|
|
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: ATTIVITà DEL DOCENTE ED ATTIVITà DEGLI ALUNNI
di Umberto Tenuta Come si mettono gli alunni nella condizione di
apprendere? Nella
lezione[1]
il docente espone le
conoscenze[2]
che gli alunni debbono apprendere e gli alunni ascoltano, con le mani
conserte e gli occhi spalancati. Di solito, le informazioni sono date dai docenti
attraverso l’esposizione orale, la lettura di testi, la presentazione di
oggetti o di immagini ecc. Sta di fatto che gli alunni stanno seduti nei
banchi, con le mani conserte e gli occhi spalancati. Vi è anche una
lezione, che il Titone chiama
empiriocentrica[3],
nella quale il docente guida gli alunni ad utilizzare materiali concreti
per scoprire i concetti. Ma la
lezione empiriocentrica
rimane sempre lezione, esposizione, presentazione del docente, e non
attività degli alunni, con conseguente acquisizione soltanto di
conoscenze. Ora,
finalmente, con la
Psicologia costruzionistica[4],
si afferma che l’apprendimento si attua soprattutto attraverso l’invenzione,
come d’altra parte già scriveva Tommaso D’Aquino: <<vi è un doppio
modo di acquistare la scienza:─uno quando la ragione naturale da se
stessa giunge alla conoscenza di cose ignote ─e questo modo si
chiama invenzione;
l’altro quando la ragione naturale viene aiutata da qualcuno
dall’esterno ─e questa maniera si chiama dottrina (insegnamento).
In ciò in vero che viene prodotto dalla natura e dall’arte, l’arte
procede allo stesso modo e con gli stessi mezzi che la natura. Come
infatti la natura guarirebbe riscaldando chi soffre di frigidezza, così
fa pure il medico; per cui si dice che l’arte imita la natura. Il
simile accade anche nell’acquisto della scienza: il docente
cioè conduce altri alla scienza di cose ignote allo stesso modo che uno,
scoprendo, conduce se stesso alla conoscenza di ciò che ignora>>[5]. Ma l’acquisizione di
conoscenze (sapere)
non basta, occorre acquisire anche
capacità (saper
fare) e soprattutto
atteggiamenti (saper
essere)[6]. Per acquisire
conoscenze,
capacità ed
atteggiamenti occorre
fare ricorso alle
unità di apprendimento,
per le quali si rinvia ai saggi dello scrivente in
EDSCUOLA.COM
(
www.edscuola.it/dida.html
) ed in RIVISTA DIGITALE
DELLA DIDATTICA (www.rivistadidattica.com),
nella rubrica RIFORMA. La differenza tra la
lezione e le
unità di apprendimento
consiste essenzialmente nel fatto che nella
lezione protagonista è il
docente, perché gli
alunni hanno il compito passivo di ascoltare e guardare, mentre nelle
unità di apprendimento
protagonisti sono gli
alunni, i quali,
lavorando in gruppi ed utilizzando materiali di apprendimento
di tipo concreto (comuni e
strutturati), virtuali, iconici e simbolici, in
situazioni problematiche,
debbono pervenire alla
scoperta/invenzione/costruzione
dei concetti. Attraverso questa costruzione acquisiscono non solo il
sapere (conoscenze),
ma anche il
saper fare (capacità) ed
il
saper essere (atteggiamenti). Evidentemente, la scuola cambia la sua
fisionomia: ─ai banchi allineati si
sostituiscono i
tavolinetti a tre/quattro/cinque
alunni che hanno caratteristiche equivalenti sul piano della
capacità di apprendimento
e delle
finalità da perseguire; ─alla
lezione
verbale
o
empiriocentrica del
docente si sortiscono le
attività di apprendimento
degli alunni che lavorano in
gruppi affrontando
situazioni problematiche; ─gli
strumenti dell’apprendimento
non è più la
lezione del docente, i
libri di testo ed i
famosi
cartelloni,
carte geografiche
comprese. Occorrono:
─i materiali adatti all’apprendimento:
concreti (comuni e strutturati); ─la
guida del docente
che
programma le unità di
apprendimento dei singoli gruppi,
crea motivazioni,
orienta le attività,
valuta i risultati,
riprogramma le eventuali unità di
apprendimento di recupero per gli alunni che non hanno
conseguito gli obiettivi perseguiti[7]. Saranno graditi suggerimenti, proposte, osservazioni critiche dei docenti.
