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PERSONALIZZAZIONE FORMATIVA PER TUTTI GLI
ALUNNI - SUPERDOTATI IPODOTATI E “NORMALI” - QUALE SCUOLA? Nel precedente articolo
Personalizzazione formativa per
tutti gli alunni abbiamo delineato le motivazioni che
dovrebbero portare al superamento dell’attuale scuola che non funziona:
a)
né
per gli alunni cosiddetti “normali”,
peraltro inesistenti, perché la normalità è solo un’astrazione, come
quella di scolaro, di
alunno, di
studente;
b)
né
per i cosiddetti “alunni
diversamente abili”;
c)
né
ovviamente per gli alunni “superdotati”.
Non funziona o, meglio, funziona male, perché non
rispetta i
principi dell’apprendimento
e si fonda sulla
lezione, eguale per tutti
gli alunni e fondata sulla esposizione del docente, con o senza
l’ausilio dei libri di testo o di altre strumentazioni, comprese le LIM. Relativamente all’apprendimento, abbiamo
già riportato l’affermazione di
Tommaso di Aquino: <<vi
è un doppio modo di acquistare la scienza:uno quando la ragione
naturale da se stessa giunge alla conoscenza di cose ignote - e
questo modo si chiama invenzione; l’altro quando la ragione
naturale viene aiutata da qualcuno dall’esterno ─ e questa maniera si
chiama dottrina (insegnamento). In ciò in vero che viene
prodotto dalla natura e dall’arte, l’arte procede allo stesso modo e
con gli stessi mezzi che la natura. Scrive il Piaget:
<<L'intelligenza è un sistema di
operazioni... L'operazione
non è altro che azione:
un'azione reale, ma
interiorizzata, divenuta
reversibile. Perché il bambino giunga a combinare delle operazioni,
si tratti di operazioni numeriche o di operazioni spaziali, è
necessario che abbia
manipolato, è necessario che abbia
agito, sperimentato non solo
su disegni ma su un materiale
reale, su oggetti fisici...>>[2]. Precisa il Bruner:
<<Se è vero che l'abituale decorso dello
sviluppo intellettuale procede dalla rappresentazione attiva, attraverso
quella iconica, alla rappresentazione simbolica della realtà, è
probabile che la migliore progressione possibile seguirà la stessa
direzione>>[3]. Ovviamente teniamo presente tutto il
discorso della psicologia del
Costruttivismo cognitivo[4]
e del
Cooperative Learning[5].Ne
viene fuori un’impostazione didattica opposta a quella tradizionale, che
ha avuto l’autorevole avallo di Giovanni Gentile nella RIFORMA del 1923
che ancora permane, non tanto per l’autorità del Gentile che era un
filosofo, non un pedagogista, e come tale negava la dimensione
pedagogica dell’organizzazione scolastica, in parte salvata per la
scuola elementare dal suo allievo, non allineato, Giuseppe Lombardo.
Radice, autore delle famosissime
LEZIONI DI DIDATTICA[6]─
quanto perché la
scuola, della lezione
che è più comoda della più accreditata impostazione odierna dei processi
apprenditivi e formativi, che avevano trovato accoglienza nella
Riforma Moratti nella
forma delle
UNITà DI APPRENDIMENTO[7]. Un’ esposizione approssimativa delle
unità di apprendimento
la offre già il Clayton, il
quale così scrive:
<<si può tracciare il seguente modello
dell'attività dell'insegnante:
Egli:
1.determina i risultati auspicati;
2.esamina lo scolaro e valuta il suo livello
effettivo di apprendimento;
3.specifica gli obiettivi dell'insegnamento
alla luce dei punti 1) e 2);
4.seleziona le informazioni, i temi di studio
e mette a punto i metodi;
5.impegna lo scolaro in attività che
presume lo portino all'apprendimento;
6.dirige e guida le attività di apprendimento;
7.crea situazioni che permettano di utilizzare
gli apprendimenti acquisiti;
8.valuta i risultati del processo”[8].
Questa è la scuola, la vera scuola, di
ieri, così come è stata realizzata nelle scuole del Movimento delle
SCUOLE ATTIVE[9]
e di oggi, laddove oggi viene attuata secondo i criteri della
Personalizzazione formativa,
della
Scoperta/invenzione/costruzione
(v.Costruttivismo), del
Coperative learning.
