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ANCORA SUL SOSTEGNO Ancora una volta un congruo numero di docenti di sostegno di Lecce ribadiscono, che è fondamentale la creazione di una specifica classe di concorso per il sostegno. Fino ad oggi il titolo di specializzazione è stato utilizzato per una tempestiva immissione in ruolo, creando nella scuola un canale preferenziale da utilizzare per il passaggio alla classe di concorso di appartenenza. Infatti il docente una volta assunto dalla scuola sosta sul sostegno ( 5 anni), per poi transitare comodamente sulla propria disciplina. Il sostegno pertanto è diventato un"porto di mare" nel quale si entra e si esce quanto prima possibile, creando una dispersione di risorse e professionalità e penalizzando i diversamente abili, affidati cosi a personale non sufficientemente motivato, che usa il sostegno come una passerella, danneggiando l’immagine di tutti quei docenti che hanno fatto del sostegno una scelta elettiva. Dobbiamo rimarcare che non tutti gli insegnanti possono frequentare il corso di specializzazione in didattica, che purtroppo è riservato solo a pochissimi "eletti" ed ha costi altissimi. Mettiamo da parte le polemiche e torniamo al motivo del nostro intervento, ricordando che: nella scuola secondaria inferiore la ripartizione in aree per i docenti di sostegno non esiste; essa è nata, nella secondaria superiore da una cattiva interpretazione dell’art. 13 comma 5 della legge 104/ 92 che recita testualmente " nella scuola secondaria di I e II grado sono garantite attività di sostegno nelle aree disciplinari individuate sulla base del profilo dinamico funzionale e del conseguente Piano Educativo individualizzato," La normativa è stata falsamente interpretata in quanto è inconcepibile che solo nella secondaria superiore si diversifichino gli interventi di sostegno per aree. A questo punto sono d’ obbligo alcune considerazioni.:
Il portatore di handicap diventa quindi motivo di contrattazione al di là della logica e delle finalità scolastiche. Un gruppo di docenti Leccesi |
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