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IL PORCO O DELL’AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA

 

Renato Nicodemo

Fortunati i maiali! Occupano tutta la loro testa
a mangiare e parlano soltanto con la coda.
(Renard)

 

Quando c’è stata la sciagurata stagione dell’ "aggiornamento coatto" se ne son viste di tutti i colori: tra le tematiche, le più fantasiose partorite da un esercizio di brain-storming, molte riguardavano gli animali: cavalli, formiche, cani , gatti e fauna varia avevano invaso le scuole senza riuscire però a far sloggiare i topi.

E’ vero che esiste un’ampia letteratura psicopedagogica sul rapporto tra i bambini e gli animali, ma perché escludere, ad esempio, l’asino, che sottratto alla cultura contadina è in via di estinzione, ed includere le formiche? E poi ci lamentiamo se queste nel loro piccolo si incazzano!

Ora viviamo la stagione dell’Offerta Formativa. A leggere i vari "papielli", per la verità, si evince che l’Offerta in sé, e cioè le attività curricolari vere e proprie che fanno di una scuola una scuola, sono un optional, mentre la parte del leone la fa l’ampliamento dell’Offerta stessa, praticamente l’ampliamento del nulla.

Ed in questi veri palloni gonfiati redatti dalle varie scuole-brodo o progettifici son ricomparsi gli animali.

Il Liceo Berchet di Milano, infatti, ha sperimentato le relazioni fra l’uomo e il porco, o meglio, come è stato precisato, " partendo dall’animale che più di ogni altro dice secondo il senso comune la negazione dell’umanità, si è inteso offrire a tutti… una prima occasione per interrogarsi sull’errante radice dell’uomo. Secondo il porco…Rispecchiandoci nel corpo-luogo (chora) del maiale, come se fosse la pupilla di una fanciulla (kore), abbiamo dunque – dicono sempre quelli del Berchet – potuto indagare su chi noi stessi siamo, ponendo attenzione alle implicazioni teologiche, filosofiche, scientifiche, estetiche e bioetiche di questa <<inquietante relazione>>". (Cf Il destino che unisce l’uomo e il porco, il Resto del Carlino 28.12.99).

Mah!

Chi scrive ha sull’argomento, tra l’altro, il resoconto di un dottissimo e singolare convegno dedicato al ruolo del porco dall’antichità al medioevo, in cui si riferisce che pur rivestito di connotati negativi (simbolo di trasgressione e di sozzura – porco/sporco), il maiale ha conosciuto una secolare attenzione in qualità di preziosa fonte alimentare (Cfr. Tullio Gregory, A tavola col "brutto" porco, Il sole-24 ore 6.4.1997). Una preziosa fonte alimentare, dunque salsicce, cotechini, costatelle, sanguinaccio e via sbavando di piacere e non implicazioni teologiche, filosofiche, scientifiche, estetiche e bioetiche da propinare agli allievi! Nel Testamentum porcelli l’animale lascia ai fanciulli solo la sua "vessica da giocare"; da giocare e non da filosofare, perché se filosofiamo sugli animali dobbiamo concordare con Nietzsche quando scrive ne La gaia scienza "Temo che gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice" .

Non ci resta che rispondere come Paperone all’esperto Pico che lo invitava a tacere per potersi concentrare: POF (Cfr. W Disney, Zio Paperone e il vaso di Petronius, Topolino n. 1968, p.53).

(Già pubblicato in SPAZIO DIDATTICA, http://www.provveditorato.starnet.it/)


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