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Umberto Tenuta LE TECNOLOGIE MULTIMEDIALI NELLA DIDATTICA Una
delle caratteristiche qualificanti della scuola dell’autonomia è
il rispetto dei criteri dell’efficacia e dell’efficienza, che ne
indicano la qualità
[1]
: la qualità della scuola non nasce e non
dovrebbe essere misurata da astratti parametri organizzativi e
operativi ma dall’efficacia e, nel contempo, dall’efficienza
della sua azione formativa. Innanzitutto,
l’efficacia. Il
Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R. 275/1999
pone come primaria, fondamentale, essenziale finalità della scuola
la garanzia del successo formativo a tutti gli alunni:
la scuola dell’autonomia è efficace se assicura il successo
formativo e se lo assicura a tutti gli alunni. Finalmente si
dà attuazione all’art. 3 della Costituzione che fa obbligo alla
Repubblica di <<rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>. Il
successo
formativo,
inteso come piena formazione della persona umana, deve essere
assicurato a tutti gli alunni, e deve essere assicurato nel rispetto
delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei
singoli alunni (<<le
istituzioni scolastiche… riconoscono e valorizzano le diversità>>). In
tal senso, la Quota
riservata degli obiettivi formativi deve
essere finalizzata alla valorizzazione, non tanto delle identità
locali, quanto delle identità personali dei singoli alunni,
attraverso le quali peraltro si esprimono anche le identità
sociali, culturali e professionali. Precisato
che la scuola è impegnata ad assicurare il successo formativo a
tutti gli alunni, resta però il problema delle strategie
organizzative e didattiche: come garantire a tutti gli alunni il
perseguimento del successo formativo, la piena formazione della
persona umana e la valorizzazione delle identità personali. La
risposta è data dallo stesso Regolamento dell’autonomia
scolastica, nel quale si evidenzia con forza l’esigenza di <<esigenza
di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di
apprendimento>>. Finalmente
si esce dalla retorica programmatoria ed organizzatoria e si va al
cuore dei problemi della scuola
[2]
, che sono i problemi della didattica,
dell’azione educativa e didattica che quotidianamente si svolge
dentro le aule
[3]
. La
scuola dell’autonomia si attua se si definiscono con estrema
chiarezza le sue mete formative e se ci si impegna concretamente a
perseguirle attraverso il miglioramento dei processi di
insegnamento/apprendimento. A
tal fine, occorre fare oggetto di attenta riflessione
l’impostazione dell’azione educativa e didattica, perché le
metodologie e le tecnologie educative e didattiche sono gli
strumenti indispensabili per perseguire gli obiettivi formativi. Quando,
soprattutto con il Movimento delle “scuole nuove”
[4]
, ci si è posti il problema
dell’efficacia dell’azione didattica, l’attenzione è stata
rivolta specificamente alle metodologie ed alle tecnologie
educative. In particolare, quando, all’inizio del XX secolo, si è
posto il problema degli alunni in situazione di handicap (allora
definiti “anormali”), la soluzione fu trovata dal Decroly,
dalla Montessori, della Cervellati
ecc. nell’affinamento della didattica attraverso
l’impiego di idonei strumenti didattici. Se oggi si vuole assicurare il successo formativo e lo si vuole assicurare a tutti gli alunni, evidentemente occorre puntare sulla didattica, sull’innovazione delle metodologie e delle tecnologie educative. Occorre migliorare i processi di insegnamento/apprendimento e pertanto si rende necessario impegnarsi a ricercare le migliori metodologie educative e didattiche. In tale impegno un ruolo essenziale rivestono le tecnologie educative, che spesso vengono identificate con le stesse strategie educative e didattiche. Le
Agazzi, la Montessori, il Decroly ecc. hanno ben evidenziato che il
miglioramento della didattica passa attraverso gli strumenti di cui
gli alunni si avvalgono. Al
riguardo, però, si deve purtroppo prendere atto che degli strumenti
didattici oggi nella scuola si parla poco o niente. Non solo è
mancata un’adeguata politica
del libro e delle biblioteche scolastiche
[5]
, ma è stato assente anche il discorso
degli strumenti didattici: non un finanziamento, non una circolare
sull’importanza degli strumenti didattici! Ora
c’è la retorica delle tecnologie multimediali. Tutti parlano di
tecnologie multimediali ed il Ministero dell’istruzione non sembra
sia stato insensibile alla nuova vogue: è stato attuato il
PSTD
[6]
e sono in atto altre iniziative. Tuttavia,
al riguardo, è appena il caso di considerare che il discorso non è
quello di portare nelle scuole le tecnologie multimediali, che
stanno già rischiando la stessa sorte degli audiovisivi negli anni
’60, divenuti acchiappapolvere! Il problema non è la disponibilità
delle tecnologie multimediali, ma è costituito dalle finalità e
dalle modalità della loro utilizzazione.
