INDICE
Prefazione,
di Annamaria Durante Petrore
Introduzione,
di Milena Grilli Zanchini
1.Prevenzione: aspetti normativi ed educativi
di Milena Grilli Zanchini
1.1 Il concetto di prevenzione delle tossicodipendenze:
aspetti legislativi dal codice Rocco alla 45/99
1.2 Filosofia dell’educazione: educazione al disagio secondo
"Progetto Uomo"
1.3 Principali modelli d’intervento
2.Comunicazione affettiva: alla riscoperta della fiaba come educazione
al sentimento
(Progetto insegnanti Scuola Materna ed Elementare)
di Marisa Ciarfella, Milena Grilli Zanchini
Premessa
2.1 Stili educativi come tipici modi di interagire
2.1.2 Lo sviluppo integrale della personalità
2.2 Fiaba: comunicazione affettiva
2.2.1 Il bambino come archetipo
2.3 La rappresentazione magica del mondo infantile
2.3.1 Immaginario infantile: bisogno di magia
2.4 Dal mito alle fiabe: analisi del linguaggio
2.5 Uso della fiaba come strumento didattico,
"evolutivo" per la crescita psicologica e
culturale del bambino
2.6 Laboratori
2.7 Riflessioni sul progetto
3. Le varie forme del disagio
(Progetto Insegnanti Scuola Media I e II grado)
di Stefano Chiccarelli, Maria D’Annibale, Loriana
Mangifesta, Paola Di Pietro, Marisa Ciarfella, Milena Grilli
Zanchini
Premessa
3.1 Nuove sostanze ed effetti soggettivi
3.1.1 La pseudo-cultura dell’ecstasy e i nuovi miti
metropolitani
3.1.2 Le novità
3.1.3 Sintomatologia del tossicodipendente e atteggiamenti
della dipendenza
3.2 L’adolescenza (chi sono?)
3.2.1 Periodo di transizione e cambiamento
3.2.2 Corpo
3.2.3 Pensiero
3.2.4 Il lavoro di gruppo
3.2.5 La famiglia
3.2.6 Il gruppo dei pari
3.2.7 La nascita di un’interiorità nuova: la dimensione
spirituale e la volontà di significato
3.3 Il percorso del disagio dell’adolescente (ostacoli
alla crescita)
3.3.1 Gruppi di discussione: questo spazio viene dato alla
vita interiore?
3.4 La condizione di adulto è sempre sinonimo di sicurezza e
di serenità ?
3.5 Il percorso del disagio adulto: sintesi di un lavoro di
gruppo
3.6 Il burn-out nella professione dell’insegnante
3.7 Laboratori
Riflessioni sul progetto
4.Famiglia e comunicazione
(Progetto Genitori Scuola Media)
di Milena Grilli Zanchini, Marisa Ciarfella
Premessa
4.1 La famiglia oggi: tv, telefono, radio
4.1.1. Attivazione: proiezione del film The Truman show
4.2 La comunicazione e relazione : un’avventura da
vivere
4.2.1 La comunicazione intesa come relazione sociale
4.3 Conoscersi per interagire
5.Comunicazione affettiva
(Progetto Genitori Scuola Materna ed elementare)