[1] S. TOMMASO D’AQUINO (a
cura di M. Casotti), De magistro, La scuola, Brescia,
1957, p 28).
[2] PIAGET J.,
Avviamento al calcolo,
[3] BRUNER J.S., Verso una
teoria dell'istruzione, Armando, Roma, 1967, p. 85.
[4] In merito al
cognitivismo
costruzionista cfr:
Armezzani, M. (2002). Esperienza e significato nelle
scienze psicologiche. Bari: Laterza.
Armezzani,
M. (a cura di) (2004). In prima persona. La prospettiva
costruttivista nella ricerca psicologica. Milano: Il
Saggiatore.
Armezzani,
M., Grimaldi, F., Pezzullo, L. (2003). Tecniche
costruttiviste per la diagnosi psicologica. Milano:
McGraw-Hill.
Bannister, D., Fransella, F.
(1986). L'uomo ricercatore. Introduzione alla psicologia dei
costrutti personali (ed. it. a cura di G. Chiari e M. L.
Nuzzo). Firenze: Psycho di G. Martinelli.
Berger, P.L., Luckmann, T. (1969).
Butt, T. (2009).
George Kelly e la psicologia dei costrutti personali.
Milano: Franco Angeli.
Chiari, G., Nuzzo, M. L.
(a cura di) (1984). Crescita e cambiamento della conoscenza
individuale. Psicologia dello sviluppo e psicoterapia nella
prospettiva cognitivista. Milano: Franco Angeli.
Kelly, G. A.
(2004). La psicologia dei costrutti personali.Teoria e
personalità. Milano: Cortina.
Mancini, F., Semerari A. (a cura di) (1985).
La psicologia dei costrutti personali: saggi sulla teoria di
G.A. Kelly. Milano: Franco Angeli.
Maturana,
H., Varela, F.
(1992). L'albero della conoscenza. Milano: Garzanti.
VARISCO BIANCA M.,
Costruttivismo
socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici,
applicazioni didattiche ,
Carocci, 2002;
Wenger, E.,
Comunità di pratica, Raffaello Cortina, Milano, 2006.
von Glasersfeld, E.
(1998). Il costruttivismo radicale. Una via per conoscere e
apprendere. Roma: Società Stampa Sportiva.
Watzlawick, P. (a cura
di) (1988). La realtà inventata. Contributi al costruttivismo.
Milano: Feltrinelli.
[5]
In merito al Cooperative learning
cfr.:
JOHNSON, D.W. ET
AL., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni
Erickson, Trento, 1997;
PONTECORVO C.,
AIELLO A.M., ZUCCHERMAGLIO C., Discutendo si impara.
Interazione sociale e cono-scenza a scuola, NIS, Roma, 1991;
PONTECORVO C. (a
cura di), La condivisione della conoscenza,
PONTECORVO C.,
AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura di), I contesti sociali
dell’apprendimento. Acquisire co-noscenze a scuola, nel lavoro,
nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995;. LIGORIO M.B., Apprendimento e
collaborazione in ambienti di Realtà Virtuale. Teoria, metodi,
tecniche ed esperienze, Garamond, Roma 2002
[6]
Lombardo-Radice Giuseppe,
Lezioni di didattica e
Ricordi di esperienza magistrale─Con
le Prefazioni dell'Autore a tutte le edizioni─Introduzione e
commento di Gemma Russo, Edizioni
Remo Sandron, Firenze,
2010
[7]
UNITà DI APPRENDIMENTO:
schema ─Un modello di unità di apprendimento di
Umberto Tenuta, nella rubrica
UNITà DI
APPRENDIMENTO della RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA (
www.rivistadidattica.com).
[8] CLAYTON T.E.,
Insegnamento e
apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14
[9]
intenzionalità e
personalizzazione come essenziali ED ineludibili caratteristiche
delL’azione educativa e didattica─
La scuola è tenuta a
perseguire gli obiettivi che garantiscano la piena formazione
della personalità di ogni alunno─ di Umberto Tenuta . In
particolare consulta: MENCARELLI M.,
Il discorso pedagogico
del nostro secolo, La Scuola, Brescia, 1970; ROMANINI L.,
Il movimento pedagogico
all’estero (vol. I - Le idee; vol. II - Le esperienze), La
Scuola, Brescia, 1955; BINI G.,
La pedagogia attivistica
in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1971. |
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