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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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6° Convegno Nazionale


12-13-14 ottobre 2001 a Riccione
6° Convegno Nazionale di Globalità dei Linguaggi

 

Università popolare di Bologna Comune di Riccione

Stefania Guerra lisi Assessorato Servizi Sociali

Disagio Giovanile

Patrocinio: Università di Bologna - D.A.M.S.

Università di Roma Tor Vergata

Università della Repubblica di San Marino

"ARTE E FOLLIA"  Un binomio classico rivisitato: Genio e Sregolatezza.Così è se vi pare": capacità umana di creare realtà alternative. ‘Arte efficace’: l’allucinazione è ‘imago-azione’ in grado estremo. Forma, norma, virtuosismo: ricerca dell’estremo, superamento del limite. Che è ciò che più affascina (incanta, allucina) l’essere umano. Forma, norma, difformità: sovversione degli ordini costituiti. Da cui: prezzo e riscatto della diversità. Esprimere, esternare emozioni (l’inconscio) allo stato puro, senza articolazioni razionali di discorsi o figure: l’arte non figurativa, il teatro non rappresentativo, la musica rischiano il sospetto e la censura, come le stereotipie degli autistici. La sofferenza dell’illuminato-allucinato (artista, mistico, profeta, folle) è quella di non essere creduto. L’estetico è anestetico. L’immaginazione (la dissociazione) può venire dalla sofferenza, ma di certo viene dall’insofferenza. Dissociazione: dall’esperienza individuale ai rituali alla messa in scena (transe, teatro). Arte di vivere: quando non si può più andare avanti, si può andare indietro. Valore autoterapeutico dell’Arte, aspetti autoterapeutici della Follia. La metamorfosi terapeutica: possedere, per non essere posseduti. 

Relazioni, mostre di "Art Brut" e incontri con gli autori, tavole rotonde documenti di esperienze.

L'Avv. Salvatore Nocera, alla esposizione dei lavori

I presenti:Stefania Guerra Lisi e Gino Stefani: Giorgio Antonucci, Eugenia Casini Ropa, Marcello Cesa Bianchi, la Cooperativa 'Sensibili alle Foglie', Piergiorgio Curti, Marco De Marinis, Duccio Demetrio, Fernando Dogana, Maurizio Fontanella, Giuliano Giaimis, Georges Lapassade, Giorgio Guidi, Ave Manservisi, Marco Margnelli, Claudio Meldolesi, Adolfo Petiziol, Boris Porena, Salvatore Sciarrino, Maria Teresa Torti, Camillo Valgimigli, Vittorio Volterra, Isp. Presutti, e tanti altri

Sede: Teatro del Mare, Via Don Minzoni, Riccione.

Il gran finale in spiaggia sulla Nave dei Folli.

La globalità dei linguaggi

La ‘globalità dei linguaggi’ è una disciplina dell’espressione e della comunicazione, a carattere teorico-pratico, con finalità di ricerca, formazione e terapia, ideata da Stefania Guerra Lisi a partire dal 1970 e presentata dall’autrice in una ormai lunga serie di libri. Il principio sul quale si fonda è la corporeità: elemento unificante di tutte le possibilità espressive.

 

CONFEDERAZIONE DELLE UNIVERSITA' POPOLARI ITALIANE

- Riconoscimento della personalità Giuridica da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e Tecnologica

- Socia dell'European Association for the Education of the Adults

- Inserita nell'Anagrafe Nazionale degli Enti di Ricerca

 


L'Università Popolare è una libera associazione che organizza corsi in varie discipline, aperti a tutti gli interessati senza alcuna discriminazione d'età, sesso, religione, idea politica o altro.
Compito dell'Università Popolare, è quello di creare un clima di socializzazione ed amicizia tra i soci favorendo la libera circolazione delle idee.


L'Università Popolare è anche il luogo dove studiosi, professionisti e cuitori qualificati di una materia trasmettono le loro conoscenze ad un più ampio pubblico.


Le Università Popolari esistono ìn Italia da più di un secolo. La prima fu fondata a Firenze nel 1884, seguì quella di Napoli nel 1889, e moltissime altre ancora. Esse erano libere associazioni che si prefiggevano la diffusione della cultura in quegli ambienti dove lo studio era, spesso, considerato un lusso.
Nel 1982 alcune di queste Università Popolari, risalenti al ceppo storico ed originale, formarono la Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane (CNUPI).

Nel 1991, il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica riconobbe alla CNUPI la personalità giuridica, tramite un decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Questo non soltanto attesta la bontà dei lavoro svolto dalle Università Popolari in molti decenni, ma serve ad orientare, con chiarezza, in un campo dell'associazionismo culturale talvolta inflazionato da iniziative più recenti e non sempre dotate di quelle finalità storiche.
Il mercato dei lavoro è sempre più esigente, e bisogna offrire risposte tempestive, differenziate ed efficaci. 1 corsi organizzati dall'Università Popolare permettono di dare delle risposte personalizzate ed immediate alle più varie esigenze.

