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Caro Formigoni, scusa se ti disturbo...
di Franco Bomprezzi (fbompre@tin.it)
C'è una piccola questione, qui sulla Terra, nella tua regione, la Lombardia, che meriterebbe un'ora del tuo tempo. Non riusciamo a capire perché, nell'ansia di risparmiare e tagliare i costi dei servizi pubblici, un tuo assessore ha deciso di partire dai disabili che, salvo casi particolarmente sfortunati (quando a un handicap grave si aggiunge lo stato di miseria economica), dovranno pagarsi abbonamenti cospicui per viaggiare sui mezzi pubblici della tua regione, che è anche la mia. Mi pareva di ricordare, nel 2003, parole elette e commosse, che facevano riferimento ai principi di non discriminazione, inclusione sociale, piena cittadinanza. Da qualche mese le associazioni dei disabili lombardi cercano di parlare con questo assessore alla mobilità e non ci riescono. Anch'io, da giornalista, ho cercato di capire su quali cifre e conti si basasse questa perla di provvedimento, che entrerà in vigore il primo agosto. Non ci sono riuscito. Temo che non lo sappia nessuno. Però sta passando l'idea, nella regione che tu porti a esempio in Europa e nel mondo, che i disabili sono un bel peso economico, e che, d'ora in poi, dovranno arrangiarsi, come gli altri. Intanto si sperimentano le nuove tariffe, ha scritto l'assessore Corsaro. Poi si vedrà, magari si potrà anche cambiare qualcosa. Sì, ma nel frattempo migliaia di cittadini già in difficoltà dovranno compilare ulteriori scartoffie burocratiche, dividersi a seconda della gravità dell'handicap (discriminazione nella discriminazione), oppure rinunciare (cosa assai probabile) ai mezzi pubblici. Non credi che un'ora del tuo tempo sarebbe ben spesa? Io penso di sì.
La Legge regionale n. 25 del 9 dicembre 2003, che, riformula radicalmente la disciplina dei trasporti pubblici regionali, limita la possibilità per le persone invalide civili di ottenere agevolazioni sul costo degli abbonamenti.
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