IL
RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
I
problemi dell’efficacia, dell’efficienza, del successo
formativo, del miglioramento dei processi di
insegnamento/apprendimento e dell’utilizzazione delle tecnologie
educative sono problemi di cui deve farsi prioritariamente carico il
Dirigente scolastico. Non
è possibile prevedere una separazione tra la direzione e la
docenza, nel senso che i Dirigenti scolastici si occupino
dell’organizzazione ed i docenti dell’azione educativa e
didattica. L’organizzazione
della scuola è, deve essere, un’organizzazione formativa,
un’organizzazione funzionale al successo formativo, alla piena
formazione della persona umana, e quindi il Dirigente scolastico
assolve pienamente alla sua mission solo nella misura in cui
assicura che, non solo l’organizzazione, ma anche l’azione
educativa e didattica risulti funzionale al perseguimento del
successo formativo di tutti gli alunni. In
tal senso, il Dirigente scolastico deve farsi carico del
miglioramento dei processi di insegnamento e di apprendimento, e
quindi anche dell’impiego delle tecnologie educative. I
problemi dell’organizzazione, della didattica e delle tecnologie
educative non sono separati ma interconnessi. Al centro sta la
didattica, i processi educativi e didattici, che debbono risultare
efficaci ed efficienti. L’azione educativa e didattica deve
assicurare il perseguimento degli obiettivi formativi da parte di
tutti gli alunni e deve assicurarlo con il minore dispendio di
risorse. Peraltro,
tenendo presente che le finalità della scuola sono finalità
essenzialmente formative, l’azione educativa e didattica deve
mirare soprattutto alla formazione di competenze (<<obiettivi
formativi e competenze>> ovvero <<obiettivi
specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>>)
[7]
, in termini di capacità e di atteggiamenti
[8]
. Il compito della scuola non è tanto
quello di fare acquisire conoscenze quanto di promuovere la
formazione di capacità e di atteggiamenti (istruzione
educativa). In
tale prospettiva occorre quindi privilegiare una didattica
formativa, una didattica che miri, non solo alla trasmissione dei
saperi, ma anche e soprattutto ai processi della loro
riscoperta/ricostruzione/reinvenzione, attraverso i quali si
realizza, sia l’acquisizione delle conoscenze, sia la formazione
delle capacità e degli atteggiamenti. A tal fine, oggi si
privilegiano il problem solving
[9]
ed il cooperative learning
[10]
. È
in tale prospettiva che va visto anche il problema dell’impiego
delle tecnologie educative, comprese quelle multimediali. Innanzitutto,
occorre resistere alla forte pressione del mondo informatico che
tende ad assolutizzare l’impiego delle tecnologie multimediali.
Occorre invece tenere ben presente che prima e insieme al virtuale,
occorre fare spazio al reale
[11]
, alle tecnologie educative costituite dai
materiali concreti, comuni e strutturati. La scuola deve
configurarsi come ambiente di apprendimento facendo largo spazio ai
materiali concreti strutturati della Montessori e non strutturati
delle Agazzi
[12]
. Poi vengono gli strumenti virtuali, le
tecnologie multimediali. Ma
anche qui, occorre resistere alla tentazione di utilizzare le
tecnologie multimediali ancora una volta per la trasmissione dei
saperi, per fare lezione, per esporre e presentare, anziché per
scoprire, costruire, inventare i saperi
[13]
. Costituisce
una precisa responsabilità del Dirigente scolastico che nella
scuola si attui il miglioramento dei processi di
insegnamento/apprendimento come condizione per garantire a tutti gli
alunni il successo formativo, che è la ragion d’essere della
scuola e quindi del Dirigente scolastico, dei docenti e del
personale non docente. L’utilizzazione
delle tecnologie multimediali soprattutto da parte degli alunni nei
processi di apprendimento, anziché da parte dei docenti nelle
lezioni frontali, comporta una diversa organizzazione della scuola,
che deve fare sempre maggiore spazio al lavoro di gruppo ed
all’attrezzatura di laboratori, di laboratori multimediali:
multimediali anche nel senso che, assieme ai materiali didattici
virtuali, ci debbono essere anche quelli reali. Precisato
che le tecnologie multimediali, così come tutte le tecnologie
educative, debbono essere utilizzate soprattutto dagli alunni nei
processi di apprendimento, spetta al Dirigente scolastico rendere
efficaci le risorse finanziare della scuola riservandole soprattutto
alle attrezzature didattiche. Forse basterebbe un’analisi dei
bilanci delle istituzioni scolastiche per rendersi conto della
qualità del servizio scolastico: quali ricadute hanno avuto le
uscite sull’effettiva acquisizione di competenze disciplinari e
non disciplinari da parte degli alunni? Occorre
che il Dirigente scolastico miri sempre al cuore dei problemi, anche
quando si tratta de utilizzare le risorse economiche che, come
quelle professionali, non possono non essere destinate a garantire
