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ILLACRIMATE SEPOLTURE Renato Nicodemo
Ebbene sì, prendetemi pure per necrofilo se ritorno sull’argomento (Cf La Vita scolastica n. 12/96); fate pure i classici ed efficaci scongiuri secondo il sesso, ma la regolamentazione dei permessi per lutto "mi fa venire un nervoso, ma un nervoso", come dicono le neo-ricche (io uso espressioni più forti e colorite).. Sappiamo che il Contratto del ’95, col regolamentare la morte, ebbe anche un aspetto cimiteriale: l’art. 21 sui permessi retribuiti recitava: " Al dipendente della scuola con contratto di lavoro a tempo indeterminato sono concessi, sulla base di idonea documentazione, permessi retribuiti per i seguenti casi: · lutti per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado e di affini di primo grado: gg. 3 consecutivi per evento." Gli estensori del nuovo Contratto ‘99, sforzandosi fino a prodursi le emorroidi, hanno eliminato - incredibile dictu - la parola "consecutivi". Siccome i parenti fino al secondo grado sono i genitori, i nonni, i figli, i fratelli, i nipoti (di nonni), e gli affini di primo grado sono i suoceri, i generi e le nuore, restano esclusi dal beneficio i bisnonni, gli zii, i cugini, i nipoti(di zii) per i parenti, e i cognati, i nonni (del coniuge), gli zii per gli affini. Pertanto, se torna alla casa del Padre uno di questi ultimi, il "dipendente della scuola con contratto a tempo indeterminato" (quello a tempo determinato non viene menzionato, perché frutto di germinazione spontanea e, quindi, senza famiglia né parenti) non può assentarsi, ma limitarsi ad inviare un telegramma di "Sentite condoglianze". Se poi dovesse accadere – accade! – che il de cuis era convivente, il predetto dipendente della scuola con contratto di lavoro a tempo indeterminato dovrà lasciare a casa il morto e l’afflitta parentela e recarsi a scuola per dovere contrattuale. Ora, in una nazione come la nostra dove "nozze, tribunali ed are" non fanno parte nemmeno del POF, ma sono tutt’al più un eventuale ampliamento dell’Offerta Formativa, un optional e non fattori di civiltà, indicatori di moralità, indici di qualità della vita, l’essere stati più stupidi che irriguardosi verso "sora nostra Morte corporale,/ da la quale nullo omo vivente po’ scampare" (nemmeno gli autori del citato art. 21), non deve meravigliare più di tanto. Ciò che fa "venire il nervoso" è che se un nipote, un cognato o un cugino (dalle mie parti è fratello-cugino, per il Contratto parente di IV grado) te lo trovi tra i candidati di un concorso ti è vietato di far parte della Commissione esaminatrice. Si legge, infatti, nell’ultimo bando, così come in tutti i precedenti, che "Non possono far parte della commissione giudicatrice coloro che siano legati da vincolo di parentela o affinità fino al IV grado". Orbene, se questa limitazione ha un senso, vuol dire che i rapporti con questi parenti e affini sono stretti e affettuosi e puoi agevolarli nel giudizio: Come mai, dunque, quando gli stessi muoiono debbono subire una illacrimata sepoltura? Leggiamo poi nella recente legge n. 53/2000 che: "Le disposizioni dell’art. 33 della legge n. 104/92 si applicano anche […] ai familiari lavoratori, con rapporto di lavoro pubblico o privato, che assistono con continuità e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di handicap, ancorché non convivente" . Se ho ben capito, ciò vuol dire che chi ha un parente o un affine di terzo grado, ancorché non convivente (!), può fruire dei benefici di legge (precedenza nei trasferimenti, utilizzazioni, permessi retribuiti e quant’altro) fino alla sua morte. Appena esalato l’ultimo respiro non si ha, infatti, nemmeno la possibilità di seppellirlo (il Contratto non specifica chi dovrà curare le pratiche funebri: l’apposito servizio comunale? la Caritas? gli stessi estensori dell’art. 21? ) E’ proprio il caso di dire "Guai a chi muore!". Per completezza di informazione riporto altre due norme che riguardano parenti e affini e che dimostrano come la norma in esame sia frutto di un sublime atto di stupidità eccelsa. La prima, una circolare del Ministero del Lavoro, chiarisce che " i collaboratori familiari (il coniuge, i parenti entro il 3° grado, gli affini entro il 2° grado) sono esclusi dalla tipologia generale dei lavoratori beneficiari della tutela antinfortunistica e di igiene di cui al D.Lvo n. 626 e successive modifiche". La seconda è una disposizione dell’INPS che, trattando del versamento dei contributi assicurativi, precisa che:" In genere il rapporto di lavoro con il gestore non è configurabile come di natura dipendente se vi è un grado di parentela entro il 3° grado". A questo punto non mi pare ci possano essere dubbi: o i permessi si adeguano ai vincoli o questi a quelli; così facimme ‘e persone serie almeno quanno se parla e morte. Ma la norma che pretende di regolamentare l’aldilà nell’aldiqua, non è poi così chiara. Infatti: - se il parente muore lontano, il viaggio è compreso nei tre giorni o no? - se, per un accidente, muoiono due parenti contemporaneamente, si ha diritto a tre o sei giorni? - se il parente muore di pomeriggio, il giorno della dipartita è incluso o scorporato? - se invece del coniuge muore il convivente? e se questo è dello stesso sesso, ci dobbiamo rifare alle norme pro-gay dell’Europa o no? Ed, infine, qual è l’idonea documentazione? L’attestazione del sagrestano sulla presenza commossa alle esequie è sufficiente? O dev’essere integrata da quella del becchino sulla presenza alla tumulazione? Le autocertificazioni sono valide in questi casi? Un’ultima considerazione; abbiamo le leggi più avanzate del mondo in fatto di maternità e siamo il primo paese per denatalità, auguriamoci che con queste norme restrittive sulla morte possiamo, alla faccia di chi ci vuol male, campare più di mia suocera, la quale, per chi non lo sa, ha cento anni e se li porta discretamente. E se poi qualcuno muore sarà pianto lo stesso – stiamone certi - non da noi, che per contratto dobbiamo andare a scuola a spiegare come la nostra civiltà abbia rimosso la morte, ma dalla Madonna che, Madre misericordiosa e Regina potentissima del Cielo e della Terra, è al di sopra di tutti e di tutto, compreso il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – Comparto Scuola, e prega il Figlio pure per quelli che hanno regolamentato la morte, perché, miseri, non sapevano quello che facevano.
(Già pubblicato in SPAZIO DIDATTICA, http://www.provveditorato.starnet.it/) |
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