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Presentata la
seconda conferenza nazionale sull'handicap
Alla presentazione della seconda conferenza nazionale sull'handicap e del convegno in programma a Bari dal 14 al 16 febbraio sull'Anno europeo delle persone con disabilità, i ministri del Welfare e della Salute hanno annunciato un progetto sulla non autosufficienza che diventerà disegno di legge. Un progetto “rilevante, innovativo e importante dal punto di vista finanziario – l’ha definito Roberto Maroni – che intende risolvere seriamente il problema non solo degli anziani, ma di tutti i disabili”. In concreto, l’iniziativa prevede la creazione di “una rete di solidarietà a sostegno della famiglia, a cui collaboreranno gli enti locali. Con due pilastri, ha spiegato Girolamo Sirchia: un fondo di risorse di circa 15 miliardi di euro all'anno (che garantirà, tra l’altro, il sostegno alle cure domiciliari anche tramite voucher) e l'organizzazione sul territorio che prenda in carico il bisogno sociale e sanitario della persona. La centrale operativa valuterà la disabilità in base alla capacità della persona di “attendere alla vita quotidiana” e definirà il bisogno e il relativo budget, organizzando il percorso di assistenza. A questo proposito si auspica una crescente integrazione socio-sanitaria, visto che attualmente “il 75% dei Comuni ha trattenuto per sé la delega sociale, lasciando alle Asl quella sanitaria”, ha riferito Sirchia. Secondo Maroni “occorre superare l’approccio settoriale – o sociale o sanitario – all’handicap, muro che finora ha resistito nelle politiche”. “Gli ultra 75enni italiani sono il 9% della popolazione italiana”, ha ricordato il ministro della Salute, osservando che l’Italia arriva a trovare soluzioni alla non autosufficienza crescente molto in ritardo, anche se la popolazione della penisola è fra le più longeve. Per elaborare alcune strategie i due ministeri hanno ripreso il modello tedesco, attivo dal ’92; il fondo dovrebbe gravare in parte sulla fiscalità generale, ma forse si riusciranno ad evitare nuove tasse “razionalizzando innanzitutto la spesa sociale, oggi incontrollata: il pubblico spende male e in modo non efficace le risorse; non sappiamo, ad esempio, come le Regioni spendano un miliardo e mezzo di euro del Fondo politiche sociali – ha rilevato Maroni -. Ora la Finanziaria obbliga a un rendiconto delle spese e alla loro valutazione”. Certamente il Fondo non sarà alimentato da assicurazioni: “Non possiamo lasciare in mano a loro questa rete di solidarietà”, ha concluso il ministro del Welfare. Il sistema, ancora allo studio, prevede quindi sia reti di servizi che contributi diretti; entro fine anno sarà testato in alcuni distretti italiani, per renderlo operativo a partire dal 2004. Unanime l’obiettivo dei ministri: evitare l’istituzionalizzazione degli anziani e la diffusione a macchia d’olio di case di riposo e di ricovero. “Non accettiamo l’esclusione, disastro delle nostre società – ha denunciato Sirchia -, l’allontanamento della persona non autosufficiente dal contesto familiare e amicale, confinandola in un ghetto in cui si va a morire. La casa di riposo va riformulata: non può essere il luogo in cui si rinchiude la gente; invece ora assistiamo al decadimento grave delle persone istituzionalizzate”
Il Ministro Prestigiacomo: ''Grave il mancato coinvolgimento delle Pari Opportunità per l'Anno europeo''
"Considero grave il mancato coinvolgimento delle Pari Opportunità nelle iniziative previste per l'Anno Europeo dei Disabili, in considerazione del fatto che il Ministro per le Pari Opportunità ha una delega specifica al contrasto di tutte le discriminazioni che possono colpire le persone svantaggiate, con particolare e specifico riferimento anche ai disabili”. Ad evidenziare tale aspetto è lo stesso Ministro Stefania Prestigiacomo, che in una nota sottolinea appunto la grave dimenticanza. Il Ministro, tuttavia, tiene a precisare subito dopo che tale dimenticanza, “certamente non apprezzabile, non inficia naturalmente in alcun modo l’azione delle Pari Opportunità in questa materia. E’ infatti allo studio – ricorda il Ministro – un provvedimento legislativo, che mi è stato chiesto a viva voce dalla federazione fra tutte le associazioni nazionali dei disabili, per la tutela giurisdizionale dalle discriminazioni”.