 

 

Dipartimento di Discipline della Comunicazione e dell’Espressione

nella Globalita’ dei Linguaggi

Metodo Stefania Guerra Lisi

 

COMITATO SCIENTIFICO

ALVARO Prof. Franco, Docente di Attività Professionali, Università di Roma Tre; Dirigente Servizi Sociali Comune di Roma

BERTOLINI Prof. Piero, Docente di Pedagogia, Università di Bologna

CASINI ROPA Prof. Eugenia, Docente di Storia della danza, Università di Bologna

CESA BIANCHI Prof. Marcello, Direttore Istituto di Psicologia della Facoltà Medica, Università di Milano

CURTI Dott. Piergiorgio, Psicoterapeuta

DE ANNA Prof. Lucia, Docente di Pedagogia, Università Roma Tre

DE MARINIS Prof. Marco, Docente di Semiologia del Teatro, Università di Bologna

DEMETRIO Prof. Duccio, Docente di Pedagogia generale e di Pedagogia degli adulti, Università degli Studi di Milano Bicocca; Presidente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari

DOGANA Prof. Fernando, Direttore Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica di Milano

FAVORINI Prof. Annamaria, Docente di Pedagogia, Università Roma Tre

FONTANELLA Dott. Maurizio, Responsabile Dipartimento Disabili AULSS 12 Venezia

GABRIELSSON Prof. Alf, Docente di Psicologia, Università di Uppsala (Svezia)

GIAIMIS Dott. Giuliano, Psicoterapeuta

GIANNATTASIO Prof. Francesco, Docente di Etnomusicologia all’Università di Roma La

Sapienza, Direttore dell’Istituto di Studi Musicali Comparati della Fondazione Cini

GRASSELLI Prof. Bruna, Docente di Pedagogia, Università Roma Tre

GUERRA LISI Prof. Stefania, Docente di Tecniche della Comunicazione visiva, Università Roma Tre, ideatrice del Metodo della Globalità dei Linguaggi

HESS Prof. Rémy, Docente di Scienze dell’educazione, Université de Paris VIII

IMBERTY Prof. Michel, Docente di Psicologia, Rettore Université de Paris X

LAPASSADE Prof. Georges, Docente di Scienze dell’educazione, Université de Paris VIII

MARAGLIANO Prof. Roberto, Docente di Tecnologie dell’istruzione, Università Roma Tre

MELDOLESI Prof. Claudio, Docente di Drammaturgia, Università di Bologna

NOCERA Prof. Salvatore, Membro dell’Osservatorio Nazionale per l’Handicap, Vicepresidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (F.I.S.H.)

PALMONARI Dott. Augusto, Docente di Psicologia sociale, Università di Bologna

PETIZIOL Prof. Adolfo, Presidente della Società Internazionale di Psichiatria Sociale, Presidente della Società Europea di Psichiatria Sociale

RICCI BITTI Prof. Pio, Docente di Psicologia della salute, Università di Bologna

RUGGIERI Prof. Vezio, Docente di Psicofisiologia Clinica, Università di Roma La Sapienza, Artiterapeuta

RUUD Prof. Even, Docente di Musicologia, Università di Oslo (Norvegia); Docente di Musicoterapia, State Academy of Music, Oslo

SCABIA Giuliano, regista, scrittore, Docente di Drammaturgia, Università di Bologna

SCIARRINO M° Salvatore, compositore

SERRA Prof. Alessandro, Docente di Psicologia dell’Arte, Università di Bologna

STEFANI Prof. Gino, Docente di Semiologia della musica e di Metodologia dell’educazione musicale, Università di Bologna e Università di Roma Tor Vergata; Presidente dell’U.P.B. STEGL

TARASTI Prof. Eero, Docente di Musicologia, Università di Helsinki; Direttore dell’International Semiotic Institute (ISI), Imatra (Finlandia)

TORTI Prof. Maria Teresa, Docente di Sociologia, Università di Genova

VALGIMIGLI Prof. Camillo, Docente di Psicogeriatria, Università di Modena e Reggio Emilia

VERRIENTI Prof. Pasquale, Direttore Clinica ‘Villa Verde’ di Lecce

VIOLI Prof. Patrizia, Docente di Semiotica, Università di Bologna; Direttore del Dipartimento Studi Semiotici e Cognitivi, Università RSM

VOLTERRA Prof. Vittorio, Direttore dell’Istituto di Psichiatria, Università di Bologna

ZIINO Prof. Agostino, Presidente corso di laurea DAMS, Università di Roma Tor Vergata

 

DIRETTORE

Stefania GUERRA LISI, Docente di Tecniche della Comunicazione visiva, Università di Roma Tre, ideatrice del Metodo della Globalità dei Linguaggi

 

SEGRETERIA

Via Porrettana 466 - 40033 Casalecchio di Reno – Tel/fax 051.577 605 –

e-mail: stefani@muspe.unibo.it – www.centrogld.org

 

 

 

Gino Stefani e Salvatore Nocera, nel suo intervento al Convegno

I libri presentati:

COMA/COMUNICAZIONE

S. Guerra Lisi, a cura di, Ed. Capone, Lecce 2001

 

Quella che qui presentiamo, con il sussidio documentario di un video, è una ricerca sperimentale sul coma in corso da vari anni presso la clinica Villa Verde di Lecce. L’approccio al coma qui seguito è quello della MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo Stefania Guerra Lisi, di cui ha sede a Villa Verde una Scuola.

Tale approccio si fonda su stimolazioni plurisensoriali, considerando - aldilà dello stato di coscienza - il Corpo-Memoria del paziente depositario di imprinting universali e di stratificate immagini di tutti i sensi, interconnesse affettivamente, riattivabili in una "rimessa in gioco" psicofisica attiva verso stimolazioni combinate, che tengono conto delle fasi evolutive onto-filogenetiche e della storia della Persona: un "ri-uscire" che è al tempo stesso, grazie anche all'equipe e alla Scuola, una riintegrazione sociale.

