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Conferenza di Collodi
La Sestini sui sostegni alle famiglie: ''Non si può
trattare fiscalmente allo stesso modo un single e chi cresce tre
figli''. Piano straordinario per i bambini in istituto COLLODI - Diritto del bambino a crescere
e a svilupparsi dentro una famiglia. Con queste parole il
Sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini,
ha spiegato il senso di questa seconda Conferenza nazionale
dedicata all´infanzia e all´adolescenza.
Una conferenza, ha detto, che vuole essere un momento importante
di confronto ed arricchimento reale delle proposte contenute nel
Piano Infanzia.
Fonte:
Istituto degli Innocenti su dati Istat,
2002
Fonte:
Istituto degli Innocenti su dati Istat,
2002 Modifiche
alla legge
4 maggio 1983, n.184, recante -
Nuova legge sulle adozioni La legge dispone che l’indigenza non può essere motivo di perdita
della patria potestà e Stato, Regioni ed enti locali devono
attivare misure specifiche per rimuovere i problemi economici,
personali e sociali alla causa dell’esercizio del diritto. La
legge stabilisce anche che i Tribunali dovranno dare precedenza
all’istruttoria delle domande dirette all’adozione di minori
con età superiore ai cinque anni. Innovazioni sono state introdotte per ciò che concerne i requisiti. E
in particolare l’anzianità di coppia e la differenza di età.
Possono adottare i coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni
e senza separazione, neppure di fatto. Oppure devono avere
convissuto almeno tre anni prima del matrimonio. Toccherà al
Tribunale accertare la continuità e la stabilità della
convivenza. E poi: i genitori adottivi devono avere almeno
diciotto anni più dell’adottato; la loro età non deve superare
di oltre 45 anni l’età dell’adottato e questo limite di 45
anni può essere derogato dal Tribunale dei minorenni per evitare
danni gravi al minore. Oltre a ciò, l’adozione è comunque
possibile quando il limite di 45 anni sia superato da uno solo dei
coniugi per non più di dieci anni e quando i coniugi adottivi
sono già genitori naturali o adottivi di almeno un minore, oppure
quando l’adozione riguarda un fratello o una sorella del figlio
già adottato. Conferenza di Collodi, il malumore delle Regioni dalle parole di Passaleva
(Toscana): ''Avremmo voluto metterci il naso...'' E´
garbata la critica di Angelo Passaleva,
Vicepresidente della Toscana, che alla Conferenza nazionale sull´infanzia
porta il saluto dell´amministrazione
regionale. "Avremmo voluto `metterci un po´
di più il naso´ in questo incontro promosso dal Ministero",
dice dando voce al malumore espresso da più parti in queste
settimane dalla Regioni, che si sono sentite poco coinvolte. Un
coinvolgimento ritenuto necessario, vista la revisione del Titolo
V della Costituzione. La Sestini ha detto agli amministratori di
stare tranquilli ed ha parlato di 50milioni euro per i servizi all´infanzia.
Questo vi dà ora maggiori certezze? "Il
fondo sociale regionale non ha subito ridimensionamenti quest´anno,
salvo una piccola quota prevista. Ci preoccupa che molte
iniziative di settore, come interventi sulle famiglie, vengono
fatti attingendo al fondo nazionale a scapito di altri settori.
Siamo contenti che ci sono fondi per le famiglie e per gli asili
nido aziendali, ma bisognerà pensare a delle risorse aggiuntive
perché il fondo è delle regioni e non si può attingere li
riducendolo. Se questo avviene a livello nazionale è una
prevaricazione rispetto alla natura del fondo." Alla conferenza di Collodi i ragazzi polemizzano: ''I diritti non
dipendono dall'appartenenza ad un nucleo familiare'' L'altra
voce di questa conferenza sono loro i ragazzi che hanno compiuto
da Firenze a New York un lungo percorso ed ora sono qui a
testimoniare la loro visione del mondo. Tutte le voci
istituzionali ricordano che loro sono quelli che dovranno indicare
agli adulti la strada migliore e più semplice per tutelare i loro
diritti e loro da stamattina sono riuniti in una sessione
riservata e "vietata" ai grandi. Al
tavolo istituzionale ce ne sono due, Sandra e Steven,
sono loro ad aprire la giornata. Ma quando i riflettori si
spengono, fuori scena Sandra sollecitata dai giornalisti, sfoga
tutta la sua rabbia per un intervento, quello della Sestini,
che secondo lei è tutto politico e riduce la titolarità del
diritto dei minori dentro una logica familiare. La famiglia è
importante certo, dice Sandra, ma i minori hanno diritti
indipendentemente dalla loro appartenenza ad un nucleo familiare.
