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Roma BIBLIOCOM
2002 Palazzo
dei Congressi EUR Piazzale
Kennedy, 1 Sala
Quirinale Giovedì
17 ottobre 2002 Ore
9.30-13.30 Biblioteche
pubbliche: la sfida multiculturale
La
presenza di stranieri nelle carceri italiane che risulta dalle
statistiche, indica che
gli stessi sono in aumento, se non per le
attività criminali forse perché la Legge Simeoni ha
permesso con più facilità ai detenuti italiani di poter uscire in
affidamento alle comunità terapeutiche, religiose o alle famiglie. Questo dato, da anni, mi ha stimolata ad attivare biblioteche con scaffali multiculturali, suggerendo agli Educatori, acquisti di testi e periodici in lingua originale, la costituzione di centri di documentazione per italiani e stranieri con collegamenti Internet per interrogare basi dati e quotidiani online, nella lingua del Paese di origine, fornendo loro indirizzi di distributori, elenchi di testi utili [1] e favorendo la formazione di detenuti e di operatori, con l’organizzazione di corsi che hanno visto come docenti insegnanti di origine straniera. Gestendo per molto tempo, in modo diretto, l’attività delle biblioteche, che ora è stata assunta da enti locali entrati in convenzione; dagli Insegnanti che il Ministero della P.I. assegna ogni anno alle carceri per la scolarizzazione elementare e media inferiore; da enti esterni che si interessano della vita in carcere dei detenuti (Sert, CRI, Associazioni di Volontariato, ecc.), ho verificato che si può parlare di multicultura/intercultura in biblioteca se si fanno attività di informazione coinvolgendo tutti quelli che operano e che vivono il carcere: detenuti, educatori, agenti di polizia penitenziaria, insegnanti, cappellani, magistrati, allo scopo di far loro condividere le opportunità e i problemi che ne derivano. L’attivazione di laboratori di lettura e scrittura multiculturali [2] ha agevolato la presenza in biblioteca, di detenuti di varie nazionalità e focalizzato l’interesse dei detenuti italiani su testi di autori di Paesi non anglosassoni ai quali sono abituati fin dalla frequenza scolastica. La formazione di detenuti italiani e stranieri come operatori di biblioteca, ha permesso la catalogazione dei testi in lingua straniera presenti negli scaffali e la conseguente richiesta di prestito dei medesimi, agevolando l’accesso anche a coloro che non conoscono la lingua italiana. La pubblicizzazione delle attività dei detenuti in biblioteca, fatta attraverso l’utilizzo di internet [3] o con comunicati stampa a quotidiani e riviste, e la catalogazione dei testi che interessano stranieri, ha permesso una maggiore identità della biblioteca a scaffale multiculturale anche in carcere. Le tre biblioteche romagnole di Ravenna, Rimini e Forlì hanno, negli anni, implementato i loro scaffali dei testi richiesti dai detenuti stranieri, in modo particolare con dizionari, grammatiche, testi di genere religioso, storico, narrativo e di periodici. La
situazione è oggi
