UNA RETE PER L'AGGIORNAMENTO DEI DOCENTI
CONDIZIONE ESSENZIALE PER REALIZZARE LA SCUOLA DELL’AUTONOMIA

di Umberto Tenuta

 La riforma della scuola che è stata avviata con l’approvazione del Regolamento dell’autonomia scolastica e della Legge di riforma dei cicli conseguirà i risultati previsti solo se si pone mano alla formazione dei docenti, sui quali grava il maggiore onere delle trasformazioni in atto.

La formazione e l’aggiornamento dei docenti costituiscono la chiave di volta della scuola dell’autonomia, la quale potrà assicurare a tutti gli alunni il successo formativo in termini di <<pieno sviluppo della persona umana>>  solo se i docenti saranno messi nella condizione di attivare una didattica efficace, nell’ambito di un’organizzazione educativa e didattica a misura dei singoli alunni.

L’efficacia  della didattica e la flessibilità dell’organizzazione educativa e didattica possono essere assicurate  solo da docenti dotati di alta professionalità, che la formazione  iniziale e, nel medio termine, soprattutto  la formazione in servizio debbono assicurare.

In tale prospettiva, la formazione in servizio assume un ruolo decisivo per il successo della riforma.

Al riguardo, non v’è chi non si renda conto che la politica dell’aggiornamento finora praticata è risultata fallimentare.

E non poteva essere diversamente, per diversi motivi, tra i quali campeggiano le modalità organizzative e le risorse personali e materiali per l’aggiornamento.

Innanzitutto, le modalità organizzative

Non si può non prendere consapevolezza della assurdità della procedura dei finanziamenti dei corsi di aggiornamento, progettati a novembre, finanziati a primavera inoltrata e realizzati alla fine dell’anno successivo a quello della loro progettazione.

Ma i motivi dell’inefficienza della procedura burocratica pervicacemente portata avanti per tre decenni sono più radicali.

Dovrebbe apparire lapalissiano che i bisogni formativi dei singoli docenti sono diversificati, in quanto riguardano, non solo la competenza organizzativa e relazionale, ma anche e soprattutto le competenze disciplinari e didattiche relative alle singole discipline. Senza queste competenze non si può assicurare il successo formativo degli alunni.

Al riguardo, appare evidente che le singole scuole non possono organizzare l’aggiornamento disciplinare e didattico dei singoli docenti, anche in considerazione del numero ristretti dei docenti delle singole aree disciplinari: non si può organizzare un corso di aggiornamento per i tre docenti di educazione musicale, un corso di aggiornamento per i quattro docenti di educazione motoria, un corso di aggiornamento per i dieci docenti di matematica e scienze ecc.

Questa situazione è stata finora ignorata. Si sono organizzati corsi di aggiornamento per singole discipline, alle quali hanno partecipato anche i docenti delle altre discipline oppure si sono organizzati corsi di aggiornamento sulle tematiche più diverse, più eterogenee, nient’affatto rispondenti alle specifiche esigenze formative dei singoli docenti.

Si dirà che anche nel passato si è sollecitata la costituzione di reti di scuole per l’aggiornamento. Ma, a prescindere dal fatto che è mancato un impegno forte in tale direzione, è mancata soprattutto un’accettabile proposta in ordine alla struttura delle reti.

Doveva apparire evidente l’opportunità di costituire reti territoriali di scuole che assicurassero l’aggiornamento dei singoli docenti nei campi rispondenti alle loro specifiche esigenze.

È prevalsa invece una logica campanilistica, individualistica, formalistica, che si muoveva nella complessiva logica burocratica della scuola, gestita dall’alto e non adeguatamente attenta alle esigenze formative dei docenti e soprattutto degli alunni.

È mancata una forte sottolineatura dell’impegno di dare concreta attuazione al principio dei diritto all'educazione ed all'istruzione, diritto che poteva e può essere assicurato solo se i docenti sono messi nella condizione di acquisire un’adeguata competenza professionale, soprattutto sul piano disciplinare e didattico.

Malgrado tutte le affermazioni di principio, gli alunni, i singoli alunni sono rimasti i grandi assenti.

E assenti continueranno a rimanere se non si pone mano ad una formazione che assicuri ai docenti le competenze organizzative, relazionali e soprattutto disciplinari e didattiche necessarie perché l’azione educativa e didattica quotidiana realizzata nelle singole scuole garantisca il successo dei processi apprenditivi e formativi dei singoli alunni.

Con la scuola dell’autonomia questa esigenza diventa ineludibile.

Occorre avere il coraggio e l’onestà di abbandonare la logica burocratica dell’aggiornamento e puntare alla costituzione di reti territoriali di scuole che assicurino l’aggiornamento nelle specifiche aree disciplinari e nelle tematiche trasversali.

Nell’ambito di un determinato territorio, che può essere più o meno ampio a seconda delle specifiche aree tematiche, si costituiscono laboratori di sviluppo professionale (Direttiva 210/1999) per determinate aree disciplinari o tematiche, alle quali possano fare capo i docenti delle scuole interessate  al fine di soddisfare le loro specifiche esigenze di aggiornamento.