Maroni: ''Su 3 miliardi di ore dedicate ogni anno ai disabili, il 95% è sostenuto da famiglie, parenti e amici''. Ma la Fivol disegna uno scenario diverso
"Su 3 miliardi di ore dedicate ogni anno ai disabili, il 95% è
sostenuto da famiglie, parenti e amici". Solo il 5% delle ore, quindi,
è dovuto all’impegno di associazioni e istituzioni esterne al nucleo
familiare: “Un dato di straordinaria importanza, che dimostra come la
famiglia sia il prima ammortizzatore sociale”, ha commentato il
ministro del Welfare Roberto
Maroni, durante la conferenza stampa a
Palazzo Chigi per presentare il convegno
sulla disabilità in programma a Bari. “La
persona con disabilità ama rimanere in
famiglia per la cura, gli affetti: è la soluzione migliore – ha
dichiarato -. Le politiche sociali avranno come centro principale la
famiglia: investire su di essa significa investire in uno strumento
sociale efficace”.
Nello studio, che verrà presentato a Bari, sono state esaminate 1.618
organizzazioni, stimando che quelle operanti a vantaggio dei disabili
in Italia sarebbero circa 3mila; la maggioranza (57 su 100) si occupa
soprattutto di disabili fisici, psichici o sensoriali, con circa
64mila volontari che producono un lavoro settimanale non remunerato
pari a 7.500 operatori. Il settore di intervento prevalente è soprattutto quello socio-assistenziale, in 7 casi su 10: in tali attività spiccano le organizzazioni di emanazione ecclesiale (73,8%). Le altre organizzazioni sono invece orientate esclusivamente a un lavoro di advocacy; 46 su 100 sono specificatamente orientate alla tutela e alla promozione delle persone disabili, ma si sale al 58,5% tra le organizzazioni di disabili/familiari, dato che nascono specificamente con questo obiettivo. “Una caratteristica propria di queste organizzazioni è la propensione a fare rete (57 su 100 rispetto alla media nazionale di 53 su 100) nei coordinamenti e consulte locali e provinciali”, nota Frisanco. Sono invece complessivamente meno collegate a federazioni o ad associazioni nazionali, rispetto all'intero fenomeno: il 43,5% rispetto al 55,5% del totale delle 13.089 OdV rilevate nel 2001. E tale percentuale è ancora più bassa tra le unità prioritariamente se non esclusivamente dedicate alla disabilità (37%).
* I dati dei
registri regionali sono in parte omogenei a quelli del campione
Fivol 2000, sia perché riferiti a due anni
diversi, sia soprattutto, per i diversi criteri che regolano
l'iscrizione ai registri. In questi ad esempio, possono entrare realtà
di secondo livello, coordinamenti e federazioni mentre la banca dati
Fivol considera solo le unità di primo
livello.
Fonte: FIVOL, 2001
Non autosufficienza, Battaglia (Ds): ''La proposta Sirchia-Maroni maschera il vuoto del Libro bianco''
L'On Augusto Battaglia, capogruppo dei Democratici di sinistra in Commissione Affari sociali, commenta così la proposta governativa sul tema della non autosufficienza: “L'ennesima proposta dei Ministri Sirchia e Maroni sulla non autosufficienza appare ancora una volta confusa, imprecisa ed improvvisata. Abbiamo l'impressione, infatti, che l'ipotesi odierna sia finalizzata esclusivamente a mascherare il vuoto in materia del Libro Bianco alla vigilia della ormai prossima Conferenza Nazionale sulla Disabilità di Bari" |
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