Fondo sociale, approvato il nuovo
riparto
Le Regioni ''guadagnano''
125 milioni e salvano il reddito minimo di inserimento
IL FONDO
nazionale per le politiche sociali è salvo. Anzi, è più cospicuo
dell’anno scorso. Si è concluso così, ieri sera, il braccio di ferro
tra governo e Regioni sulla parte del Fondo spettante a queste ultime:
saranno 896 i milioni di euro loro assegnati, quindi 125 in più dei
771 (la quota del 2002) a cui le Regioni puntavano. Il nuovo riparto
del Fondo assegna ai governi locali anche la gestione dei 161 milioni
per l’aiuto alle giovani coppie e l’incremento della natalità (misura
introdotta nella Finanziaria di quest’anno). In “cambio”, il governo
ha ottenuto che le Regioni contribuissero per il 50% - 36 milioni di
euro - al rifinanziamento del reddito minimo di inserimento fino al 31
dicembre 2003. Il tutto è in corso di ratifica da parte della
Conferenza unificata Stato-Regioni di oggi.
Sono queste le novità conclusive di una contesa iniziata il 5 febbraio
scorso, quando i governatori si erano visti proporre dal ministero
dell’economia di concerto con quello del welfare un riparto del Fondo
sociale che dai 771 milioni del 2002 di competenza delle Regioni ne
toglieva ben 421, pari al 58%, con la motivazione che quel denaro
serviva all’Inps per coprire i cosiddetti “diritti soggettivi”:
assegni familiari e di maternità, sostegni a famiglie con familiari
disabili gravi ecc. L’opposizione giuridica delle Regioni si era
fondata sul fatto che i diritti soggettivi non possono essere lasciati
ricadere sulle risorse del Fondo sociale. L’opposizione più politica,
che aveva compattato tutte le Regioni senza distinzione di colore,
metteva invece in evidenza il pericolo di chiusura o drastica
riduzione di numerosi servizi sociali, con conseguenze gravi per la
fasce più deboli della popolazione.
La genesi del decreto contestato non è mai stata chiara. Il ministro
Maroni si era pubblicamente dissociato scrivendo al suo collega
Tremonti di ritirare il decreto. Il titolare dell’economia non si è
praticamente mai pronunciato. La mediazione sembra sia stata fatta dal
ministro degli affari regionali La Loggia direttamente con la
presidenza del consiglio, fino al raggiungimento di un accordo
politico nel consiglio dei ministri del 28 marzo scorso.
La trattativa tecnica ha occupato l’intera riunione degli assessori
regionali alle politiche sociali di ieri a Roma, con il ministero del
welfare che, a distanza, proponeva il nuovo riparto man mano corretto.
Al termine gli assessori hanno però consegnato ai propri presidenti un
documento congiunto da sottoporre oggi al governo. Al primo punto del
testo si richiama la necessità che per il 2004 venga decisa fin d’ora
la copertura dei diritti soggettivi con le risorse ordinarie dell’Inps.
“Vogliamo evitare – ha detto Marcello Secchiaroli, assessore delle
Marche, una delle regioni più battagliere sulla vicenda in queste
settimane – che l’anno prossimo si riproponga lo stesso problema…”.
Fondo nazionale per le
politiche sociali per l'anno 2003
Il decreto di ripartizione dei ministeri del Welfare e
dell'Economia (5
Febbraio 2003) |
|
valore in
Euro |
Somma
complessiva |
1.540.841.991,00 |
di cui
- Fondo per le politiche sociali capitolo 1711* |
1.522.766.000,00 |
di cui
- Fondo per l'armonizzazione dei tempi delle città** |
7.746.853,00 |
di cui
- Fondo per l'associazionismo sociale*** |
10.329.138,00 |
|
Prima ripartizione del FNPS |
Tipologia
intervento |
Destinazione |
Importo in
Euro |
Politiche in
favore delle famiglie: finanziamento per l'acquisto della prima
casa di abitazione e
a sostegno della natalità |
Famiglie |
90.000.000,00 |
Politiche in
favore delle famiglie: finanziamento ai datori di lavoro per la
realizzazione di asili nido |
MLPS |
10.000.000,00 |
Finanziamento interventi costituenti diritti soggettivi |
INPS |
488.565.313,00 |
Finanziamento interventi di competenza regionale |
Regioni |
350.000.000 |
Finanziamento interventi di competenza comunale |
Comuni |
25.000.000 |
Fondo
indistinto |
MLPS |
40.000.000,00 |
Totale
risorse finanziarie da ripartire |
1.003.565.313,00 |
Differenza
ancora da ripartire |
519.200.687,00 |
Note:
(*) Capitolo 1711 denominato "Fondo per le politiche sociali",
iscritto nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali - C.d.R. n.3 "Politiche sociali e previdenziali" (U.P.B.
