ANDARE A ZONZO

di Umberto Tenuta

Se non sappiamo dove andiamo, andiamo a zonzo (1)

Nella nostra vita privata possiamo permetterci il lusso di andare a zonzo; ma, di fatto, lo facciamo solo nei momenti di svago, di tempo libero, di relax, perché quasi tutto quello che facciamo è finalizzato alle nostre esigenze personali.

Invece, a scuola capita spesso che si vada a zonzo: non sempre le attività educative e didattiche sono adeguatamente finalizzate a precisi obiettivi formativi. Spesso si va avanti secondo una prassi routinaria: si opera come si è sempre fatto, secondo una logica esecutiva che trova nei Programmi didattici la sua giustificazione.

Nei Programmi sono previste alcune attività ed alcuni contenuti relativamente alle diverse discipline.

Come vengono svolti?

Si ripartisce il tempo tra le discipline secondo la loro importanza e poi si ripartiscono i contenuti e le attività nel corso dell’anno scolastico: ogni settimana tante ore di matematica, tante ore di Storia ecc. Inoltre, nell’ambito delle singole discipline, si rispetta la stessa organizzazione: ad esempio, per la lingua italiana, tante ore di grammatica, tante ore di composizione, tante ore di esercitazioni…

L’orario scolastico è scandito in Dettati, Temi, Esercitazioni, Problemi, Interrogazioni

Perché gli alunni vengono impegnati a svolgere i Temi?

Perché gli alunni vengono impegnati a risolvere i Problemi?

Perché gli alunni vengono interrogati?

Le motivazioni non sono palesi, ma, se vengono richieste, i docenti rispondono che svolgendo temi gli alunni imparano a comporre, risolvendo problemi imparano a risolverli ecc.

È, questa, l’enfatizzazione di una organizzazione didattica che per fortuna non sempre corrisponde alla realtà, ma che pure esiste.

Che cosa manca in questa organizzazione?

Sono presenti le finalità generiche, vaghe, impersonali, ma mancano le precise finalità personalizzate a breve, a medio ed a lungo termine.

Innanzitutto manca il quadro degli obiettivi a lungo termine da perseguire.

C’è nella Premessa dei Programmi l’indicazione che la scuola deve promuovere la formazione dell’uomo e del cittadino, ma in nessun programma delle singole scuole sono indicati i relativi obiettivi a lungo termine da perseguire.

Ora, con la Riforma dei cicli, la situazione dovrebbe cambiare, in quanto il syllabus dovrebbe indicare gli obiettivi a lungo termine da perseguire, non solo nella scuola di base, ma anche nella scuola dell’infanzia, che, se non entra nella scuola di base, intesa nel suo significato istituzionale, rientra però nella scuola per la formazione di base, intesa nel suo significato pedagogico di scuola finalizzata ad assicurare la piena formazione della persona umana, e come tale comprensiva della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Il syllabus degli obiettivi dovrebbe precisare gli obiettivi a lungo ed a medio termine da perseguire sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola primaria e da sviluppare eventualmente nella scuola secondaria, lasciando poi alle singole scuole il compito di scandire gli obiettivi a medio termine in obiettivi a breve termine.

In attesa che venga elaborato il syllabus, restano in vigore gli Orientamenti educativi del 1991, i Programmi didattici del 1985 e del 1979.

Spetta ai docenti delle singole scuole, auspicabilmente collegate in rete, specificare gli obiettivi a lungo termine in obiettivi a medio termine nell’ambito del Pof e poi in obiettivi a breve termine nell’ambito della Programmazione educativa e della Programmazione didattica.

In questo modo si ottiene un quadro organico di obiettivi a breve termine che si rapporta agli obiettivi a medio termine della scuola dell’infanzia e della scuola primaria ed agli obiettivi a lungo termine della scuola per la formazione di base e che assicura la piena formazione della personalità nell’intero corso dell’età evolutiva.

Tuttavia, non basta delineare il quadro degli obiettivi, se non si rivolge adeguata attenzione alla natura degli obiettivi, che non possono essere riferiti esclusivamente alle conoscenze, come una malintesa lettura del Documento dei saggi sui contenuti essenziali per la formazione di base potrebbe lasciare intendere.

È appena il caso di evidenziare che soprattutto la scuola per la formazione di base (scuola dell’infanzia e scuola primaria) svolge una funzione essenzialmente formativa. Non si può partire dal presupposto che gli alunni siano già formati, cioè sprovvisti di conoscenze, ma dotati di capacità e di atteggiamenti (2).

Tutte le capacità e tutti gli atteggiamenti che costituiscono la personalità dei singoli alunni sono il risultato di processi formativi che, seppure abbiano inizio sin dal grembo materno, si attuano però con l’apporto significativo, se non determinante, delle agenzie formative informali (famiglia, chiesa, gruppo dei pari, mass media ecc.) e formali (asilo d’infanzia, scuola dell’infanzia, scuola primaria ecc.).

E, pertanto, la scuola per la formazione di base (scuola dell’infanzia e scuola primaria) non può limitarsi a far acquisire conoscenze, ma deve impegnare gli alunni nei processi di formazione delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alle diverse dimensioni della personalità, da quella affettiva a quella sociale, morale, linguistica, cognitiva ecc.

Solo se si ha ben presente il quadro organico degli obiettivi a lungo termine e degli obiettivi a medio termine è possibile individuare gli obiettivi a breve termine delle singole unità didattiche e così finalizzare sempre l’azione educativa e didattica al perseguimento degli obiettivi, cioè delle conoscenze, delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alla piena formazione della persona umana, considerata nella molteplicità delle sue dimensioni costitutive (motoria, affettiva, sociale, morale, linguistica, cognitiva, estetica ecc.).

Solo così non si va a zonzo.

Almeno per buona parte dell’orario scolastico!


Note

(1) Roberto Mazzetti ha parlato di <<un camminare all’impazzata>> (Mazzetti R., Scuola materna e società degli adulti, Armando, Roma, 1969, p. 183).

(2) Per un’adeguata trattazione di tale problematica, cfr. UMBERTO TENUTA, I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI, RIMINI, 1998, N. 5



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