Il volume si compone di tre parti. La prima esplicita la filosofia e il metodo della MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi, con le varie pratiche psico-riabilitative; la seconda presenta un approccio generale al risveglio dal coma in un'ottica neurofisiologica; la terza riporta la descrizione di alcuni casi dei 52 trattati con questo metodo. Rivolto primariamente agli addetti ai lavori, questo testo sviluppa un’indagine profonda e originale sui potenziali umani comuni, e pertanto risulta di largo interesse terapeutico-pedagogico e in generale nei campi della comunicazione e dell’espressione.

 

I QUATTRO ELEMENTI NELLA GLOBALITA' DEI LINGUAGGI

S.Guerra Lisi - G.Stefani

 

In principio…

Sappiamo tutti che approfondendo la costituzione dell'Essere umano si trovano energie, materie e strutture comuni alla costituzione del mondo animale, vegetale, minerale. Così, per questa via è ragionevole pensare di capire meglio l'uomo, aldilà di ogni differenza, e vivere meglio in armonia con il cosmo.

Su questa via, una lunga storia atropo-culturale è venuta elaborando una visione lettura del mondo secondo una serie di archetipi cosmici i 4 Elementi: Aria, Acqua, Terra, Fuoco.

I 4 Elementi costituiscono un modello organico, un insieme sistemico di categorie; in quanto tale, questo modello ha le premesse per dimostrarsi uno strumento interpretativo comprensivo, organizzatore, potente. Inoltre, i 4 Elementi descrivono l'esperienza del mondo quale si presenta al nostro corpo sensoriale. Per cui, in quanto elaborato su misura dei nostri sensi, questo modello conoscitivo è uno strumento non riservato a pochi specialisti, ma appropriabile da una competenza comune, a fini comuni di conoscenza e operatività.

Allargando il nostro orizzonte umanistico, una prospettiva fondata su archetipi cosmici promette aiuti per interpretare non solo i comportamenti quotidiani, ma anche quelli artistici; a questo ci invitano tante poetiche, opere, esperienze artistiche dove, come vedremo, i riferimenti alla natura sono ineludibili e fondamentali.

 

 

Tradizione culturale antica e profonda, e tuttora viva nell'esperienza comune, la visione del mondo secondo i 4 Elementi (Aria, Acqua, Terra, Fuoco) viene in questo libro rivisitata nell'ottica della Globalità dei Linguaggi.

L'idea di partenza è che anche noi, esseri umani, siamo fatti della stessa materia e delle stesse leggi dell'universo.

Ne consegue la proposta - ardua e ambiziosa, ma suggestiva e promettente - di interpretare in modo unitario attraverso gli Elementi, i caratteri e comportamenti umani, in specie comunicativi ed espressivi, da quelli quotidiani e comuni a quelli più straordinari delle espressioni artistiche, ai comportamenti cosiddetti <<insensati>>.

I Preludi iniziali aprono un ventaglio di prospettive generali. Di ciascuno Elemento segue poi una trattazione articolata. Anzitutto un modello descrittivo sintetico che costituisce la chiave di lettura, l'interfaccia, il codice con cui leggere in simultaneità le diverse realtà di natura e cultura osservate, poi esempi significativi di comportamenti, personaggi, espressioni artistiche. Un consistente capitolo è quindi dedicato alla Metamorfosi, processo e concetto importante sia per l'osservazione come l'operatività.

Infine,un ampio ventaglio di Percorsi sviluppa esplorazioni e documenta esperienze su temi, situazioni, personaggi che vanno dalla scuola dell'infanzia all'arte d'avanguardia, da Leonardo ai fumetti, dal mondo dell'Handicap alla musica techno.

Il volume si propone come un'interessante lettura e occasione di autocoscienza per un vasto e vario pubblico, nonché come un originale strumento formativo per insegnanti di discipline espressive verbali e non verbali 8in particolare dove si mira all'integrazione), per professori e studenti di discipline umanistiche (lettere, arti, comunicazione, antropologia, psicologia, scienze dell'educazione); infine per educatori, animatori, personale psico-pedagogico e terapeutico, operatori dei servizi sociali

 

 

Altre pubblicazioni

PROGETTO PERSONA

S. Guerra Lisi, a cura di, Ed. Armando, Roma 2000

 

Questo libro è il compendio di una ricerca-azione di circa trent'anni di operatività scientifica, pedagogica, formativa, terapeutica in una disciplina della comunicazione e dell’espressione - la Globalita dei Linguaggi - che ha coinvolto, oltre a migliaia di persone, varie Istituzioni ed Enti educativi e socio-sanitari, nonchè le Università di Roma e Bologna.

Il punto di partenza e obiettivo politico è stato lo slogan, formulato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: "From cure to care", dal curare all’aver cura: un processo, questo, dove si evidenzia la continuità pedagogicoterapeutica delle cure sociali rivolte non alle malattie fisiche o psichiche, ma all'Uomo.

In questo senso il Progetto Persona abbraccia gli obiettivi dell'Educazione c della Rieducazione, della Prevenzione c della Riabilitazione dalla prima infanzia in poi, la trasformazione dall’assistenza alla qualità della vita degli handicappati gravi e degli anziani, gli interventi terapeutici per i tossicodipendenti, i malati terminali, fino agli stati di coma.

Tutto questo, nel presente volume, è documentato con esperienze realizzate in tanti e diversi contesti, e supportato da riflessioni teoriche e indicazioni metodologiche.