Ogni laboratorio, eventualmente articolato in sezioni per la scuola dell’infanzia, per la scuola elementare e per la scuola secondaria, dovrebbe avere una propria sede.

Al riguardo, il Nucleo di supporto all’autonomia della provincia di Salerno ha formulato i seguenti orientamenti:

1.      l’aggiornamento deve mirare a rendere l’azione educativa e didattica svolta dai docenti sempre più adeguata ad assicurare il successo formativo di tutti gli alunni. Per quanto attiene alle funzioni amministrative e di gestione del servizio di istruzione, l’aggiornamento deve mirare a rendere l’azione degli operatori amministrativi, tecnici ed ausiliari adeguata al nuovo assetto istituzionale e alla complessità dei compiti affidati alle istituzioni scolastiche, con riferimento alla gestione degli alunni, del personale, delle risorse e del patrimonio;

2.      l’aggiornamento effettuato dai docenti viene verificato sulla base dei miglioramenti dei risultati formativi conseguiti dagli alunni;

3.      le iniziative di aggiornamento debbono sempre muovere dall’attenta, esplicita, puntuale analisi dei bisogni formativi dei singoli operatori scolastici.. Per i docenti va  effettuata dal collegio dei docenti, mentre per gli operatori amministrativi, tecnici ed ausiliari va effettuata in apposite riunioni;

4.      ogni scuola si costituisce come un laboratorio di sviluppo professionale (cfr.art. 3, Direttiva 210/1999) per coltivare un determinato ambito tematico, che può essere disciplinare-didattico, relazionale, programmatorio-organizzativo, amministrativo-gestinale ecc.;

4.1.     è anche possibile che questo compito sia assunto da più scuole, magari curandone specifici aspetti: ad esempio, una scuola cura l’aspetto disciplinare della Lingua ed un’altra l’aspetto didattico;

4.2.     è auspicabile che i laboratori siano articolati anche in sezioni specifiche per ogni ordine di scuola;

4.3.     in ambedue i casi è opportuno che i laboratori operino unitariamente;

4.4.     ogni laboratorio si attrezza con tutti i supporti necessari (locali, sussidi …);

5.      viene creato un Gruppo tecnico per la progettazione e la gestione delle iniziative di ogni laboratorio: del gruppo dovranno sempre far parte i rappresentanti delle singole scuole interessate alle problematiche;

5.1.     ogni gruppo avrà il suo coordinatore;

5.2.     è auspicabile che i rappresentanti delle scuole siano diversi dai docenti incaricati delle  funzioni-obiettivo;

6.      si costituisce una rete, anche telematica, di esperti, che verranno chiamati precisando sempre le specifiche tematiche da trattare;

6.1.     per gli esperti, si farà quanto più possibile ricorso alle risorse presenti nelle scuole;

6.2.     in particolare, per le tematiche epistemologiche potrà risultare opportuno fare ricorso a docenti delle scuole secondarie e per le tematiche metodologico-didattiche ai docenti delle scuole materne ed elementari;

7.      si farà opportuno ricorso all’utilizzazione didattica delle tecnologie multimediali (on-of line),  anche mediante opportuni collegamenti in rete (INTERNET);

8.      le iniziative di aggiornamento saranno distribuite nel corso dell’anno scolastico, intervallando le attività di aggiornamento con la concreta sperimentazione delle competenze via via acquisite dai docenti;

9.      nell’aggiornamento dei docenti  vanno curati, sia gli aspetti disciplinari (approfondimenti, arricchimenti, aggiornamenti relativi alle singole discipline), sia gli aspetti metodologico-didattici, sia gli aspetti relazionali ed  organizzitivo-programmatori;

10.    è opportuno che siano costituiti laboratori per tutte le problematiche che possano interessare l’organizzazione educativa e didattica e la sua concreta attuazione;

10.1.   In particolare, si richiama l’attenzione su:

10.1.1.       gli statuti epistemologici delle singole discipline;

10.1.2.       le problematiche didattiche generali (motivazione, ricerca-problem solving, tecnologie educative…);

10.1.3.       le problematiche didattiche specifiche delle singole discipline;

10.1.4.       la valutazione formativa;

10.1.5.       la continuità educativa ecc.;

11.     è opportuno che tutte le scuole  siano coinvolte nei laboratori;

12.     è auspicabile che le risorse siano quanto più possibile condivise dai vari laboratori;

13.    è auspicabile la collaborazione con Università, Enti ed Associazioni;

14.    dovranno essere previsti appositi criteri e strumenti di verifica dei risultati dell’aggiornamento;

15.    le risorse necessarie faranno carico a tutte le scuole interessate.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

GIANCARLO CERINI, Dall’aggiornamento alla formazione in servizio, nella rivista telematica  EDUCAZIONE E SCUOLA (http://www.edscuola.com/)

GIANCARLO CERINI, AAA CERCASI: laboratori, reti, centri risorse, ivi

UMBERTO TENUTA, Una rete per l’aggiornamento, nella rivista telematica SPAZIO DIDATTICA (www.provveditorato.starnet.it )