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I GENITORI E LA COOPERAZIONE EDUCATIVA NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE DELL’EMILIA-ROMAGNA Renato Mion
Un nuovo rapporto tra genitori e scuola Va emergendo con sempre maggiore convinzione l’idea che la cooperazione delle famiglie come partner della scuola costituisce un fattore determinante per il successo formativo degli alunni. D'altra parte, molteplici esperienze, attivate dalle istituzioni scolastiche, di dialogo e promozione dei genitori hanno rappresentando un prezioso sostegno per i genitori stessi, per il loro sempre più difficile e impegnativo compito educativo. E’ un dialogo che si traduce in una sinergia di responsabilità fra istituzioni scolastiche e genitori, che sostiene questi ultimi in un percorso di maturazione educativa, perché lavorare con i propri figli costituisce un’occasione favorevole per crescere anche personalmente come adulti. Infine, è nell’interesse stesso della scuola elevare il livello culturale dei genitori per avere degli interlocutori sempre più motivati e responsabilizzati, in particolare in quel comune compito educativo che è l’accompagnamento nello sviluppo umano dei bambini e degli adolescenti, verso una loro più matura autonomia. Questo sostegno alla genitorialità e alle competenze educative della famiglia si manifesta in diverse modalità, che vengono migliorandosi e qualificandosi sempre più attraverso momenti collaborativi e corresponsabilizzanti. Il rapporto fra istituzione scolastica e genitori può strutturarsi positivamente sulla base della condivisione di due aspetti fondanti. Il primo aspetto è che migliorando lo stile educativo dei genitori si creano le condizioni ottimali perché migliorino anche i figli nei loro apprendimenti e nel successo scolastico. Il secondo aspetto è che quanto più mature e fluide diventeranno le relazioni tra scuola e famiglia tanto maggiore vantaggio ne ricaverà la scuola stessa nello sviluppo dei suoi obiettivi educativi e formativi. In questa prospettiva si tratta di sviluppare una riflessione sulle modalità di rapporto della scuola con i genitori, che veda questi ultimi partners, capaci di dare un contributo rilevante al processo formativo delle giovani generazioni. Infatti, il genitore, considerato come cliente, elabora un’immagine di sé come persona dipendente dalle opinioni dei cosiddetti esperti, si riduce ad una condizione di passività rispetto alle proposte della scuola e spesso viene giudicato anche inadeguato rispetto all'educazione dei suoi stessi figli. Invece, il genitore, considerato come partner, sviluppa una percezione di sé positiva e propositiva, fino ad assumersi la consapevole responsabilità di contribuire attivamente e con competenza alla elaborazione del piano della offerta formativa della scuola, di cui si sente parte attiva e collaborante. In questa inedita dimensione, i genitori, uscendo dalla mentalità della delega e da atteggiamenti di rinuncia e di passività, si riappropriano del proprio ruolo educativo ed assumono soggettività nella relazione istituzionale scuola-famiglia. Non si sentono quindi semplici "utenti" del processo educativo e formativo dei figli, bensì soggetti attivi di tale processo. Il progetto genitori e scuola, esperienze di partenariato Con la legge n.53/2003 di definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione, il quadro della cooperazione tra scuola e genitori ha subito una notevole accelerazione; in questo quadro si inserisce il progetto “Genitori e Scuola - esperienze di partenariato”, promosso nel 2003 dal Ministero dell’Istruzione - Direzione generale per lo status dello studente e sviluppato con il coordinamento della Direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna. Dal progetto è scaturita un’indagine sociologica quanto-qualitativa, di cui il presente saggio rappresenta una rivisitazione intesa ad illustrare i risultati relativi alle istituzioni scolastiche della regione Emilia-Romagna[1]. L’indagine ha inteso analizzare da un punto di vista contenutistico i risultati di una scheda di ricognizione trasmessa alle scuole statali e paritarie al fine di identificare una serie di osservazioni e di dati che permettessero di ricostruire e di valorizzare le esperienze di partenariato in atto tra i genitori e la scuola nell’anno scolastico 2002-03. Tutto ciò in coerenza con gli obiettivi di rispetto delle scelte educative delle famiglie e di promozione della cooperazione tra scuola e genitori, indicati dalla legge 53/2003, allo scopo di sostenere i compiti formativi della scuola e di contrasto dell’abbandono e della dispersione formativa. Sulla base delle "risposte" pervenute al MIUR da oltre 400 istituzioni scolastiche delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, si è sviluppato uno studio, su base sociologico-pedagogico-statistica, che indicasse lo "stato dell'arte" delle concrete esperienze di partenariato (ordinarie, tradizionali e innovative) tra genitori e scuola, realizzate negli istituti scolastici, e permettesse anche di valutare il "peso" delle associazioni dei genitori nella progettualità in atto. I 400 progetti sono stati analizzati sulla base di una serie di indicatori e variabili discriminanti, come la regione di provenienza, i tipi di istituto, i livelli scolastici, i soggetti ideatori e realizzatori dei progetti, le fonti di finanziamento, la natura e gli obiettivi, i destinatari e i tempi di realizzazione, le figure professionali coinvolte, le motivazioni esplicite, i risultati ottenuti e quelli attesi, l’apporto cooperativo di gruppi o associazioni, gli elementi critici, e i punti di forza per successivi miglioramenti. La partecipazione dei genitori ai progetti di partenariato nella regione Emilia-Romagna. Qualche dato strutturale. I progetti di partenariato della regione Emilia-Romagna sono stati circa un quinto del totale (19,6%)[2], così distribuiti: 74,6% provenienti dalle scuole statali e 23,9% dalle scuole paritarie. In base ai livelli scolastici, la distribuzione si è articolata raccogliendo dalle scuole materne il 14,9% di tutti i progetti, 23,9% dalle scuole elementari, 28,4% dalle scuole medie, 28,4% dalle scuole superiori, e il 17,9% da istituti pluricomprensivi. Studiando tutti i progetti di partenariato nella loro globalità e nei loro contenuti, si è giunti a individuare una tipologia caratterizzante la loro natura specifica che veniva ad orientarsi su queste quattro direzioni di interventi:
