grande riforma che sia stata mai
realizzata: quella delle
unità di apprendimento
che sostituiscono le
unità di didattiche. Ma la nuova Ministra,
peraltro dello stesso schieramento politico, si è affrettata, con
scrupoloso impegno classista, ad abrogare la riforma Moratti, con una
operazione che lascia interdetti, in quanto le LIM, non solo comportano
l'abrogazione delle
unità di apprendimento e
ripristinano le
lezioni, ma, con un
eufemismo, mi sembra di poter affermare che violano[20]
apertamente la <<autonomia
didattica>>, la quale
attribuisce evidentemente ai docenti la scelta, non solo dei metodi di
insegnamento ma anche delle tecnologie educative, le quali,
a sentire i più grandi psicopedagogisti, quali Piaget e Bruner,
dovrebbero essere quelle
concrete (comuni e strutturate),
quelle iconiche e quelle
simboliche[21],
alle quali oggi si aggiungono quelle
virtuali[22]. Non credo che si possa
trovare oggi un sostenitore della
lezione o delle
unità didattiche, nelle
quali il docente, dalla cattedra o dalla LIM, espone, presenta,
illustra, mostra, spiega. Questa metodologia della lezione (lectio,
da lettura del libro) è nata nella cattedrale medioevale, nella
quale il pontefice leggeva i libri sacri ed i fedeli, nelle file di
tavoli a dieci posti (fino al 1900 i banchi delle scuole erano a 5
posti!) e nulla è cambiato coi tavolinetti, ritenuti meno idonei dei
banchi e perciò allineati in tre/quattro file che vanno da un lato
all’altro dell’aula, con 6─8 alunni in fila. Al riguardo scrive il più
grande didatta della matematica, Z.P. Dienes,
<<Dovrà essere
abolito quasi completamente l'attuale metodo di insegnamento in classe
dove l'insegnante pontifica, in posizione di potere centrale, e dovrà
essere sostituito con lo studio individuale ed a piccoli gruppi, usando
materiale concreto ed istruzioni scritte, con l'insegnante che agisce
come guida e consigliere>>[23]. Nelle aule ci sarò una
sola LIM, dalla quale il docente farò lezioni, di necessità uguali per
tutti gli alunni, alunni diversamente abili ed alunni iperdotati: tutti
con gli occhi spalancati e le mani conserte; impareranno, se
impareranno, con le orecchie e con gli occhi, ma non faranno ricorso
alle operazioni di piagettiana memoria:
imparare non significherà
capire, ma fissare nella mente, ricordare, memorizzare. Pertanto, nel prossimo
anno, anziché aggiornare i docenti sulle
unità di apprendimento[24],
si sperpereranno i fondi dei PON per insegnare ad utilizzare le LIM, col
risultato che anche i laboratori
informatici passeranno in secondo ordine. Non che i
laboratori informatici
costituiscano la migliore utilizzazione delle tecnologie informatiche,
perché avranno significato soltanto quando si avrà il
banco a due piazze di
berlingueriana memoria attraverso la utilizzazione dei
Kit mobili[25].
Oggi con duecento euro si compra un
Notebook
e con una spesa di due mila
euro, anziché dotare le aule di LIM, le si doterebbero di
13
notebook, una per il
docente e 12 per gli alunni. Peraltro i
Kit mobili di
notebook possono essere
trasferiti da un’aula all’altra e, quindi, ne basterebbe un numero anche
inferiore al numero delle classi.
In
questo modo gli alunni, in gruppi di due/tre intorno ad un
notebook, potrebbero
apprendere, operando a livello virtuale, con la guida discreta del
docente, ma ciascuno secondo i suoi libelli di sviluppo, i suoi ritmi ed
i suoi stili di apprendimento. Ma dell’esigenza, sancita dal D,P.R. 275/1999, di
assicurare il successo scolastico a tutti gli alunni pochi si
interessano. Bastano gli adempimenti della elaborazione del
PIANO DELLL’OFFERTA FORMATIVA e dei PIANI EDUCATIVI PERSONALIZZATI, in
verità non per tutti gli alunni, ma solo per gli alunni diversamente
abili, e tutto va bene, messier
le maitre, pardon, signora Ministra della P.I.
