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Finanziaria 2004. Le osservazioni degli assessori alle politiche sociali. ''Dotazioni economiche inferiori, competenze e riferimenti frantumati'' Un fronte compatto, che rigetta quanto contenuto nella Finanziaria. E’ il fronte costituitosi in seguito alla riunione di ieri della Conferenza degli assessori alle Politiche Sociali. La Conferenza ha formulato alla Conferenza dei presidenti delle osservazioni alla Finanziaria 2004, non prima però di aver espresso delle considerazioni di merito circa l’assetto normativo proposto dal Governo. Ancora una volta per la materia assistenziale vengono totalmente ignorate le modifiche del titolo V e della legge 131/2003 ( Elenco delle deleghe e dei decreti legislativi emanati ) , che attribuiscono alle Regioni, ad eccezione dei livelli essenziali di assistenza, esclusiva competenza nella materia assistenziale.Le dotazioni economiche risultanti dalle tabelle allegate alla Finanziaria sono nettamente inferiori a quelle del 2003 e difficilmente collegabili con il testo degli articoli che risultano nella loro formulazione spesso confusi e diversamente interpretabili.
La materia assistenziale viene frantumata tra diversi Organi politici (Ministeri e Presidenza del Consiglio), rendendo sempre più complesso per le Regioni un riferimento politico e programmatico omogeneo e unitario.
Sul piano degli stanziamenti, risulta che il Fondo delle politiche sociali per il 2004 è di 1.215.333.000 euro, a fronte di 1.522.766.000 euro del 2003, successivamente incrementato a 1.716.555.931 euro (incremento legato al finanziamento dei diritti soggettivi erogati dall’Inps).
Se, come sembra, le quote Inps (che le Regioni avevano chiesto di separare dal Fondo) sono comprese nello stanziamento riportato in tabella C, la riduzione del Fondo Sociale alle Regioni passa a 500milioni di euro.
Inoltre, non è assolutamente chiaro se i fondi per gli interventi di lotta alla droga sono già stati estrapolati da tali cifre o non vanno ulteriormente dedotti. Inoltre, nonostante le ripetute richieste dei Presidenti non si è considerato né l’avvio dei Liveas, né tanto meno il finanziamento del “Dopo di noi”, Telefonia/Informa-famiglie, estreme povertà e nemmeno il rifinanziamento della legge n.13/84 (barriere architettoniche) in considerazione dell’anno europeo del disabile.
Finanziaria 2004. Le critiche degli assessori: reddito di ultima istanza, minori non accompagnati, assegni familiari.
Il primo ad essere affrontato è l’art.13, con cui viene istituito per legge il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga. Lo Stato – affermano gli assessori in un documento – oltre ad operare in una materia di competenza regionale, riaccentra la gestione dei rapporti diretti con comunità terapeutiche e centri di accoglienza, raccoglie informazioni e definisce metodologie e trasferimento all’esterno delle informazioni sulle tossicodipendenze. Ciò crea confusione, dispendio di risorse umane e finanziarie non tenendo conto dei complessi e positivi rapporti creati e costruiti dalle Regioni e dagli enti locali con gli enti autorizzati sulla materia.
Inoltre, la materia viene scorporata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per essere inserita nella Presidenza del Consiglio, laddove sono trasferite anche le risorse finanziarie strumentali ed umane con riappropriazione dei finanziamenti del Fondo di intervento per la Lotta alla droga, che viene scorporato dal fondo sociale. Ciò significa: ulteriore frammentazione delle competenze sociali tra diversi Organi, riduzione del Fondo sociale con perdita delle economie di scala, derivate da un’unica programmazione”.
L’articolo non è chiaro, perché al primo comma fa riferimento all’assunzione di tale misura nei limiti delle risorse preordinate, nell’ambito del Fondo nazionale per le politiche sociali (con ulteriore sottrazione di risorse).
Nel secondo comma, invece, sembrerebbe che le risorse per il Rui (Reddito Ultima Istanza) siano derivate dai contributi di solidarietà (3%) a carico dei percettori di pensioni superiori a 80.397 euro annui. Sulla norma si sono nutriti dubbi di incostituzionalità. Inoltre, non si comprende quale sia la distribuzione territoriale della misura in quanto si fa riferimento ad un generico concorso dello Stato alle Regioni che istituiscono tale reddito. Non viene fatta menzione dell’Ente che provvede all’erogazione.
