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1° Maggio 2003
________________________________________________________________________________ Mauro MONTESI Discorso 1-mo maggio Cari amici e compagni, vorrei iniziare con un breve episodio: una mattina sono stato fermato con la mia vetusta automobile da una pattuglia di carabinieri, che mi volevano contestare una presunta infrazione. Quando mi fermano si accorgono che sono un disabile o persona con handicap. "Proprio lei ! nella sua condizione !" come se alle persone con handicap fosse proibito trasgredire ! Credo che prima che diritto a trasgredire noi persone disabili si abbia diritto ad avere una vita come tutti gli altri, ad avere cioè un lavoro, una casa, come tutti. Il lavoro è un problema assai importante e delicato per noi, sia perché il lavoro ti rende autonomo economicamente sia perché il lavoro ti fa uscire dal guscio ed è per molti di noi una terapia. Lo è per i disabili motori come me, ma lo è molto di più per i miei amici Down, per i ragazzi autistici e per tutte le persone con handicap. Ma se questo è vero è anche certo che in questa regione, che presenta vaste zone di piena occupazione, è assai alto il tasso di disoccupazione delle persone con handicap e anche se dal 2000 si sta applicando la nuova legge sul collocamento dei disabili, la legge 68 del 1999, si fa molta fatica ad applicare le convenzioni previste dalla legge perché le aziende preferiscono eluderla. C’ è come una barriera culturale che rende ostile il mondo del lavoro ai disabili, specie se essi sono disabili psichici o peggio plurihandicappati: ad esempio sordochiechi, o ciechi affetti da deficit motori e via elencando. Per questa sfortunata categoria a tutt’ oggi il collocamento speciale è quasi impossibile. Il quadro del collocamento che comunque non presenta solo ombre, ma anche lodevoli eccezioni, si oscura di nuovo se osserviamo gli Enti publici. Su questo versante c’ è ancora molto da fare. Nella vita di un disabile gli ostacoli non finiscono mai, come gli esami di una celebre commedia di Eduardo, e se il lavoro è una sfida da vincere anche il trasporto per recarsi al lavoro o alla ASL o, perché no, al cinema è un altro grave problema. A Bologna esistono autobus con pianale ribassato, ma sono pochi i punti in cui tali autobus possono accostarsi alla banchina. Il trasporto quindi è affidato a soluzioni ad hoc, con pulmini o addirittura auto blu, o con altre soluzioni che danno luogo a vere e proprie liste d’ attesa. Spesso sono le famiglie che si improvvisano la soluzione, finché le famiglie sono in grado di stare sulla breccia; ma quando le mamme e i papà invecchiano ed hanno essi stessi bisogno di essere assistiti ? Scoppia allora, anche se andava previsto molto prima, il problema ormai noto del "dopo di noi", cioè delle famiglie in cui genitori anziani convivono con persone handicappate motorie o mentali. Per queste famiglie fino a poco tempo fa c’ era poco o nulla. Ora qualcosa si sta muovendo. A Bologna ha fatto i primi passi una fondazione che ha per obiettivo assicurare un futuro meno disagiato per le persone con handicap prive di famiglia. Ma tutto ciò non può bastare se non c ‘ è la consapevolezza che la famiglia dove c’ è una persona handicappata deve essere aiutata in varie maniere, curando la assistenza domiciliare con parametri che tengano conto delle tante spese che queste famiglie debbono affrontare. Accade che spesso famiglie altrimenti benestanti cadano in dignitosa povertà quando si tratti di affrontare l’ impatto economico dell’ assistenza di un congiunto privo di autonomie personali: ne sa qualcosa chi ha dovuto confrontarsi con l’ analogo problema degli anziani non autosufficienti. La solitudine di queste famiglie aggrava questo problema specie se il componente debole è affetto da una patologia mentale certificata. Ma se sul fronte dell’ handicap adulto i problemi non mancano, l’ handicap in età evolutiva presenta problematiche non del tutto dissimili. Anche qui le famiglie debbono costituire elemento di coordinamento fra servizi che non si parlano fra loro e accade che nei distretti si tenti di togliere quello che a livello provinciale garantiscono gli accordi di programma. Accade addirittura che ci siano ancora scuole con barriere architettoniche ! Parlare di continuità didattica o di un giusto rapporto fra alunni con handicap e insegnanti di sostegno non è pura utopia, è un diritto. Ma oggi non sono venuto qui per parlare solo di problemi, perché l’ anno europeo dei disabili deve poter essere una occasione di incontro e di presa di coscienza per tutti noi dell’ esistenza accanto a noi di un mondo nascosto, che aspetta solo di essere conosciuto. Anche a livello di UE si vuole dare rilievo a questa circostanza : la Confederazione Europea dei Sindacati e il Forum Europeo delle Associazioni dei Disabili stanno preparando una direttiva sulla disabilità. Anche questo è un grande segnale, ma c’ è anche bisogno dell’ azione di voi, di tutti voi quotidiana e continua contro la discriminazione e l’ isolamento delle persone disabili e delle loro famiglie. |
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