Dice che qui hanno parlato solo gli adulti e che i ragazzi non
hanno trovato spazio. Si dice addirittura "offesa" dalle
dichiarazioni della Sestini. Ai
giornalisti gli "adulti" fanno presente che Sandra parla
a titolo personale che non è una rappresentante del Forum e che
quello che ha detto non era concordato. Lo registriamo comunque, a
titolo di cronaca. Steven sottolinea che quello che gli adulti devono fare è
soprattutto ascoltare e che si aspettano davvero che il loro
lavoro non sia inutile qui a Collodi. Poi c´è Jennifer:
ha 16 anni e fa parte del coordinamento del Paraguay dei Nat´s.
Sguardo intenso e diretto, non abbassa mai gli occhi mentre
racconta in spagnolo le violenze che subiscono i sui coetanei
costretti a lavorare e considerati dei delinquenti. Rivendica il
diritto di lavorare perché lavorando i ragazzi possono
"studiare" e migliorare le loro condizioni di vita. A
chi gli chiede se secondo lei c´è un´età giusta per cominciare
a lavorare dice che non si può dire, che non è possibile dirlo
perché dipende dalle singole situazioni. Ma ribadisce che lei
lavora e che è qui per condividere l´esperienza di New York e
quelle degli altri movimenti importanti dell´Africa,
dell'Asia, dell´Italia in vista dell´incontro
mondiale a Milano che si apre il 25 del mese. Credono, dice Jennifer,
che gli adulti dovrebbero dare più spazio ai minori come
protagonisti attivi e che quello che ha visto in Italia fino ad
ora è che sono gli adulti a parlare. Una critica forte anche
verso le giornate di New York dove, sottolinea, il loro lavoro le
loro proposte non sono state per nulla considerate ed ancora una
volta sono stati i grandi a decidere.
Note:
Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002 L'esperienza dei NATs I NATs, movimenti organizzati di bambini e
adolescenti lavoratori, sono espressione della volontà dei minori
di essere trattati come soggetti di diritti e chiedono quindi di
essere consultati nei casi in cui si assumano decisioni che li
riguardano.Nati in America Latina, questi movimenti si stanno
velocemente espandendo in tutto il mondo. In una sorta di
coordinamento mondiale, dal 1988 ad oggi i delegati del Movimento
dei NATs si sono incontrati numerose
volte, formulando Carte dei diritti. I NATs
hanno anche una loro rivista omonima, in cui si possono trovare
informazioni sull’attività dell’organizzazione e numerose
testimonianze dei bambini lavoratori. La rivista, semestrale, ha
anche un’edizione italiana. Il messaggio di Ciampi. ''Garantire i
diritti dei bambini è battaglia di libertà e democrazia'' A
Collodi sono arrivati messaggi augurali ufficiali tra cui quello
del Presidente Ciampi, del presidente
del Senato Pera e del Presidente della Commissione Europea.
"I bambini rappresentano il futuro e la speranza. - scrive Ciampi
- Garantire il loro diritti con legislazioni condivise e applicate
a livello internazionale e con progetti concreti è una battaglia
di libertà e democrazia. Nelle politiche sociali quelle per
l´infanzia e per l´adolescenza richiedono interventi collegati
alla famiglia, al lavoro, alla scuola e alla rete complessiva dei
servizi sociali attraverso un dialogo attento e una collaborazione
intensa tra istituzioni e associazionismo. Con la consapevolezza
che dal vostro dibattito potranno scaturire utili motivi di
riflessione su questi temi. Rivolgo a tutti i presenti un augurio
di buon lavoro".
Fonte: Istituto degli Innocenti su dati Istat, 2002 Polemica tra Ds e governo. Fassino:
''La politica dell'infanzia rischia di essere compromessa''.
Sestini: ''Se ci vogliono rincorrere,
buon viaggio...'' Ds critici in merito alla politiche in atto sull'infanzia.
