Conferenza Regionale del Volontariato

di Rolando Alberto Borzetti

 

Roma, 2 luglio 2001

Una premessa essenziale

Nell'ottobre del 2000, l'Italia si è data finalmente una nuova legge, la "Legge-Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", che riordina complessivamente il sostegno offerto agli individui e alle famiglie per garantire la qualità della vita, ridurre le condizioni di bisogno o di disagio delle persone e dei nuclei familiari in difficoltà:

anziani, disabili, bambini e adulti con scarse risorse economiche.

I Servizi Sociali, che sono i servizi cardine di tutti i servizi socio-assistenziali presenti nei territori comunali, dovranno formare un sistema integrato,gestito dai soggetti pubblici: prima di tutto dagli Enti Locali, ma anche dal Terzo Settore.

In pratica, il sistema dovrà garantire maggiore attenzione ai diversi bisogni: un Welfare personalizzato, anziché una serie di prestazioni standard uguali per tutti. Ma contemporaneamente vi saranno criteri ben precisi per assicurare uniforme copertura di servizi essenziali a favore delle persone o delle famiglie in difficoltà, su tutto il territorio italiano.Le Amministrazioni Comunali, dovranno presentare alla comunità del territorio la nuova gamma di servizi socio-assistenziali che si attiveranno sul proprio territorio, dovranno cioè, indicare le modalità più efficaci per il loro ottimale utilizzo al fine di fornire risposte adeguate, precise e tempestive ai bisogni del cittadino.

Sarà allora un dovere civile, diffondere informazioni chiare e aggiornate sui servizi esistenti, garantire la qualità e la quantità delle prestazioni che dovranno erogare, e soprattutto di promuovere il rapporto e la comunicazione tra il cittadino e l'Ente pubblico. E' un dovere sacrosanto.

I Piani di Zona, consentiranno ai comuni associati negli ambiti territoriali - Distretti Sanitari - di appartenenza, di individuare gli obiettivi strategici e le priorità di intervento, di stimolare le risorse locali di solidarietà, responsabilizzando gli stessi cittadini nella programmazione e verifica dei servizi resi.

Quali, gli strumenti adatti per l'individuazione delle priorità di intervento e i soggetti bisognosi ?

Un Osservatorio. Che deve essere uno strumento di analisi di un progetto congiunto tra Comune, scuola, la ASL e l' Associazionismo locale.

Una raccolta di dati, (a disposizione sia dell'ASL che dell'Ente locale) che dovranno essere elaborati con l'obiettivo di svolgere in modo permanente un monitoraggio vero della popolazione, per rendere significative ed efficaci le attività di intervento che saranno innumerevoli: l'handicap nelle scuole, la dispersione scolastica,la tossicodipendenza, il disagio familiare e minori, gli anziani, gli stranieri, etc.

Dalla Sala Congressi della Regione Lazio, intervento dell'Assessore Formisano, le cose fatte in questi mesi:

§ La prima cosa positiva, che ha tenuto a precisare l'Assessore Formisano, rivolta alle Associazioni di Volontariato, è stata l'assegnazione a queste, di una stanza e di una pagina nel sito dell'Assessorato in Internet, che permetterà di tenere i contatti con le altre Regioni, con le altre conferenze di Volontariato e di sapere in tempo reale le ultime novità messe in cantiere quotidianamente dall'Assessorato. Un impegno preso all'inizio del mandato: quello di instaurare un rapporto di collaborazione con il Volontariato, oltre quello, di mettere al corrente delle ultime novità legislative che riguardano appunto il settore del volontariato.

§ La nomina del comitato di gestione, da mandare in Giunta esecutiva nei prossimi giorni, decisa collegialmente tra le Associazioni facenti parte della Assemblea, con criteri che assicurano la rappresentazione di tutte le aree del volontariato e quelle delle associazioni maggiormente rappresentative non solo in termini numerici, ma su tutto il territorio regionale.

