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Eppur si muovedi Pietro V. Barbieri*
Ombre e luci nelle attività del nuovo Governo, giunto ai suoi primi cinquanta giorni di lavoro, in riferimento ai temi della disabilità. Ma nonostante le prime, cresce la fiducia, assieme alla tensione per le aspettative di grandi riforme
Gli elettori dell’Unione con disabilità o i loro familiari saranno forse "inorriditi" di fronte ai primi cinquanta giorni di attività del nuovo Governo, così come quelli della Casa delle Libertà avranno avuto conferma di tutti i loro timori. I cosiddetti “spacchettamenti” dei Ministeri aumentano la frammentazione delle competenze e la conflittualità tra i responsabili politici e amministrativi, a fronte della necessità di strategie politiche coordinate. Anche sui temi della disabilità, poi, la lottizzazione partitica mette in luce le differenti culture che albergano sotto i vessilli dell’Unione: mettere la famiglia al centro oppure favorire il diritto individuale; competenza sanitaria o sociale per il diritto all’assistenza; INPS o Regioni per le verifiche degli accertamenti; servizio civile come assistenza oppure come politica per i giovani. Collateralmente, i lavori parlamentari si sono aperti con lo scontro per le cariche istituzionali e contestualmente con la presentazione di una valanga di progetti di legge inerenti la disabilità persino bipartisan, che però presumibilmente rimarranno immobili senza neanche la dignità di essere posti all’ordine del giorno di una misera Commissione. Gli argomenti sono i più diversi: il prepensionamento dei genitori di disabili gravi; il turismo accessibile nelle strutture agrituristiche; la teleassistenza sanitaria; la segnalazione acustica o tattile degli attraversamenti stradali; i servizi per i tetraplegici; quelli per gli incontinenti e gli stomizzati; l’abbattimento delle barriere architettoniche per gli obesi.
Stiamo anche assistendo alla prosecuzione della politica dell’effetto-annuncio inaugurata dalla Casa delle Libertà nella scorsa Legislatura: il vicepremier Francesco Rutelli che annuncia «continuità» rispetto al suo predecessore ai Beni Culturali per garantire ingressi gratuiti per disabili a musei inaccessibili - un ossimoro ben evidenziato in Superando.it da Glauco Perani - e il sottosegretario al Welfare Franca Donaggio che ad un convegno di FIABA (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche) annuncia l’imminente Conferenza Nazionale di cui si sente poco il bisogno, così come ancor meno si avverte la necessità di conferme dell'evento Fiaba Day. A fronte di tutti questi segnali, per fortuna, ne abbiamo registrati altri, più solidi e in controtendenza, che cominciano ad accogliere le istanze del movimento delle persone con disabilità e dei loro familiari, a partire da quanto evidenziato con forza nella Manifestazione Nazionale del 15 novembre 2005 e ripreso nel programma dell’Unione.
Partiamo dalla certezza delle
risorse: il 30 giugno, con proprio decreto, il ministro
dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha ripristinato
l’intero Fondo per le Politiche Sociali. Sulla scuola, poi, è ormai di dominio pubblico l’intenzione del ministro Giuseppe Fioroni di eliminare il blocco burocratico-normativo che ha impedito negli anni scorsi di garantire agli alunni con disabilità una quantità oraria di sostegno adeguata alla necessità del loro pieno inserimento nelle classi ordinarie.
Così come si è impegnato per un’azione qualitativa che garantisca la cosiddetta continuità didattica. Ci ha favorevolmente colpito anche la convocazione dell’Osservatorio e l'affermazione estremamente chiara sulla necessità di qualificarne le funzioni, scremandolo dalla partecipazione di soggetti in chiaro conflitto con i processi di integrazione: l’inclusione sociale non è neutra e si fonda sul principio di deistituzionalizzazione, è contraria a qualsivoglia forma di segregazione. Dal canto suo, il ministro della Salute Livia Turco, nell’audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati del 27 giugno, ha presentato un documento di indirizzi del Governo per «la promozione ed equità della salute dei cittadini», dove tra le azioni da attivare velocemente
si trova un percorso - con l’essenziale partenariato delle associazioni - per generare pieno inserimento delle persone con disabilità, a partire da quelle più gravi, di concerto con i dicasteri del Welfare, del Lavoro, della Famiglia e delle Pari Opportunità, attraverso la pianificazione di politiche volte a favorire la costruzione e/o il consolidamento della rete dei servizi, della ricerca e della prevenzione. Vi è quindi una chiara indicazione della
formula partecipativa e dell’esigenza di
coordinamento che si ritrova anche nelle premesse. Allo stesso
modo vi è una specifica azione sulle malattie rare che
recupera l’impegno delle precedenti legislature, a partire però da un
Centro Nazionale: come più volte segnalato,
infatti, non vi sono strutture di eccellenza in ogni regione.
Per quanto concerne l’occupazione,
registriamo positivamente che il ministro del Lavoro Cesare
Damiano ha esordito con un
comunicato stampa che, nell’annunciare la consueta ripartizione del
Fondo della
Legge 68/1999, mette in luce che la già citata norma è «uno dei temi
principali” dell’agenda, marcando un segno certo di
discontinuità rispetto al precedente gabinetto che aveva
relegato il tema dell’occupazione delle persone con disabilità alle
cooperative sociali. Mancano a questo punto all’appello
ministeri di importanza strategica, ma si intravede chiaramente che i
linguaggi sono omogenei: risorse, servizi, partecipazione e
autogestione. L’orizzonte, dunque, sembra rasserenarsi, ma la tensione per le aspettative di grandi riforme sale: i diritti umani, la non discriminazione e la presa in carico non sono state evidenziate ancora oggi. E non è chiaro il modo con il quale verrà affrontato il tema delle pensioni e delle indennità che da sempre e da ogni governo sono state trattate come uno "spreco" da tagliare nelle fase di risanamento dei conti pubblici. Se non fosse garantita effettiva partecipazione o se dovessimo trovare amare sorprese nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF) o nella successiva Finanziaria, non faremo sconti a nessuno! *Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
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