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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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Quaderni di Prevenzione

LA PREVENZIONE AL DISAGIO


INDICE

Prefazione, di Annamaria Durante Petrore

Introduzione, di Milena Grilli Zanchini  

1.Prevenzione: aspetti normativi ed educativi
di Milena Grilli Zanchini
1.1 Il concetto di prevenzione delle tossicodipendenze: aspetti legislativi dal codice Rocco alla 45/99
1.2 Filosofia dell’educazione: educazione al disagio secondo "Progetto Uomo"
1.3 Principali modelli d’intervento

2.Comunicazione affettiva: alla riscoperta della fiaba come educazione al sentimento
(Progetto insegnanti Scuola Materna ed Elementare)
di Marisa Ciarfella, Milena Grilli Zanchini
Premessa
2.1 Stili educativi come tipici modi di interagire
2.1.2 Lo sviluppo integrale della personalità
2.2 Fiaba: comunicazione affettiva
2.2.1 Il bambino come archetipo
2.3 La rappresentazione magica del mondo infantile
2.3.1 Immaginario infantile: bisogno di magia
2.4 Dal mito alle fiabe: analisi del linguaggio
2.5 Uso della fiaba come strumento didattico, "evolutivo" per la crescita psicologica e  culturale del bambino
2.6 Laboratori
2.7 Riflessioni sul progetto 

3. Le varie forme del disagio
(Progetto Insegnanti Scuola Media I e II grado)
di Stefano Chiccarelli, Maria D’Annibale, Loriana Mangifesta, Paola Di Pietro, Marisa Ciarfella, Milena Grilli Zanchini
Premessa
3.1 Nuove sostanze ed effetti soggettivi
3.1.1 La pseudo-cultura dell’ecstasy e i nuovi miti metropolitani
3.1.2 Le novità
3.1.3 Sintomatologia del tossicodipendente e atteggiamenti della dipendenza
3.2 L’adolescenza (chi sono?)
3.2.1 Periodo di transizione e cambiamento
3.2.2 Corpo
3.2.3 Pensiero
3.2.4 Il lavoro di gruppo
3.2.5 La famiglia
3.2.6 Il gruppo dei pari
3.2.7 La nascita di un’interiorità nuova: la dimensione spirituale e la volontà di significato
3.3 Il percorso del disagio dell’adolescente (ostacoli alla crescita)
3.3.1 Gruppi di discussione: questo spazio viene dato alla vita interiore?
3.4 La condizione di adulto è sempre sinonimo di sicurezza e di serenità ?
3.5 Il percorso del disagio adulto: sintesi di un lavoro di gruppo
3.6 Il burn-out nella professione dell’insegnante
3.7 Laboratori
Riflessioni sul progetto

4.Famiglia e comunicazione
(Progetto Genitori Scuola Media)
di  Milena Grilli Zanchini, Marisa Ciarfella
Premessa
4.1 La famiglia oggi: tv, telefono, radio
4.1.1. Attivazione: proiezione del film The Truman show
4.2 La comunicazione e relazione : un’avventura da vivere
4.2.1 La comunicazione intesa come relazione sociale
4.3 Conoscersi per interagire

5.Comunicazione affettiva
(Progetto Genitori Scuola Materna ed elementare)
di Milena Grilli Zanchini, Patrizia Floro, Elena Vigilante,Oriana Cipollone
Premessa
5.1 La comunicazione affettiva
5.2 Cosa sono le emozioni?
5.3 Ambiente affettivo
5.4 Il ruolo materno
5.5 Emozioni, cultura e atteggiamenti
5.6 Giochi di animazione e simulate
5.7 E se giocare fosse una cosa seria?
5.7.1 Il valore del gioco
5.7.2 La funzione del gioco nello sviluppo evolutivo
5.7.3 Il ruolo dell’adulto nell’attività ludica con il bambino
5.8 Laboratorio sul gioco

6. Progetto Ragazzi: esperienze creative
di Patrizia Floro, Elena Vigilante, Oriana Cipollone

7. Progetti: Telefono Vita e Counseling per insegnanti (servizi sul e per il territorio)
di Annalisa Pomponio, Patrizia Floro, Milena Grilli Zanchini
7.1 Telefono Vita
7.2 Counseling per insegnanti

8.La Valutazione
di Annalisa Pomponio, Mario Da Fermo
Premessa
8.1 La valutazione interna
8.1.1 Corso di aggiornamento per insegnanti di scuola materna ed elementare
8.1.2 Corso di aggiornamento per insegnanti di scuola media I e II grado
8.1.3 Progetto Ragazzi e Progetto Genitori
8.1.4 Progetto Genitori
8.1.5 Telefono Vita: formazione centralinisti
8.1.6 Counseling per insegnanti/educatori/animatori di gruppo
8.1.7 Brevi riflessioni conclusive
8.2 La valutazione esterna
8.2.1 Riferimenti teorici e metodologici
8.2.2 Illustrazione delle attività di valutazione del progetto
8.2.3 Considerazioni conclusive