In merito al reperimento di fondi per i minori stranieri non accompagnati, le Regioni chiedono che siano utilizzate aliquote dello 0,8 per mille per attuare quanto sottoscritto dai Ministri responsabili per l’Infanzia, nella riunione europea che si è svolta a Lucca nei giorni 25 e 26 settembre, in cui si è evidenziata la necessità di porre particolare attenzione ai bambini che sono maggiormente a rischio di sfruttamento economico, incluso ad esempio le bambine ed i minori migranti.
Inoltre, in termini generali di sviluppo delle Politiche Sociali, si fanno presenti anche altri aspetti che coinvolgono l’Italia in ambito internazionale. “Lo Stato italiano – viene evidenziato – nel Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 si era impegnato insieme agli altri Paesi d’Europa a raggiungere per i Paesi in via di sviluppo, un sostegno nella misura dello 0,33% del Pil fino al 2006. Si chiede l’avvicinamento a tale parametro in quanto l’Italia si colloca oggi intorno allo 0,13%”. Inoltre, si sottolinea come “nel fondo di riserva per le missioni internazionali di pace è necessario coinvolgere oltre la componente militare anche la sfera civile”.
WELFARE – De Poli (Regione Veneto): ''I tagli al Fondo sociale inficiano l'attuazione di leggi e interventi''
L’assessore alle Politiche sociali, volontariato e non profit della Regione Veneto, Antonio De Poli, in qualità di portavoce del Coordinamento nazionale dei colleghi commenta: “All’unanimità, ancora una volta, ci siamo espressi contro questa finanziaria in sede di Conferenza degli assessori. Non è possibile accettare che il Fondo Sociale venga tagliato di 500 milioni di euro. Tutte le Regioni, compatte, chiedono con forza che sia ripristinato almeno pari a quello del 2003 [n.d.r.: 1.716.555.931 euro]”. “Un taglio così pesante significherebbe soprattutto togliere garanzie a quei servizi e a quegli interventi a sostegno dei cittadini e delle famiglie più deboli – prosegue De Poli -. Dobbiamo vegliare attentamente affinché non siano tagliati gli strumenti finanziari che permettono di dare concretezza alle leggi e di attuare i percorsi, anche culturali, avviati”. “Crediamo che lo sviluppo di un Paese non si possa misurare solo col metro dell’economia – conclude -: dobbiamo tenere al centro anche lo sviluppo sociale e la garanzia di diritti di cittadinanza per tutti. E una finanziaria non può non rispecchiare questo orientamento condiviso”.
Regioni critiche su Finanziaria e "Decretone"
La Finanziaria
è ''insostenibile, irricevibile e inammissibile ''
secondo tutti i presidenti delle Regioni. A sostenerlo il presidente
delle
Marche Vito D'Ambrosio, prima ancora che la Conferenza delle Regioni
esprimesse un parere a riguardo.
''In questa
fase - osserva D'Ambrosio - e' difficile interloquire con
il Governo; noi ora abbiamo un interlocutore che e' il Parlamento''. ''Se noi vogliamo costruire un federalismo che ci porti ad un reale miglioramento delle condizioni di vita dei nostri cittadini, non possiamo costruire un federalismo che abbia un costo straordinariamente superiore alla situazione precedente. Bisogna, invece, costruire un modello che ci consenta di spendere meglio e non di più", ha detto il Sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas.
Nel documento di
osservazioni al DPEF 2004-2007 le Regioni avevano chiesto che la legge
finanziaria 2004 venisse preparata con un metodo improntato al nuovo
titolo V, ma ancora una volta si deve registrare che è stata persa
un’altra occasione per scrivere una legge finanziaria improntata ai
principi costituzionali. Per questo le Regioni sottolineano 5 questioni fondamentali la cui risoluzione è ineludibile per evitare il collasso del sistema regionale che, come anello più debole del sistema Paese, rischia, con questa manovra finanziaria, di essere il livello di governo più penalizzato:
Tali argomenti sono stati ribaditi nel corso dell'audizione tenutasi stamattina all'aula difesa del Senato di fonte alla Commissioni bilancio di Camera e Senato (presiedute da Giorgetti e Azzolini), Laddove il presidente della regione lombardia, Roberto Formigoni ha rammentato che la finanziaria diventa di fatto insostenibile anche perché il crediti delle regioni verso lo Stato ha toccato quota 20 miliardi di euro. (gs) |
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