ora che il periodo di ferie sta volgendo al termine, immagino che
tra gli impegni prossimi vi sia il tema del lavoro con l'art. 18,
annessi e connessi. Io sono tra coloro che l'art. 18 tutela
solamente sulla carta, ma non di fatto. Per 23 anni ho lavorato alle
dipendenze di una multinazionale (prima era Total, poi MonteShell,
ed infine Shell). Mi sono occupato di diverse mansioni, sia nel
settore delle benzine che in quello del gpl. Quando iniziai a
lavorare avevo un'invalidità superiore ad un terzo: il minimo
indispensabile per essere assunto tramite il collocamento
obbligatorio. Col passare degli anni, la situazione invalidante è
andata peggiorando, complice anche l'età con i problemi annessi.
L'anno scorso, in fase di ristrutturazione, il mio datore di lavoro
decide di sopprimere i servizi cliente periferici (io facevo parte
di uno di questi, a Villasanta, a 2 chilometri dalla mia abitazione)
e di accentrare il tutto a Cusano Milanino, presso la sede operativa
e amministrativa, con evidenti disagi un po' per tutti. Un po' come
dire: "ce ne facciamo un baffo dell'articolo 18, perché tanto,
se vogliamo ridurre i costi del personale, con questi spostamenti
qualcuno resterà a casa sicuramente!" Per me, che sono stato
riconosciuto nel novembre 2000, persona handicappata in stato di
gravità ai sensi della L. 104/92, rappresentava un problema anche
la percorrenza di 20 chilometri a viaggio. Guido con adattamenti a
volante (perché sono affetto da paraparesi spastica). Per un po' ho
cercato di impegnarmi, accorgendomi tuttavia di non essere più in
grado di rendere come prima (ero addetto di servizio clienti: un
lavoro abbastanza stressante, che tutto sommato mi piaceva, cui
andava aggiunto lo stress del viaggio). Per me, che ero considerato
da superiori e colleghi, una sorta di "mastino della
televendita", ciò rappresentava una grossa umiliazione, per
cui, anche in seguito ad una vertenza legale gli avvocati delle due
parti si sono accordati per una buona uscita di dieci mensilità
più la liquidazione: importo da versarsi entro 30 giorni. Era il 28
maggio, ma ancora oggi mi è stata liquidata una cifra pari a circa
la metà di quanto promesso. Credo siano bravi tutti a
risanare i bilanci e a fare utili megagalattici, senza mantenere gli
impegni presi: sarebbe capace anche un bambino dell'asilo! Inoltre,
vorrei capire perché i sindacati, che pure hanno minacciato
scioperi per il trasferimento del personale Star da Carnate ad
Agrate Brianza (vedere la cartina, prego) non hanno fatto
altrettanto per lo spostamento da Bari, Napoli, Cosenza, Visco,
ecc... a Cusano Milanino. Forse che esistono lavoratori di serie A e
di serie B.
Altro che articolo 18! Qui occorre mettere i freni alle aziende che
trattano i propri dipendenti come fosse merce! Occorre capire che
esistono lavoratori diligenti ed altri no, che c'è chi abusa della
malattia e chi invece non la usa nemmeno quando sarebbe più che
indispensabile (forse per stupido orgoglio.....). No, signori il
problema non è l'art. 18! Il problema è la serietà!
Oggi lavoro in un'altra azienda con contratto di un anno, con uno
stipendio di 400 euro mensili inferiore a quello precedente e faccio
un lavoro diverso (centralinista più lavoretti amministrativi) che
è ben lungi dal servizio clienti per cui mi sento portato. Mi sono
adattato ed ho fatto di necessità virtù. Quanti lavoratori fanno
altrettanto?
Fabrizio Dalla Villa