§ Il finanziamento di oltre 2 miliardi per il nuovo bando di concorso, dai Centri di Servizio Cesv e Spes (costituiti nel 1998 e che hanno svolto finora azione di promozione, formazione, informazione e consulenza gratuita per le Associazioni di Volontariato) che verranno assegnati a progetti che comprendano la promozione e riqualificazione del volontariato, la diffusione e la promozione della cittadinanza attiva, la prevenzione delle diverse forme di disagio sociale, la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale, la promozione della tutela della salute. Progetti che non dovranno essere progetti di routine, ma progetti interessanti, proprio in virtù : che l'anno 2001, è l'"anno del volontariato". Sono circa 100 mila i volontari che annualmente nel Lazio partecipano ad incontri ed iniziative formative promosse dai Centri Cesv e Spes.

§ I risultati dell'Osservatorio Regionale istituito nel settembre 2000, per la verifica di tutte le leggi esistenti e per l'iscrizione all'albo regionale in maniera più semplice. Infatti ora c'è la possibilità di iscriversi direttamente al registro dell'Assessorato ai Servizi Sociali.

§ Modifiche apportate alla Legge Regionale 29/93, modifiche di carattere ordinario al bilancio regionale 2001 , aumentando i capitoli di spesa ordinaria.

Disposta una delibera di Giunta per il riparto dei fondi e una delibera di : linee guida da assegnare ai comuni e a tutti coloro che devono operare in questo settore per evitare equivoci e confusioni per una corretta applicazione della Legge 328/2000 sui criteri ben precisi che questa legge detta, per la perfetta integrazione socio-sanitaria. A tale scopo viene citata la sperimentazione effettuata in 7 Distretti , sperimentazione che termina quest'anno e che ha dato buoni risultati, malgrado le difficoltà che si sono riscontrate per l'integrazione tra Aziende Sanitarie, Comuni, Volontariato e III° Settore.

Decisione di raddoppiare e di estendere così a 15 Distretti, la sperimentazione di integrazione socio-sanitaria nella nostra Regione, con una particolarità: ossia di dare una autonomia economica ai Distretti Sanitari, diventando così Distretti Socio-Sanitari dal punto di vista economico, indipendenti dalla Azienda Sanitaria.

La delibera stabilirà che nell'ambito del 46% della spesa assegnata alle Aziende Sanitarie per quanto riguarda la medicina territoriale, una parte che ancora non è stata quantificata in percentuale, ma rilevante, dovrà essere destinata a principio, quindi in sede di bilancio preventivo e non a consuntivo, all'integrazione socio-sanitaria.

Dunque, un passaggio importantissimo, un salto di qualità enorme che si fa nelle Aziende Sanitarie, significa cioè, predisporre una pianificazione annuale, predisporre i progetti: le iniziative che si vogliono mettere in cantiere nell'anno avendo la certezza di avere un fondo di bilancio, quindi non al buio ma con una predisposizione di bilancio già certa e in questo dovranno essere coinvolti i Comuni e il III° Settore. Per quanto riguarda i Comuni, le linee guida faranno capire quanto sia importante, associarsi tra Comuni stessi, per una buona integrazione socio-sanitaria.

E' previsto addirittura un premio , un'incentivazione economica per i Comuni capofila che si faranno carico di coordinare questo lavoro, di spingere all'unione i comuni, proprio per evitare che ci sia dispersione di risorse e mancanza di risposte. Infatti proprio i piccoli comuni, di tre o quattromila abitanti, non hanno la forza di dare risposte singolarmente; se invece nell'ambito del territorio, diventano 10/15 Comuni, il discorso cambia, perché la somma delle risorse e le risposte, si possono dare, lì in sede territoriale:un portatore di handicap di un comune di poche abitanti, ha gli stessi diritti di quello che abita nella città di Roma, perché oltre ad essere penalizzato dal punto di vista fisico, magari viene penalizzato per la residenza, perché certi tipi di risposte non si possono avere. Questo tipo di novità, serve proprio a cercare di dare una risposta uniforme in tutto il territorio regionale, vedendo quali sono le carenze, per poter raggiungere quel livello di "quasi eccellenza".

Sempre, nell'ambito della sperimentazione,inoltre, la creazione dei Piani di Zona. Cosa significa questo?

Significa dividere la Regione in Piani di Zona, con la verifica di quali sono le strutture pubbliche esistenti, quali bisogna promuovere, quali invece sono in esubero, perché non è pensabile che nella nostra Regione, per esempio, ci sia un accentramento di RSA in un territorio e magari in un altro territorio non ne esiste nessuna.

