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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Direttore responsabile: Dario Cillo


 

PERSONALIZZAZIONE FORMATIVA PER TUTTI GLI ALUNNI - SUPERDOTATI IPODOTATI E “NORMALI” - QUALE SCUOLA?
Come realizzare una scuola per tutti?   di Umberto Tenuta

 

Nel precedente articolo Personalizzazione formativa per tutti gli alunni abbiamo delineato le motivazioni che dovrebbero portare al superamento dell’attuale scuola che non funziona:

a)    né per gli alunni cosiddetti “normali”, peraltro inesistenti, perché la normalità è solo un’astrazione, come quella di scolaro, di alunno, di studente;

b)    né per i cosiddetti “alunni diversamente abili”;

c)     né ovviamente per gli alunni “superdotati”.

Non funziona o, meglio, funziona male, perché non rispetta i principi dell’apprendimento e si fonda sulla lezione, eguale per tutti gli alunni e fondata sulla esposizione del docente, con o senza l’ausilio dei libri di testo o di altre strumentazioni, comprese le LIM.

Relativamente all’apprendimento, abbiamo già riportato l’affermazione di Tommaso di Aquino:

<<vi è un doppio modo di acquistare la scienza:uno quando la ragione naturale da se stessa giunge alla conoscenza di cose ignote - e questo modo si chiama invenzione; l’altro quando la ragione naturale viene aiutata da qualcuno dall’esterno ─ e questa maniera si chiama dottrina (insegnamento). In ciò in vero che viene prodotto dalla natura e dall’arte, l’arte procede allo stesso modo e con gli stessi mezzi che la natura.
Come infatti la natura guarirebbe riscaldando chi soffre di frigidezza, così fa pure il medico; per cui si dice che l’arte imita la natura.
Il simile accade anche nell’acquisto della scienza: il docente cioè conduce altri alla scienza di cose ignote allo stesso modo che uno, scoprendo, conduce se stesso alla conoscenza di ciò che ignora>>[1]. 

 A questa abbiamo aggiunto le affermazioni di Piaget e di Bruner.

Scrive il Piaget:

<<L'intelligenza è un sistema di operazioni... L'operazione non è altro che azione: un'azione reale, ma interiorizzata, divenuta reversibile. Perché il bambino giunga a combinare delle opera­zioni, si tratti di operazioni numeriche o di operazioni spaziali, è ne­ces­sario che abbia manipolato, è necessario che abbia agito, sperimentato non solo su disegni ma su un materiale reale, su oggetti fisici...>>[2]. 

Precisa il Bruner:

<<Se è vero che l'abituale decorso dello sviluppo intellettuale procede dalla rappresentazione attiva, attraverso quella iconica, alla rappresentazione simbolica della realtà, è probabile che la migliore progressione possibile seguirà la stessa direzione>>[3]. 

Ovviamente teniamo presente tutto il discorso della psicologia del Costruttivismo cognitivo[4] e del Cooperative Learning[5].Ne viene fuori un’impostazione didattica opposta a quella tradizionale, che ha avuto l’autorevole avallo di Giovanni Gentile nella RIFORMA del 1923 che ancora permane, non tanto per l’autorità del Gentile che era un filosofo, non un pedagogista, e come tale negava la dimensione pedagogica dell’organizzazione scolastica, in parte salvata per la scuola elementare dal suo allievo, non allineato, Giuseppe Lombardo. Radice, autore delle famosissime LEZIONI DI DIDATTICA[6]─ quanto perché la scuola, della lezione che è più comoda della più accreditata impostazione odierna dei processi apprenditivi e formativi, che avevano trovato accoglienza nella Riforma Moratti nella forma delle UNITà DI APPRENDIMENTO[7].

Un’ esposizione approssimativa delle unità di apprendimento la offre  già il Clayton, il quale così scrive:

<<si può tracciare il seguente modello dell'attività dell'insegnante:

Egli:

1.determina i risultati auspicati;

2.esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendi­mento;

3.specifica gli obiettivi dell'insegnamento alla luce dei punti 1) e 2);

4.seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi;

5.impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all'apprendimento;

6.dirige e guida le attività di apprendimento;

7.crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti;

8.valuta i risultati del processo”[8].