di Milena Grilli Zanchini, Patrizia Floro, Elena
Vigilante,Oriana Cipollone
Premessa
5.1 La comunicazione affettiva
5.2 Cosa sono le emozioni?
5.3 Ambiente affettivo
5.4 Il ruolo materno
5.5 Emozioni, cultura e atteggiamenti
5.6 Giochi di animazione e simulate
5.7 E se giocare fosse una cosa seria?
5.7.1 Il valore del gioco
5.7.2 La funzione del gioco nello sviluppo evolutivo
5.7.3 Il ruolo dell’adulto nell’attività ludica con il
bambino
5.8 Laboratorio sul gioco
6. Progetto Ragazzi: esperienze creative
di Patrizia Floro, Elena Vigilante, Oriana Cipollone
7. Progetti: Telefono Vita e Counseling per insegnanti (servizi sul e
per il territorio)
di Annalisa Pomponio, Patrizia Floro, Milena Grilli
Zanchini
7.1 Telefono Vita
7.2 Counseling per insegnanti
8.La Valutazione
di Annalisa Pomponio, Mario Da Fermo
Premessa
8.1 La valutazione interna
8.1.1 Corso di aggiornamento per insegnanti di scuola materna
ed elementare
8.1.2 Corso di aggiornamento per insegnanti di scuola media I
e II grado
8.1.3 Progetto Ragazzi e Progetto Genitori
8.1.4 Progetto Genitori
8.1.5 Telefono Vita: formazione centralinisti
8.1.6 Counseling per insegnanti/educatori/animatori di gruppo
8.1.7 Brevi riflessioni conclusive
8.2 La valutazione esterna
8.2.1 Riferimenti teorici e metodologici
8.2.2 Illustrazione delle attività di valutazione del
progetto
8.2.3 Considerazioni conclusive
9. Centri di Ascolto (laboratori sociali: Roseto e
Montesilvano)
di Vera Di Leone, Annalisa Pomponio
9.1 Cos’è
un Centro di Ascolto
9.2 Il lavoro nel Centro di Ascolto di Roseto
9.3 Ludoteca
9.3.1 Il funzionamento della ludoteca
9.4 Progetto Genitori: riflessioni sul concetto di educazione
sessuale
9.4.1 Target
9.4.2 Metodologia: tecniche e strumenti
9.4.3 Elaborazione dati
9.4.3.1 Dati anagrafici: sesso ed età
9.4.3.2 Gli intervistati: provenienza socio-culturale
9.4.3.3 Gli intervistati: numero ed età dei figli
9.4.3.4 I genitori e l’educazione sessuale
9.4.3.5 Definizioni di educazione sessuale
9.4.3.6 Modi per affrontare l’argomento sessualità
9.4.4 Considerazioni conclusive
9.5 Il lavoro nel Centro di Ascolto di Montesilvano: la
ludoteca
Conclusioni
di Milena Grilli Zanchini
Bibliografia
Prefazione
di Annamaria Durante Petrore
Se ogni piccolo uomo
nel suo piccolo mondo
fa una piccola cosa
il mondo cambia
Agli inizi degli anni '80, quando nacque
l'Associazione Solidarietà, il suo obiettivo fondamentale fu
quello di presentare una proposta per porre l’uomo, da
protagonista, al centro della storia della società. "Progetto
Uomo" ispira il movimento d’opinione che nel corso
degli ultimi vent’anni ha voluto creare, attraverso
molteplici attività, un dialogo con il territorio, per
sollecitare un serio e concreto interesse e per scuotere le
coscienze ad una responsabilità educativa.
I quaderni di prevenzione nascono con l'intento di far
conoscere un'esperienza strettamente legata all'educazione in
quanto azione che conduce la persona verso la sua autonomia,
la sua libertà e responsabilità sviluppandone le
potenzialità in una relazione condivisa.
Gli interventi di prevenzione documentati costituiscono un
seme prezioso i cui frutti sono molto lenti ad evidenziarsi e
a maturare.
La "missione educativa" è propria di ogni essere
umano, attiene al mistero di ogni uomo che è chiamato a
vivere nella verità e nell'amore.
E' per questo motivo che avvicinarsi a questo processo
singolare che è l'educazione richiede molta onestà e
profonda umiltà.
Introduzione
di Milena Grilli Zanchini
Questo libro non ha la pretesa di insegnare nulla a
nessuno; al contrario vuole raccontare l'esperienza di un anno
di attività ('97-'98) svolta sul nostro territorio, dare
alcuni spunti di riflessione sull’evolversi della legge in
materia di stupefacenti, elencare le cause che determinano la
tossicodipendenza e le principali metodologie di prevenzione.
Nei
seminari che abbiamo tenuto nelle scuole, si è parlato molto
di disagio e poco o nulla di tossicodipendenza se non per
alcuni cenni nel capitolo 3. Il motivo è che la
tossicodipendenza è la manifestazione di un profondo disagio,
l'incapacità ad accettare la quotidianità della vita,
l'incapacità a inventarsi la propria esistenza per superare
la noia della routine che a volte inevitabilmente ci assale,
facendo ricorso alla nostra fantasia, alla nostra creatività.
Fantasia e creatività che devono essere aiutate a
estrinsecarsi sin dalla più tenera età, esaltate dalla
curiosità per l’apprendimento e per la conoscenza.
I genitori e gli insegnanti hanno il compito di aiutare i
giovani a crescere con questa curiosità, devono imparare ad
ascoltare i giovani quando parlano dei loro sogni, delle loro
speranze per il futuro, li devono ascoltare quando parlano
delle loro paure per il futuro, devono aiutarli a leggere i
sentimenti e non temere di mostrarli, non è debole chi ha il
coraggio di parlare della propria paura, ma, al contrario lo
è chi non affronta la propria paura e per nasconderla si
"fa" di eroina o di cocaina o si "cala" di
ecstasy perché "così socializza" e non deve fare i
conti con la propria timidezza.
Chi fa uso di sostanze stupefacenti o di alcol, più
che andare alla ricerca di nuovi piaceri o di emozioni
"no limits", cerca di prevenire il
"dispiace-re", cioè evitare gli obblighi della
realtà troppo gravosi e il loro seguito di delusioni ed
evitare le angosce dei genitori.
Dagli anni settanta in poi, proprio perché
l'immagine del tossicomane si modificava da vizioso a vittima
inconsapevole della propria ignoranza, da criminale a malato
che necessitava di cure, la prevenzione cambiava modello, per
cui si fece ricorso all'informazione pseudo-scientifica e alla
medicina epidemiologica per combattere le cause patogene ed
incutere una grande paura al probabile utente, quasi che la
paura dovesse essere il giusto impedimento, ma si sa bene come
il divieto: "non aprire quella stanza altrimenti
morirai" non è stato un impedimento per l’ultima
moglie di Barbablù al contrario, abbia suscitato più
curiosità! Statisticamente sono pochissimi i fumatori
incalliti che smettono di fumare per paura del cancro.