§ In via di completamento, la realizzazione della mappa territoriale di tutta la Regione Lazio per vedere quali sono le zone carenti rispetto alle strutture sia pubbliche che private di interesse nel settore sociale in genere.

§ La creazione di un gruppo di lavoro (delibera che verrà approvata a metà luglio) per le IPAB.

E' bene ricordare che la nostra regione è disseminata di questi Istituti (IPAB), e che a livello nazionale c'è una nuova normativa che è stata approvata e questo gruppo di lavoro servirà addirittura ad anticipare le nuove direttive che verranno emanate. L'obiettivo sarà di rendere queste strutture agili e snelle, più efficienti, più moderne rispetto a quello che era il ruolo delle IPAB di 50 anni fa. Non è più pensabile avere un Istituto creato nel 1950, con la stessa normativa e con gli stessi criteri. Chiaramente fuori tempo.

Il gruppo di lavoro, studierà la soluzione migliore per la nostra regione che è fortunatamente, ricca di questi Istituti, che però devono essere adeguati, devono essere rimessi al passo con i tempi.

Per quanto riguarda l'Associazionismo, si è aumentato i capitoli di bilancio relativi alla spesa ordinaria per questo settore. Si è anticipato, con la Legge 22, quella che è oggi un po’ prevista nella 328/00; ma anche qui toccherà fare qualche passo in più per far capire che la questione dell'Associazionismo, non è una questione di secondo piano e tanto meno una questione che può andare dietro rispetto alle altre.E' una questione di importanza tale da essere coinvolta in tutte le decisioni che interessano questo settore.

Altra cosa: si è definita l'assegnazione di quella che erano i contributi per il volontariato. Ci sono state richieste di contributo per il volontariato nello scorso anno, per 6 miliardi. Purtroppo si è riusciti con i fondi di bilancio, a soddisfare richieste soltanto per 1 miliardo e 800 milioni.

C'è stato un avanzo di Amministrazione di circa 400.000 milioni, che sono stati destinati per incrementare il capitolo del volontariato.

Il nuovo bando, è stato analizzato, sviscerato e predisposto in forma di grande collaborazione con i Centri di Servizio, tanto da predisporre l'ampliamento di questi centri, in tutte le Province del Lazio, in modo che in ogni Provincia, si possa avere la possibilità di rivolgersi ai Centri di Servizio per sapere gli aggiornamenti, nuove normative, tutto ciò che serve a sostenere questo fondo, questo mondo del Volontariato.

Quindi, non più venire a Roma, perché c'era la sede unica, ma avremo già in quest'anno le periferie nelle 5 Province del Lazio, pensate per dare risposte e collegate in rete.

Altra cosa: si è previsto che a questo nuovo bando possano rispondere, l'Associazioni singole o gruppi di Associazioni, che significa questo. Significa che se si crea un gruppo di Associazioni (qui la novità), non è necessario che tutte siano iscritte all'Albo Regionale. Basta che sia iscritta l'Associazione capofila, che si faccia garante di tutte queste Associazioni.

Perché questa scelta: per garantire le piccole Associazioni, altrimenti sarebbero comunque rimaste fuori da questo discorso, e non sarebbero potute crescere. In realtà hanno uguale merito di quelle grandi, svolgendo un lavoro, magari particolare, differenziato, però in campi di grande attenzione dal punto di vista sociale.

Per finire, il recupero di altre risorse, infatti per la prima volta, l'Assessorato ai Servizi Sociali di questa Regione, sfrutta i finanziamenti Europei in materia così delicata, e c'è l'intenzione di promuovere ed incrementare questo tipo di risorsa. L'accreditamento inoltre, entro metà luglio, dei fondi previsti dal governo nazionale per quanto riguarda i servizi sociali, di circa 170 miliardi, che verranno assegnati alla Regione Lazio,in più, rispetto al bilancio ordinario e quindi una boccata di ossigeno, ci sarà.

Scheda tecnica

Osservatorio nazionale per il volontariato: le funzioni

L'Osservatorio nazionale per il volontariato viene convocato per almeno sei volte l'anno. I suoi componenti durano in carica tre anni e per non più di due mandati consecutivi. La struttura lavora in sinergia con le organizzazioni territoriali, le consulte ed i comitati che le regioni istituiscono, intervenendo direttamente in alcuni casi su questioni che, pur essendo di interesse regionale, possono avere ripercussioni a livello nazionale.

