IL TEMA D’ATTUALITA’

di Davide Leccese

 

Non appaia polemica fuori luogo o sottigliezza capziosa se dichiariamo qualche perplessità sull’opzione "tema" di attualità.

Si può stendere un tema – forma burocratica della didattica curricolare – su argomenti flessibili e appena vissuti, che noi definiamo (a torto e in maniera impropria) attuali? Non richiede l’attualità dei sistemi meno convenzionali del tema per essere rispondente, in re, alla sua natura temporalmente indivisa? L’attualità non rischia la fissazione se viene – in conclusione – schematizzata in tema?

Cercheremo di dare risposta a tutte queste domande, chiedendo ai docenti di discuterne, eventualmente, con gli studenti.

Chiariamo innanzitutto che la dizione "attualità", riferita a fatti recenti, è imprecisa: può essere attuale qualsiasi personaggio, avvenimento, circostanza, situazione che abbia una valenza proponibile sul piano della considerazione e della riflessione, anche scolastica. Sicuramente Socrate è attuale, è riproponibile Galilei, è da ridiscutere (per una lettura meno denigratoria) Martin Lutero, indipendentemente dal dato che non siano più contemporanei. Per attuale, allora, intendiamo un argomento che susciti la riflessione istruttiva e formativa presente e stimoli l’apprendimento dei giovani in modo che quel che fu sia riproponibile per meglio comprendere l’oggi e meglio ipotizzare il domani.

Contemporanei, invece, sono l’Autore, il personaggio, l’argomento, le questioni che sono prossimi, temporalmente, al nostro vissuto, perché coniugati al presente o perché, nella visione recente della storia, non hanno ancora esaurito lo stimolo di fare, pensare, comportarsi dell’uomo che li analizza.

Il tema d’attualità, allora, sceglie di offrire ai giovani la riflessione su di un argomento che possa consentire l’esplicitarsi conoscenze teoriche, competenze operative, capacità critiche e sistematiche, applicazioni metodologicamente rigorose pescando tra attualità e contemporaneità.

Il giovane deve dimostrare:

- di conoscere il fatti

- di saper analizzare le relazioni (modi, tempi/spazi, causalità)

- di saper impostare premesse, percorsi e conclusioni

- di saper scegliere tra le opzioni

- di saper decidere per un versante del problema

- di saper produrre applicazioni

Una riflessione a parte merita il modo di esporre l’attualità/contemporaneità. Noi purtroppo non abituiamo i giovani a scrivere nel rispetto delle tipologie argomentative. E’ carente nella scuola l’educazione ai linguaggi settoriali, al lessico disciplinare, alle modalità di contesto.

L’attualità richiede una scrittura agile, incisiva, graffiante persino, aperta – dal punto di vista comunicativo – alla trasparenza delle scelte di idee e disponibile alla dialettica delle posizioni. Manca, infatti, alla storia recente il suffragio dell’analisi del tempo; manca la prospettiva della riflessione sulla "cosa" a bocce ferme; siamo ancora troppo coinvolti per categorizzare il fatto. Il giovane studente deve, quindi, essere invitato ad esporre con duttilità al dialogo. Il docente deve, da parte sua, accettare che le libere interpretazioni non tanto siano definitive quanto logicamente congruenti rispetto al tema proposto.

Se invece il tema d’attualità riguarda la riproposizione nel presente di fatti passati, ancora incisivi nella cultura del vissuto, lo studente deve dimostrare di saper cogliere quella che noi chiamiamo la perennità di tali idee, o quantomeno la riproponibilità delle stesse, alla luce del presente.

Cercare la verità, interrogarsi dal di dentro, individuare il rischio della retorica della comunicazione scolastica, la mancanza di un confine tra vero e falso, l’idea di libertà/responsabilità: possiamo chiedere di trattare la questione schiacciandola tutta sul presente o interrogando l’uomo perenne, cioè facendo dell’attualità non una dimensione spazio-temporale fuori della misurazione ma sicuramente non entro i confini della quantità del pensiero bensì della qualità e della finalità della persona.



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