Incrociando le 4 aree di intervento tipico dei progetti con i diversi livelli scolastici, abbiamo potuto utilmente scoprire delle caratterizzazioni assai particolari per ogni tipo di scuola. Infatti, mentre nelle scuole materne ed elementari i progetti sono caratterizzati da una speciale attenzione ai temi educativi che riguardano la famiglia e le sue competenze relazionali oltre che i temi dell’innovazione didattica e tecnologica, nella scuola media prevalgono i progetti relativi all’area dell’orientamento scolastico e professionale, nonché verso quelle del disagio, della prevenzione del disadattamento sociale e relazionale, del bullismo e della violenza in classe, della dispersione e dell’abbandono scolastico. L’interesse verso queste stesse aree specifiche continua poi anche nelle scuole superiori, ricuperando però ancora i temi educativi e relazionali della famiglia, insieme ad un fattore di novità come è l’attenzione al territorio e alle tematiche caratteristiche dell’inserimento sociale e professionale tipiche di questa fase della giovinezza.
I soggetti protagonisti dei progetti. La partecipazione ai progetti della scuola è stata ricavata dalla presenza consistente delle diverse categorie di soggetti coinvolti, distinti in due categorie significative: i soggetti ideatori,che hanno ispirato, proposto e stimolato le varie iniziative di partenariato, e i soggetti realizzatori quelli che poi concretamente hanno condotto a termine i progetti ideati. Dall’esame delle schede sono stati individuati 5 categorie di soggetti: gli istituti scolastici comprensivi di tutte le componenti direttive e istituzionali della scuola; il territorio, presente attraverso i vari enti, assessorati, parrocchie, aziende e associazioni culturali; le associazioni formali dei genitori come l’Age, l’Agesc, ecc.; i gruppi spontanei ed informali di genitori; infine la categoria dei genitori e docenti insieme. La presenza dei genitori, nelle diverse modalità, ha raggiunto il 29,4% tra i soggetti ispiratori e il 38.7% tra i soggetti realizzatori, da dove si evince che la presenza dei genitori ha avuto un suo peso notevole, manifestandosi assai costante attorno ad un progetto su tre, portando così un contributo essenziale alla buona riuscita delle diverse iniziative, anche in quelle che inizialmente erano state ideate dai responsabili istituzionali della scuola. In questo contesto la tab.1 presenta con chiarezza la forza della partecipazione delle associazioni dei genitori, che si mantiene costante sia fra gli ideatori che fra i realizzatori, ma sempre superiore, anche se limitatamente, a quella dell’Umbria e delle Marche. Tab. 1 – Soggetti realizzatori del progetto: distribuzione per regione (in % di colonna)
Fonte: CED – Università Pontificia Salesiana 2003 Quando si tratta di giungere alla realizzazione dei vari progetti i genitori sia come gruppi spontanei (6,0%), che nelle associazioni (9,0%), che insieme ai docenti (26,9%), si rivelano i più attivi ed efficaci. Addirittura i genitori dell’E-R risultano significativamente superiori anche alla media generale (22,6%) nel portare insieme con i docenti il loro contributo operativo alle iniziative della scuola (26,9%), caratterizzandolo non solo sulle tematiche familiari, ma anche sui problemi didattici e di innovazione sperimentale. E’ un indicatore non indifferente di quanto anche i genitori siano attenti e interessati allo sviluppo sempre più professionalmente competente dei propri figli. Il finanziamento di tali progetti nella Regione Emilia-Romagna per il 67,2% viene erogato da Enti pubblici, nel 7,5% dei casi da Enti privati, per il 4,5% dall’autofinanziamento della scuola e il 6,0% da finanziamenti misti. Il contenuto dei progetti di partenariato La partecipazione dei genitori ai progetti di partenariato della scuola si è poi distribuita variamente a seconda delle 4 aree di interesse più sopra individuate. Incrociandole con le variabili regionali abbiamo ottenuto una fotografia specifica della Regione, così calibrata:
Famiglia e competenze educative dei genitori (44,3%) – Sotto questo cappello abbiamo compreso tutti quei progetti relativi al sostegno alla genitorialità,allo star-bene della famiglia, e che si preoccupa di raccordare i poli della scuola e della famiglia sostenendo specialmente i suoi compiti educativi per aiutare l’adolescente a crescere bene, sia a scuola che in casa. Sono state molto numerose le iniziative promosse in questo settore da parte della scuola: conferenze, gruppi di auto-aiuto, laboratori particolari di attività fatte insieme ai figli e ai docenti, così che hanno fatto della scuola un punto di riferimento anche per i genitori, rafforzando quella sinergia di collaborazione dovunque e da tutti molto auspicata. In questo ambito di intervento, si è sviluppato il maggior numero di progetti (44,3%), dove l’E-R (49,3%) è superiore di qualche punto percentuale alla media generale, ma anche all’Umbria (43,5%) e alle Marche (35,4%). La parte del leone viene fatta dalle scuole statali (41,2%), ma percentualmente viene sviluppato in modo prevalente da quelle paritarie (59,5%); risulta maggioritario nelle scuole materne (54,7%), ma anche in quelle superiori (46,3%), promosso e sostenuto in modo particolare dalle associazioni dei genitori (56,4%), con l’appoggio degli istituti scolastici (43,5%) e degli stessi insegnanti. Meno interessati si sono mostrate invece le agenzie del territorio (36,5%).