Perciò questo libro è un contributo basilare alla formazione di tanti operatori nel sociale: insegnanti, educatori, animatori, tecnici della riabilitazione, psicologi e psicopedagogisti, terapeuti.

Interpella e coinvolge anche le famiglie e le stesse Persone con problemi, mirando a una coscientizzazione in ciascuna dei propri talenti di comunicazione ed espressione, e soprattutto del naturale destino di crescita e maturazione.

 

 

SINESTESIA: ARTI TERAPIA
S. Guerra Lisi - G. Stefani (Ed. Clueb) 1999

Atti del III° Convegno Nazionale GdL, Riccione 1998

 

Perché Dante può dire che un luogo è "d’ogni luce muto?" Perché i colori, o anche i suoni, sono ‘caldi’ o ‘freddi’? Perché ‘brillante’ si può dire di un minerale, di un’idea, di un pezzo di musica, di uno stile di vita? Che cos’è precisamente, un’esperienza psichedelica? Qual è il ruolo della sinestesia nell’esperienza artistica? Perché uno psicotico si esprime con certe stereotipie sonore? Come pensare un museo per non vedenti? E finalmente, che relazioni intercorrono fra i vari sensi dell’uomo?

A queste e simili domande cercano di rispondere, in questo libro, artisti e studiosi di varie discipline: le arti e l’estetica, la psicologia, la psicofisiologia, la psicoterapia, la pedagogia. Tra loro i nomi di Pignotti, Casini Ropa, De Marinis, Frascà, Salvtore, Stefani, Giuffredi, Curti, Bolognese, Marganelli, Lapassade, Guerra Lisi, Ruggieri, Curti, Giaimis e altri. Il collante fra queste diversità è la Globalità dei Linguaggi, disciplina della comunicazione e dell’espressione finalizzata all’integrazione.

Per le molteplici valenze della teoria-guida e gli ampi orizzonti percorsi dall’indagine, dal quotidiano allo specialistico, il volume si presta come un testo di lettura interessante per un vasto pubblico, nonché come originale strumento di formazione per insegnanti di discipline espressive verbali e non verbali in scuole di ogni ordine e grado; per studenti e docenti di discipline umanistiche (lettere, arti, psicologia, scienze dell’educazione); per educatori, animatori, assistenti di comunità, personale sanitario

 

 

DAL GREMBO MATERNO AL GREMBO SOCIALE
S. Guerra Lisi - L. Bianchini (Ed. Berti) 1999

 

Se il grembo materno è il luogo naturale dell’accoglienza benigna. amorosa, nutrice alla vita, è compito di tutti, della famiglia, della scuola, degli educatori, degli operatori sociosanitari, creare una continuazione a questa accoglienza in un grembo sociale. Accoglienza più esigente, e perciò anche più ricca di buoni frutti, quando l’essere umano porta diversità.

Nella prima parte di questo libro Stefania Guerra Lisi delinea i principi di fondo della Globalità dei Linguaggi (GdL) come metodologia dell’integrazione, e il percorso che conduce dal grembo materno al grembo sociale.

In seguiti viene descritta l’esperienza realizzata dall’Associazione AS.SO.FA di Piacenza impegnata con portatori di handicap ad applicare, con la supervisione di S.Guerra Lisi, la metodologia della GdL per favorire la promozione della persona e la valorizzazione dei potenziali umani degli handicappati anche gravi. In particolare Lucia Bianchini, diplomata nella GdL descrive il percorso fatto con tre ragazzi insieme ai genitori e i volontari dell’Associazione, e una esperienza creativa che ha coinvolto anche la comunità locale.

Il libro è rivolto a tutti, specialmente a tutti i protagonisti dell’esperienza di vita intorno alle persone con sofferenze e problemi particolari, e a queste stesse persone.

 

 

GLI STILI PRENATALI NELLE ARTI E NELLA VITA
S. Guerra Lisi - G. Stefani (Ed. Clueb) 1999


Il presente volume presenta una teoria degli ‘stili espressivi’ fondata sulle fasi di sviluppo della vita prenatale, che con i suoi archetipi universali e imprinting individuali lascia tracce profonde e incancellabili in tutta la vita umana, tracce che emergono con evidenza particolare nelle espressioni artistiche e nei comportamenti ‘insensati’ in persone con handicap anche gravi. Questa visione è inscritta nella ‘Globalità dei Linguaggi’, disciplina ideata da Stefania Guerra Lisi. In apertura, gli orizzonti di riferimento della ricerca (Preludi). Segue la presentazione dei sette Stili individuati (Modelli) e, per ciascuno, occorrenze significative in diverse espressioni d’arte – figurative e plastiche, architettura, poesia, musica, teatro, danza – di varie culture ed epoche. Una terza sezione (Percorsi) raccoglie ulteriori interpretazioni di autori ed opere che attraversano più Stili, e letture di vari processi, comportamenti ed espressioni, sempre secondo i modelli elaborati. Per le molteplici valenze della teoria-guida e gli ampi orizzonti percorsi dall’indagine, dal quotidiano allo specialistico, il libro si rivolge a un vasto e vario pubblico. In particolare si propone come originale strumento di formazione per insegnanti di discipline espressive verbali e non verbali nella scuola di base, per docenti e studenti di discipline umanistiche (lettere, arti, psicologia, scienze dell’educazione), per educatori, animatori, assistenti di comunità e personale sanitario.

