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Disabili dimenticati

PressIntegrazione n. V/90 del 05-02-2007

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Leggi l'articolo originale dal sito "La Repubblica"

di Antonio Nocchetti

Ora che si sono spenti i riflettori sulla manovra finanziaria approvata dal governo Prodi è possibile fare qualche riflessione sulle conseguenze che essa determinerà sul mondo della scuola e della disabilità in particolare. Sono molti gli spunti su cui possiamo provare a riflettere, ponendo l´accento su quelli che sono, a nostro avviso, i temi più interessanti.
La prima riflessione, preliminare a tutte le altre che seguiranno, riguarda l´aumento del rapporto alunni per classe (comma 605) che determinerà il costituirsi di un minor numero di classi (si calcola oltre 6500) a fronte di un incremento di alunni iscritti stimati in oltre 23500 nel prossimo anno scolastico. Purtroppo questo "risparmio" di docenti avrà conseguenze eclatanti soprattutto nelle grandi città, dove è già da anni presente un aumento progressivo degli alunni nelle singole classi.
Appare singolare che questo avvenga in palese contraddizione con la legge quadro sulla integrazione scolastica, che prevede non più di un alunno disabile in classi formate da massimo 20 alunni. Siamo preoccupati che il preannunciato superamento del rapporto 1:138 per la definizione degli organici di sostegno come enunciato nella ultima finanziaria nasconda un fantastico trabocchetto per i bambini disabili e le loro famiglie. Come interpretare altrimenti il proposito di rendere più farraginosa la certificazione dell´handicap da presentare alle scuole?
L´aspetto che colpisce maggiormente è la sensazione che il governo ritenga che ci siano genitori felici di attestare per i propri figli una "falsa" disabilità, ponendoli alla stregua di quei delinquenti che simulano le false invalidità. Per questi ultimi siamo ancora in attesa di provvedimenti legislativi coerenti (non l´indulto), che inaspriscano le condanne nei loro confronti e di quelli che rendono possibili simili nefandezze (medici, amministrativi eccetera).

Un altro aspetto interessante da considerare se si vuole costruire un giudizio sulla manovra in esame è il legittimo finanziamento delle scuole paritarie (comma 635-636), che tuttavia diventa incomprensibile se confrontato alla disattenzione rivolta al comparto della scuola pubblica; lungi da noi l´idea di disconoscere il ruolo essenziale, soprattutto nella scuola dell´infanzia, della scuola paritaria, ma appare francamente incomprensibile che questo avvenga (200 milioni di euro per anno) all´interno di una finanziaria che penalizza ulteriormente il mondo della scuola dai livelli più bassi a quelli più elevati dell´università. In questo quadro la scuola per i disabili, cresciuti nell´anno scolastico in corso ad oltre 172000, diventa sempre più faticosa, stretti come sono in classi più numerose e sempre più inaccessibili.

 Appare infatti risibile il tanto declamato finanziamento di pochi milioni di euro al comparto dell´edilizia scolastica per l´abbattimento delle barriere architettoniche, in un contesto in cui gli edifici scolastici appaiono in larga maggioranza in tutto il paese inadeguati alle più elementari norme di sicurezza ai sensi della legge 626. Gli alunni disabili sono alunni esigenti che richiedono competenze, professionalità e formazione permanente. Ed allora come commentare (fonte Cisl scuola) l´offensivo finanziamento per l´aggiornamento degli insegnanti di sostegno di circa 3 euro al mese? Ci corre l´obbligo di sottolineare che questa voce di spesa è singolarmente presente nella stessa quantità (!) negli anni del vituperato governo Berlusconi.

Tutto ciò appare incomprensibile in un paese che raggiunge con questa manovra finanziaria costi mai raggiunti prima per sostenere le spese militari (oltre 19 miliardi di euro nel 2007), nonostante le tante anime candide pacifiste presenti nella maggioranza di governo. Ed allora una "coerente" disattenzione nei riguardi della disabilità rappresenta la formidabile linea di continuità tra il governo di centrodestra e quello di centrosinistra. Ci sarà qualcuno che se ne accorgerà?

L´autore è membro del comitato "Tutti a scuola"


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