9. Centri di Ascolto (laboratori sociali: Roseto e Montesilvano)
di Vera Di Leone, Annalisa Pomponio

9.1 Cos’è un Centro di Ascolto
9.2 Il lavoro nel Centro di Ascolto di Roseto
9.3 Ludoteca
9.3.1 Il funzionamento della ludoteca
9.4 Progetto Genitori: riflessioni sul concetto di educazione sessuale
9.4.1 Target
9.4.2 Metodologia: tecniche e strumenti
9.4.3 Elaborazione dati
9.4.3.1 Dati anagrafici: sesso ed età
9.4.3.2 Gli intervistati: provenienza socio-culturale
9.4.3.3 Gli intervistati: numero ed età dei figli
9.4.3.4 I genitori e l’educazione sessuale
9.4.3.5 Definizioni di educazione sessuale
9.4.3.6 Modi per affrontare l’argomento sessualità
9.4.4 Considerazioni conclusive
9.5 Il lavoro nel Centro di Ascolto di Montesilvano: la ludoteca

Conclusioni
di Milena Grilli Zanchini

Bibliografia 


Prefazione 
di Annamaria Durante Petrore  

Se ogni piccolo uomo
nel suo piccolo mondo
fa una piccola cosa
il mondo cambia

Agli inizi degli anni '80, quando nacque l'Associazione Solidarietà, il suo obiettivo fondamentale fu quello di presentare una proposta per porre l’uomo, da protagonista, al centro della storia della società. "Progetto Uomo" ispira il movimento d’opinione che nel corso degli ultimi vent’anni ha voluto creare, attraverso molteplici attività, un dialogo con il territorio, per sollecitare un serio e concreto interesse e per scuotere le coscienze ad una responsabilità educativa.
I quaderni di prevenzione nascono con l'intento di far conoscere un'esperienza strettamente legata all'educazione in quanto azione che conduce la persona verso la sua autonomia, la sua libertà e responsabilità sviluppandone le potenzialità in una relazione condivisa.


Gli interventi di prevenzione documentati costituiscono un seme prezioso i cui frutti sono molto lenti ad evidenziarsi e a maturare.
La "missione educativa" è propria di ogni essere umano, attiene al mistero di ogni uomo che è chiamato a vivere nella verità e nell'amore.
E' per questo motivo che avvicinarsi a questo processo singolare che è l'educazione richiede molta onestà e profonda umiltà.


Introduzione
di Milena Grilli Zanchini  

Questo libro non ha la pretesa di insegnare nulla a nessuno; al contrario vuole raccontare l'esperienza di un anno di attività ('97-'98) svolta sul nostro territorio, dare alcuni spunti di riflessione sull’evolversi della legge in materia di stupefacenti, elencare le cause che determinano la tossicodipendenza e le principali metodologie di prevenzione.

 Nei seminari che abbiamo tenuto nelle scuole, si è parlato molto di disagio e poco o nulla di tossicodipendenza se non per alcuni cenni nel capitolo 3. Il motivo è che la tossicodipendenza è la manifestazione di un profondo disagio, l'incapacità ad accettare la quotidianità della vita, l'incapacità a inventarsi la propria esistenza per superare la noia della routine che a volte inevitabilmente ci assale, facendo ricorso alla nostra fantasia, alla nostra creatività. Fantasia e creatività che devono essere aiutate a estrinsecarsi sin dalla più tenera età, esaltate dalla curiosità per l’apprendimento e per la conoscenza.
I genitori e gli insegnanti hanno il compito di aiutare i giovani a crescere con questa curiosità, devono imparare ad ascoltare i giovani quando parlano dei loro sogni, delle loro speranze per il futuro, li devono ascoltare quando parlano delle loro paure per il futuro, devono aiutarli a leggere i sentimenti e non temere di mostrarli, non è debole chi ha il coraggio di parlare della propria paura, ma, al contrario lo è chi non affronta la propria paura e per nasconderla si "fa" di eroina o di cocaina o si "cala" di ecstasy perché "così socializza" e non deve fare i conti con la propria timidezza.

Chi fa uso di sostanze stupefacenti o di alcol, più che andare alla ricerca di nuovi piaceri o di emozioni "no limits", cerca di prevenire il "dispiace-re", cioè evitare gli obblighi della realtà troppo gravosi e il loro seguito di delusioni ed evitare le angosce dei genitori.