 

 

MUSICOTERAPIA NELLA GLOBALITÀ DEI LINGUAGGI.

S. Guerra Lisi - G. Stefani - A. Balzan - R. Burchi - G. Parrini (Ed. Borla) 1998


Questo libro è anzitutto il risultato convergente di esperienze, ricerche e attività formative, in un arco di trent’anni, di Stefania Guerra Lisi e Gino Stefani. Partiti entrambi da un’esperienza e formazione artistica, rispettivamente nelle arti figurative e in musica, passando attraverso attività di insegnamento, animazione, educazione e terapia, hanno in comune la passione della ricerca, e poi le motivazioni e finalità: valorizzazione dei potenziali umani, dell’arte di vivere, della animazione e cura delle persone e dei gruppi mediante la musica; e questo non in un’ottica di operatività puramente personale, ma con un intento di politica sociale, per cambiare i servizi e le istituzioni culturali, educative, sociosanitarie. In percorsi e scambi complementari, al DAMS di Bologna e soprattutto nei corsi di Musicoterapia di Assisi, è venuta così maturando la prospettiva di "Musicoterapia nella Globalità dei Linguaggi" che ora proponiamo. Una prospettiva teorica e metodologica originale, ma socialmente condivisibile, applicabile, efficace. Lo testimoniano con appropriazioni e competenze personali, i tre contributi di Alessandro Balzan, Raffaele Burchi e Graziano Parrini, su esperienze realizzate in centri per handicappati gravi, ma con analisi e riflessioni che estendono la portata di questa operatività a vari ambiti socioeducativi

 

 

L’INTEGRAZIONE: NUOVO MODELLO DI SVILUPPO

(Atti del II° Convegno Nazionale GdL)

a cura di S. Guerra Lisi - G. Stefani (Ed. Borla) 1998


"Integrazione" come "fare integro" non solo l’individuo persona ma insieme, necessariamente, anche il corpo sociale. Un progetto che porta a vedere insieme i nessi, oltre che tra la famiglia e le istituzioni, tra tutte le dimensioni del vivere.Perciò questo libro raccoglie contributi molteplici provenienti da varie esperienze e competenze e consapevolmente convergenti in "un nuovo modello di sviluppo": perché crediamo che anche per agire localmente occorre pensare globalmente. In una prima sezione troviamo, accanto alla testimonianza appassionata e longimirante di un Don Oreste Benzi, riflessioni antropologiche psicofisiologiche sui potenziali umani (G. Lapassade, V. Ruggeri) in particolari quelli espressivi e comunicativi (P. Ricci Bitti, N. Frascà), e varie analisi dei rapporti tra sviluppo ed emarginazione (N. Salio), tra cultura etnocentrica e differenze (P. Miguel, G. Stefani), tra le componenti conflittuali di "grembo" e "violenza" insiti nelle religioni (A. Chieregatti).
Una seconda sezione del libro è specificamente rivolta al mondo della scuola, con temi come il disabile portatore di culturavalutazione/valorizzazione, potere e cooperazione, formazione per l’integrazione, la legislazione scolastica sull’handicap (C. Imprudente, F. Ferrari, S. Fasoli, P. Marcon, S. Guerra Lisi, S. Nocera).

Una terza sezione, che interessa particolarmente educatori, operatori sociosanitari e amministratori, tratta dei rapporti tra istituzioni e iniziativa di base, con analisi, esperienze, proposte sull’iniziativa possibile ai cittadini, al volontariato, tra scuola ed extrascuola, per gli anziani, per la formazione permanente (R. Granata, P. Impara, M. Scassellati Galetti, G. Bianchini, S. Guerra Lisi). Con la descrizione delle esperienze dei laboratori creativi realizzati al 2° Convegno Nazionale della Globalità dei Linguaggi si conclude questo volume, che del Convegno contiene gli atti.

 

VIAGGIO NEL RITARDO MENTALE

S. Guerra Lisi - G. La Malfa, G. Masi (Ed. del Cerro) 1997

La persona con Ritardo Mentale rappresenta un vero e proprio "universo", con la commistione di soggettività, fattori biologici, fattori psicologici e sociali. Viaggio nel ritardo mentale si rivolge sia allo specialista del settore, sia a chi si avvicina per la prima volta a questo "universo", proponendo una visione integrata dei diversi aspetti, come stimolo per un personale "viaggio" del lettore stesso.

 

CONTINUITÀ 1
Sulla terra l’uomo lascia tracce di sé
S. Guerra Lisi (Ed. Borla) 1997


In questa società che nega la felicità degli adulti e non esita a negare i bambini, noi proponiamo questo metodo di lavoro fondato sul "principio di piacere" come unica vera motivazione alla crescita. Questa tendenza così naturale, se inibita, può condizionare permanentemente la libertà espressiva dell’individuo e della società. Per questo l’impegno psico-pedagogico al recupero del piacere va inteso come sintesi di un impegno professionale e politico contro quanti non colgono fino in fondo la portata culturalmente innovativa dei servizi per la prima infanzia.

La prevenzione del disadattamento infantile è il primo, indispensabile passo, verso la prevenzione del disadattamento giovanile: la politica degli asili nido risolve in prospettiva i problemi dell’emarginazione, della tossicodipendenza, dell’igiene mentale…effetti di una incapacità-impossibilità espressiva, in pratica, di una mancata realizzazione dell’individuo. Non è può rimandabile una pianificazione della gioia espressiva, quando si è raggiunta la consapevolezza della sottile repressione dell’uomo che inizia con la repressione del bambino.