Tab. 2 – Tipi di iniziative, realizzate nei progetti di partenariato. Distribuzione per regione (in % sul totale di colonna)
Fonte: CED – Università Pontificia Salesiana 2003
Didattica e sperimentazione curricolare ed extracurricolare (34%) – Comprendeva quei progetti relativi al riammodernamento della scuola nella sua funzione curricolare ed extracurricolare, che mette al centro l’alunno e la sua preparazione culturale e scientifica, umanistica e tecnologica, linguistica ed informatica. I genitori si sono dimostrati molto sensibili, fino ad attivarsi con molta intraprendenza in varie esperienze di partenariato, come l’impegno nella conduzione di laboratori di vario genere. Nel suo complesso l’ER si è resa presente quantitativamente con poco meno di un terzo dei progetti (29,9%), che però da un punto di vista qualitativo hanno innescato un trend innovativo specialmente nell’ambito tecnologico ed informatico come la costruzione di pagine web, siti internet, prodotti multimediali e filmici e l’avvio di laboratori come quelli di educazione ambientale, ecologica, informatica, di teatro, danza, musica, linguaggio corporeo, cineforum, costruzioni di costumi e giocattoli, di stands.
Prevenzione del disagio e della devianza (9,4%) – Sotto questa etichetta abbiamo considerato i progetti relativi alle tossicodipendenze, alla dispersione e all’abbandono scolastico, al bullismo e alla violenza nella scuola. Più numerosi sono stati nelle Marche (15,2%), ma l’E-R (9%) si è segnalata per una discreta percentuale di iniziative di contrasto. Si assiste ad un leggero incremento nelle scuole paritarie, nelle scuole medie e superiori, rispettivamente nel 15% e nel 14,9% dei casi. A motivo delle loro tragiche conseguenze sul territorio e sulle famiglie, questi progetti sono maggiormente incoraggiati e promossi sia dagli Enti Locali (14,1%) e dalle associazioni del territorio.
Orientamento scolastico e professionale (6,2%) – In quest’area sono stati raggruppati tutti quei progetti indirizzati alla consulenza scolastica diretta all’orientamento e alla scelta del tipo di scuola e/o di professione, di indirizzo scolastico, di conoscenza più approfondita di se stessi, delle proprie attitudini, interessi, capacità manuali, dove l’opera degli psicologi e dei docenti referenti è prevalente. In questo ambito la regione E-R (14,9%) dimostra di avere in atto una pluralità di progetti che non si riscontrano in tutte le altre regioni, e talora in misura due o tre volte superiore. Ciò si verifica a livello di scuola media (13,3%), ma anche sotto lo stimolo degli Enti locali del territorio e negli istituti statali. La casetta degli attrezzi della partecipazione dei genitori: ieri e oggi Scendendo ad un’analisi più articolata delle varie iniziative di partecipazione dei genitori oggi e confrontandole con il passato (ieri) possiamo scoprire lo sviluppo della partecipazione, oltre che la linea di continuità e della tradizione ormai stabilizzata e la linea di innovazione che alcuni istituti scolastici hanno avviato. L’analisi delle esperienze pregresse mette in evidenza un fatto molto positivo e cioè l’aumento oggi del volume di iniziative di partenariato rispetto a ieri. Infatti il 44,3% dei progetti (come appare dalla tabella) non faceva cenno a nessuna esperienza pregressa, il che vuol dire che in quest’anno con questa stessa percentuale è stata avviata almeno qualche iniziativa. Il confronto prende atto del progresso fatto.