L'Osservatorio, inoltre, promuove raccordi con i centri di servizio per il volontariato e può proporre la costituzione di gruppi di lavoro e di studio, oltre che di comitati tecnici con compiti specifici di analisi di alcune questioni direttamente attinenti alle proprie funzioni.

La struttura, infine, allo scopo di coordinare in modo efficace tutte le azioni intraprese in materia di volontariato nazionale, indice una volta all'anno riunioni congiunte, seminari ed altre iniziative che promuovano e diffondano la cultura della solidarietà e dell'impegno civile.

Integrazione tra Sociale e Sanitario:che significa

Assistenza domiciliare, case-famiglia per disabili soli: l’integrazione socio-sanitaria prende il via grazie all’entrata in vigore del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato il 14 febbraio. Si tratta dell’atto d’indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie

pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel numero del 6 giugno scorso.

La normativa realizzata dal ministero della Sanità e dal ministero per la Solidarietà Sociale, in applicazione della legge quadro sulle politiche sociali, ha l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi sul territorio nazionale in modo uniforme e coordinato. Particolare attenzione viene riservata alle problematiche dell’handicap. Il provvedimento prevede un aumento e potenziamento dell’assistenza ai disabili e anziani. Spetta ovviamente all’ente Regione determinare gli obiettivi, i modi di finanziamento e l’erogazione dei servizi. Dovrà però attenersi ai criteri, contenuti nel decreto, impostati sulla natura del bisogno, la complessità e l’intensità dell’intervento assistenziale e della sua durata.

Uno strumento di cui si dovrà avvalere e' la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale creata ad hoc, secondo il decreto legislativo 502/92.

La legge, da tempo attesa e' stata accolta con qualche riserva dalle associazioni di disabili, causa il connotato economicistico.

La preoccupazione deriva dalle tabelle sui criteri di finanziamento: pericolo di una cattiva applicazione dei criteri della tabella da parte degli enti locali.

Sono pochi i funzionari dei piccoli comuni che conoscono le problematiche dell’handicap. Il rischio è che questi ufficiali non faranno altro che attenersi ad un’interpretazione rigida delle norme senza curarsi come al solito, delle necessità dei disabili del territorio.

Le leggi del non profit

Cooperative sociali, organizzazioni non governative, fondazioni, associazioni: il Terzo settore è una realtà composta da molte anime, che operano con strumenti diversi in ambiti altrettanto differenti, dal sostegno alle fasce deboli fino alla cooperazione internazionale.

Per orientarsi in questo panorama complesso è bene conoscere le principali norme di riferimento, tenendo presente che il non profit italiano non è ancora stato disciplinato da una normativa unitaria.

Elenco delle principali leggi nazionali che governano il Terzo settore

Legge quadro sul volontariato (L. 266 / 1991)E' il testo di riferimento per il lavoro volontario, ne riconosce il valore sociale e le funzioni. Stabilisce una volta per tutte le caratteristiche dell'attività di volontariato, come "prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l'organizzazione di cui il volontariato fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà". La legge fissa la disciplina e le agevolazioni fiscali concesse alle organizzazioni di volontariato, riconoscendo ai volontari la copertura assicurativa e previdenziale.

Disciplina delle cooperative sociali (L. 381 / 1991)

Definisce le finalità e le modalità di realizzazione di questa nuova fattispecie d'impresa, che ha come scopo il perseguimento dell'interesse generale di una comunità.

Disciplina delle associazioni di promozione sociale (L. 383 /2000)

Ha dato cittadinanza giuridica alle associazioni di promozione sociale, attraverso l'istituzione di un'anagrafe delle associazioni e dell'Osservatorio nazionale, e lo stanziamento di un fondo nazionale per l'associazionismo.

Disciplina delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Dlgs. 460 /1997)

Questa legge rappresenta il testo di riferimento per la disciplina tributaria degli enti non commerciali, e ha introdotto nel nostro ordinamento il concetto di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus). Da ricordare che, a norma di legge, molti soggetti del non profit sono Onlus di diritto (cooperative sociali, associazioni, organizzazioni non governative) e quindi automaticamente regolati da questa disciplina.

Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (L. 328/2000)

Nei 30 articoli che compongono questo testo normativo, il concetto di sussidiarietà viene accolto in senso ampio: ciò significa che alle strategie d'intervento in ambito assistenziale provvedono soggetti pubblici (Stato ed Enti locali) insieme a onlus, cooperative, associazioni di volontariato, enti di promozione sociale.

Stato sociale e servizi sociali

RACCOLTA DELLE NORME RELATIVE AL SETTORE DEI SERVIZI SOCIALI - COMUNE DI ROMA

Contestualizzazione, precisazioni terminologiche e provvedimenti normativi.

Nell’accezione "classica" europea lo "stato sociale" o "welfare state" comprende i programmi pubblici di trasferimento monetario per il mantenimento e la garanzia del reddito in caso di vecchiaia, invalidità, maternità, reversibilità, disoccupazione, malattia, carichi familiari, sanità, assistenza, istruzione, abitazioni. Lo scopo è fornire protezione e assicurare il benessere di tutti i cittadini sulla base del principio dell’universalità della copertura.

Schematicamente l’organizzazione dello stato sociale per macro-settori in intervento può essere riassunta nella figura seguente.

I macro-settori di intervento pubblico dello stato sociale

Previdenza

Sanità

Servizi sociali

Istruzione

Abitazioni

 

 

Assistenza

Beneficenza

 

 

Dalla tabella si evince come il settore dei servizi sociali rappresenta un contenitore ampio, all’interno del quale si possono distinguere due ulteriori sotto-settori: l’assistenza sociale e la beneficenza, il cui decentramento agli enti locali iniziato con lo "storico" D.P.R. 616/1977 e proseguito con altri provvedimento si può dire essersi in larga parte concluso con il D.Lgs. 112/1998.

Il concetto e la definizione di che cosa si intenda chiaramente con l’accezione "servizio sociale" non è mai stato ben definito, anche a causa della continua evoluzione di ciò che con esso si indicava nei diversi momenti storici. A sanare questa incertezza è però intervenuto finalmente il D.Lgs. 112/98, che all’art.128 fornisce una definizione sufficientemente compiuta del termine "servizi sociali", con la quale: "(…) si intendono tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi gratuiti e a pagamento o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia". In precedenza, alcuni anni prima, la Corte Costituzionale aveva distinto, all’interno dei servizi sociali, fra prestazioni definite di "Assistenza Sociale" e quelle di "Beneficenza" come di seguito riportate:

L’ "Assistenza sociale", che identifica quelle prestazioni che vengono erogate a fronte di diritti

soggettivi posseduti da categorie pretederminate di cittadini:

· le pensioni sociali;

· le pensioni di invalidità civile e del lavoro;

· gli asili nido;

· gli assegni di disoccupazione;

· le aspettative retribuite dal lavoro per la maternità;

· consultori presso le A.S.L.;

La "Beneficenza", che identifica invece le prestazioni caratterizzate da discrezionalità nell’erogazione

dei servizi e dalla loro offerta a chiunque versi in stato di bisogno:

· assegni per la nascita dei figli;

· assegni per l’affitto di casa;

· assegni per l’acquisto di medicinali;

· sussidi economici per adulti indigenti, anziani, minori, handicappati, famiglie di detenuti ed ex detenuti, malati di aids;

· servizi diurni per anziani, minori, handicappati.

· Soggiorni vacanza e climatici;

· Affidamento di minori;

· Tutele

· Pronto intervento sociale

· Comunità terapeutiche per tossicodipendenti,

· Servizi residenziali per anziani, minori, handicappati, malati di aids

· Inserimento lavorativo per handicappati

· Formazione professionale per minori detenuti

· Borse di studio

  Funzioni e compiti della Regione

· la determinazione degli ambiti territoriali adeguati alla gestione dei servizi socio-assistenziali;

· la promozione ed il coordinamento operativo dei soggetti che operano nell'ambito dei servizi sociali;

· la determinazione dei livelli qualitativi dei servizi socio-assistenziali, nonché dei requisiti organizzativi, strutturali e funzionari degli stessi, nel rispetto degli standard essenziali determinati a livello nazionale;

· la determinazione dei criteri e dei parametri di reddito per il concorso al costo delle prestazioni socio-assistenziali;

· la definizione delle modalità e dei criteri della vigilanza sui servizi socio-assistenziali e sulle attività svolte dagli enti privati;