Certamente
i docenti saranno costretti a
imparare come utilizzare le LIM, ma la scuola resterà ancora una volta
la scuola della lezione uguale per tutti gli alunni
Nella scuola ci saranno alunni
che, avendo goduto il condizioni favorevoli nelle famiglie, saranno i
figli del dottore di cui parla DON MILANI, in
Lettera ad una professoressa[26],
ma ci saranno anche gli alunni mediocri e gli
alunni diversamente abili
che si troveranno ad ascoltare le lezioni comuni nelle aule assieme agli
altri bambini e andranno negli appositi laboratori di sostegno che hanno
sostituito le classi e le
scuole speciali.
Ma ci saranno anche gli alunno superdotati che
ascolteranno le lezioni comuni. Questa situazione non
cambierà fino a quando, non i rappresentanti dei genitori, ma tutti i
genitori (padre e madre) non vedranno riconosciuto il loro diritto di
educare ed istruire i propri figli di cui parla l'articolo 30 della
Costituzione repubblicana, entrando nelle scuole per offrire il loro
contributo alla elaborazione, non sono del
Piano dell'offerta formativa,
ma anche e soprattutto dei Piani
educativi personalizzati, come si precisa negli
Orientamenti educativi per la
scuola dell'infanzia. Quando verrà questo giorno la democrazia
scolastica non sarà una parola spesso vuota di significato, perché i
docenti saranno impegnati ad assicurare il diritto al
successo formativo ad
ogni figlio di donna, quali che siano le sue caratteristiche personali:
iperdotato, dotato, normale,
ipodotato o alunni diversamente abile. Questo giorno
non arriverà finché nelle scuole ci saranno i banchi allineati, i
docenti che fanno lezioni, anche se con le LIM, quattro cartelloni alle
pareti, ma non si attuerà una scuola personalizzata attraverso le
unità di apprendimento, i
materiali didattici concreti,
virtuali, iconici e simbolici ed al posto della lavagna di
ardesia o alla LIM ci saranno i
Kit mobili di Notebook.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La scuola è nata per alunni che si riteneva
fossero o dovessero diventare tutti eguali. Per una scuola siffatta era
prevista le
lezione, peraltro anche
per tali alunni inefficace. Quando si è preso atto che
gli esseri umani sono tutti
diversi e che
l’apprendimento non avviene
attraverso le lezioni collettive, di necessità eguali per tutti
gli alunni, la scuola è entrata in crisi. Il provvedimento più vistoso è stato la
creazione, prima di
classi speciali, poi
l’intervento di
docenti aggiuntivi specializzati,
che in siffatta scuola trovano difficoltà ad operare. La soluzione è stata individuata già nel 1907
dalla Montessori nelle
Case dei bambini,
con l’abolizione
della lezione collettiva
e la sua sostituzione con le
unità di apprendimento, fondate sull’uso di
materiali didattici concreti, iconici e simbolici, ai quali oggi si
aggiungono i materiali virtuali. Ma la scuola, tempio
della cultura, è lenta a cambiare: resta ancora la
scuola della lezione collettiva
fondata sulla parola del docente.
Ora ci sarà il diversivo delle LIM
che sostituiranno le buone lavagne di ardesia, così come ieri sono state
mal sostituite da quelle di plastica. Ma, fino a quando nelle scuole non entreranno i
materiali concreti della
Montessori e delle Sorelle Agazzi, integrati
dal banco a due piazze,
una per il libro e l’altra per i PC, la scuola non sarà adatta a nessun
alunno, né ipodotato né superdotato. Sarà la scuola dell’alunno
medio che non esiste da
nessuna parte. E tutti gli alunni in carne ed ossa si troveranno
male, ipodotati, normodotati o iperdotati.
[1]
CLAPARèDE E.,
La scuola su misura, La Nuova Italia, Firenze, 1972
[2]
DOTTRENS R., L'insegnamento individualizzato,
Armando, Roma, 1960.