Preoccupazione, infatti, è stata espressa oggi nel corso della
conferenza stampa di presentazione del libro “Cari bambine e
bambini”, allegato al numero di mercoledì prossimo del
quotidiano “L'Unità”, in occasione dell'anniversario della
ratifica della Convenzione dell'Onu
sui diritti del fanciullo. Piero
Fassino che ha dichiarato che "il
centro sinistra ha portato avanti una politica dell´infanzia
che oggi rischia di essere compromessa" e ha rievocato i
tagli della Finanziaria ricordando che ad oggi gli asili nido
soddisfano solo il 7% delle domande. In generale, I Democratici di
sinistra puntano il dito contro lo smembramento delle funzioni
governative tra vari ministeri e la riduzione degli stanziamenti a
sostegno delle politiche di settore, disperse tra vari e generici
capitoli di spesa. Ma anche su interventi particolari contenuti
nella Finanziaria che depotenziano servizi sociali per l'infanzia,
come i fondi per l'integrazione scolastica di bambini immigrati e
per pagare i maestri di sostegno di portatori di handicap.
Critiche anche alla riforma della giustizia minorile e alla
riforma Moratti. Alle
obiezioni dei Ds il sottosegretario Sestini
resiste così: "Questa è la conferenza fatta dal governo con
tutte le sigle che qui vedete, prevista dalla legge. Ridico qui
quello che ha detto al volontariato, avrei preferito che come
hanno fatto alcuni parlamentari, anche i Ds
fossero venuti qui a discutere di temi che ha scelto
l´osservatorio e che sono stati approvati dalla Bicamelare". Don Benzi: ''50mila famiglie pronte ad
accogliere bambini. Ma qualcuno vuole che gli istituti non chiudano'' Secondo
don Benzi dell´associazione
Papa Giovanni XXIII intervenuto alla II Conferenza nazionale
sull'Infanzia e l'Adolescenza in corso a Collodi ci sono 50mila
famiglie che stanno attendendo di accogliere un bambino. "Gli
istituti - ha detto - si possono chiudere facilmente, se si vuole
lavorare. Se non ci muoviamo, come in questo momento, è evidente
che continueranno ad esistere tanto c´è una corrente molto forte
politica che vuole che gli istituti non chiudano. C´è una
proposta in Senato che dice: `lasciamo che gli istituti continuino
la loro funzione". Che
cosa va fatto allora? "Facendo delle proiezioni a livello
nazionale della situazione riminese
abbiamo oltre 50mila famiglie pronte ad accogliere i bambini
occorre varare un progetto di proposta e di sensibilizzazioni. Noi
ci offriamo di collaborare per portare avanti questa azione che
deve essere non di proclami ma di contatto per muovere tante
energie che stanno li sopite" risponde don Benzi. ''Mettere
da parte tutti gli interessi economici e politici e, quindi,
chiudere subito gli Istituti per minori'',
ha detto. ''Non vorrei che alla fine - ha proseguito il sacerdote
- qualcuno pensasse di istituire un servizio di 'raccolta bambini'
per ripopolare gli Istituti''. Secondo
Benzi occorre stare attenti ''alla
corrente politica che vuole che gli istituti continuino ad
esistere, perché sono un luogo dove si raccolgono parecchi voti''.
E' un problema politico o economico? Chiedono i giornalisti.