Una più approfondita analisi ed una purtroppo ricca
casistica, dimostrano senza ombra di dubbio che il fenomeno è
presente in tutte le classi sociali, tra gli studenti come tra
i lavoratori, nelle grandi città come nelle aree di montagna,
nelle famiglie disastrate come in quelle apparentemente
positive.
Il problema, quindi non è dato dalla sostanza, ma dal disagio
esistenziale e sociale che vive l'uomo. Il tossicodipendente
è un disadattato che ha trovato nel consumo di certe sostanze
una particolare risposta alla propria sofferenza.
Per impostare una adeguata strategia di prevenzione, gli
adulti devono essere in grado di capire i giovani, ma
soprattutto migliorare le condizioni di vita della comunità e
favorire l'integrazione positiva e dinamica dell’individuo
nella società.
E' necessario che gli adulti non dimentichino la loro
infanzia, la loro gioventù, che sappiano educare a fare
tesoro dei propri sentimenti trasformando in punto di forza
quello che potrebbe sembrare un punto di fragilità. Per
questo motivo si parlerà di comunicazione affettiva (gioco e
fiaba), ci si confronterà con i genitori sulla tv, sul
computer, sulla comunicazione e sull’ascoltare, sui problemi
che da sempre comporta l'essere educatori e sulla ricchezza
spirituale che comunque regala questa stessa esperienza.
Come si è già specificato nella prefazione, la nostra
Associazione è presente da molti anni sul territorio,
tuttavia l'esperienza di cui si parlerà più avanti ha la
caratteristica di essere stata valutata dalla sociologa del
nostro Centro Studi e dal sociologo del Ser.T secondo i
criteri di valutazione dell'Osservatorio europeo di Lisbona.
L'esperienza raccontata fa riferimento al progetto
che è stato chiamato: "Sportello di prevenzione" e
che è stato finanziato dal D.P.R. 309/90 (Finanziamento
progetti gravanti sulla quota del Fondo Nazionale di
intervento per la lotta alla droga, a valere sull'esercizio
finanziario 1996 - Delibera di Giunta Regionale n° 2101
dell'11 agosto 1997).
L'obiettivo che il Centro si era prefisso è stato ed è
quello di intervenire nei vari ambiti sociali attraverso una
prevenzione, primaria e secondaria, della dipendenza da
sostanze stupefacenti e delle malattie ad essa correlata, ma
soprattutto del disagio giovanile.
A tal fine è stato istituito uno Sportello perché potesse
offrire informazione, ascolto, consulenza e orientamento,
soddisfare richieste di intervento preventivo attraverso
progetti elaborati in riferimento ai bisogni espressi e
successivamente verificati e valutati.
Lo "Sportello Prevenzione" voleva essere un servizio
mirato:
·
alla Scuola ed in particolare rivolto al personale
direttivo scolastico, al corpo docente, agli studenti e alle
loro famiglie, garantendo loro la possibilità di confrontarsi
con esperti sul senso e la qualità del proprio lavoro, ma non
solo, ricevere consulenza, orientamento e programmi di
intervento personalizzati;
·
alla Famiglia in genere, punto di riferimento per i
giovani, entro cui crescere e maturare, offrendo un sostegno
specifico;
·
ai Giovani per dare loro la possibilità di
condividere liberamente esperienze, timori, dubbi e
aspirazioni;
·
al Territorio rappresentato da:
- a)
Istituzioni quali: Enti Locali, AUSL, Provveditorati
agli Studi, Diocesi, Parrocchie;
- b)
altre Agenzie educative come: Associazioni culturali,
Associazioni ludico/ricreative, Associazioni sportive,
ecc.
Lo Sportello ha espletato la propria attività in
base a diversi livelli di intervento che sono stati così
descritti:
1.
consulenza
e informazione (Telefono Vita): centro di primo ascolto,
distribuzione di materiali informativi, colloqui informali,
analisi dei problemi e ricerca delle soluzioni, eventuale
invio ad altri servizi;
2.
sostegno
personale (Counseling): colloqui, proposte di cammini
esperenziali di riflessione, condivisione, auto-formazione;
3.
formazione:
percorsi formativi per educatori, volontari, animatori,
docenti, genitori, ecc.,...di vario livello o su specifici
progetti innovativi su richiesta dei committenti;
4.
progettazione:
elaborazione di progetti, in riferimento a tutte le aree di
intervento (legislazione, strutture, profili psicopedagogici,
laboratori, formazione);
5.
supervisione
e valutazione di progetti avviati e/o conclusi.
Per ovvi motivi di privacy (Legge 675/'96), non
vengono riportati i nomi delle persone e delle scuole all’interno
delle quali si è operato.
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