Tab. 3 – Confronto delle esperienze di partecipazione dei genitori ieri ed oggi nella Regione Emilia-Romagna in rapporto con i risultati della ricerca nazionale (in percentuale)
Fonte: Elaborazione Mion su dati CED – Università Pontificia Salesiana 2003
Sono 14 gli ambiti dei progetti ricavati. Non tutti hanno trovato risposte percentualmente consistenti. Il confronto tra ieri e oggi però evidenzia lo sviluppo del volume di iniziative che la partecipazione dei genitori ha permesso di realizzare. Inoltre le iniziative poco “gettonate”, dalle percentuali più limitate, rare ma originali possono indicare nuove piste per il futuro. Possiamo distinguere allora le esperienze dalla tradizione ormai consolidata e quelle aperte all’innovazione. Sulla linea della continuità di una tradizione ormai consolidata, ricordiamo conferenze, dibattiti educativi (77,6%) guidati da qualche esperto (psicologo, educatore, pedagogista), i lavori di gruppo tra genitori (28,4%) per affrontare i problemi della prevenzione della devianza e della tossicodipendenza, i temi della famiglia e dell’orientamento. Altre attività sono relative al territorio e alla città (16,4%) e comprendono quelle iniziative orientate alla conoscenza e allo studio della città e del territorio, delle tradizioni locali alimentari, religiose, folkloristiche o storiche e culturali, realizzate attraverso percorsi particolari di interesse ambientale ed ecologico, come maratone, percorsi in bicicletta guidati, ecc... Nello stesso tempo vi è anche la preoccupazione di avviare attività di coinvolgimento cittadino, sia realizzate direttamente dalla scuola per renderla visibile a livello pubblico, sia anche come risposta della scuola alle iniziative civiche e pubbliche promosse dalle associazioni del territorio per avviare gli alunni alla presa di coscienza del principio della cittadinanza attiva e democratica oltre che della partecipazione responsabile alle vicende del proprio territorio. Altre iniziative già abbastanza collaudate dalla tradizione degli anni appena passati sono le esperienze di cineforum e di film a carattere tematico (4,5%), che continuano a rimanere momenti di formazione, per allievi e genitori. Le attività di doposcuola, di ripetizioni e di sostegno agli alunni meno dotati (13,4%) sono avviate come forme di partenariato in aiuto alle famiglie, in regime anche di volontariato. Iniziative particolari aperte all’innovazione sono anzitutto la creazione di laboratori e di corsi extracurriculari (19,6%), promossi dalla scuola e dal gruppo dei docenti e genitori, che completano gli insegnamenti scolastici regolari e formali e garantiscono una varietà di apprendimenti e di interessi, ugualmente realizzati dalla competenza e dalla professionalità degli stessi genitori. E’ un’iniziativa che si sta sviluppando ai diversi livelli scolastici di ogni ordine e grado, ma specialmente nelle scuole elementari (26,6%) e materne (20,8%), in Emilia-Romagna (29,9%), presso le scuole paritarie (24,3%). Ovviamente la natura degli interventi proposti in questo ambito riguardano meno i temi della devianza (9,5%) e della famiglia (16,4%), quanto piuttosto quelli di carattere didattico (26,1%), concernenti la sperimentazione, l’innovazione, l’introduzione delle nuove tecnologie e le altre proposte della riforma in atto che si vuole introdurre, realizzare e migliorare. Quasi un progetto su quattro (23,9%) si riferisce alla realizzazione di mostre fotografiche o di pittura, di eventi culturali di vario genere come visite guidate, concerti, rappresentazioni teatrali fatte in proprio o realizzati assieme a qualche compagnia di teatro, di danza, di spettacoli vari, come anche la partecipazione alle settimane culturali nazionali attraverso le visite ai musei o a particolari luoghi di interesse artistico, storico, geografico. Sono stimolate specialmente dal gruppo dei genitori e docenti (33,3%). Stanno inoltre prendendo piede in modo abbastanza sistematico le pubblicazione di opuscoli, fascicoli, giornalini, dossier, videocassette, CD rom, DVD (9%) allo scopo di pubblicizzare le iniziative della scuola, di renderla presente al territorio, ma anche di dare consistenza alle prestazioni più qualificate, più originali degli studenti. Sono realizzate nelle scuole a gestione statale, orientate a fini dell’innovazione didattica con una più aperta attenzione alle nuove tecnologie e alla sperimentazione di metodologie innovative. Affini a questo tipo di produzioni non mancano iniziative, fondate sulla strumentazione