Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca
 
Edscuola Web

 
La lettera di un padre, che lamenta il taglio delle ore di sostegno per suo figlio e il mancato esercizio concreto del diritto all’istruzione, deve necessariamente far riflettere tutti coloro che sono (o dovrebbero) essere coinvolti  nel processo relativo all’integrazione scolastica.
 
 
La storia di Francesco, portata a conoscenza dell’opinione pubblica dal disperato appello del genitore, è a nostro avviso di una gravità inaudita. Si possono riscontrare nel caso in questione una pluralità di responsabilità da parte di tutte le Istituzioni coinvolte, talmente gravi da poter comprendere la scelta del genitore di rivolgersi, oltre che a tutti gli organi di stampa, anche alla Procura della Repubblica.
Ma quello di Francesco, purtroppo, non è un caso isolato: sulla questione relativa al taglio delle ore per gli alunni diversamente abili ci giungono dalle scuole molisane notizie molto allarmanti.
In particolare, genitori e insegnanti di sostegno lamentano una situazione a tratti insostenibile, dovuta ad una riduzione delle ore attribuite dai GLH degli USP di Campobasso e Isernia. I genitori degli alunni diversamente abili, per vedersi riconosciuto un diritto incontestabile (garantito dalla nostra Costituzione oltre che dalla legge 104/1992) sono stati costretti a rivolgersi ai giudici del Tar.
Risultato: solo in questo inizio di anno scolastico, già si possono contare cinque ordinanze di sospensiva (4 contro l’USP di Campobasso – 1 avverso l’USP di Isernia) in cui i giudici, ritenendo illegittimi ed immotivati i provvedimenti degli USP in questione, hanno attribuito agli alunni diversamente abili le ore di sostegno che erano state richieste dalle scuole.
Che senso ha tutto questo? Per quale motivo bisogna costringere i genitori a fare ricorso alla Giustizia Amministrativa (sopportandone i relativi costi)? Per dirla come il padre di Francesco: chi riconosce il diritto d’istruzione, la scuola o i tribunali?
Siamo convinti del fatto che l’integrazione scolastica sia uno degli aspetti che danno lustro alla scuola italiana, mettendola ai primi posti nel panorama europeo. Continuando ad operare in questo modo, però, l’integrazione dei diversamente abili verrebbe garantita solo formalmente e si creerebbe ulteriore discriminazione sociale tra chi può permettersi di ricorrere e chi non ha le disponibilità economiche per permettersi un iter giudiziario.

La Flc Cgil chiede, con forza, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale di farsi carico e di adoperarsi per risolvere questa grave situazione. Il Ministro Fioroni, in risposta alla lettera di protesta della madre di un alunno diversamente abile, ha promesso che era in corso una ulteriore verifica da parte dei direttori scolastici regionali per garantire a tutti ciò di cui hanno diritto secondo le reali necessità.

Noi seguiremo con attenzione la questione e ci schieriamo, fin da ora, con le famiglie degli alunni diversamente abili mettendo a loro disposizione le nostre strutture e i nostri legali, al fine di iniziare i procedimenti giudiziari necessari, qualora non vengano accolte tutte le legittime richieste.

FLC CGIL MOLISE
 

L'APPELLO - Chi garantisce il diritto d'istruzione: la scuola o i tribunali?

 
 di BIASE M. - Visto che ormai non so più a chi rivolgermi, scrivo a tutte le Istituzioni in oggetto e alla stampa.
 
 
Sono il padre di Francesco, un ragazzo con una grave disabilità psico intellettiva. Francesco dovrebbe frequentare il terzo anno dell'Istituto Agrario di Campobasso. Dico dovrebbe perché, nonostante le mie sollecitazioni, indirizzate sia al Dirigente Scolastico dell'Istituto che al Provveditore, ad oggi (18/09/2007) ancora non gli viene assegnato un insegnante di sostegno.

I problemi di Francesco sono gravi, tali da non consentirgli di rimanere in classe senza il supporto di un insegnante specializzato. Perché nonostante la scuola sia iniziata da più di una settimana mio figlio deve essere costretto a stare a casa?

La storia scolastica di Francesco è stata sempre difficile, ed io ho dovuto sempre lottare perché riconoscessero i suoi diritti. Nel 2005, visto che gli avevano assegnato solo 9 ore di sostegno, (contrariamente al parere del GLH che riconosceva 18 ore), ho dovuto fare ricorso al Tribunale. I giudici ci hanno dato ragione: lette le motivazioni hanno intimato con provvedimento d'urgenza a tutte le amministrazioni convenute (U.S.R, del Molise, C.S.A di Campobasso, Istituto Agrario Pittarelli) di attribuire a mio figlio Francesco 18 ore di sostegno settimanali. Ciò nonostante, quest'anno i problemi si sono ripresentati: per Francesco NON SOLO sono state concesse solo 9 ore di sostegno ma ANCORA NON SI PROVVEDE A NOMINARE UN DOCENTE DI SOSTEGNO NEPPURE PER TALI 9 ORE (per ora rimaste solo sulla carta). Mi costringono nuovamente a presentare ricorso per vedere riconosciuto un diritto incontestabile.

La cosa che più mi rattrista è pensare a quei genitori che non hanno la possibilità economica per fare un ricorso sobbarcandosi così le spese.

Chi garantisce il diritto d'istruzione: la scuola o i tribunali?

Biase M. - Campobasso

Lettera inviata

Al Ministro della Pubblica Istruzione

Al Direttore dell'USR del Molise

Al Provveditore di Campobasso

Alle OO.SS della scuola

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso

A tutti gli organi di informazione

 


La pagina
- Educazione&Scuola©