Per questo, la presenza di linguaggi del corpo, il loro riscatto da posizioni di marginalità collegate ai soli momenti lucidi, il riconoscimento delle loro valenze espressivo-comunicative, il loro rapporto di interdipendenza coi processi dell’apprendimento, costituiscono le ipotesi di lavoro di questa esperienza con i bambini.

 

 

SINESTESIARTI
S. Guerra Lisi (Ed. Fuori Thema) 1997


Conoscere e ancor più assaporare con il corpo i vissuti che consentono lo ‘sviluppo dell’avviluppo’ dei potenziali umani. Al centro è il senso estetico, la capacità di sentire secondo un codice ‘emo-tonico-fonico’, acquisito nel grembo materno, bagaglio psicofisico inesauribile, origine di archetipi e simboli inconsciamente attivi, che accomuna le diversità umane e fa emergere delle costanti espressive nel Bambino, nell’Handicappato, nell’Artista. Elemento unificante è la sinestesia, qui elaborata secondo la teoria-metodologia della Globalità dei Linguaggi.

In questa luce si muove la presente osservazione-ricerca-proposta operativa, che coinvolge in modo radicale tutte le espressioni artistiche.

 

 

IN PRINCIPIO ERA IL CORPO
Atti del I Convegno Nazionale GdL
S. Guerra Lisi (Ed. Fuori Thema) 1996

Conoscere e ancor più assaporare con il corpo i vissuti che consentono lo ‘sviluppo dell’avviluppo’ dei potenziali umani. Al centro è il senso estetico, la capacità di sentire secondo un codice ‘emo-tono-fonico’, acquisito nel grembo materno, bagaglio psicofisico inesauribile, origine di archetipi e simboli inconsciamente attivi, che accomuna le diversità umane e fa emergere delle costanti espressive ne bambino, nell’handicappato, nell’Artista. Elemento unificante è la sinestesia, qui elaborata secondo la teoria-metodologica della Globalità dei Linguaggi.

In questa luce si muove la presente osservazione-ricerca-proposta operativa, che coinvolge in modo radicale tutte le espressioni artistiche. Dall’esplorazione dei potenziali umani alle pratiche artistiche, alle tecniche multimediali, per l’integrazione, lo sviluppo della persona, per aiutare i formatori a dar senso ai comportamenti insensati e studiare percorsi dall’emergenza alla qualità per centri, istituzioni e comunità. Nel presente volume, contributi a questi temi provengono da psicologi e psicoanalisti, pedagogisti e artisti, responsabili di istituzioni e terapeuti, educatori e animatori. Sono riflessioni, testimonianze, racconti e documenti di esperienze, relazioni di gruppi di studio e laboratori creativi nell’ottica della Globalità dei Linguaggi. Con illustrazioni che danno il tocco finale al sapore di un incontro sfociato in un evento in cui, veramente, ‘in principio era il corpo’.

 

LA TRANS-FORMAZIONE POSSIBILE

S. Guerra Lisi - M.A. Giusti - P. Ciabatti (Ed. del Cerro) 1996


In questo libro "l’alleanza terapeutica", che intreccia due metodi centrati sulla comunicazione dimostra la possibilità di metamorfosi positiva anche nei soggetti definiti gravi e soprattutto non collaboranti.

Questo obiettivo è raggiungibile per l’Educatore (genitore, tecnico della riabilitazione, psicoterapeuta, musico-arterapeuta, insegnante…), se matura il convincimento che sia giusto considerare "arte di vivere" quelle inusitate strategie di convivenza (stereotipie, sensorismi, stili, e gusti personali) che caratterizzano spesso il comportamento di soggetti particolari. Si tratta di valutare ogni forma di comunicazione secondo il metodo della "globalità dei linguaggi" e dell’ "Analisi Transazionale". Sarà così possibile che il soggetto, pur limitato e disturbato, abbandonando la strada della rinuncia e della chiusura, apra le porte della "fortezza vuota", per cominciare a credere – finalmente – in una trasformazione positiva. L’essere umano, anche se gravemente compromesso, non perde il naturale bisogno di arricchire la propria bellezza interiore comunicandola agli altri con tutti i linguaggi che possiede. "…In questo caso Narciso non dice più: ‘mi amo così come sono’ ma ‘sono così come mi amo’ (G.Bachelard).

 

CONTINUITÀ 2

S. Guerra Lisi - R. Aristei - S. Martinelli (Ed. Borla) 1992


…Continuità…è la proposta pedagogica del riconoscimento e rispetto del livello di partenza di ciascun Bambino, che si evolve in una cultura delle differenze nella scuola di tutti.

Il Corpo, come elemento differenziato e comune, è la base di una effettiva socializzazione ed è occasione per uno sviluppo unitario ma articolato e ricco di funzioni, conoscenze, associazioni sinestesiche,fra sé e il mondo, come propedeutica ad una sociocultura umanistico-scientifica, interdisciplinare.

In tal senso si delineano due possibilità in questa impostazione metodologica nella "globalità dei linguaggi", che informa tutto il percorso didattico dimostrandone l’applicabilità: - Il sapere come vissuto della realtà che comporta conquista, sistemazione e trasformazione attiva, in contrapposizione alla passività del sapere indotto con la parola.

- Il comunicare nel riconoscimento della possibilità corporea globale con tutti i linguaggi, con sviluppo della fiducia nella propria facoltà di espressione.