tecnologica informatica e telematica, quali la produzione di siti Internet, la creazione di pagine web (4,5%) o di interconnessioni in rete, così da aprire gli studenti alle nuove tecnologie. Infine utili incentivi alla partecipazione si sono rivelate le serate dell’amicizia (4,5%) e/o dell’integrazione multiculturale, orientate a sensibilizzare e a educare i giovani ai temi della solidarietà, con iniziative di beneficenza per situazioni di marginalità, di povertà, di aiuti al Terzo Mondo, o collegate a progetti di missionari o di altri gruppi di volontariato conosciuti e presenti in Africa o nell’America Latina. Si tratta di iniziative volte a favorire la conoscenza dei diversi gruppi etnici presenti sul territorio con attività di vario genere, come il contatto con le diverse culture, stili di vita, tradizioni folkloristiche attraverso espressioni musicali, artistiche, corali, attraverso danze, costumi, ed anche la presentazione delle diverse forme gastronomiche nazionali di cibi e piatti (cinesi, mediorientali, latinoamericani, indiani, o dell’Europa dell’est), preparati dai genitori stessi, delle scuole elementari e medie. Benché queste iniziative siano percentualmente limitate, tuttavia hanno un notevole impatto sulle famiglie. Le figure o competenze professionali coinvolte nei processi partecipativi Un tipo di partecipazione così attiva, variegata e allargata dei genitori, ha richiesto anche una pluralità di competenze, sorte tra i genitori stessi o mobilitate da altre figure professionali. Sono il segno anche della vivacità degli istituti scolastici e della notevole intraprendenza del personale dirigente e delle associazioni che hanno saputo scoprirle e coinvolgerle, in una collaborazione assai spesso continuativa. Sono esperti in materie umanistiche, psicologiche, pedagogiche e mediche (76,6%), sociologiche (7,5%), responsabili delle associazioni dei genitori (20,9%) quali l’Agesc (nella scuola paritaria) e l’Age (nella scuola statale), che, ai diversi livelli o regionale o provinciale, oltre che essere soggetti promotori (36,4%) ne erano anche i realizzatori specialmente nelle scuole paritarie, soprattutto elementari, per quelle tematiche che riguardavano i processi educativi della famiglia (25%) ed anche quelli relativi alla riforma didattica, all’innovazione tecnologica, all’ammodernamento delle attività curricolari ed extracurricolari. Altre figure coinvolte sono gli esperti e professionisti delle ASL, che operano specialmente nel campo del disagio e del disadattamento scolastico e sociale (13,4%), quali i responsabili di case-famiglia, di comunità terapeutiche e di accoglienza, di mediatori interculturali, di educatori di strada, richiesti soprattutto dalle associazioni del territorio. Emerge in maniera significativa la presenza di operatori volontari (20,9%) che vanno dai responsabili di associazioni di volontariato, agli operatori della Caritas, ai sacerdoti, ai tirocinanti universitari, agli obiettori di coscienza, alle organizzazioni di servizi civili e di sicurezza. In conclusione la presenza di queste figure sta ad indicare l’ampiezza della rete di coinvolgimento e di connessione che la scuola ha incominciato a tessere con le varie risorse del territorio in termini sia individuali che associativi. In particolare le varie associazioni organizzate dei genitori hanno dimostrato di avere un peso notevole sulla promozione e sulla realizzazione di tante iniziative, soprattutto quelle relative ai problemi educativi e formativi della famiglia e alle prospettive dell’innovazione didattica e tecnologica. Obiettivi, destinatari e continuità dei progetti L’impegno partecipativo dei genitori è qualificato soprattutto per gli obiettivi ricercati e condivisi in questi progetti, per i soggetti coinvolti e per la durata di questo impegno. Emerge con chiara evidenza quanto fosse considerato obiettivo principale e prioritario per la regione Emilia-Romagna (79,1%) il coinvolgimento dei genitori per una collaborazione più stretta con la scuola. Ne è indice il fatto che la percentuale supera sia la media generale che le altre regioni. Dalla tabella sottostante appaiono però anche altri obiettivi tutti riferibili all’incremento della partecipazione responsabile dei genitori alla vita della scuola. Osservando la colonna relativa alla Regione E-R, in tutti gli items in cui questo rapporto è evidenziato le percentuali interessate sono sempre superiori, o tutt’al più uguali, alla media generale rilevabile nella prima colonna.
