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Caro Rolando, mi sto accingendo a scrivere una lettera alla Direzione didattica dove è iscritto mio figlio e non è la prima volta che mi ritrovo a fare una cosa del genere. Provo un grande sconforto, perché sono costretto a lottare contro di chi invece di aiutarmi, svolgendo il suo lavoro in maniera leale e scrupolosa, mi ostacola.

Io mi sveglio tutte le mattine accompagno i miei figli a scuola, vado a lavorare, ritorno dal lavoro e vivo, lavoro con i miei figli, perché non smetti mai di lavorare quando hai un bimbo handicappato in casa. A noi non è concesso di riposare, di oziare, di leggere un giornale, di pensare a te stesso, a noi non è concesso di poter dire a tuo figlio " adesso non posso ho bisogno di riposare, devo lavorare," . Ora io credo di aver accettato tutto questo , ma quello che mi fa più rabbia e che poi ti ritrovi a dover combattere con una marea di cose che in teoria dovrebbero tutelarti o tutelare tuo figlio ma che invece ti creano solo problemi.

Sino a poco tempo fa non conoscevo neanche l’esistenza della legge 104/92, ora la conosco, ma più la leggo e più sono convinto che andrebbe modificata.

Chi legifera dovrebbe provare ciò per cui sta legiferando e allora forse le leggi non sarebbero applicate ad interpretazione personale. Bisogna provare determinate cose per poterle capire, e facile condannare senza provare, passare una sola giornata con un disabile e facile, il difficile inizia quando di giorni ne passano 2, 20, 100, 1000, e così via, e tu sei stanco, sei preoccupato, devi sopravvivere e sei sempre solo a dover affrontare i problemi, perché siamo onesti si resta da soli, se tuo figlio decide che in un posto non ci vuole andare, o una cosa non la vuole fare ,tu non ci puoi andare, o non la puoi fare, se non a rischio di essere guardato come un genitore irresponsabile, incapace di educare i figli (potrei provare a mettergli a dosso un cartello con sopra scritto Handicappato!!). Tutti i tuoi amici ……….. sono spariti, se te ne rimangono due o tre sei già fortunato, ti si crea il vuoto intorno . E in ogni caso tu vai avanti, hai un impegno da mantenere nei confronti di tuo figlio e di te stesso. Mio figlio è un bambino bellissimo e dolcissimo, disabile mentale, è un bambino autistico, tante volte mi porta sull’orlo della disperazione, tante volte mi sembra di non potercela fare e tante volte invece riesco a farcela, ma sono sempre solo con la mia famiglia e pochi, pochissimi amici. Se trovi il tempo di leggere alcune leggi, scopri che esistono una serie d’iniziative a sostegno delle famiglie con handicap, ma se cerchi di metterle in pratica, scopri di essere entrato in un labirinto.

Chi è preposto a svolgere il proprio compito molte volte non conosce neanche l’esistenza di determinate leggi, per cui non ci si deve meravigliare se molti dei fondi stanziati a favore dell’handicap non sono utilizzati.

Quando poi leggi sui giornali i terribili fatti di cronaca come quelli che ultimamente sono successi, ci s’indigna o ci si domanda come sia potuto accadere, addirittura qualcuno si meraviglia. Chi non si è mai domandato che cosa spinge una persona a compiere un gesto così terribile? Lo Stato o gli Enti interessati hanno mai pensato che stanno trattando con esseri umani e non con dei numeri? E’ facile condannare o giudicare una persona senza però fare niente per cambiare lo stato delle cose.

E’ facile dire "quest’insegnante ha più punteggio di un altro, cambiamo anche se ci troviamo a metà anno scolastico, riduciamo le ore di sostegno, alle superiori non più di diciotto ore (la cattedra con il maggior numero d’ore)" cosa interessa a noi se l’handicappato in classe ci stà il doppio delle ore, se ormai aveva instaurato un buon rapporto con il suo insegnante di sostegno, tanto il disagio non lo avrà né l’insegnante né il ministro, ma solo il disabile e la sua famiglia, ( potrà sembrare strano ma anche un disabile riesce a capire ciò che gli piace da ciò che non gli piace). Noi tempo fa ci siamo già messi in comunicazione con Lei per quanto riguarda i problemi relativi all’integrazione scolastica di nostro figlio, ci aveva consigliato di rivolgerci all’osservatorio sull’integrazione scolastica, non abbiamo mai avuto il coraggio di farlo, una lettera non cambierebbe la situazione, ma credo che un po’ d’umiltà , di tolleranza e di sensibilità da parte di tutti sarebbe già un ottimo risultato. Lasciamo da parte l’ipocrisia, l’integrazione, e tutte le altre splendide parole, pensiamo che sono dei bambini, dei bambini diversi, dei bambini che in ogni caso se stiamo attenti hanno veramente tanto da insegnare a tutti quanti, e che possono imparare molto, spetta solo a noi dargli questa possibilità, ma alle loro condizioni e non alle nostre, o a quelle di un mercato economico che loro neanche conoscono.

Un saluto

Riccardo e Lella


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