''Tutti e due'', risponde don Benzi. Duro
anche nei confronti dei Tribunali. Dice: “Vengono collocati in
queste strutture anche neonati di due mesi con la teoria di
qualche presidente di tribunale secondo il quale, in attesa
dell'affidamento pre-adottivo, i
bambini devono stare in un ambiente neutro. Come se il bambino
potesse stare in un luogo anaffettivo
- ha concluso -. I nostri magistrati sono integerrimi e in gamba,
però bisogna stare attenti che non abbiano qualche legame con
qualche Istituto''. Ricerca del Centro nazionale di Firenze: in calo il numero dei reati
commessi da minori al disotto dei 14 anni C'è
un leggero calo negli ultimi dieci anni del numero dei minorenni
non imputabili, cioè al disotto dei 14 anni, che commettono
reato. Il trend negativo è stato registrato dal Centro Nazionale
di documentazione di Firenze che ha preso in esame le denunce
depositate nel 1998 presso le 29 Procure per i minorenni ed i
fascicoli civili presso i 29 Tribunali per i minorenni in Italia
ed ha diffuso oggi i dati a Collodi. Sono
quasi 5000 i minori al disotto dei 14 anni coinvolti a fronte di
circa 7500 denunce depositate. Di essi la maggior parte è
maschio, il 75% sono tra gli 11 ed i 13 anni e gli altri al
disotto dei 10. Due invece i gruppi di minori presi in esame: gli
italiani prevalentemente maschi, tra i 12 ed i 13 anni e i nomadi
tra i quali secondo l’indagine si evidenziano situazioni di
bambini che “fanno fatica” soprattutto sul piano psicologico e
sul piano del percorso formativo e scolastico. E’ soprattutto al
Nord che si ha il maggior numero di denunce a carico di minori non
imputabili, il 40%, mentre il 23% si registrano al sud. La maggior
parte di esse, l’80%, riguarda reati contro il patrimonio e tre
quarti delle denunce sono costituite da uno, al massimo, due capi
di imputazione. La presenza dei nomadi è maggiore in alcune
regione come la Toscana, Lazio, Trentino, Friuli, Liguria,
Piemonte e Lombardia. La
situazione in ogni caso in Italia è migliore che in altri paesi
europei. La disabilità nell'infanzia, Massi (Ministero del Lavoro): ''Carenza di strutture e di criteri di accertamento'' Nel
terzo seminario tematico della Conferenza nazionale sull´infanzia
in corso a Collodi che affronta il tema della "Tutela e la
cura dei soggetti in età evolutiva in difficoltà" si è
parlato anche di quei 300mila ragazzi e bambini disabili per
chiedersi quale sia la condizione della disabilità
nell´infanzia. Questa mattina Danilo
Massi del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali ha voluto
ricordare che è necessario "mettere il naso" anche in
questa situazione di disagio "considerando l´integrazione
come un processo irreversibile e continuo che riguarda non solo i
bambini in situazioni di handicap ma tutte le istituzioni che
operano per l´affermazione dei loro diritti di
cittadinanza". Massi
ha parlato di "invisibilità sociale" per questi minori
ed ha precisato che gli interventi nei loro confronti seppure
specifici non debbono mai essere separati dalle politiche sull´infanzia
e sulla disabilità in generale".
I servizi sul territorio nazionale sono molto difformi e restano
in alcune regioni più carenti che in altre. Esiste inoltre, ha
ricordato Massi, una carenza di dati statistici condivisi e
diversi criteri di accertamento dell´handicap
che hanno alimentato questa invisibilità. "A 3 anni dalla I
Conferenza si impone una verifica dei risultati raggiunti,
un´analisi dei nodi critici che restano da sciogliere e
l´individuazione di nuovi obiettivi specifici da perseguire.
"In Italia ogni anno - ha aggiunto - in 2000 famiglie nascono
bambini con una o più disabilità.
Spesso questo evento inatteso è accompagnato da sconforto e dalla
frustrazione di non disporre di servizi territoriali
adeguati". La famiglia con figli disabili non può dunque
essere lasciata sola ma essere sostenuta potendo contare "su
un mix di interventi normativi e socio-sanitari tra cui
l´assistenza domiciliare e le strutture
socio-riabilitative". Anche
la scuola diventa con i suoi quasi 130mila minori (1,56% sul
totale nel 2000/20001) un luogo dove si attiva una vera
cittadinanza di diritti. Perché se è vero che la scuola accoglie
bambini con ogni tipo di disabilità
non sempre riesce a garantire un reale processo di apprendimento e
formazione. Il vero rispetto dei diritti dunque sarà possibile
solo quando condizioni di pari dignità e opportunità saranno
garantiti in ogni situazione. A tutela dei ''bambini ombra'' la Burani
Procaccini (Commissione Infanzia)
torna a chiedere una anagrafe europea Un
coordinamento europeo delle attività che riguardano la tutela dei
minori. E´ una delle necessità emerse nella conferenza sulla
prevenzione ed il contrasto della tratta degli esseri umani
promossa dall´Oim in collaborazione
con il Parlamento e la Commissione europea e ricordata alla II
Conferenza nazionale sull´infanzia e
l´adolescenza in corso a Collodi, dalla presidente della
Commissione Parlamentare per l´infanzia Maria
Burani Procaccini.