Tab. 4 – Obiettivi ricercati dalla scuola nelle esperienze di partenariato. Distribuzione per regione (in percentuale sul totale di colonna)
Fonte: CED – Università Pontificia Salesiana 2003 (I totali di colonna superano il 100% perché erano ammesse più risposte)
Disaggregando invece i dati rispetto ai soggetti promotori, possiamo osservare sfumature diverse, specifiche di ogni categoria. In particolare gli istituti scolastici considerano prioritari quegli obiettivi che mirino ad integrare e a perfezionare il lavoro didattico oltre che a rendere più fluidi i rapporti con le famiglie; le associazioni dei genitori si impegnano per la promozione di una partecipazione più qualificata in termini di competenza educativa dei genitori coinvolti, di maggiore assunzione di responsabilità dei loro compiti educativi, di riduzione dei processi di delega e di progettualità nei confronti della scuola. Diversi sono gli scopi degli Enti locali e delle strutture territoriali che invece puntano su obiettivi di carattere più sociale e politico, come la riduzione del disagio sociale e la promozione di competenze professionali. I tempi di realizzazione e la durata dei progetti costituiscono un ulteriore indicatore qualificante delle iniziative intraprese. Nella regione E-R la maggior parte dei progetti, più di uno su tre (40,3%) era durato tutto un intero anno scolastico (specialmente nelle scuole materne e superiori), per non parlare di quel 25,4% che era già al suo secondo o terzo anno come nelle scuole elementari, e il 10,4% che stava durando già da più di tre anni scolastici interi. Il segno della continuità e della costanza nell’avviare simili iniziative è già un sufficiente indizio dello spirito di iniziativa e di progettualità dei suoi gestori e della partecipazione dei genitori. Non va trascurato però quel 23,9% di altri istituti in cui non si è riusciti a garantire continuità e durata alle iniziative pur di un certo rilievo se non per limitati mesi dell’anno scolastico. Questo soprattutto nelle scuole elementari (21,5%), paritarie, in attività promosse dalle associazioni dei genitori, che pur lamentando scarsità di spazi, di tempi e di fondi, hanno continuato a credere nella fattibilità dei progetti. Obiettivo “partecipazione dei genitori”: risultati attesi e risultati ottenuti La presenza dei genitori nella scuola non ha solo effetti diretti sulla migliore qualità della vita scolastica in termini immediati, ma si allarga anche ad altri benefici di più ampio respiro, come assai spesso ci si attende da parte dei suoi diretti responsabili. In concreto la nostra indagine ha individuato e particolareggiato queste attese, distinguendole dai risultati effettivamente ottenuti. Le veniamo a presentare nella tabella comparativa sottostante.
Tab. 6 – Risultati attesi dalle iniziative di partnership. Confronto tra Regioni (in percentuale)
Fonte: CED – Università Pontificia Salesiana 2003 (I totali di colonna superano il 100% perché erano ammesse più risposte)
L’ “obiettivo partecipazione” infatti non è finalizzato solo all’entrata dei genitori nella scuola, ma soprattutto a ciò che consegue a questa entrata in termini di ricaduta efficace. Si partecipa per fare qualche cosa, per realizzare degli obiettivi, per migliorare certe situazioni. Osserviamo così che la Regione E-R dalla partecipazione dei genitori si attende di migliorare lo sviluppo delle sinergie genitori/scuola (70,1%) in misura notevolmente superiore alle altre regioni lo fa soprattutto per migliorare le competenze genitoriali, offrendo delle occasioni di confronto (16,4%) affinché esse ricadano positivamente a beneficio del benessere psicofisico degli alunni (40,3%). L’attenzione alla città, alla sua conoscenza, sviluppando nei ragazzi il senso della “cittadinanza attiva” (23,9%), della solidarietà (9%) rispetto alla comunità, stimolandoli alla conoscenza del territorio (11,9%), alla mappatura/scoperta delle sue risorse (1,5%), a creare network con altri progetti territoriali sui giovani (3%) è un’altra delle attese che dimostrano i dirigenti scolastici, oltre a quella di provocare il territorio perché si faccia attento e sensibile ai problemi della scuola (23,9%), aprendo la scuola perché essa diventi nell’immaginario dei genitori un punto di riferimento valido e propositivo (3%).
Di fatto i risultati concretamente ottenuti, nelle dichiarazione dei promotori, sono abbastanza in linea con quelli attesi, pur vedendo cadere lungo il percorso certe mete, bisognose peraltro di una maggior sensibilizzazione sulla loro importanza, come appare dalla tabella che segue.
Tab. 7 – Risultati effettivamente raggiunti dalle iniziative di partnership. Confronto tra Regioni (in percentuale)
Fonte: CED – Università Pontificia Salesiana 2003 (I totali di colonna superano il 100% perché erano ammesse più risposte)