la seguente: La Biblioteca di Rimini, avendo assegnato al servizio biblioteca [4] detenuti stranieri e italiani formati all’uso di Sebina e alla conoscenza delle regole standard di catalogazione, [5] con l’aiuto di un tutor esterno [6] , ha traslitterato i testi in lingua araba, catalogati con l’ausilio di Sebina, permettendo agli ospiti, attraverso una regolare circolazione nelle celle dell’elenco delle nuove accessioni, una maggiore informazione e possibilità di lettura in lingua originale dei nuovi acquisti. I prestiti sono notevolmente aumentati e anche le notizie immesse in catalogo. L’intera struttura carceraria è stata catturata dal successo dell’iniziativa e collabora attivamente. La Biblioteca di Forlì ha acquistato i testi [7] e sta catalogando con l’uso del software Sebina, per ora, quelli in lingua italiana o inglese. La
Biblioteca
di Ravenna,
ospita incontri multiculturali con studiosi, mentre in
catalogo
[8]
ha pochi testi in lingua originale. La
Cooperativa
“Il Mappamondo”
provvedeva attraverso i Mediatori culturali
[9]
che operavano
fino a qualche tempo fa
[10]
, alla fornitura
dei testi necessari ai detenuti stranieri. Per
il
futuro,
se la
convenzione in atto e i partner convenzionati (Regione E/R,
Ministero di Giustizia, Provincia di Ravenna e di
Forlì) lo consentiranno, mi piacerebbe attivare il servizio
di BIBLIOBUS
(progetto del Comune e Provincia di Ravenna, per collegare le
biblioteche decentrate del Comune)
ad effettuare una fermata presso il carcere, per la consegna
di testi provenienti da altre biblioteche, ai detenuti italiani e
stranieri, aumentando la possibilità delle richieste di documenti,
anziché dal solo catalogo in carcere a quello ben più fornito
della Rete Bibliotecaria Ravennate e, perché no, anche Romagnola,
attivando il prestito
interbibliotecario fra le Biblioteche in carcere:
P-ILL (Prison Inter Library Loan) e
fra le biblioteche esterne e quella del carcere: ILL;
raccogliendo i desiderata
dei detenuti italiani e stranieri, come utenti a tutti gli effetti,
delle biblioteche pubbliche. Il
progetto è legato anche
alle attività
scolastiche che
si svolgono all’interno degli Istituti e che vedono la presenza di
detenuti soprattutto di origine straniera, e che hanno bisogno come
tutte le Scuole di Formazione, del supporto di una Biblioteca
didattica con scaffale multiculturale. Occorre
pensare anche ad un collegamento del Servizio Biblioteca o Centro
Documentazione del carcere con sportelli, Associazioni di e
per stranieri esistenti sul territorio
[11]
, che garantiscono informazioni
che possono servire anche
ai detenuti stranieri e alle loro famiglie eventualmente
residenti in Italia. Sempre di più infatti gli utenti stranieri
come quelli italiani, in Biblioteca fuori e dentro il carcere,
chiedono oltre a testi, informazioni e documenti e molti utilizzano
la posta elettronica per ottenerli. M.
Angela Barlotti http://proxy.racine.ra.it/racine/racine.run?72718A2
Biblioteche “Fuori di Sé” http://dev.racine.ra.it/virtual/biblio/topics.php
Biblioteche News Roma BIBLIOCOM Palazzo dei Congressi EUR Sala Palatino Piazzale Kennedy 1 17 ottobre 2002 ore 14,00-16,30 Romagna Questo ultimo anno ha fatto registrare progressi nelle Biblioteche in carcere della Romagna, in modo particolare rispetto all’interesse di organismi esterni agli Istituti di pena, che hanno assunto direttamente la gestione del servizio. A
Rimini
la stessa è gestita direttamente dal locale Sert che è riuscito ad
ottenere fondi per compensare sia la tutor
esterna sia i due detenuti 1
che usufruiscono di una borsa lavoro nella Biblioteca
per la catalogazione2
e il prestito3.