- Queste due possibilità corrispondono ai due fattori determinanti le fasi di integrazione psichica dell’individuo, agendo all’interno, nell’organizzazione funzionale del pensiero, all’esterno nell’adattamento intenso come accomodamento e assimilazione, in una gioiosa creatività.

 

IL RACCONTO DEL CORPO

S. Guerra Lisi (Ed. Borla) 1992


"Questa pubblicazione documenta il percorso "La Globalità dei Linguaggi" che Stefania Guerra Lisi ha effettuato in alcune scuole dell’infanzia della Provincia Autonoma di Trento, nell’ambito del progetto di aggiornamento realizzato nell’anno scolastico 1991/1992. L’attività formativa richiesta da un gruppo di insegnanti che avevano manifestato l’esigenza di appropriarsi sempre più delle capacità di ascoltare e osservare i bambini, di mettersi in relazione sapendo leggere ed interpretare i bisogni che essi manifestano, ha rappresentato il tentativo di utilizzare corpo, gesto, emozione, voce, suono, spazio, colore, immagine, movimento e segno grafico come mezzi di comunicazione attraverso cui realizzare il rapporto educativo col bambino. La "Globalità dei Linguaggi" della formatrice Stefania Guerra Lisi ha saputo dare una risposta a questa esigenza, a partire dalla valorizzazione delle memorie del corpo del bambino nella riacquisizione psico-motoria della propria storia, intesa come base del processo della conoscenza e della realizzazione di sé. Con l’intento di trovare e sperimentare modi anche non verbali del fare esperienza insieme, l’esperta ha offerto stimoli all’integrazione scolastica di bambini con handicap nel contesto di una proposta educativa centrata sulla valorizzazione dell’originalità di ciascun bambino. Importanza particolare, nella proposta di Stefania Guerra Lisi è stata riservata alla ricerca di collegamento Scuola-Famiglia allo scopo di discutere le esigenze evolutive dei bambini, per una opportuna condivisione di obiettivi, di esperienze idonee a favorire nel bambino la costruzione della propria identità…"

TARCISIO GRANDI

 

RI-USCIRE
S. Guerra Lisi (Ed. Borla) 1991


Questo libro propone una filosofia delle "risorse umane" implicita in proposte metodologiche a struttura aperta, da trasformare in un ascolto costante dei bisogni e delle proposte psico-corporee anche di soggetti gravemente handicappati. Partendo da presupposti culturali interdisciplinari: antropologici, psicologici ed espressivo-comunicativi che rielaborano le sue esperienze di studio e sperimentazione in campo educativo e riabilitativo, dimostra la possibilità di lettura dell’Uomo anche in casi di totale crisi comunicativa. Il punto di partenza è il corpo ed il suo movimento, dai "moti dell’animo" alla psicomotricità, che avvicinano nel contenitore ideale rassicurante della "Pallestra", il bambino di asilo nido all’adulto in regressione, stimolando efficacemente in entrambi l’accomodamento, la strutturazione continua di Sé nello spazio e nel tempo. La sinestesia, così sottilmente presente nella associazione tra forme, colori, suoni, azioni, propria del "metodo della globalità dei linguaggi" è qui usata per ristabilire l’adesione e il dialogo con la realtà di chi sembra esserne fuori ed è la condizione stessa, dell’universalità dell’arte e "dell’arte del vivere" dell’Uomo nonostante tutto. STEFANIA GUERRA LISI, già docente di Disegno e Storia dell’Arte, è ideatrice del "Metodo della Globalità dei Linguaggi" applicato in campo terapeutico-riabilitativo anche con handicappati psicofisici gravi e in campo pedagogico per l’integrazione degli stessi. Svolge corsi di formazione per il M.P.I., di psicomotricità per la S.F.E.S., dell’Università La Sapienza di Roma ed altre Università e presso la Pro Civitate Christiana di Assisi, con la docenza nel Corso di Musicoterapia.

 

COME NON SPEZZARE IL FILO

S. Guerra Lisi (Ed. Borla) 1990


"Questo libro è l’indicazione continua di come si possa vivere, nella ricerca quotidiana, l’impegno di accettazione del deficit e di riduzione degli handicap. Non dico accettazione come una gioia o un atto di volontà semplice. Al contrario: può essere la fatica di tutta una vita, e anche di più vite, di più individui. Ma è la fatica nella giusta direzione. Come è nella giusta direzione la ricerca, anch’essa faticosa, di riduzione dell’handicap. Due caratteristiche sono, a mio avviso, davvero notevoli e importanti in questo libro, che è nato nell’esperienza. La prima riguarda la dimensione estetica; e la seconda l’integrazione attiva delle azioni comunicative…La strada che questo libro indica – richiamando gli altri straordinari libri di Stefania Guerra Lisi – è nel senso dell’integrazione di atti comunicativi non verbali con linguaggio verbale. I due elementi non sono nello stesso individuo, ed è quindi necessario che vi sia un’integrazione dinamica fra diversi individui. In ciò sta anche la qualità professionale e la bravura degli operatori pedagogici che hanno vissuto l’esperienza… L’esperienza da cui il libro nasce è quella di due centri per aduli handicappati gravi. Due piccoli centri, aperti tutti i giorni, in cui le persone handicappate e gli operatori passano la giornata…
Questo libro ci fa capire che la realizzazione dell’integrazione non dipende unicamente dalle possibilità di un soggetto di partecipare pienamente alla vita sociale di una comunità; ma anche dal progetto che è capace di integrarne le "tracce", di dare un senso più ampio e appunto integrato alla sua presenza. E’ un punto delicato perché il termine integrazione rischia di essere banalizzato. Ma il libro lo riscatta e permette di scoprirne una nuova e più ampia e ricca proposta". (ANDREA CANEVARO)

