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Dpef: assistenza domiciliare e Fondo per la non autosufficienza nel documento varato

Un Fondo nazionale per la non autosufficienza in cui far confluire tutte le risorse già oggi impegnate nel settore, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica. Lo prevedono le politiche di equità illustrate dal governo nel Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 7 luglio. Il Fondo procederà al co-finanziamento degli interventi e le risorse a sua disposizione potranno gradualmente incrementarsi via via che le migliori pratiche andranno diffondendosi.

E’ infatti prioritario per l’esecutivo sviluppare l’integrazione socio-sanitaria, a partire proprio dall’assistenza ai non autosufficienti. Occorre quindi incentivare anche l’assistenza domiciliare integrata, che costituisce una forma di servizio più appropriata alle esigenze del cittadino non autosufficiente rispetto all’istituzionalizzazione in strutture residenziali, comportando anche una spesa per assistito notevolmente inferiore. Il Governo – si legge ancora nel Dpef - intende realizzare nella XV Legislatura un programma, nel campo dei diritti di cittadinanza e delle politiche per la famiglia, in grado di modificare progressivamente l’attuale situazione. In Italia è necessaria una svolta in questi ambiti perché si parte da una quota inferiore alla media europea di risorse dedicate al sostegno dei redditi bassi e precari e delle responsabilità familiari, nonché alla fornitura di servizi sociali e abitativi alle famiglie e ai non-autosufficienti. Secondo il governo è quindi opportuno, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, avviare azioni di riforma che accrescano l’efficienza e potenzino l’efficacia delle politiche sociali. Le azioni, di ispirazione universalistica, andranno quindi incardinate sulla Legge quadro di riforma dell’assistenza (legge 328/2000).

Nel documento si ricordano anche le responsabilità istituzionali del governo stabilite dal nuovo Titolo V della Costituzione. All’esecutivo spettano in particolare la definizione dei livelli essenziali di assistenza; la realizzare di un sistema coerente di sostegno dei redditi e delle responsabilità familiari e la predisporre forme di finanziamento che premino l’iniziativa delle autonomie locali, riorganizzando e potenziando il Fondo nazionale per le politiche sociali e prevedendo un Fondo per le politiche familiari, finalizzati alla promozione di una rete integrata di servizi. Ancora una volta è quindi necessario rafforzare e migliorare la rete dei servizi ed in particolare quelli per l’infanzia e per i non-autosufficienti, le tariffe dovranno però diventare accessibili. Nel documento si precisa inoltre che l’intervento sul cuneo fiscale non intaccherà le aliquote contributive destinate all’assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, ovvero ad alimentare le pensioni.

Lazio, la legge regionale sul Fondo non autosufficienza va in Giunta

Modificati anche i criteri di riparto dei fondi regionali per le emergenze socio-assistenziali dei piccoli comuni: tra le emergenze finanziabili, gli interventi in favore delle persone con disabilità

La legge regionale concernente l'istituzione di un fondo per la non autosufficienza è stata presentata oggi, martedì 11, in Giunta.. Con questo provvedimento si vuole sostenere l'assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata, servizi di sollievo alle famiglie, dimissioni ospedaliere protette, assistenza fuori dall'ospedale per le patologie cronico-degenerative, programmi di aiuto alla persona gestiti da operatori, interventi economici straordinari per concorrere alla deistituzionalizzazione di anziani e disabili.  Inoltre la bozza del provvedimento contiene differenziazioni corrispondenti a diversi livelli di disabilità, criteri per l'accesso ai servizi socio-assistenziali, modalità per verificare qualità ed efficienza dei servizi attivati grazie al fondo.  Quest'anno il Fondo per la non autosufficienza è stato raddoppiato in assestamento di bilancio, ma una legge garantisce uno stanziamento ad hoc in maniera stabile a tutto vantaggio degli utenti e degli operatori. Nella riunione di Giunta sono stati modificati anche i criteri di riparto dei fondi regionali per le emergenze socio-assistenziali dei piccoli comuni ove le risorse distribuite in via ordinaria siano insufficienti. Sono modifiche che mirano a rendere più chiare ai Comuni le modalità di accesso ai finanziamenti al fine di razionalizzare la spesa regionale. Nel provvedimento viene indicata come prioritario che i Comuni individuino in maniera puntuale l'emergenza sociale da affrontare. Al fine di soddisfare maggiori richieste è inoltre prevista la riduzione del contributo erogabile e l'eventuale adattamento percentuale della spesa ritenuta ammissibile. Tra le emergenze finanziabili, gli interventi in favore delle persone con disabilità. 

 


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