Quando la partecipazione dei genitori viene gestita in maniera adeguata, allora si raggiungono concretamente risultati molto incoraggianti non solo a livello di esecuzione, ma anche a livello di soddisfazione personale che costituisce il più efficace incentivo al miglioramento di ogni sinergia e collaborazione (59,7%) sia tra scuola e genitori, che tra scuola e territorio (47,8%). Ne abbiamo degli indicatori in quel cresciuto “gusto di fare insieme” (25,4%), che i genitori manifestano nella percezione di sentirsi sostenuti dalla scuola nei propri compiti relativi alla genitorialità (28,4%), di sentirsi oggetto di cura e di quell’attenzione, che fa migliorare le relazioni interpersonali (14,9%) e favorisce lo sviluppo delle proprie competenze educative dentro la famiglia (38,8%). Si constata inoltre un considerevole miglioramento della comunicazione anche tra le varie componenti della scuola al suo interno. Si sono infine ottenuti effetti positivi anche rispetto agli alunni, benché ciò non appaia in maniera evidente nella regione E-R. Tuttavia i risultati dell’indagine generale stanno a documentare un rinnovato interesse e desiderio degli studenti di coinvolgersi (24,6%), superando elementi di demotivazione (4,7%), aumentando il senso della propria autostima (15,2%), La partecipazione dei genitori nelle iniziative scolastiche dei figli (14,1%) viene a ricadere a beneficio degli alunni, perché essi scoprono la loro presenza e vicinanza, il loro coinvolgimento in una prospettiva diversa da quella consueta della famiglia. Inoltre li vedono inseriti con gli altri genitori in un contesto relazionale più ampio e nello stesso tempo più attento ai loro specifici bisogni di cultura e di relazione. Per una partecipazione dei genitori più efficace e soddisfacente Dalla nostra indagine sembra di poter individuare alcuni elementi critici di difficoltà, ma anche alcune risorse su cui far leva e potenziare. Ne diamo una sintetica raffigurazione nel prospetto sottostante
Ambiti nei quali si sono riscontrate le maggiori difficoltà: % E-R
Disinteresse dei genitori e loro scarsa partecipazione 24,6 26,9 Scarsità dei finanziamenti e difficili rapporti con enti pubblici 19,1 13,4 Mancanza di tempo da parte della scuola a sviluppare i progetti 12,0 6,0 Mancanza di tempo libero dei genitori 11,4 14,9 Responsabilizzazione dei genitori sui loro compiti educativi 10,3 10,4 Collaborazione nei progetti scarsa o formale degli insegnanti 5,9 6,0
Le risorse e i punti di forza positivi per il miglioramento della partnership:
Convinzione che la partnership genitori-scuola è risorsa per i figli 48,1 61,2 Scuola come luogo di incontro e di formazione per i genitori 34,6 31,3 Efficace metodologia di lavoro per il gruppo dirigente 34,6 32,8 Forti motivazioni ideali da entrambe le parti 29,0 50,7 Costruzione di un’ampia rete di collaborazioni sul territorio 26,4 19,4 Disponibilità enti locali e personale della scuola 17,3 14,9 Promozione di gruppi di auto-mutuo aiuto fra i genitori 14,7 26,9 Condivisione di valori umani forti:solidarietà, corresponsabilità 11,7 17,9 Indagini conoscitive sui bisogni del territorio, alunni e famiglie 10,6 4,5
Ricuperando in sintesi alcune delle proposte emerse dai soggetti regionali, possiamo osservare che: - la Lombardia sottolinea soprattutto la necessità di una buona metodologia di lavoro, di fare della scuola un luogo di incontro e di formazione, di valorizzare le indagini conoscitive; - l’Umbria e le Marche sembrano caratterizzarsi per la cura nel creare ampie e articolate reti di collaborazione; - l’Emilia-Romagna si orienta molto opportunamente a promuovere e sostenere la necessità di costruire solide convinzioni di pensiero circa il valore della partecipazione dei genitori, che non è soltanto una risorsa a vantaggio della scuola, ma soprattutto a beneficio della crescita umana e spirituale dell’alunno, che deve diventare sempre più il centro di attenzione di ogni istituto educativo. A tale scopo esprime l’urgenza di potenziare forti motivazioni ideali sia da parte della famiglia che da parte della scuola, alla ricerca di una profonda condivisione di valori umani forti come quelli della solidarietà, della corresponsabilità, della positività e della critica costruttiva. Per questo ritiene necessario stimolare, avviare e strutturare degli strumenti adeguati di intervento come, tra gli altri, la promozione di gruppi di auto-mutuo aiuto tra i genitori, la formazione dei docenti al dialogo con le famiglie. In questi processi la regione E-R è appoggiata dalle associazioni dei genitori, per le quali pure, i punti di maggior efficacia vanno posti nel promuovere e sostenere con un impegno più deciso la presenza di forti motivazioni e lo sviluppo di valori umani robusti, capaci di mobilitare genitori e insegnanti sui temi dell’educazione e della famiglia, da considerare come primo soggetto responsabile della formazione dei figli e perciò più bisognosa di sostegno da parte di tutti i soggetti sia politici che sociali, che dalla stessa scuola. La presenza poi delle associazioni di genitori nella scuola sarà anche di grande stimolo per un suo rinnovamento veramente radicale e per una maggiore responsabilizzazione degli stessi insegnanti. In sintesi, - partnership reale con le famiglie e loro partecipazione sinergica e responsabile; - disponibilità del territorio e reciprocità di collaborazione con la scuola; - metodologia didattica aperta all’innovazione; - sembrano le tre linee direttrici, “voci emergenti dal basso”, su cui si innescano le principali tendenze progettuali del mondo della scuola e della famiglia, che abbiamo analizzato e approfondito in questa indagine sul campo. Riflessioni prospettiche e conclusive Al termine di queste nostre riflessioni dobbiamo constatare che i dati dell’indagine ci dicono che è ancora molto il cammino da fare per il coinvolgimento e la partecipazione dei genitori nella scuola, ma si sa che le idee camminano con i piedi