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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Le modifiche ai requisiti delle strutture sociali e sociosanitarie nelle Marche.

L’ennesimo schiaffo agli utenti

             Il Comitato Associazioni Tutela (CAT) al quale aderiscono 14 associazioni di volontariato e degli utenti, delle quali 5 operanti come federazioni regionali esprime amarezza e rabbia per le modifiche apportate dal Consiglio regionale al Regolamento che definisce i requisiti delle strutture diurne e residenziali che accolgono minori, anziani, disabili e altri soggetti in difficoltà.

            Il nuovo Regolamento posticipa ancora i tempi di adeguamento da parte delle strutture sia dei requisiti strutturali che di quelli del personale. Ma soprattutto inserendo nelle parti più significative del Regolamento i termini “preferibilmente” e “di norma”, permette deroghe alle norme emanate, a tutto danno degli utenti che usufruiscono dei servizi.

            Ad esempio la Casa di Riposo e la residenza protetta per anziani vedono prorogati alle fine del 2007 l’adeguamento del personale necessario per assistere gli utenti; dunque fino a quella data non esiste alcun obbligo per le strutture di erogare l’assistenza prevista. Per la Casa di Riposo ora si specifica che può ospitare “di norma”, anziani autosufficienti; si potranno così ospitare anche anziani autosufficienti, erogando però l’assistenza prevista per gli autosufficienti. Nelle Residenze protette per anziani non autosufficienti i moduli previsti di massimo 30 persone diventano anch’essi “di norma”. Dunque in ogni struttura i moduli potranno essere molto più grandi.

            Le strutture per disabili che ai fini della massima integrazione nella società erano previste all’interno delle zone urbanizzate ora potranno non esserlo. La capienza massima in quasi tute le strutture precedentemente fissata diventa anch’essa per la maggior parte delle strutture “di norma”; dunque si potrà derogare a quei requisiti senza problemi. I Centri diurni per disabili potranno ospitare ora fino a 25 utenti contro i 16 della precedente normativa.

            Per quanto riguarda il personale, per alcune figure professionali, è stato tolto il tempo entro cui  era necessaria la  riqualificazione.

            Si potrebbe continuare a lungo nell’elenco delle peggiorative modifiche apportate.

            Già precedentemente questo Comitato aveva denunciato l’assimilazione da parte della Regione di un istituto di 52 persone con una  comunità per disabili. Le modifiche apportate continuano in questa linea: si dovrebbe fare in un certo modo ma si può fare diversamente.

   Gli utenti delle strutture ancora una volta ringraziano i consiglieri regionali della regione Marche che “di norma” non hanno mai mostrato grande attenzione ai bisogni veri delle persone in difficoltà.

Il Comitato si appella a tutte le persone di buona volontà e in particolare  alle associazioni di volontariato e degli utenti, al mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, ai sindacati, perché vengano cambiate le inique norme recentemente approvate.

Comitato Associazioni Tutela

Ancona, 3 dicembre 2006


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