Dagli anni settanta in poi, proprio perché l'immagine del tossicomane si modificava da vizioso a vittima inconsapevole della propria ignoranza, da criminale a malato che necessitava di cure, la prevenzione cambiava modello, per cui si fece ricorso all'informazione pseudo-scientifica e alla medicina epidemiologica per combattere le cause patogene ed incutere una grande paura al probabile utente, quasi che la paura dovesse essere il giusto impedimento, ma si sa bene come il divieto: "non aprire quella stanza altrimenti morirai" non è stato un impedimento per l’ultima moglie di Barbablù al contrario, abbia suscitato più curiosità! Statisticamente sono pochissimi i fumatori incalliti che smettono di fumare per paura del cancro.
Una più approfondita analisi ed una purtroppo ricca casistica, dimostrano senza ombra di dubbio che il fenomeno è presente in tutte le classi sociali, tra gli studenti come tra i lavoratori, nelle grandi città come nelle aree di montagna, nelle famiglie disastrate come in quelle apparentemente positive.
Il problema, quindi non è dato dalla sostanza, ma dal disagio esistenziale e sociale che vive l'uomo. Il tossicodipendente è un disadattato che ha trovato nel consumo di certe sostanze una particolare risposta alla propria sofferenza.
Per impostare una adeguata strategia di prevenzione, gli adulti devono essere in grado di capire i giovani, ma soprattutto migliorare le condizioni di vita della comunità e favorire l'integrazione positiva e dinamica dell’individuo nella società.
E' necessario che gli adulti non dimentichino la loro infanzia, la loro gioventù, che sappiano educare a fare tesoro dei propri sentimenti trasformando in punto di forza quello che potrebbe sembrare un punto di fragilità. Per questo motivo si parlerà di comunicazione affettiva (gioco e fiaba), ci si confronterà con i genitori sulla tv, sul computer, sulla comunicazione e sull’ascoltare, sui problemi che da sempre comporta l'essere educatori e sulla ricchezza spirituale che comunque regala questa stessa esperienza.
Come si è già specificato nella prefazione, la nostra Associazione è presente da molti anni sul territorio, tuttavia l'esperienza di cui si parlerà più avanti ha la caratteristica di essere stata valutata dalla sociologa del nostro Centro Studi e dal sociologo del Ser.T secondo i criteri di valutazione dell'Osservatorio europeo di Lisbona.

L'esperienza raccontata fa riferimento al progetto che è stato chiamato: "Sportello di prevenzione" e che è stato finanziato dal D.P.R. 309/90 (Finanziamento progetti gravanti sulla quota del Fondo Nazionale di intervento per la lotta alla droga, a valere sull'esercizio finanziario 1996 - Delibera di Giunta Regionale n° 2101 dell'11 agosto 1997).


L'obiettivo che il Centro si era prefisso è stato ed è quello di intervenire nei vari ambiti sociali attraverso una prevenzione, primaria e secondaria, della dipendenza da sostanze stupefacenti e delle malattie ad essa correlata, ma soprattutto del disagio giovanile.

 
A tal fine è stato istituito uno Sportello perché potesse offrire informazione, ascolto, consulenza e orientamento, soddisfare richieste di intervento preventivo attraverso progetti elaborati in riferimento ai bisogni espressi e successivamente verificati e valutati.


Lo "Sportello Prevenzione" voleva essere un servizio mirato: 

·         alla Scuola ed in particolare rivolto al personale direttivo scolastico, al corpo docente, agli studenti e alle loro famiglie, garantendo loro la possibilità di confrontarsi con esperti sul senso e la qualità del proprio lavoro, ma non solo, ricevere consulenza, orientamento e programmi di intervento personalizzati;

·         alla Famiglia in genere, punto di riferimento per i giovani, entro cui crescere e maturare, offrendo un sostegno specifico;

·         ai Giovani per dare loro la possibilità di condividere liberamente esperienze, timori, dubbi e aspirazioni;

·         al Territorio rappresentato da:

    • a) Istituzioni quali: Enti Locali, AUSL, Provveditorati agli Studi, Diocesi, Parrocchie;
    • b) altre Agenzie educative come: Associazioni culturali, Associazioni ludico/ricreative, Associazioni sportive, ecc.

Lo Sportello ha espletato la propria attività in base a diversi livelli di intervento che sono stati così descritti:

1.      consulenza e informazione (Telefono Vita): centro di primo ascolto, distribuzione di materiali informativi, colloqui informali, analisi dei problemi e ricerca delle soluzioni, eventuale invio ad altri servizi;

2.      sostegno personale (Counseling): colloqui, proposte di cammini esperenziali di riflessione, condivisione, auto-formazione;

3.      formazione: percorsi formativi per educatori, volontari, animatori, docenti, genitori, ecc.,...di vario livello o su specifici progetti innovativi su richiesta dei committenti;

4.      progettazione: elaborazione di progetti, in riferimento a tutte le aree di intervento (legislazione, strutture, profili psicopedagogici, laboratori, formazione);

5.      supervisione e valutazione di progetti avviati e/o conclusi.

Per ovvi motivi di privacy (Legge 675/'96), non vengono riportati i nomi delle persone e delle scuole all’interno delle quali si è operato.
 


Centro Servizi SocioCulturali "Diogene" -
Centro Studi e Prevenzione
v. del Santuario, 160 - 65125 Pescara
tel. 0854171682 - fax 0854173131
http://www.olografix.org/ceis/diogene/diogene.htm
E-mail: centro.studi@bbs.olografix.org


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