il successo formativo, inteso come piena formazione della persona
umana dei singoli alunni. Specificamente,
per quanto attiene alle tecnologie multimediali, si pone il problema
prioritario del loro impiego nella didattica disciplinare, prima che
nella didattica interdisciplinare, spesso occasione di dispersione
di risorse professionali e finanziarie nella dilagante produzione di
CD-ROM
[14]
. In
tale prospettiva si pone il problema dell’efficienza delle
attrezzature multimediali delle scuole, efficienza che sembra possa
essere realizzata, più che attraverso l’attrezzatura di
laboratori, attraverso la predisposizione di kit mobili di
notebook
[15]
. È
ben chiaro che il processo che dai mainframes ha portato al personal
computer (PC) muove ormai decisamente verso una sempre maggiore
miniaturizzazione e conseguente portabilità dei PC. È in corso il
superamento dei desktop e si impongono sempre più i notebook,
ma già si affermano i palmtop, e se il PC indossato appare
avveniristico, tuttavia la leggerezza dei notebook e la loro
liberazione dai collegamenti via cavo attraverso la tecnologia wireless
porta a privilegiare anche nelle scuole i kit mobili: non si
spostano le classi nei laboratori multimediali, ma si spostano nelle
aule i notebook, che gli alunni prelevano dal carrello per
utilizzarli sui propri banchi, che così diventano “banchi a
due piazze”. Il
Dirigente scolastico deve vigilare attentamente perché non si
continuino a realizzare sprechi di risorse per la realizzazione di
impianti fissi, ma si dia la priorità alle risorse mobili, più
versatili, più efficaci, più efficienti. È
soprattutto la disponibilità dei PC nelle singole aule che può
consentire agli alunni di realizzare le loro attività di
apprendimento mediante i processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione
(problem solving), effettuati preferibilmente attraverso il
lavoro di gruppo (cooperative learning), anche a distanza (net-learning). Le
tecnologie multimediali non possono continuare a configurarsi come
un optional, come una risorsa didattica straordinaria, ma
debbono rappresentare uno dei normali strumenti didattici di cui gli
alunni possano avvalersi, assieme ai libri, ai materiali didattici
concreti, strutturati e non strutturati, alla parola
dell’insegnante. Il
Dirigente scolastico non può non occuparsi anche di questi
problemi, se è vero che le tecnologie educative possono contribuire
ad assicurare il perseguimento degli obiettivi formativi che sono
propri della scuola. E,
in tale prospettiva, pur nel rispetto delle competenze del Direttore
dei servizi amministrativi, va posto anche il problema delle
tecnologie multimediali nella gestione amministrativa della scuola,
che deve liberare risorse amministrative a favore della gestione
educativa e didattica della scuola. Se è già irrinunciabile una
gestione informatizzata di tutta l’attività amministrativa e
contabile della scuola, è pure irrinunciabile il discorso del
sostegno amministrativo all’attività didattica, che deve essere
liberata da tutti i carichi di lavoro che non abbiano carattere
meramente didattico. Ci riferiamo, in particolare, alla compilazione
dei registri, dei documenti di valutazione e di programmazione ecc.:
è assurdo che solo nella scuola i docenti siano ancora impegnati a
perdere il loro tempo per scrivere a penna i registri, le schede, le
programmazioni, gli orari ecc. Il
personale amministrativo deve assicurare un supporto informatico che
liberi i docenti dai lavori che non abbiano carattere didattico: i
docenti debbono occuparsi solo dell’azione educativa e didattica! In
tale prospettiva, va superata l’attuale separatezza tra attività
didattica ed attività amministrativa della scuola che ha portato
alla creazione del Direttore dei servizi amministrativi, evento che
non deve essere inteso come conferma della tradizionale separatezza,
ma come occasione per realizzarne la piena integrazione: Dirigente
scolastico e Direttore dei servizi amministrativi, personale docente
e personale amministrativo, debbono operare unitariamente integrando
le loro competenze. In
tal senso, l’informatizzazione dei servizi amministrativi, ormai
ineludibile, deve servire, non tanto ad alleggerire, quanto a
sgravare completamente i docenti di tutto il lavoro di carattere
amministrativo che finora essi hanno svolto. Le
tecnologie multimediali utilizzate dal personale amministrativo
debbono essere al servizio anche dell’attività didattica, non
solo sgravando i docenti dei compiti amministrativi, ma anche per
supportarne la loro specifica attività. Inoltre,
occorre fare in modo che le tecnologie multimediali siano
specificamente utilizzate anche nella didattica disciplinare. Anche
qui occorre superare la dicotomia che si è creata tra attività
curricolari ed attività extracurricolari, tra attività
disciplinari ed attività interdisciplinari. Se,
da una parte, non si avrà l’effettivo ingresso delle tecnologie