"E´ un´indicazione - ha detto - che non va lasciata cadere
ma costituisce un forte stimolo per impegnarsi a conseguire
l´obiettivo di un ampio ed efficace coordinamento tra gli stati dell´Unione
europea per tutto ciò che riguarda i diritti infanzia e
adolescenza". Secondo
la Burani l´esistenza in Italia di un
Commissione permanente parlamentare per l´infanzia e di una
legislazione all´avanguardia deve
dare il coraggio al Paese "di porre sul tavolo europeo nel
semestre di Presidenza italiana, la necessità di una seria ed
incalzante lotta al traffico di minori. Una lotta che passa
attraverso l´istituzione di un’anagrafe europea per i bambini
ed adolescenti "senza nome e senza patria" a partire dal
riconoscimento del Dna dei minori interessati "affinché non
sia possibile giocare su false parentele". Così, ha concluso, "ai minori che non esistono si potrà dare come Patria l´Europa e per famiglia l´Unione Europea, disposta ad aiutarli a diventare cittadini con piena dignità di persone" In Europa la ''risorsa infanzia''
sta calando. Il rapporto tra violenza e salute e i modelli di
intervento dell'Oms. Sono 1.659.000 i morti a causa di
violenze in Europa di cui 520mila decessi per omicidi e 310mila le
vittime di guerra. I giovani vittime di violenze nel 2000 erano
200mila e per ogni morte si calcolano tra le 20 e le 40 persone
ferite. Sono dati ricordati questa mattina da Erio Ziglio
responsabile dell'Ufficio europeo dell´Oms
che ha presentato alcuni elementi già pubblicati sul rapporto tra
violenza e salute. "La violenza - ha detto - è un problema
di salute pubblica" e si presenta con forme anche correlate
tra loro.
OMS (WHO) - Organizzazione mondiale della sanità (World Health
Organization) Indirizzo:Avenue
Appia, 20 - 1211 - Ginevra Tel:
0041.22.791.21.11, Fax:
0041.22.791.31.11
E-mail:info@who.int/
responsabile:Gro
Harem Brundtland
addetto alla comunicazione: fap@who.dk
(Ufficio
stampa per l'Europa) http://www.salutementale-oms.it
Fondata nel 1948, è una delle agenzie
dell’Onu. L’obiettivo dell’Oms
è ottenere il più alto livello di salute per il più alto numero
di persone possibile. La salute, nello statuto dell’Oms,
è definita come uno "stato di completo benessere fisico,
mentale e sociale" e non semplicemente come l’assenza di
malattie e infermità. Per raggiungere tali obiettivi l’organizzazione
svolge varie funzioni tra cui: il coordinamento delle politiche
mondiali sulla salute; la promozione della cooperazione nella
ricerca e nello sviluppo tecnico; l’assistenza ai governi con
programmi per il miglioramento dei servizi sanitari; lo stimolo di
politiche per la prevenzione di epidemie, endemie e altre
malattie; il miglioramento delle condizioni di vita della
popolazione (qualità del cibo, dell’igiene, degli alloggi, del
tempo libero, delle condizioni economiche e ambientali); il
raggiungimento di standard internazionali sui prodotti biologici e
farmaceutici nonché sulle procedure diagnostiche. Possono far parte dell’Oms
tutti gli stati membri delle Nazioni unite; attualmente le nazioni
aderenti sono 191. Conferenza di Collodi. Il ministro Castelli: ''Chi sbaglia
va recuperato, ma senza perdonismo''.
Proteste "Chi sbaglia ha diritto ad essere
recuperato, ma senza perdonismo" Una frase pronunciata a
metà del discorso di chiusura del Ministro Roberto Castelli nella
sessione tematica dedicata alla tutela e cura dei minori. Una
frase che ha determinato l´uscita di molte persone, una trentina
circa, dalla sala in cui il Ministro parlava.
Occhiogrosso
(Tribunale di Bari): ''Calano le denunce ma di negativo c'è la
qualità della devianza''.
L'importanza di responsabilizzare ragazzi e famiglie Presente alla conferenza tematica
dedicata alla tutela e cura dei minori anche il Presidente del
Tribunale di Bari Franco Occhiogrosso.