· la definizione, in collaborazione con gli enti locali, dei criteri e degli standard da utilizzare nel processo di informatizzazione dei servizi socio-assistenziali, anche al fine di consentire alla Regione la raccolta e l'elaborazione delle informazioni necessarie alla programmazione regionale;

· la promozione ed il sostegno di modalità organizzative che garantiscano il raccordo e l'integrazione dei servizi sociali con gli altri servizi territoriali;

· la determinazione dei criteri, dei contenuti e delle metodologie dei corsi di formazione ed aggiornamento del personale addetto ai servizi sociali, nell'ambito dell'esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi regionali di formazione professionale;

· il coordinamento delle attività di prevenzione e di inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione, ivi compresi i tossicodipendenti, gli alcool dipendenti e gli psicolabili;

· la promozione di attività di ricerca e di sperimentazione di nuove tecnologie di apprendimento e di riabilitazione in favore di portatori di handicap, nonché‚ la produzione di sussidi didattici e tecnici;

· la promozione dell'attività consultoriale;

· la tenuta del registro regionale degli enti privati che svolgono attività di assistenza sociale nell'ambito del territorio regionale;

· la promozione di una rete di centri di accoglienza degli immigrati extra-comunitari, nonché‚ la determinazione dei requisiti gestionali e strutturali dei centri medesimi;

· le Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza (IPAB);

· la partecipazione, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto della legislazione statale e degli atti governativi di indirizzo e coordinamento, ad iniziative di soccorso a favore di profughi, di rifugiati, di prigionieri e di popolazioni coinvolte in eventi eccezionali causati da conflitti armati, calamità naturali e situazioni di denutrizione e di carenze igienico-sanitarie.

· funzioni e compiti amministrativi concernenti la promozione di iniziative a carattere sociale e culturale in favore degli immigrati, degli emigrati e dei nomadi, per conservare e sviluppare la loro identità culturale e per favorire il loro inserimento nella società

Funzioni e compiti delle province

· l'assistenza ai ciechi ed ai sordomuti, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto legge 18 gennaio 1993, n. 9 (Disposizioni urgenti in materia sanitaria e socio-assistenziale), convertito nella legge 18 marzo 1993, n. 67;

· l'espressione del parere sulle modifiche statutarie ed istituzionali delle IPAB di rilevanza provinciale, ai sensi dell'articolo 62 della legge 17 luglio 1890, n. 6972 (Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza);

· la localizzazione dei presidi assistenziali e la formulazione del parere sulla determinazione da parte della Regione, degli ambiti territoriali adeguati alla gestione dei servizi;

· la localizzazione e l'istituzione dei centri antiviolenza o di case rifugio per donne maltrattate e l'inoltro alla Regione delle richieste di contributo;

· il coordinamento e la verifica delle iniziative dei comuni in materia socio-assistenziale.

· funzioni e compiti amministrativi concernenti la promozione di iniziative a carattere sociale e culturale in favore degli immigrati, degli emigrati e dei nomadi, per conservare e sviluppare la loro identità culturale e per favorire il loro inserimento nella società

Funzioni e compiti dei comuni

· l'organizzazione ed il funzionamento della rete dei servizi socio-assistenziali e la gestione degli stessi, ivi compresi quelli relativi ai tossicodipendenti ed agli alcool dipendenti

· l'assistenza ai minori in stato di bisogno, ai minori illegittimi, abbandonai o esposti all'abbandono

· la vigilanza sull'attività delle organizzazioni di volontariato operanti in materia;

· la gestione del servizio di asilo nido e del servizio di assistenza familiare;

· la realizzazione e la gestione dei centri di accoglienza per stranieri extra-comunitari;

· l'espressione dei parere sulle modifiche statutarie ed istituzionali delle IPAB di rilevanza comunale;

· l'autorizzazione all'apertura dei servizi socio-assistenziali e la vigilanza su tali servizi e sull'attività degli enti privati e delle organizzazioni di volontariato che prestano assistenza sociale;

· la concessione dei nuovi trattamenti economici a favore degli invalidi civili.

funzioni e compiti amministrativi concernenti la promozione di iniziative a carattere sociale e culturale in favore degli immigrati, degli emigrati e dei nomadi, per conservare e sviluppare la loro identità culturale e per favorire il loro inserimento nella società