multimediali nelle scuole fino a quando esse saranno utilizzate solo
da alcuni docenti per le attività interdisciplinari, dall’altra,
non è ulteriormente tollerabile che i docenti facciano a meno del
supporto delle tecnologie multimediali nella didattica disciplinare,
come purtroppo ancora oggi si verifica. Al
riguardo, è appena il caso di evidenziare che molto spesso la
didattica è rimasta ferma all’età neolitica del gesso e della
lavagna di ardesia. Se
è vero che l’attuale battage pubblicitario sulle tecnologie
multimediali viene soprattutto dall’industria informatica, è però
anche vero che la ricerca pedagogico-didattica più seria evidenzia
sempre più i consistenti apporti che le tecnologie multimediali
possono offrire all’efficacia dei processi di insegnamento e
soprattutto di apprendimento. Pertanto,
fare in modo che le due esigenze, supporto amministrativo attraverso
le tecnologie multimediali ed utilizzazione delle tecnologie
multimediali nella didattica, siano soddisfatte costituisce un
impegno prioritario, essenziale, ineludibile del Dirigente
scolastico, nella consapevolezza che la scuola adempie alle sue
finalità solo nella misura in cui attraverso il miglioramento dei
processi di insegnamento/apprendimento, ottenuto anche mediante le
tecnologie multimediali, assicura ai singoli alunni il successo
formativo, secondo il dettato dell’art. 1 del Regolamento
dell’autonomia scolastica (<<L'autonomia delle
istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella
realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione
mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi
contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche
specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il
successo formativo, coerentemente con le finalità e gli
obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di
migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di
apprendimento>>). L’efficacia
e l’efficienza della scuola si realizzano attraverso il
miglioramento dei processi di insegnamento e di apprendimento e
quindi anche attraverso la piena utilizzazione delle tecnologie
multimediali nella didattica disciplinare. Evidentemente
costituisce un discorso a sé stante, seppure estremamente
importante, anzi pregiudiziale, il problema della qualità del
software didattico, che è ancora tutto da affrontare, e soprattutto
il problema della formazione informatica dei docenti, che va
completamente rivista nella sua impostazione e nei suoi contenuti. Per
quanto attiene al
problema del software, si deve prendere atto che purtroppo risultano
ancora valide le considerazioni
che U. Eco faceva nel Documento dei Saggi (<<l'editoria
multimediale produce materiale di tipo ludico, a livello di
divulgazione elementare, pieno di immagini bellissime, didatticamente
nullo….In America ci sono dei dischi da 30 dollari ma sono
appunto delle bufale. Se nasce il banco a due piazze, gli
editori si metteranno a produrre materiale a prima vista gradevole ma
didatticamente insufficiente>>). Al
riguardo, è appena il caso di evidenziare che il software oggi
disponibile risulta complessivamente insufficiente soprattutto perché si
muove ancora prevalentemente nella logica della didattica espositiva
e non richiede l’effettivo e serio impegno degli alunni nei
processi della scoperta/costruzione dei saperi, per cui risulta
anche scarsamente formativo. Anche
l’e-learning viene
inteso in questa prospettiva, e non si fa
ancora largo spazio al net-learning,
all’apprendimento a distanza che impegni gli alunni, non tanto
nella ricerca dei documenti quanto nella loro utilizzazione per
costruire, scoprire, inventare concetti, idee, teorie. Il
futuro delle tecnologie multimediali, e di Internet in genere, è
costituito dal net-learning, dall’apprendimento più che
dall’insegnamento attraverso le tecnologie multimediali, oggi reso
agevole dalla
possibilità di mettere a disposizione degli alunni delle
singole classi un numero adeguato di notebook wireless
[16]
, i quali consentono ai singoli alunni
di collegarsi agevolmente in rete e di ricercare
insieme la soluzione dei loro problemi conoscitivi. Occorre
un cambiamento di prospettiva anche nell’impiego delle tecnologie
multimediali. A
tal fine, anche di
recente è stato denunziato che la formazione informatica dei
docenti risulta carente e inadeguata, anche dopo le iniziative di
aggiornamento di cui al PSTD. Anche
nell’aggiornamento dei docenti l’attenzione è stata rivolta
agli aspetti tecnici ed è mancata una seria considerazione delle
problematiche metodologico-didattiche, dalle quali invece occorre
muovere. I docenti debbono poter prendere atto delle possibilità di
impiego delle eted nella
didattica delle singole discipline , perché solo così possono
essere motivati ad acquisire anche le necessarie competenze
tecniche. Si impara ad utilizzare un WP solo quando se ne comprende
l’utilità nella didattica della Lingua italiana, della Storia,
delle Scienze ecc.