"Oggi c´è una situazione contraddittoria. I dati numerici
sono in diminuzione (37mila al `91 e 31mila di ´98). Una lenta ma
continua diminuzione, e questo è più significativo se si
considera che il dato percentuale rispetto ad altri paesi europei
è tra i più bassi: meno di 10 ragazzi denunciati su mille mentre
l´Inghilterra ne ha 33 e la Germania oltre l´80. Il dato
rilevante in senso negativo è invece la qualità della devianza:
dobbiamo parlare di devianze e non più i devianza".
L'assessore Lastri attacca
Castelli. ''Ha detto cose vergognose contro i minori'' "Si vergogni di essere il Ministro
di un paese libero e democratico". L´assessore Daniela Lastri
del Comune di Firenze, attacca direttamente e duramente il
Ministro mentre sta uscendo dalla sala dove ha appena concluso il
suo intervento e alla richiesta di Castelli di qualificarsi
specifica di essere un assessore di un Comune e di essere
responsabile di ciò che sta dicendo. "Lei sta dicendo delle
cose vergognose contro i minori e si deve vergognare di quello che
dice perché la repressione non serve assolutamente a niente. Ed
è incredibile che questo governo faccia una proposta a firma di
Castelli in cui si rendono punibili i minori dai 13 anni in su,
che si possano mettere a 18 anni i minori in carcere con i
maggiorenni. Dà il senso di uno stato che ha paura dei giovani e
che non riesce ad aiutare i minori ad uscire dalla difficoltà. La
galera non serve a nessuno, ma crea solo maggiore disagio"
Non c'è pace per il Ministro Castelli. Consegnato anche il
Tapiro di Striscia la Notizia Non c´è pace nella mattinata per il
Ministro alla giustizia Castelli. Alla fine del suo intervento lo
aspetta anche Valerio Staffelli di
Striscia la notizia venuto a consegnargli il Tapiro d´oro. Lavoro minorile: nel 2001 oltre 3mila violazioni delle
aziende. Situazione nel mondo dello spettacolo e dello sport Sono state 3.018 le violazioni accertate
in Italia dagli ispettori del lavoro nel 2001 su 4.912 aziende
ispezionate (nel 2000 erano state 2.525). Tra le regioni italiane
ai primi posti per numero di violazioni ci sono Lombardia (618),
Puglia (582) e Toscana (260). Dati `non ufficiali´ comunicati
oggi nella conferenza stampa da Paolo Pennesi
del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
Note:
Note: Prestigiacomo:
''Non si può demandare solo alla famiglia la prevenzione del disagio'' Insieme all’on.
Castelli c’è anche il Ministro per le pari opportunità
Stefania Prestigiacomo a Collodi per
la Conferenza sull’infanzia. "Inutile dire – ha affermato
- quanto sia importante assicurare al bambino uno sviluppo
armonico e sereno per formare personalità equilibrate in grado di
affrontare la vita e come per raggiungere questo obiettivo sia
importante un investimento di politiche sociali e culturali che
riguardano tanto il minore che gli adulti". "Le
suggestioni di fatti di cronaca eclatanti - ha aggiunto il
ministro - si sono trasformati in consapevolezza e sensibilità
culturale ed istituzionale e questo facilita il nostro
lavoro".
De Poli (Veneto): ''Il Fondo sociale non si tocca''.