[3]
In merito cfr.: AA.VV., L’individualizzazione
dell’insegnamento, Provincia autonoma di Bolzano, 1991;
BALDACCI M., L’istruzione individualizzata, La Nuova
Italia, Firenze, 1993; DAZZI D., La personalizzazione
dell’insegnamento, DE AGOSTINI, Bergamo 1999; DUNN R., DUNN
K., Programmazione individualizzata, Armando, Roma, 1979;
GARCíA HOZ V.,
L’educazione personalizzata. Individualizzazione e
socializzazione nell’insegnamento, Le Monnier, Firenze,
1982; GARDNER J. Et alii, Programmazione educativa
individualizzata, ERIKSON, Trento, 1991; MEIRIEU P.,
Lavoro di gruppo e apprendimenti individuali, La Nuova
Italia, Firenze, 1990;
Petracchi G.,Individualizzazione classi aperte
interclasse, La Scuola, Brescia, 1985: RUSKIN R.S. (a cura
di), Il sistema di istruzione personalizzata, Giunti e
Lisciani, Teramo, 1982; TENUTA U., Individualizzazione –
Autonomia e flessibilità dell’azione educativa e didattica,
La Scuola, Brescia, 1998;.Tenuta
U.,Le fotografie a colori dei nostri alunni, in
METODOLOGIA E DIDATTICA:
http://www.edscuola.com/archivio/didattica;
Tenuta U.,Le
fotografie a colori dei nostri alunni, in METODOLOGIA E
DIDATTICA:
http://www.edscuola.com/archivio/didattica/
[4]
DOLL R. C.,
L’istruzione
individualizzata, La Nuova Italia, Firenze, 1969
[5]
MONTESSORI M., La scoperta del bambino, Garzanti, Milano,
2000
[6]
In merito cfr.: ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI: DALLE SCUOLE SPECIALI
ALL’INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA ATTRAVERSO I PIANI EDUCATIVI
PERSONALIZZATI ─ NORMATIVA DAL 1923 AL 2005,
a cura di
Umberto Tenuta
[7]
Legge 30 marzo 1971, n.
118
[8]
Lo si ritrova in:
ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI: DALLE SCUOLE SPECIALI
ALL’INTEGRAZIONE NELLA SCUOLA ATTRAVERSO I PIANI EDUCATIVI
PERSONALIZZATI ─ NORMATIVA DAL 1923 AL 2005,
a cura di Umberto
Tenuta, in: www.rivistadidattica.com
[9]
LEGGE-QUADRO PER L'ASSISTENZA, L'INTEGRAZIONE SOCIALE E I
DIRITTI DELLE PERSONE HANDICAPPATE
[10]
FAURE E, (a cura di),
Rapporto sulle strategie dell'educazione, Armando-UNESCO,
Roma, 1973, p. 249.
[11]
Le possibilità apprenditive e formative dei singoli alunni non
si intendono come potenzialità date, perché, come afferma il
DOLL, le potenzialità si sviluppano (<<per capacità
potenziali dei singoli noi intendiamo quelle potenzialità
di grandezza imprevedibile, che possono scaturire
dall’interno della personalità: potenzialità che possono venire
sviluppate o ridotte col processo educativo… le capacità
potenziali non sono considerate come delle qualità congenite
nell’individuo, che divengono attuali attraverso un processo di
maturazione su cui non influisce in alcun modo l’ambiente. Anzi,
queste capacità si sviluppano e si “manifestano nello scambio
dinamico di influssi fra l’individuo e il suo ambiente”.
Vengono definite capacità “potenziali” perché sono un modo di
essere dell’individuo, sono una capacità individuale di reagire
positivamente e in modo praticamente imprevedibile: “senza
alcun preconcetto quanto ai …limiti” delle capacità potenziali…
(occorre) porre
l’accento sulla personalità umana dotata di capacità
potenziali illimitate, (e)…considerare positivo il
fatto che gli sviluppi della personalità umana sono
imprevedibili…>>(DOLL
R. C., L’istruzione
individualizzata, La Nuova Italia, Firenze, 1969, pp. XI,
pagg. 19, 21)..