La Biblioteca, grazie ad un progetto approvato dalla regione E/R, ha
al suo interno un Centro Documentazione con documenti e letteratura
grigia che interessa la popolazione carceraria. Il
catalogo è ora multiculturale e ben fornito; viene interrogato dai
detenuti addetti alla biblioteca, uno italiano e uno straniero, che
provvedono al prestito e alla circolazione degli elenchi delle nuove
accessioni in lingua italiana e in lingua araba, all’interno delle
celle. I prestiti sono triplicati in modo particolare quelli di testi in lingua originale a detenuti stranieri. A Forlì, la Provincia, ha appaltato ad una Cooperativa la catalogazione di 2.000 volumi che sta per terminare e una volontaria dell’Ispettorato locale CRI segue, insieme ai detenuti, l’apertura e l’accesso alla biblioteca. Ravenna ha il catalogo online su SeBiNa a cura del Servizio Biblioteche della Provincia e i testi entrano in carcere già con l’etichetta, pronti per essere collocati negli scaffali. Compito che viene svolto da un detenuto il quale provvede a stampare gli elenchi per i desiderata dei detenuti, testi che lo stesso Servizio Biblioteche provinciale, provvede ad acquistare o a chiedere in omaggio. E’ appena uscita la terza stesura del catalogo cartaceo4 . I cataloghi sono più cospicui anche per le donazioni ottenute, in particolare dalla Casa Editrice Sellerio di Palermo, che ha inviato ben 250 testi dal proprio catalogo alle tre Case Circondariali. La Casa Circondariale di Forlì attraverso il competente Magistrato, mi ha commissionato ricerche su testi e periodici da acquistare anche per i detenuti stranieri. Rimini sta facendo la stessa cosa, a testimonianza della credibilità che le biblioteche in carcere hanno, oggi, da parte del personale degli Istituti. Sembrerebbe che tutto funzioni al meglio anche se per me resta una piccola ombra: l’isolamento di queste biblioteche, non più un isolamento dalle biblioteche esterne al carcere che ormai le hanno accettate e riconosciute come Biblioteche a tutti gli effetti, ma l’una con l’altra. Nessuna delle tre conosce, almeno a livello istituzionale, il lavoro delle altre due. Questo interesse per la gestione diretta sembra voler dimostrare che si può lavorare in autonomia senza confronti, dimenticando la necessità di mantenere omogeneità e integrazione nel territorio e alla rete bibliotecaria, per garantirne la sopravvivenza e il riconoscimento. Chi
opera per il funzionamento delle biblioteche in carcere (Enti
locali, Associazioni di volontariato, Scuole, ecc.)
decide
per sé, incurante dell’esistenza di una convenzione nata
proprio per mantenere una omogeneità di lavoro e di obiettivi, e
che è aperta a nuove adesioni. E’
un po’ il fallimento dello scopo originario che portò la
Provincia di Ravenna nel lontano 1994 a proporre la convenzione
citata, all’allora Ministero di
Grazia e Giustizia5,
per l’avviamento e la gestione delle biblioteche e dell’informazione
in carcere, dove si dichiarava, fra l’altro,
che gli
obiettivi comuni dei sottoscrittori6
della convenzione erano:
-
favorire
la crescita culturale, individuale e collettiva, garantendo a tutti
l’accesso agli strumenti di conoscenza, di informazione e di
comunicazione;
-
avviare
e incrementare il servizio biblioteca all’interno delle
istituzioni carcerarie in maniera integrata con le realtà delle
biblioteche del territorio
-
favorire
la formazione di detenuti per un futuro reinserimento sociale in
attività lavorative nel campo documentario
-
accrescere
la preparazione culturale dei residenti nelle istituzioni carcerarie
-
attivare
forme di effettiva collaborazione tra le istituzioni carcerarie e le
altre istituzioni…omississ… e
dove la Provincia di Ravenna si impegnava:
-
a
contribuire all’incremento del patrimonio e all’utilizzo di
forme di prestito interbibliotecario per la circolazione di tutti i
documenti disponibili nei cataloghi…omississ…
-
a
fornire agli Educatori addetti alla biblioteca, possibili percorsi
formativi esterni specifici per l’acquisizione di conoscenza del
settore. e
la Regione E/R – Istituto per i beni Culturali Artistici e
Naturali si impegnava:
-
a
favorire il collegamento delle biblioteche delle carceri coi
cataloghi informatizzati delle biblioteche pubbliche, consentendo l’interrogazione
…omississ… Isolando
le biblioteche in carcere l’una dall’altra, non effettuando