Questa è la scuola, la vera scuola, di ieri, così come è stata realizzata nelle scuole del Movimento delle SCUOLE ATTIVE[9] e di oggi, laddove oggi viene attuata secondo i criteri della Personalizzazione formativa, della Scoperta/invenzione/costruzione (v.Costruttivismo), del Coperative learning.



[1] S. TOMMASO D’AQUINO (a cura di M. Casotti), De magistro, La scuola, Brescia, 1957, p 28).

[2] PIAGET J., Avviamento al calcolo, la Nuova Italia, Firenze, 1956, p. 31.

[3] BRUNER J.S., Verso una teoria dell'istruzione, Armando, Roma, 1967, p. 85.

[4] In merito al cognitivismo costruzionista cfr:

Armezzani, M. (2002). Esperienza e significato nelle scienze psicologiche. Bari: Laterza.

Armezzani, M. (a cura di) (2004). In prima persona. La prospettiva costruttivista nella ricerca psicologica. Milano: Il Saggiatore.

Armezzani, M., Grimaldi, F., Pezzullo, L. (2003). Tecniche costruttiviste per la diagnosi psicologica. Milano: McGraw-Hill.

Bannister, D., Fransella, F. (1986). L'uomo ricercatore. Introduzione alla psicologia dei costrutti personali (ed. it. a cura di G. Chiari e M. L. Nuzzo). Firenze: Psycho di G. Martinelli.

Berger, P.L., Luckmann, T. (1969). La realtà come costruzione sociale. Bologna: Il Mulino.

Butt, T. (2009). George Kelly e la psicologia dei costrutti personali. Milano: Franco Angeli.

Chiari, G., Nuzzo, M. L. (a cura di) (1984). Crescita e cambiamento della conoscenza individuale. Psicologia dello sviluppo e psicoterapia nella prospettiva cognitivista. Milano: Franco Angeli.

Kelly, G. A. (2004). La psicologia dei costrutti personali.Teoria e personalità. Milano: Cortina.

Mancini, F., Semerari A. (a cura di) (1985). La psicologia dei costrutti personali: saggi sulla teoria di G.A. Kelly. Milano: Franco Angeli.

Maturana, H., Varela, F. (1992). L'albero della conoscenza. Milano: Garzanti.

VARISCO BIANCA M., Costruttivismo socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici, applicazioni didattiche , Carocci, 2002; Wenger, E., Comunità di pratica, Raffaello Cortina, Milano, 2006.

von Glasersfeld, E. (1998). Il costruttivismo radicale. Una via per conoscere e apprendere. Roma: Società Stampa Sportiva.

Watzlawick, P. (a cura di) (1988). La realtà inventata. Contributi al costruttivismo. Milano: Feltrinelli.

[5] In merito al Cooperative learning cfr.:

JOHNSON, D.W. ET AL., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni Erickson, Trento, 1997;

PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCHERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e cono-scenza a scuola, NIS, Roma, 1991;

PONTECORVO C. (a cura di), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993;

PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura di), I contesti sociali dell’apprendimento. Acquisire co-noscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995;.

LIGORIO M.B., Apprendimento e collaborazione in ambienti di Realtà Virtuale. Teoria, metodi, tecniche ed esperienze, Garamond, Roma 2002

[6] Lombardo-Radice Giuseppe, Lezioni di didattica e Ricordi di esperienza magistraleCon le Prefazioni dell'Autore a tutte le edizioni─Introduzione e commento di Gemma Russo, Edizioni Remo Sandron, Firenze, 2010

[7] UNITà DI APPRENDIMENTO: schema ─Un modello di unità di apprendimento di Umberto Tenuta, nella rubrica UNITà DI APPRENDIMENTO della RIVISTA DIGITALE DELLA DIDATTICA ( www.rivistadidattica.com).

[8] CLAYTON T.E., Insegnamento e apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14

[9] intenzionalità e personalizzazione come essenziali ED ineludibili caratteristiche delL’azione educativa e didattica─ La scuola è tenuta a perseguire gli obiettivi che garantiscano la piena formazione della personalità di ogni alunno─ di Umberto Tenuta . In particolare consulta: MENCARELLI M., Il discorso pedagogico del nostro secolo, La Scuola, Brescia, 1970; ROMANINI L., Il movimento pedagogico all’estero (vol. I - Le idee; vol. II - Le esperienze), La Scuola, Brescia, 1955; BINI G., La pedagogia attivistica in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1971.


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