MAGGIORAZIONE RETRIBUTIVA
CHI NON AFFRONTA LA PROCEDURA?
di Umberto Tenuta
La Procedura per la maggiorazione retributiva di cui all’art. 28 del CCNL è uno strumento per migliorare il proprio trattamento economico e, poiché tutti i docenti dovrebbero essere interessati a tale miglioramento, tutti i docenti dovrebbero impegnarsi ad affrontare le prove della Procedura.
La Procedura va a verificare le competenze professionali dei docenti, le competenze che ogni docente è tenuto a migliorare sempre più.
Norme di stato giuridico e norme deontologiche pongono ai docenti il compito di assicurare a tutti gli alunni il successo formativo, inteso come piena formazione della loro personalità (<<pieno sviluppo della persona umana>> ), nel rispetto delle loro identità personali, sociali, culturali e professionali.
Nessun docente può sottrarsi a questo compito, che si presenta estremamente impegnativo, in quanto non esistono regole e procedure definite una volta per sempre, che consentano di assicurare a tutti gli alunni il successo formativo.
Non solo la piena formazione della persona umana è un processo mai compiuto nella vita dell’individuo e nell’evoluzione culturale dell’uomo, ma ogni individuo si presenta con caratteristiche sue proprie che non si lasciano inquadrare in schemi predefiniti.
L’uomo, come individuo e come specie, è un progetto aperto, per cui non finisce mai di realizzare la sua umanità in termini di atteggiamenti, di capacità e di conoscenze.
L’umanità continua a perfezionare le sue capacità e le sue conoscenze, sul piano cognitivo, linguistico, estetico ecc. ed ogni individuo non finisce mai di formarsi (l’educazione dura tutta la vita).
D’altra parte, è ormai universalmente acquisito che le modalità apprenditive e formative variano da individuo a individuo, per cui il docente si pone il difficile compito di ricercare, non una strategia educativa e didattica che sia valida per tutti gli alunni, ma le strategie adeguate ai singoli alunni, per cui si parla di Piani educativi individualizzati, per tutti gli alunni e non solo per gli alunni portatori di handicap.
In tale prospettiva il docente è impegnato ad approfondire sempre più la sua competenza professionale per poter rispondere sempre meglio alle esigenze apprenditive e formative dei suoi alunni, ognuno diverso dall’altro, per cui le strategie educative e didattiche sperimentate positivamente per un gruppo di alunni possono non risultare pienamente utilizzabile per altri alunni.
Ne consegue che nessun docente può mai ritenere di avere acquisito una competenza professionale ottimale ed è perciò giuridicamente e deontologicamente impegnato ad aggiornarsi continuamente durante tutto il corso della sua carriera professionale.
In tale prospettiva, la Procedura assume il significato di un incentivo, di un riconoscimento, che va a premiare quanti si distinguono nell’impegno di perfezionamento professionale che vede, deve vedere, impegnati tutti i docenti.
Ora, se tutti i docenti sono, debbono essere, impegnati a curare il proprio perfezionamento professionale, non si vede proprio il motivo per cui alcuni docenti debbano rinunciare a priori a vedere incentivato, riconosciuto e premiato il loro impegno.
La professionalità docente comporta un impegno giuridico e soprattutto una deontologia professionale che non può accettare la mediocrità, perché ogni alunno ha diritto a trovare nei docenti, quali che essi siano, il migliore sostegno al suo diritto di autorealizzazione, di piena formazione della sua personalità.
A nessun docente è consentito non impegnarsi al massimo per offrire ad ogni suo alunno le migliori strategie educative e didattiche, le migliori occasioni, le migliori stimolazioni che consentano la sua piena formazione.
Si dirà che in tal senso non vi sarebbe bisogno dell’incremento stipendiale. E dovrebbe essere vero.
Ma, senza andare a verificare se tutti i docenti risultano impegnati nel proprio perfezionamento professionale, appare non abbisognevole di sottolineatura che ogni incentivo in tal senso dovrebbe risultare opportuno e gradito dai docenti.
Come non accettare i riconoscimenti, economici e non, del proprio impegno di perfezionamento professionale?
L’uomo ha bisogno di riconoscimenti: "…mira ed è mirata..>>, dice il Leopardi.
E questo assume particolare significato nel momento in cui la Procedura va a premiare, non la preparazione generica, ma la competenza metodologico-didattica specifica, le capacità di "fare scuola" bene.
Si potrebbe obiettare che le prove non sono adeguate.
Evidentemente, si tratta della prima esperienza e bisognerà perfezionare le procedure, i contenuti, le modalità di verifica.
Ma su questo occorre discutere, non rifiutando la Procedura, ma avanzando tutte le proposte migliorative, che non sono poche anche per chi scrive.