scambi di cataloghi e di informazioni per la gestione del servizio,
si perdono occasioni di confronto utili ad ottenere risorse e
collegamenti online. Considerando
poi la frequente migrazione dei detenuti da una Casa Circondariale
all’altra, se si mantiene un collegamento fra biblioteche,
il Bibliotecario-detenuto che eventualmente venga trasferito,
porterà con sé vantaggi evidenti di risparmio per la formazione di
personale da destinare al servizio informativo. Riconoscere
una figura di Bibliotecario-detenuto
nelle carceri, sarebbe il primo passo per una vera
omogeneizzazione delle stesse. I vantaggi si estenderebbero anche agli Educatori che hanno il compito di gestire le biblioteche di Istituto, i quali, insieme, potrebbero affrontare i problemi con le loro Amministrazioni in modo più unitario e autorevole. La
soluzione migliore, per evitare isolamenti pericolosi,
è certamente quella di avere i cataloghi in linea su SeBiNa
Indice interrogabili con OPAC; ma ci sono ancora ostacoli da
superare come quello che deriva dal fatto che il prestito non può
essere effettuato da una biblioteca
in carcere ad una biblioteca o un utente esterno (almeno fino ad oggi) ma soltanto ai residenti in Istituto. Per ora l’idea che compensa l’isolamento, potrebbe risolversi con l’immissione dei cataloghi già informatizzati in Internet a disposizione di tutti, scaricando i dati periodicamente, e avviando un prestito interbibliotecario fra le carceri P-ILL (Prison Inter Library Loan) e fra le biblioteche romagnole ILL., con un unico referente, almeno a livello provinciale, per dare avvio ad un sistema bibliotecario carcerario romagnolo, inserito nel sistema bibliotecario già esistente in Romagna. Nelle Biblioteche romagnole si potrebbe parlare di E-book e di Biblioteca Digitale, essendo tutte dotate di strumenti informatici con accesso consentito ai detenuti, se pur sotto il controllo di tutor. Ancora
di più quindi servirà una rete efficiente per ottenere licenze
vantaggiose per l’uso di libri elettronici nelle varie biblioteche
e l’accesso ai cataloghi di Biblioteche
Digitali, oltre che per rendere disponibili ad altre biblioteche i
testi o i documenti, di particolare interesse, digitalizzati da una
Biblioteca carceraria. M.
Angela Barlotti http://proxy.racine.ra.it/racine/racine.run?72718A2
Biblioteche “Fuori di Sé” http://dev.racine.ra.it/virtual/biblio/topics.php Biblioteche News
[1] “Decalogo per la costruzione di uno scaffale multiculturale” di Vinicio Ongini [2] Il Laboratorio di lettura sul libro di Tahar ben Jelloun “Il razzismo spiegato a mia figlia” ha prodotto il testo “L’albero del mondo” . Il Laboratori di scrittura e di poesia “Poetando mi LIB(e)RO” ha prodotto un cofanetto di cartoline poetiche scritte dai detenuti, che si possono spedire Il Laboratorio di lettura sulla poesia ha prodotto il testo “Poesie in Gabbia”
[3]
http://proxy.racine.ra.it/racine/racine.run?1443FD03
Carcere Romagna
[4] Borsa lavoro finanziata dal Sert di Rimini [5] Corso organizzato dalla Provincia di Ravenna – Servizio Biblioteche e finanziato dal Sert di Rimini
[7]
Fondi del Ministero Giustizia
[8]
I testi sono catalogati dal Servizio Biblioteche della
Provincia di Ravenna in SeBiNa online
[9]
Figura professionale nata da un progetto della Regione
Emilia Romagna – Servizi Sociali, 1997
[10]
Da poco tempo il Consorzio Servizi Sociali del
territorio ha assunto direttamente la conduzione del servizio di
mediazione culturale in carcere.
[11]
A Ravenna è stata inaugurata da poco la Casa delle
Culture con testi, periodici e video in varie lingue.
[12]
Indirizzo al quale richiedere testi in omaggio sui
lavori svolti
1
Formati con corso organizzato dalla Provincia di Ravenna –
Servizio Biblioteche – 2001 - per l’uso di Sebina e con
applicazione di regole
di catalogazione standard
2
Catalogo in lingua italiana e con traslitterazione di caratteri
arabi a cura del detenuto-bibliotecario straniero
3
Testi in lingua italiana e straniera prestati a utenti italiani e
non
4
Prima edizione 1997 “Evasione in biblioteca” a cura di M.
Angela Barlotti e Morino Flamigni. Seconda edizione 1998 “Evasione
in biblioteca due” Terza edizione 2002 “Catalogo della
Biblioteca”
5 oggi
Ministero di Giustizia
6
Provincia di Ravenna – Regione E/R Soprintendenza Beni Librari
– Ministero G.G.
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