 

IL METODO DELLA GLOBALITÀ DEI LINGUAGGI

S. Guerra Lisi (Ed. Borla) 1987


"Questo libro di Stefania Guerra Lisi contiene una sfida. Proponendoci un coraggioso messaggio pedagogico-didattico concernente l’integrazione, si contrappone, infatti, all’orientamento specialistico e scisso della cultura dominante e delle prassi educative e rieducative che da essa scaturiscono. Tale integrazione, per Stefania Guerra Lisi, non può che fondarsi sulla globalità dei linguaggi – che è pure una globalità dei saperi – in virtù dei quali favorire la maturazione armonica del bambino, sia esso portatore di handicap o che si appresti, da sano, ad affrontare l’avventura della crescita…Stefania Guerra Lisi torna a parlarci con convinzione delle straordinarie potenzialità espressive del corpo che sono da intendere dunque come linguaggio.
Ma dove c’è linguaggio non ci sono solo segni ma anche simboli. E’ questo che ci fa affermare che "il mio corpo è il mio simbolo" e ci fa riconoscere che "se non sono altro dal mio corpo, non sono però soltanto il mio corpo". In virtù di tale continuo trascendimento, cui sopra si alludeva, si realizza quella pienezza di vita che è integrazione non per giustapposizione meccanica di parti ma per scambio vitale di esse.

Questo è il traguardo che il libro intende condurci. Per tale ragione non possiamo rivolgerci al testo come a un formulario o a una guida da consultare al bisogno. Esso va studiato, assimilato e quindi dimenticato. Solo se, dopo averlo attraversato, saremo in grado di attingere alla globalità dei linguaggi aprendoci all’inesauribile ricchezza del simbolico in un recupero di creatività personale, la fatica di Stefania Guerra Lisi non sarà stata vana". (CARLO BRUTTI – RITA PARLANI)

 

L'INTEGRAZIONE INTERDISCIPLINARE DELL’HANDICAPPATO

S. Guerra Lisi (Ed. Il Pensiero Scientifico) 1983


Fine del libro è incoraggiare gli insegnanti a svolgere i programmi, e non a rinunciarvi, in funzione dell’integrazione e dei nuovi principi psicopedagogici, riconoscendo che "cultura" è essenzialmente un fenomeno multi- e interdisciplinare che deve sempre di più travalicare la separazione per materie e la differenziazione per classi, poiché, come crediamo di aver dimostrato, la stessa esperienza può essere occasione di approfondimenti sempre più elaborati secondo l’età e le esigenze degli allievi, purché si parta da un vissuto personale. Di proposito non abbiamo accentuato la separazione fra una situazione descritta e l’altra perché il messaggio che vogliamo trasmettere è che a scuola, nella scuola materna come nella media superiore, nei centri ricreativi…gli elementi che agiscono sull’individuo motivandolo culturalmente, sono quelli legati al coinvolgimento percettivo, e il ruolo dell’insegnante in tutti questi casi, è comunque quello di stimolare delle sicurezze (e non delle insicurezze) espressive personali, come presupposto dell’apprendere attivamente, sviluppando il senso critico di sé e della realtà. Una reale integrazione dell’handicappato è possibile solo se tutte le componenti della scuola si "integrano". Il metodo della globalità dei linguaggi in chiave psico-pedagogica può facilitare le interrelazioni tra materie e favorire, ricavandone una lettura più profonda dei comportamenti, le occasioni espressive di questa nuova "scuola del fare", che qui proponiamo.

 

COMUNICAZIONE ED ESPRESSIONE NELLA GLOBALITÀ DEI LINGUAGGI

S. Guerra Lisi (Ed. Il Ventaglio) 1980


È l’elaborazione teorica di un’intensa attività di ricerca e sperimentazione che l’A. svolge da molti anni a questa parte nella pratica educativa. Il tema del volume è l’individuazione e la riscoperta dei mezzi di comunicazione diversi dalla parola, in una società massificata da una cultura verbale e concettualizzata. L’intento dell’A. – peraltro ben riuscito – è quello di valorizzare ogni altra forma di espressione, da quella sensoria (cromatica, sonora) a quella motoria (gestuale mimica) a quella corporea e plastica, alla vibrazione vocale, al movimento vibrato del corpo.

L’espressione totale consente così, anche a chi abbia difficoltà di linguaggio verbale di entrare "corporeamente" in comunicazione personale e perciò creativa. Educarsi alla globalità dei linguaggi – come momento del più generale processo di autoeducazione – significa percepire intensamente le proprie possibilità espressive; percepire sé (il proprio sé corporeo), ma anche l’altro, il "normale" e il "diverso", significa capire il diverso da sé, accettarlo con le sue caratteristiche. Il fatto di entrare in comunicazione globale con l’altro riduce le cause del disadattamento sociale perché consente all’individuo di esprimersi ciascuno secondo la propria potenzialità senso-corporale e i propri ritmi sincronizzati. "Vivere è tracciare nel moto", scrive l’A., "noi siamo il corpo-traccia": il corpo è la storia, il nostro vissuto, tradotto in quella "forma vivente" che è sintesi felice di interiorità ed esteriorità.


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