[1]
TENUTA U., Unità
didattiche e unità di apprendimento, in RIVISTA DIGITALE
DELLA DIDATTICA (www.rivistadidattica.com)
[2] Malgrado si sia parlato e
si parli di istruzione educativa, nella scuola si apprendono
solo conoscenze, ma non capacità e soprattutto non
atteggiamenti: si apprende il SAPERE, ma non il SAPER FARE ed il
SAPER ESSERE di cui parla la CRESSON:
Cresson, E.,
Insegnare ad apprendere.
Verso la società conoscitiva,
Libro bianco su
istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea.
1995.
[3]
Titone R.,
Psicodidattica, Ed. La Scuola, 1977.
[4]
In merito cfr.:
Armezzani, M. (2002). Esperienza e significato nelle
scienze psicologiche. Bari: Laterza;
Armezzani, M. (a
cura di) (2004). In prima persona. La prospettiva
costruttivista nella ricerca psicologica. Milano: Il
Saggiatore;
Armezzani, M.,
Grimaldi, F., Pezzullo,
L. (2003). Tecniche costruttiviste per la diagnosi
psicologica. Milano: McGraw-Hill;
Bannister, D.,
Fransella, F. (1986). L'uomo ricercatore. Introduzione
alla psicologia dei costrutti personali (ed. it. a cura di
G. Chiari e M. L. Nuzzo). Firenze: Psycho di G. Martinelli;
Berger, P.L., Luckmann,
T. (1969). La realtà come costruzione sociale. Bologna:
Il Mulino;Butt, T. (2009). George Kelly e la
psicologia dei costrutti personali. Milano: Franco Angeli;
Chiari, G., Nuzzo, M. L.
(a cura di) (1984). Crescita e cambiamento della conoscenza
individuale. Psicologia dello sviluppo e psicoterapia nella
prospettiva cognitivista. Milano: Franco Angeli;
Kelly, G. A.
(2004). La psicologia dei costrutti personali.Teoria e
personalità. Milano: Cortina;
Mancini, F., Semerari A.
(a cura di) (1985). La psicologia dei costrutti
personali: saggi sulla teoria di G.A. Kelly. Milano: Franco
Angeli; Maturana,
H., Varela, F.
(1992). L'albero della conoscenza. Milano: Garzanti;
VARISCO BIANCA M.,
Costruttivismo
socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici,
applicazioni didattiche ,
Carocci, 2002;
Wenger, E.,
Comunità di pratica, Raffaello Cortina, Milano, 2006;
VARISCO BIANCA M.,
Costruttivismo
socio-culturale. Genesi filosofiche, sviluppi psico-pedagogici,
applicazioni didattiche ,
Carocci, 2002;
Wenger, E.,
Comunità di pratica, Raffaello Cortina, Milano, 2006;
von Glasersfeld, E.
(1998). Il costruttivismo radicale. Una via per conoscere e
apprendere. Roma: Società Stampa Sportiva;Watzlawick,
P. (a cura di) (1988). La realtà inventata. Contributi al
costruttivismo. Milano: Feltrinelli.
[5]
TOMMASO D’AQUINO (a cura di M. Casotti), De magistro, La
scuola, Brescia, 1957, p 28.
[6]
Cresson, E.,
Insegnare ad apprendere.
Verso la società conoscitiva,
Libro bianco su
istruzione e formazione, Lussemburgo, Commissione Europea.
1995.
[7] Altre più abbondanti e
puntuali indicazioni si ritrovano nei saggi dello scrivente
pubblicati nelle riviste digitali:
EDSCUOLA.COM (
www.edscuola.it/dida.html ) e
RIVISTA DIGITALE DELLA
DIDATTICA (
www.rivistadidattica.com ) |
La pagina
- Educazione&Scuola©