Giovedì l’incontro Maroni-Regioni Nel suo intervento a Collodi, De Poli,
dopo aver ricordato come la riforma del titolo V della
Costituzione abbia mutato i rapporti tra il "centro" e
la "periferia", e aver sottolineato la piena competenza
delle regioni nel settore delle politiche per l'infanzia, ha
affermato la necessità di un aumento delle risorse “per
indirizzare gli interventi e per coordinare i vari soggetti che a
diverso titolo, pubblico e privato, si occupano
dell'infanzia". Secondo l’assessore, il Fondo unico
nazionale per le politiche sociali “non deve e non può subire
ridimensionamenti; si deve lavorare per attuare livelli essenziali
di assistenza in tutte le regioni in modo da contrastare le
situazioni di difformità nell'erogazione dei servizi; vanno
valorizzate al massimo grado le risorse umane che sono
fondamentali nel settore dell'infanzia; e, in particolare, le
politiche sociali vanno viste ed intese come fattore di benessere
e come risorsa non come politiche di riparazione". Istruzione,
discriminazione, abuso e sfruttamento, informazione, lotta alla
povertà. Cinque punti per raccontare la loro
visione del mondo. Cinque temi, la discriminazione, l'istruzione,
l'abuso e lo sfruttamento, l'informazione e la lotta alla povertà
che costituiscono il "Piano d'azione dei ragazzi" oggi
proposto al ministro Maroni e a tutti
partecipanti alla conferenza nazionale, alla luce di quello che
hanno già detto alla Sessione Speciale di New York. Ecco in
dettaglio le loro proposte
Maroni:
''Va distinto lo sfruttamento del lavoro minorile dall’aiuto all’impresa
familiare. In questi casi obbligheremo l'iscrizione all'Inail'' Tolleranza zero rispetto al lavoro nero,
al sommerso e allo sfruttamento del lavoro minorile perché ciò
significa negare diritti fondamentali. Lo ha detto oggi il
Ministro Maroni intervendo alla
Giornata mondiale sull'infanzia che chiude la Conferenza nazionale
in corso a Collodi. Sull'argomento lavoro ha aggiunto poi in
conferenza stampa: "Se un imprenditore, un artigiano, un
commerciante utilizza l'attività del proprio figlio nelle ore di
punta del proprio negozio, è un caso di lavoro nero o
sfruttamento oppure no?" "Interveniamo in Finanziaria -
ha spiegato - proprio per distinguere lo sfruttamento dalla
collaborazione all'impresa familiare, che è un valore, ma deve
essere tutelata. Prevediamo così che anche nelle imprese piccole
possa essere utilizzato il lavoro dei familiari, anche dei figli,
senza obbligo di iscrizione all'Inps,
perché non è un lavoro che mira ad avere una pensione, ma con
obbligo di iscrizione all'Inail, cioè
con la tutela per gli infortuni sul lavoro, perché questo è
importante". "In questo modo - ha detto - regolarizziamo
una fascia di lavoro che non è minorile o sfruttamento, ma che è
'lavoro familiare'. Dunque molto
diverso". Maroni
ha anche annunciato un potenziamento degli organici per gli
ispettorati e che sarà "reintrodotto lo strumento della
diffida" grazie al quale l'ispettore "darà un termine
per la messa in regola". Ha precisato che questo non
riguarderà il lavoro nero rispetto al quale, ha ripetuto,
"tolleranza zero".
Successo mediatico, ma si
chiude senza fugare i dubbi di regioni e associazioni In cifre la Conferenza Nazionale
sull'Infanzia di Collodi conta 500 partecipanti, 100 ragazzi nel
forum a loro dedicato e 50 delle scuole del comune ospitante, 91
relatori, 20 parlamentari, 30 stand di regioni e associazioni,
ministri ed esperti di problematiche infantili. 350 mila euro di
questa 3 giorni. Un successo anche mediatico:
circa 60 i giornalisti presenti e tutte le principali testate
della carta stampata, di radio e televisione. Cifre che però non
danno la misura ad una sensazione di vuoto registrata in questi
giorni di lavori. Non che di minori non si sia parlato, né sono
mancate “notizie” e non solo nel senso giornalistico del
termine. A Collodi erano presenti associazioni seriamente
impegnate da sempre nella tutela dei minori. Sono stati chiesti
nuovi osservatori, sulla famiglia ad esempio, e nuove analisi di
dati, mappature delle realtà
esistenti più attente. Lo stesso Maroni,
stamani, ha auspicato un superamento del vincolo imposto dalla
legge confidando sulla possibilità di dar vita alla conferenza
nazionale ogni anno, magari su temi specifici. Si è parlato anche
di risorse a Collodi, ma difficile capire quali e quante. E se ce
ne saranno ad esempio di nuove per quel piano straordinario
annunciato in vista della chiusura degli istituti del 2006. Le
associazioni chiedono la loro parte, rivendicano la capacità di
gestire servizi per l’infanzia; le Regioni si dicono trascurate
e chiedono che venga rispettata la titolarità delle competenze e
maggiori risorse. La sensazione è che la “coperta” sia troppo
piccola per coprire tutti e che manchi quella interdisciplinarietà
più volte invocata in questi giorni. LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA IN ITALIA
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