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Conferenza Regionale per il diritto allo studio relazione di sintesi del lavoro svolto dalla commissione alla disabilità e al disagio La commissione già dalla prima riunione del 19 aprile elaborò una serie di proposte da proporre alla conferenza:
Proposta di una nuova figura professionale: Mediatore dell’apprendimento e della comunicazione come ulteriore supporto alla classe per favorire l’integrazione scolastica e sociale di ragazzi che possono presentare vari tipi di disagio (disabilità, sociale, linguistico etc.) .
Considerata la molteplicità e la vastità degli argomenti, la commissione decise di approfondire e confrontare i temi elencati con i diretti referenti istituzionali, organizzando due incontri di lavoro:
L’attività breve ma intensa della commissione ha evidenziato che l’integrazione scolastica in Campania vive un momento molto difficile; in pochi casi è garantito appieno il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
Dal lavoro svolto dalla commissione, a cui solo una volta hanno partecipato i rappresentanti designati dall’USR, si individuano alcuni elementi che non facilitano l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità:
1. Non si possiede una completa e precisa conoscenza dei bisogni degli alunni con disabilità. (vedi anagrafe scolastica). 2. Accordi di Programma per l’integrazione scolastica di alunni con disabilità stipulati con i piani di zona sono praticamente pari a zero, nonostante sia stata prevista anche una premialità economica. 3. Non esiste una concertazione inter-assesorile in materia di politiche attive a favore delle persone con disabilità. 4. Mancanza di personale nell’equipe multi-disciplinare presso i distretti sanitari dell’ASL per la stesura delle diagnosi funzionali; le DF e i PDF dove vengono fatti sono incompleti, spesso ricopiate per anni, questo dato si ripercuote negativamente sull’individuazione di un preciso percorso formativo dei ragazzi. 5. Un trend negativo relativamente all’aumento delle certificazioni di handicap: a volte vengono diagnosticate condizioni non inerenti la disabilità (ICDH) ma esclusivamente di disagio sociale; si cerca di ovviare, in modo distorto, ad una problematica di altro genere che nella scuola cresce anno per anno, che non riguarda solo il disagio sociale. ma anche la presenza di ragazzi immigrati.. 6. Certificazioni adottate con una modulistica inadeguata e non aderente alla realtà dell’alunno con disabilità, questo determina una carenza di informazioni per i docenti preposti a stilare il PEI. 7. Il PEI spesso non viene formulato con il coinvolgimento dei genitori e, in altri casi, neanche fatto firmare ai genitori. 8. L’assoluta inadeguatezza da parte degli enti locali per i compiti loro assegnati dalla legge 104/92 e semplicisticamente e riduttivamente confusi nei Piani sociali di Zona. 9. Non esistono le condizioni anche minime, strutturali e di competenze affinché l’integrazione delle risorse sia una prassi e non un eccezione. 10. Carenza strutturali e di personale specializzato e riduzione delle ore di sostegno. 11. Confusione di ruolo da parte degli insegnanti, che scaturiscono dalle difficoltà che devono affrontare non essendo affiancati da figure professionali adeguati quali assistenti sociali, psicologi e/o in classe da mediatori alla comunicazione e all’educazione. 12. Scarsa cultura istituzionale. 13. Esiste un scompenso notevole tra bisogni reali e servizi, non solo nella sanità ma anche nella scuola e nei servizi sociali territoriali. 14. La preparazione degli insegnanti di sostegno si è rilevata inadeguata anche nel caso in cui gli alunni con disabilità non presentano particolare disturbi di apprendimento. 15. Sono numerose le scuole in cui i GLHI e il GLH non si riuniscono così come previsto dalla normativa e ancora più quelle dove questo è ridotto a formale adempimento amministrativo.
Indicazioni propositive:
· Istituire tavoli di lavoro tra gli assessorati Sanità, Istruzione e Formazione Professionale , Università e Ricerca, Politiche Sociali e Lavoro al fine di programmare e individuare obiettivi a medio e lungo termine, prevedendo momenti di verifiche periodiche e valutare il raggiungimento degli obiettivi preposti.
· Gli Assessorati, pur nel rispetto delle autonomie scolastiche, devono dare direttive precise per minimizzare le interpretazioni ed applicazioni del diritto allo studio diverse Scuola per Scuola, ASL per ASL, Ambito per Ambito.
· Stipulare accordi di programma quadro, non formali ma sostanziali, con specifiche individuazione delle risorse economiche impegnate.
· Favorire interventi che mirano alla presa in carico globale attraverso il progetto personalizzato (art.14 328/00), all’interno di percorsi integrati per un miglioramento delle abilità dell’alunno nel progressivo sviluppo di autonomie funzionali.
· Organizzare incontri pubblici seminariali, di formazione ed informazione su uso e funzioni degli strumenti di certificazioni e di adozione dei profili formativi.
· Impegno della Commissione per costruire un’Anagrafe Regionale attraverso la raccolta analisi e valutazione di Buone Prassi di integrazione scolastica, continuità di applicazione di progetti metodologicamente riconosciuti validi ed efficaci, sperimentazioni di percorsi innovativi nei metodi e nelle figure professionali.
Napoli, 29 giu. 06
A cura di Vito Bardascino commissione disabilità e disagio referente Federhand per la scuola |
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