Finanziamenti per
l’Integrazione scolastica per il 2006
Il Ministero della Pubblica Istruzione, con
nota protocollo n 6258/A4 del 8 Novembre 2006 , ha assegnato agli uffici
scolastici regionali oltre milioni di euro per progetti di integrazione
scolastica formulati dalle singole scuole ed oltre mezzo milione di euro
per progetti di formazione degli insegnanti specializzati per il
sostegno, aperti però anche a insegnati non specializzati ed hai docenti
curricolari. Trattasi del fondo di cui alla legge 440 del 97 in cui sono
confluiti i fondi della legge 69 del 2000. Quanto ai criteri di
ripartizione alle singole scuole preferibilmente in rete , la circolare
precisa quanto segue: “ per i progetti di integrazione scolastica
lettera A ; per i progetti di formazione del personale docente lettera
B”. E’ interessante notare che la circolare è preceduta da un’ampia
premessa sui valori dell’integrazione scolastica che sembra opportuno
riportare:
A: azioni di
compensazione per situazioni di particolare complessità e di
consulenza e sviluppo (o prosecuzione) di progetti in rete tra scuole o
di centri territoriali misti (scuola, ente locale, associazioni);
. progetti di percorsi integrati scuola-lavoro per l'inserimento del
'disabile nel mondo lavorativo; . azioni per migliorare l'integrazione
scolastica, anche mediante accordi di programma.
B: migliorare
l'approccio metodologico-didattico nei confronti degli alunni disabili;
. acquisire tecniche specifiche per trattare adeguatamente le molteplici
specificità che si riscontrano all'interno delle tipologie di disabilità.
Nel 2007 ricorre il trentesimo dell'approvazione
della legge n. 517/1977 che ha segnato una svolta importante nella
cultura pedagogica del nostro Paese, anche con riguardo alle
politiche di integrazione scolastica dei disabili.
Grazie a questa legge, infatti, la scuola è passata da un approccio
assistenzialistico nei confronti degli alunni in situazione di handicap
ad un approccio di sistema. Questo ha connotato la scuola come comunità
educativa accogliente e, al tempo stesso, come comunità
professionale competente, capace di ristrutturarsi per consentire anche
agli alunni disabili, e a tutti quelli che oggi definiamo
portatori di bisogni educativi speciali, di condividere la loro
esperienza di apprendimento in situazione non emarginante.
L'integrazione scolastica ha costituito, tra l'altro, un rilevante fattore
di rinnovamento didattico ed organizzativo delle istituzioni scolastiche
ed un arricchimento per tutta la comunità scolastica.
E' andata maturando, infatti, nella società civile, ma soprattutto dentro
la scuola, la cultura dell'accoglienza, dell'accettazione del
diverso, del diritto di tutti alla piena realizzazione della
persona attraverso l'istruzione, della diversità come risorsa e,
in particolare, della scuola dell'inclusione.
In questo clima culturale viene approvata, nel febbraio 1992, la
legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate che, con l'art. 12, comma 3, sancisce il diritto
soggettivo alla piena integrazione scolastica della persona disabile,
attraverso lo sviluppo delle sue potenzialità nell'apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
L'attuale quadro normativo, che rappresenta il punto di approdo di un
lungo percorso sviluppatosi a partire dalla legge n. 517/1977 e
che costituisce un riferimento molto importante, in tema di
integrazione, pone all'avanguardia in Europa il nostro Paese, che
ha fatto dell'integrazione un principio di civiltà.
Autonomia scolastica e logica di 'rete'
Il progetto globale di integrazione è realizzato dalla comunità
scolastica, che ne dà formulazione nel Piano dell'offerta
formativa (Pof), strutturato in modo da rispondere, anche, alle
particolari, concrete e specifiche esigenze dei disabili.
Tuttavia, la molteplicità delle istituzioni e dei soggetti coinvolti nel
complesso processo di integrazione scolastica (scuola, Asl, servizi
sociali, enti locali, famiglia), la non compiuta attuazione
dell'autonomia scolastica, intesa quale risorsa da utilizzare, il
persistere di comportamenti non sempre sinergici da parte dei soggetti
istituzionali, talvolta non favoriscono l'attuazione delle
condizioni previste dalla legislazione o consolidate nella prassi, volte
al pieno esercizio dei diritti delle persone disabili.
E' necessario, dunque, affrontare la tematica dell'integrazione
avvalendosi degli ampi spazi offerti dall'autonomia scolastica e
rafforzando la logica di rete inter ed intra istituzionale.
Pur in un rapporto di interdipendenza positiva con gli altri soggetti del
territorio, l'istituzione scolastica riveste, comunque, un ruolo
centrale nel processo d'integrazione dei soggetti disabili e
l'autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di cui la
stessa dispone, rappresenta una grande risorsa da utilizzare al
meglio, in una dimensione partecipativa che esalta le modalità
previste dalla normativa vigente.
A dare forza ed impulso alle opportunità organizzative e decisionali
derivanti dall'autonomia, sono i docenti e tutto il personale scolastico
adeguatamente formato, vera e fondamentale risorsa nel processo di
innovazione che si intende sostenere e favorire. La formazione
rappresenta, infatti, una delle principali leve strategiche per
promuovere l'innovazione e, per questa ragione, costituisce una delle
priorità che l'Amministrazione intende promuovere in favore delle
istituzioni scolastiche autonome.
Sarà opportuno che le famiglie e le
associazioni si facciano parte diligente affinché le scuole
predispongano e presentino al piu’ presto i progetti.
4 Gennaio 2007
Salvatore Nocera
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