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PROFESSORESSA MAMMA

Umberto Tenuta

 

Purtroppo non ho avuto neanche il tempo, e mi scuso per questo, di presentarmi e chiedere delucidazioni sul mio problema.

Ho staccato la mailing list per motivi di tempo (centinaia di msg da leggere e poco tempo per farlo). Io insegno inglese alle medie e ho un bambino che fa la seconda elementare e mi ero iscritta perche' volevo sapere cosa potevo fare per impedire alla Dir Scol. di mio figlio di introdurre a scuola le divise obbligatorie con tanto di distintivo cucito sopra. Non so se dopo le proteste di noi genitori, purtroppo non appoggiate da tutti i rappres. dei genitori al Cons. d'Ist., lei ha cambiato idea ma per il momento le cose si sono fermate e io tra la scuola e la famiglia ho poco tempo per navigare su internet e per laggere centinaia di lettere. Tutto qui, niente di insoddisfacente da parte tua o vostra, anzi devo dire che mi ha fatto piacere sapere che c'e' un gruppo di genitori che partecipa, si interessa e all'occasione protesta.

Vi ringrazio tutti anche se non sono riuscita a farmi conoscere e spero di poter presto ritrovarvi come "colleghi" genitori se il tempo a mia disposizione dovesse aumentare. Ciao Gabriella

 

Potrebbe sembrare che non mi occupi più dei genitori.

Ma non è così!

Ho sempre seguito l’instancabile attività di Flavio Veronesi e dei genitori in rete, leggendo i messaggi ricevuti. Peraltro rispondo sempre ai loro quesiti ed affronto le loro problematiche nella mia rubrica.

Però da tempo sentivo il bisogno di dare un segnale della mia attenzione.

Ora l’occasione mi è offerta dalla lettera di Gabriella, una professoressa nel ruolo di madre.

Diceva il Conte di Buffon che il paesaggio è uno stato d’animo. Noi percepiamo il mondo secondo il nostro modo di sentire, di conoscere, di essere. D’altra parte, la Gestalt Psicologie conferma che nella percezione è coinvolta la personalità in tutta la sua realtà culturale ed esistenziale.

Avviene la stessa cosa per i problemi della scuola.

Quando ero dirigente scolastico, dicevo ai giovani docenti che essi avrebbero inquadrato meglio i problemi della scuola quando i loro figli sarebbero andati a scuola.

Ho avuto innumerevoli conferme in tal senso, non solo da parte dei docenti, ma anche da parte di altri professionisti.

Peraltro, avviene così per tutti gli aspetti della realtà. Anche i problemi del traffico li inquadriamo meglio quando dobbiamo viaggiare. Anche i problemi della sanità li vediamo meglio quando dobbiamo andare in ospedale.

Non meraviglia quindi che i docenti vedano meglio i problemi della scuola quando sono anche genitori!

Saggezza vorrebbe che sempre ci mettessimo da diverse angolazioni e vedessimo ogni problema in tutti i suoi possibili aspetti.

In fondo, si tratta di uscire dall’egocentrismo, di decentrarsi, di vedere criticamente i problemi.

La Professoressa che veste i panni della madre vede i problemi della scuola da una prospettiva diversa da quella della Dirigente scolastica che impone la divisa ed il distintivo (La problematica ha avuto particolare risonanza in Sicilia).

Ora, volendo prendere in esame la questione, vi sono diversi punti di vista, tutti degni di attenta considerazione.

Sbaglia il Dirigente scolastico che considera solo le sue ragioni e sbagliano i genitori che considerano solo le loro ragioni!

L’ideale sarebbe che ognuno la smettesse di arroccarsi nelle sue posizioni e uscisse dal suo egocentrismo, dalla sua prospettiva e si aprisse al dialogo, al confronto, che è anche scontro, ma in una prospettiva costruttiva, nella prospettiva del compromesso, che è in fondo l’unico significato dell’intelligenza. Dice Piaget che l’intelligenza è adattamento, frutto dell’assimilazione e dell’accomodamento. Da una parte vorremmo che la realtà obbedisse ai nostri schemi, dall’altra ci accomodiamo alla realtà, realizzando un utile compromesso tra le due operazioni.

Da una parte, gli esquimesi si sono adattati all’ambiente polare diventando meno sensibili al freddo, dall’altra hanno modificato l’ambiente costruendo gli igloo.