Di
questi sono problemi i Dirigenti scolastici debbono farsi
carico, nel loro precipuo impegno di garantire a tutti gli alunni il
successo formativo, attraverso il miglioramento dei processi di
insegnamento e di apprendimento, da realizzare anche mediante il
pieno impiego delle tecnologie multimediali nella didattica delle
singole discipline. Restare
fermi all’utilizzo del PC solo nella didattica interdisciplinare e
restare ancorati all’attrezzatura dei laboratori significa non
cogliere il significato che le nuovissime tecnologie educative
assumono nel processo di rinnovamento della scuola.
[1]
In merito cfr.: GRAZÏEL H., WARNET M., Il
fattore qualità nella scuola del duemila, La Scuola, Brescia,
2000; SCURATI C. (a cura), Qualità allo specchio, La
Scuola, Brescia, 1998; CASTOLDI M., Segnali di qualità, La
Scuola, Brescia, 1998; NEGRO G., Qualità totale
a scuola, Edizioni Il Sole 24 ore, Milano, 1995; AA.VV.,
La qualità della scuola, in ANNALI P.I. 1-2, 1995. [2] TENUTA U., Didattica: Cuore dell'Autonomia, IN DIDATTICA@EDSCUOLA.COM [3] Tale orientamento è sviluppato da chi scrive nella rubrica telematica DIDATTICA@EDSCUOLA.COM
[4]
In merito cfr.: ROMANINI L., Il
movimento pedagogico all’estero (vol. I - Le idee; vol. II - Le
esperienze), La Scuola, Brescia, 1955; BINI G., La
pedagogia attivistica in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1971.
[5]
La
recente iniziativa del Ministero relativa al “Programma per
la promozione e lo sviluppo delle Biblioteche Scolastiche”
di cui alla
C.M. del 5 ottobre 1999, n. 228, mirava alla diffusione delle
biblioteche pubbliche, più che alla creazione delle biblioteche
scolastiche.
[6]
“Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1997-2000”
(C.M..282 del 24 aprile 1997).
[7]
Rispettivamente, art. 13 ed art. 8 del Regolamento
dell’autonomia scolastica.
[8]
In merito cfr.: TENUTA U., I
contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens,
habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione,
Maggioli, Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.: Atteggiamenti
Capacità Conoscenze; Conoscenze
Capacità Atteggiamenti; Obiettivi
Formativi da Raggiungere; Obiettivi
Formativi e Competenze; Obiettivi
Specifici di Apprendimento; Obiettivi:
come districarsi?
[9]
In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D'URSO V. (a cura di),
La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra,
Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976;
DUNCKER K., La psicologia
del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969;
WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La
soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città
Nuova, Roma, 1988. Pe la problematica dell’ermeneutica, cfr:
GENNARI M., Interpretare
l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola,
Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra
ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.
[10]
In merito cfr.: Johnson, D.W. et al., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni
Erickson, Trento, 1997; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO
C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a
scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO C. (a cura di), La
condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993;
PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura di), I
contesti sociali dell’apprendimento. Acquisire conoscenze a
scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995
[11]
MALDONADO T., Reale e virtuale, Feltrinelli, Milano, 1998.
[12]
In merito cfr.: DOMENIGHINI L., Sussidi
didattici e scuola di base - Orientamenti educativi e
metodologici, La Scuola, Brescia, 1980; TENUTA U., L'attività
educativa e didattica nella scuola elementare-Come organizzare
l'ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia,
1989. [13] VARISCO A.M. (a cura), Nuove tecnologie per l’apprendimento, Garamond, Roma, 1998 [14] In merito cfr.: TENUTA U., Non basta un CD-ROM, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM [15] TENUTA U, Computer in ogni aula con i kit mobili, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM [16] In merito cfr.: TENUTA U., Tecnologie Multimediali per Apprendere, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM |
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