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Scarsa attenzione dei media alla Conferenza nazionale sull'handicap di Bari. Gli articoli, pochi, incentrati più sui protagonisti che sull'evento il cui significato rimane pressoché invisibile.
I venti di guerra, l'ondata pacifista che nella giornata di sabato si è riversata in tutto il mondo e le polemiche annesse e connesse, non hanno certo aiutato la visibilità mediatica della Conferenza nazionale sulla disabilità conclusasi ieri a Bari. Chiedersi come sarebbe andata in mancanza di tale coincidenza rischia di essere un'operazione maliziosa, pertanto l'onestà consiglia di rimanere ai fatti.
E i
fatti dicono che se i telegiornali, ed in verità non tutti, non hanno
mancato di riferire della Conferenza e delle sue conclusioni, lo
spazio riservato alla tre giorni barese dai quotidiani nazionali
appare decisamente più ridotto ed in molti casi aggrappato alla
dichiarazione di quel ministro o sottosegretario, piuttosto che alla
risonanza ed al significato dell'evento in sé e per sé.
Prevedibile, visti i tempi, il silenzio de Il Manifesto e
Il Foglio in altre faccende affaccendati, le voci di Bari
arrivano quasi esclusivamente dai quotidiani del Sud – a Nordest fa
eccezione un articolo de Il Gazzettino - solo
fisicamente più prossimi al luogo dove sono state esternate
riflessioni ed istanze il cui respiro e la cui proiezione scavalcano
di gran lunga i confini nazionali.
Cenni regionalistici compaiono qua e là sui giornali locali dove
l'attenzione si sposta dal sottosegretario all'assessore perdendo
nuovamente di vista il contesto e le sue priorità. …L'augurio è che il 'vento di Bari' arrivi a soffiare presto anche tra quelle pagine.
Le riflessioni 'post Bari' di Nunzia Coppedé, presidente della Fish Calabria e da sempre voce delle persone disabili del mezzogiorno. La voglia di esserci, le difficoltà logisitche, il silenzio dei media, l'impostazione del Governo e le posizioni delle associazioni.
Il ritorno a casa da Bari in pulmino. Cinque ore per scaricare le emozioni, la tensione nervosa, le attese e le delusioni vissute nei tre giorni della Conferenza nazionale delle persone con disabilità. L'arrivo a casa, i commenti, i ricordi che si accavallano e si confondono ma poi tornano nitidi. 'Esserci tutti', questo lo slogan della conferenza. Sicuramente non c'eravamo tutti, ma eravamo in tanti. Tanti di più dei numeri previsti dagli organizzatori. Tanti volti conosciuti, ma anche tanti volti nuovi, la gioia di incontrarsi e rincontrarsi. La forza partecipativa delle persone con disabilità è stata è stata l'elemento di senso di questo appuntamento.
La voglia di fare e la determinazione delle persone con disabilità è emersa chiaramente nelle sessioni di lavoro dove hanno dimostrato di aver molto da dire, un dire chiaro che è stato manifestato elaborando proposte concrete. E tutto questo è avvenuto con grosse difficoltà, perché gli ambienti in cui si svolgevano i lavori non permettevano un dialogo fluido e sereno per i troppi rumori.
I giornali regionali, la mattina del 16 febbraio, denunciavano i disagi con cui le persone con disabilità hanno dovuto fare i conti durante la Conferenza, i mass-media, a scala nazionale, hanno lasciato scivolare l'evento nella totale indifferenza, ancora una volta il dibattito sui contenuti ha trovato spazio esclusivamente nei luoghi del mondo della disabilità.
D'altra parte la pessima organizzazione logistica ha creato molti disagi alle persone con grave disabilità pervenute dalle diverse località italiane, tanto da farne diventare la notizia più importante. Le proposte emerse dalla base sono molte, tutte chiare e concrete. E' emerso chiaramente che le persone con disabilità vogliono vivere una vita di senso ed avere pari opportunità, chiedono l'applicazione corretta delle Leggi, interventi che restituiscano dignità, correttivi che eliminino i conflitti causati tra leggi in contraddizioni tra loro, la revisione delle modalità di accertamento d'invalidità, la garanzia di studiare, lavorare, incontrare amici, divertirsi. In poche parole vivere la propria vita progettare un futuro nel quale la qualità della vita sia migliore per tutti.
Il Governo si è presentato alla Conferenza con una parola d'ordine “la famiglia” come luogo naturale da incentivare e a cui delegare il futuro dei propri congiunti con disabilità, ma dalla Conferenza si è alzato un coro di “no”. Occorre, infatti, una rete di servizi territoriali che garantiscano l'inclusione sociale a tutti i cittadini con disabilità, e si é chiesto al Governo una strambata strategica da realizzare con la corretta applicazione delle Leggi: Legge 104/92 con tutte le modifiche aggiunte; Legge 68/99; Legge 328/2000; ecc. Mi auguro che il Governo sappia far tesoro del patrimonio di idee e proposte emerse.
La Senatrice.Grazia Sestini durante l'apertura dei lavori, davanti ad una plenaria gremita, ha detto: «aspettate dicembre del 2003 per giudicarci». E noi aspetteremo e verificheremo, con la speranza di non aver atteso invano. Inoltre, mi auguro, che con la Conferenza di Bari il Governo abbia compreso i disagi in cui sono state esposte le persone con grave disabilità e che ne faccia tesoro per l'organizzazione dei prossimi appuntamenti con una accoglienza più adeguata. |
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