Dovremmo fare come gli esquimesi!

La Dirigente scolastica dovrebbe sentire le ragioni dei genitori ed i genitori dovrebbero sentire le ragioni della Dirigente scolastica, per arrivare così ad un buon compromesso, che non so quale potrebbe essere, ma che dovrebbe accontentare Dirigente scolastica e genitori, a metà strada.

Faccio questa considerazione perché mi sembra di assistere ad un accrescersi della conflittualità tra operatori scolastici e genitori.

Ascolto da una parte le lamentele degli operatori scolastici sulla presunta invadenza dei genitori ed ascolto dall’altra le lamentele dei genitori sulle presunte chiusure degli operatori scolastici (Docenti e Dirigenti scolastici).

Forse, dovremmo fare una considerazione di fondo.

Dovremmo tutti prendere atto che la scuola è un servizio, ma è un servizio anche la famiglia: il soggetto dell’educazione è solo il bambino, il fanciullo, il giovane.

Il diritto all’educazione è un diritto che non appartiene né ai genitori né allo Stato, ma appartiene primariamente alla persona umana.

I genitori hanno il diritto-dovere di educare i figli, così come lo Stato ha il diritto-dovere di educare i propri cittadini. Ma ambedue nell’interesse esclusivo dei giovani. Tant’è che il diritto dei genitori viene meno a mano a mano che i figli crescono e diventano adulti, capaci di esercitare da soli il loro diritto all’educazione che si continua per tutta la vita (educazione permanente) e lo Stato si vede indicate le finalità e le modalità dell’educazione dai cittadini attraverso i loro rappresentanti nel Parlamento.

Pertanto, occorre sempre domandarsi che cosa è meglio fare per l’educazione dei giovani.

Ecco, occorre porre al centro dell’attenzione i giovani.

Occorre domandarsi quali sono gli obiettivi della loro formazione.

Occorre domandarsi quali sono le strategie migliori per perseguire gli obiettivi formativi.

Certamente, ci sono anche i problemi personali dei genitori e ci sono anche i problemi personali degli operatori scolastici.

Anche in Ospedale ci sono anche i problemi personali dei medici e ci sono anche i problemi personali dei familiari degli ammalati.

Ma in ospedale il problema fondamentale resta la guarigione del malato, a fronte del quale tutto diventa secondario.

Vogliamo pensare che l’educazione, che la salute mentale, che la vita psichica è molto più importante o è importante tanto quanto la vita fisica?

E vogliamo allora occuparci dei problemi dell’educazione con la stessa cura che dedichiamo ai malati?

Anzi, considerando lo stato degli ospedali e considerando la primarietà della vita psichica, vogliamo occuparci dell’educazione con maggiore cura?

Forse tra operatori scolastici e genitori non è possibile raggiungere la completa armonia, ma la cooperazione è un obbligo.

Un obbligo che peraltro anche la normativa giuridica sancisce (1) e che l’etica professionale e l’etica familiare impongono.

La formazione dei giovani, che è il diritto all’autorealizzazione umana, a farsi persone umane, coinvolge primariamente la famiglia e la società, ma coinvolge anche la scuola, quale agenzia educativa intenzionale e sistematica.

È assurdo pensare che le diverse agenzie educative possano operare separatamente, ciascuna per suo conto. L’educazione non può essere frammentata, frazionata, suddivisa tra genitori, scuola e società educante.

È necessaria l’intesa, la cooperazione, che si può e si deve realizzare in quello che oggi viene definito sistema formativo integrato.

In particolare, l’intesa, la collaborazione, anzi la cooperazione, va realizzata tra scuola e genitori, su un piano di parità.

I genitori sono titolari, per conto dei figli, del diritto all’educazione che essi stessi e la scuola sono chiamati a soddisfare.

Gli operatori scolastici sono titolari del diritto-dovere dello Stato di garantire il <<pieno sviluppo della persona umana>>.

 

Noi operatori scolastici e voi genitori dobbiamo necessariamente cooperare per garantire la migliore formazione dei giovani!

Questo impegno comune ci unisce, non ci mette su sponde opposte!

Note

1 Sia la Legge 30/2000 che il Progetto di legge Moratti, all’articolo 1 sanciscono la "cooperazione tra scuola e genitori".


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