degli uomini e che quindi i processi si rinnovano con una certa gradualità e lentezza. Tutto ciò però non esime da ulteriori sforzi in questa direzione, con la consapevolezza che la strada imboccata non è un tunnel senza uscita, ma è aperta a soluzioni più soddisfacenti[3]. L’indagine ha evidenziato che i genitori riusciranno ad essere migliori ed efficace interlocutori dell’istituzione scolastica, quanto più saranno messi in grado di farlo. Per questo è urgente un adeguato sostegno alla famiglia e alla cosiddetta “genitorialità”, che non viene solo dalla scuola, ma che deve partire anche dalla scuola[4]. Lo studio di queste forme di cooperazione ha evidenziato anche altri effetti, che forse non erano ricercati primariamente ma che pure sono stati raggiunti, e cioè un’apertura al territorio e alle sue iniziative così da fare uscire la scuola da una sorta di isolamento ed autoreferenza. Gli spazi di intervento sono molto ampi, si tratta di percorrerli con una sempre migliore competenza, professionalità e coinvolgimento anche degli insegnanti, che, adeguatamente sostenuti nel loro sforzo didattico, potranno dare sviluppo con maggiore soddisfazione ed entusiasmo alle loro capacità educative e didattiche[5]. La scuola da sola non riuscirà nel suo compito educativo di istruzione e formazione se non realizzerà sempre meglio una cooperazione educativa con i genitori[6]. Occorre per questo superare una ancora diffusa propensione a considerare la famiglia come un “soggetto istituzionale debole”, chiamato ad adeguarsi alle decisioni assunte in ambito scolastico. Assistiamo tuttavia con soddisfazione all’emergere e allo svilupparsi di una forte corresponsabilità della famiglia nei diversi ambiti della vita sociale. E questo anche per merito dell’associazionismo dei genitori, cerniera che coniuga scuola e famiglia, educazione ed istruzione. La forza ideale dell’associazionismo in termini di motivazioni e di valori costituisce la garanzia migliore per l’efficacia di un rinnovato patto educativo “genitori e scuola”, sempre più atteso[7]. La cooperazione tra genitori e scuola è tanto più rilevante quanto più la scuola dell’autonomia è chiamata a costruire quella mappa di valori di base che ne sosterranno l’impianto educativo e formativo (POF) e ne definiranno le finalità e le strategie. Coerentemente con gli indirizzi della legge 53/2003 che all’art. si prefigge di “favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio della autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla costituzione…”[8]. [1] Il progetto è stato sviluppato da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti degli USR di Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, coordinato dall’Ing. Stefano Versari, dirigente tecnico presso l’USR Emilia Romagna. La ricerca relativa, limitata ad Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, è stata affidata all’Istituto di Sociologia dell’Università Salesiana di Roma che ne ha curato la codifica, la lettura dei dati e la stesura del rapporto finale, predisposto dal Prof. Renato Mion (ottobre 2003). [2] I confronti che faremo sono in rapporto con quelli della Lombardia (26,4%), delle Marche (29,0%) e dell’Umbria (24,9%). [3] J.L.Epstein, S.L.Dauber, Family-School Links: How do they affect educational outcomes?, in A. Booth, J. Dunn (Edd.), Family-School Links: How do they affect educational outcomes?, N.Y. Hillsdale, 1996, pp.361-377. [4] L. Corradini, I nessi tra famiglia e scuola e l’associazionismo familiare in campo scolastico, in P.Donati (Ed.) Terzo rapporto sulla famiglia in Italia, Milano, S.Paolo, 1993. [5] Per un’analisi più approfondita di queste dinamiche, cfr. P. DUSI, Da casa a scuola: la relazione genitori/insegnanti, in “La Famiglia”, 2003, n. 220, pp.37-46; A. Arazzi, Nuove prospettive e nuovo spirito del sistema educativo di fronte ai nuovi criteri di gestione della scuola, in AA.VV., La nuova scuola della partecipazione, Milano, Vita e Pensiero, 1975; L. PATI, Famiglia e scuola per l’educazione: dal partecipare al cooperare, in “La Famiglia”, 2001, n.205, pp,15-26; P. MEIRIEU, Vers un nouveau contrat parents-ensegignants, in F.DUBET (Ed.), Ecole-familles le malentendu, Paris, textuel, 1997, pp.79-100; V. IORI, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, Brescia, La Scuola, 1997. [6] R.Deslandes, Une visée partenariale dans les relations entre l’école et les familles : complémentarité de trois cadres conceptuels, in « La revue internationale de l’education familiale », Familles et école, 199, nn.1-2, pp. 31-49. [7] OCDE, Les parents partenaires de l’école, Paris, Ocde, 1997. [8] R.Pallascio, L.julien, G. Gosselin, Le partenariat en education. Pour mieux vivre ensemble!, Montreal,Edition Nouvelle, 1998; P. Dusi, Une coopération antinomique. Le cas italien, in “Revue Internationale d’Education” 2002, n.31, p.47; P. DE GIORGI et al. (2002), La cooperazione educativa della famiglia nella scuola cattolica/1, «La Famiglia», n. 212, pp. 29-38; IDEM, (2002), La cooperazione educativa della famiglia nella scuola cattolica/2, «La Famiglia», n. 213, pp. 18-29; S. Versari, P. De Giorgi. Nel sistema dell’autonomia delle istituzioni scolastiche: gli organi collegiali e la presenza educativa dei genitori, in AA.VV., Genitori oltre la partecipazione, Editrice La Scuola, Brescia, 2003, pp. 59-77. |
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