[12]
In meriyo cfr. i saggi di Umberto Tenuta
nella rubrica RIFORMA dela RIVISTA DIGITALE DELLA
DIDATTICA (WWW.RIVISTADIDATTICA.COM).
[13]
Una ricerca effettuata in Inghilterra ha portato a rilevare che
i figli concepiti di sabato dai genitori ubriacatisi con la paga
del sabato presentano un più alto livello di menomazioni
genetiche.
[14]
Mazzetti R.,
Scoperta dell’infanzia e nuove prospettive dello sviluppo
dell’uomo, Edizioni Beta, Salerno, 1970.
[15]
IBUKA M., A un anno si
pattina, a tre si legge, e si suona il violino, Armando,
Roma, 1984
[16]
UMBERTO TENUTA, Il Piano
dell’offerta formativa
¾
Moduli e unità didattiche – La programmazione nella scuola
dell’autonomia,
ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM
[17]
UMBERTO TENUTA,
La flessibilità nella scuola dell’autonomia,
ANICIA, ROMA, 2002;
UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità
nell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998.
[18]
Sansuini S., L'
educazione dei ragazzi precoci, dotati e superdotati. Che cos'è,
da dove viene, come si educa il «Potenziale intellettivo» che
c'è in ogni ragazzo, Franco Angeli, Milano, 1997
[19]
TENUTA U., LIM ─
lavagne interattive luminose: tre passi indietro ;TENUTA U.,
LIM: in contrasto con le
unita’ di apprendimento, garanzia di successo formativo per
tutti gli alunni, le lim favoriscono il persistere delle viete
lezioni espositive, in
RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA:
www.rivistadidattica.com
[20]
D.L.vo 16.4.1994, n. 297─Art.
1 - Formazione della personalità degli alunni e libertà di
insegnamento─1. Nel rispetto delle norme costituzionali e degli
ordinamenti della scuola stabiliti dal presente testo unico, ai
docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come
autonomia didattica e come libera espressione culturale del
docente.. 2. L'esercizio di tale libertà è diretto a promuovere,
attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena
formazione della personalità degli alunni. 3. E' garantita
l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività
didattica, scientifica e di ricerca.Art. 2 - Tutela della
libertà di coscienza degli alunni e diritto allo studio─1.
L'azione di promozione di cui all'articolo 1 è attuata nel
rispetto della coscienza morale e civile degli alunni─2. A
favore degli alunni sono attuate iniziative dirette a garantire
il diritto allo studio
[21]
<<L'intelligenza è un
sistema di operazioni...
L'operazione non è altro che azione: un'azione reale, ma
interiorizzata,
divenuta reversibile.
Perché il bambino giunga a combinare delle operazioni, si
tratti di operazioni numeriche o di operazioni spaziali, è
necessario che abbia
manipolato, è necessario che abbia
agito, sperimentato
non solo su disegni ma su un
materiale reale, su
oggetti fisici...>>(PIAGET
J., Avviamento al calcolo,
la Nuova Italia, Firenze, 1956, p. 31); al riguardo Bruner
precisa: <<Se è vero
che l'abituale decorso dello sviluppo intellettuale procede
dalla rappresentazione attiva, attraverso quella iconica, alla
rappresentazione simbolica della realtà, è probabile che la
migliore progressione possibile seguirà la stessa direzione>>
(BRUNER J.S., Verso una teoria dell'istruzione,
Armando, Roma, 1967, p. 85.)..
[22]
TENUTA U.,
Rappresentazione virtuale, in
www.rivistadidattica.com
[23]
DIENES Z.P., Costruiamo la matematica, ED. O.S., FIRENZE,
1962, p. 27.
[24]
TENUTA U. Unità di
apprendimento, in www.rivistadidattica.com
[25]
TENUTA U.,
Computer in ogni aula con
i kit mobili,
in
www.edscuola.it/archivio/didattica/pcinaula.html
[26]
DON MILANI, Lettera ad
una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze,
1967-
|
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