A proposito del rabbuffo estivo sull’handicap
Non ci sono più le circolari di una
volta. Da qualche anno è invalsa la tradizione delle “notarelle” estive
inviate dal Ministero dell’Istruzione (o da qualche intraprendente
Direttore Generale) alla scuola, in cui rammentare (anzi “è appena il
caso di ricordare”) con tono dimesso e paternalistico i più svariati
aspetti del funzionamento della nostra scuola, magari dall’accordo con i
Donatori di sangue (nota 4558 del 13 luglio 2005) fino all’allestimento
delle Olimpiadi del “patrimonio” (nota 7412 del 29 luglio 2005). A
questa tradizione non si sottrae l’ultima nota ministeriale in materia
di integrazione degli alunni disabili, una questione certamente
importante, “liquidata” con la
nota 4798 del 27 luglio 2005: in effetti, cosa sarà stato detto di
così indispensabile nelle altre e precedenti 4797 note…? Di fronte al
profluvio incontrollato di note, telex, Intranet, lettere, ecc. vien
quasi da rimpiangere la stagione delle circolari ministeriali, quelle
con la CM maiuscola, circa 200 all’anno, che regolavano le stagioni
della scuola con cadenze un po’ rituali, ma con qualche velleità
istituzionale. Molta storia dell’integrazione scolastica è stata
contrassegnata da CM innovative, con l’individuazione di nuovi modelli
operativi, l’assegnazione di risorse, la definizione di profili
professionali. Molte riforme scolastiche, in Italia, sono state promosse
da una “sensata” azione amministrativa (fatta anche di circolari),
piuttosto che da eclatanti iniziative legislative.
Poi, con l’epopea dell’autonomia, fu promesso che la pratica delle
circolari sarebbe stata eliminata, ma ecco qua, tra le fonti del diritto
scolastico sono apparsi nuovi oggetti dall’incerto profilo giuridico:
documenti che evocano la riscoperta dell’acqua calda ed il verbale di
qualche stazione periferica dei carabinieri…, appunto come l’ultima nota
sull’handicap. Perché, infatti, far balenare tra le righe quegli
“esposti” o “denunce” dei genitori circa un presunto cattivo processo di
integrazione scolastica degli alunni disabili? A cosa ci si riferisce?
Quali sono i problemi che si manifestano realmente nelle scuole? Quali
le concrete iniziative che l’Amministrazione scolastica intende
promuovere per salvaguardare e migliorare i livelli raggiunti in Italia
in materia di integrazione scolastica?
Allora non bastano certo gli amorevoli rabbuffi che vengono rivolti alla
scuola circa l’obbligo di incontrare i genitori dei ragazzi disabili, di
programmare insieme a tutti i colleghi di classe, di tenere una corretta
documentazione del progetto educativo, di mettere alle strette (i poco
affidabili) rappresentanti degli Enti locali e delle ASL. Tutti aspetti
necessari per una doverosa azione della scuola, così come è
“politicamente corretto” il richiamo all’integrazione dei percorsi
scolastici, riabilitativi e sociali dei ragazzi con handicap. Quanto
volte abbiamo osservato che l’integrazione scolastica terminava al di
fuori dei portoni della scuola (fuori, appunto, non dentro) e come
spesso la scuola restasse sola di fronte alla gravità delle situazioni.
Appunto, un “già visto” che non sposta di una virgola l’entità dei
problemi e la difficoltà a costruire politiche pubbliche di effettiva
integrazione in tutti i campi, a partire dall’esperienza positiva di
tanti allievi disabili nella scuola di tutti.
Allora ci aspettiamo prossimamente una CM (con la maiuscola) che provi a
rispondere a pochi, ma essenziali quesiti:
- lo sa il MIUR che oltre il 30 % dei docenti incaricati di sostegno
sono sprovvisti di qualsiasi titolo di specializzazione (e che l’unica
misura adottata è stata quelli di corsi speciali a sanatoria, con la
leggina 143/04)?
- lo sa il MIUR che circa il 45 % dei posti di sostegno sono
ricoperti da personale precario, destinato ogni anno a ruotare con
insostenibili “tourbillon” (stante la mancata messa a disposizione dei
posti per le assunzioni di ruolo)?
- lo sa il MIUR che quest’anno, per la formazione dei circa 80.000
docenti di sostegno in servizio sono state destinate la bellezza di
2,345 milioni di euro, pari a circa 29 euro per ciascuno di loro (glielo
vogliamo comprare almeno un “tascabile”?)
- lo sa il MIUR che i posti assegnati annualmente per il sostegno
sono a malapena sufficienti per far fronte al continuo aumento degli
allievi “certificati” (un fenomeno che sarebbe tutto da indagare, dato i
notevoli sbalzi da provincia a provincia), con carenze ormai clamorose
nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole secondarie, stante anche
l’aumento del numero di allievi per classe?
- lo sa il MIUR che dall’Osservatorio nazionale sull’handicap (ma
esiste ancora) negli ultimi anni non è arrivato nessun segnale di
attenzione, nessuna linea operativa, nessun monitoraggio chiarificatore
ai tanti soggetti impegnati sull’handicap? Per non parlare delle risorse
finanziarie per sussidi, edilizia, servizi sanitari, ecc.
Per concludere, lo sa il MIUR che proseguendo di questo passo, con
notarelle
come la n. 4798 cit., esiste il serio e concreto pericolo di
rimettere in discussione il significato ed il valore dell’integrazione
scolastica nella scuola di tutti, negando una parte importante della
nostra storia e ritornando ai vecchi tempi dell’inserimento selvaggio?
E se lo sa, che fa? Coraggio, provi a fare qualche CM a regola d’arte…
RedRom
da: Newsletter n. 56 A (26-8-2005)
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