3.1.5.1.)
(**) Capitolo 1875 denominato "Fondo per l'armonizzazione dei tempi
delle città", iscritto nello stato di previsione del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali - C.d.R. n.3 "Politiche sociali e
previdenziali" (U.P.B. 3.1.2.10)
(***) Capitolo 1865 "Fondo per l'associazionismo sociale" - iscritto
nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali - Centro di responsabilità amministrativa 3 "Politiche sociali
e previdenziali" (U.P.B. 3.1.2.9)
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di concerto con
il Ministro dell'Economia e delle Finanze
Fondo nazionale per le
politiche sociali per l'anno 2003
Ripartizione definitiva 15/04/2003 |
|
Valori in
Euro |
Totale delle
risorse finanziarie da ripartire |
1.716.555.931,00 |
|
- Fondi destinati all'Istituto della Previdenza sociale per il
finanziamento dei diritti soggettivi*
(vedi tabelle
sotto) |
678.279.253,00 |
- Fondi destinati alle Regioni e Province autonome di Trento e
Bolzano |
896.823.876,00 |
|
- Fondi
destinati ai comuni |
44.466.939,00 |
|
- Fondi
destinati al Dipartimento Politiche sociali e previdenziali
di cui: |
96.985.863,00 |
-
Politiche in
favore delle famiglie: finanziamento dei datori di lavoro per la
realizzazione di asili nido |
10.000.000,00 |
- Somme
attribuite al Dipartimento per le politiche sociali e
previdenziali per il raggiungimento degli obiettivi
istituzionali |
86.985.863,00 |
|
Fondi destinati all'Istituto
nazionale per la previdenza sociale - Finanziamento dei diritti
soggettivi* |
Tipologia
finanziamento |
Importo
(valore in
Euro) |
Legge 23
dicembre 1998, n.448 |
Art. 65 -
Assegni ai nuclei familiari ecc. |
366.349.253,00 |
Art. 66 -
Assegni di maternità ecc. |
265.200.000,00 |
|
Legge 5
febbraio 1992, n.104 |
|
Art. 33 -
Agevolazioni ai genitori di persone con handicap grave |
45.700.000,00 |
|
Legge 28
dicembre 2001, n.448 |
|
Art. -
Indennità a favore dei lavoratori affetti da talassemia major |
1.030.000,00 |
TOTALE |
678.279.253 |
Fonte:
Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Dipartimento delle
politiche sociali e previdenziali - Direzione generale per la gestione
del Fondo nazionale per le politiche sociali
Fondo nazionale per le
politiche sociali per l'anno 2003
Risorse destinate alle Regioni
- Ripartizione definitiva
15/04/2003 |
Regioni |
v.% |
Risorse
indistinte |
Politiche in
favore delle famiglie* |
Risorse per
le misure di sostegno alla povertà |
Tot. risorse
trasferite |
Abruzzo |
2,45 |
17.162.513 |
3.946.385 |
- |
21.108.898 |
Basilicata |
1,23 |
8.615.234 |
1.981.005 |
257.470 |
10.853.710 |
Calabria |
4,11 |
28.793.430 |
6.620.823 |
5.887.242 |
41.301.496 |
Campania |
9,98 |
69.897.978 |
16.072.491 |
17.802.085 |
103.772.555 |
Emilia R. |
7,05 |
49.389.023 |
11.356.618 |
- |
60.745.641 |
Friuli V. G. |
2,19 |
15.350.015 |
13.531.455 |
- |
18.889.470 |
Lazio |
8,60 |
60.218.114 |
13.846.682 |
1.226.154 |
75.290.951 |
Liguria |
3,02 |
21.139.675 |
4.860.902 |
386.661 |
26.387.239 |
Lombardia |
14,15 |
99.072.905 |
22.781.036 |
324.517 |
122.178.458 |
Marche |
2,68 |
18.732.639 |
4.307.423 |
- |
23.040.062 |
Molise |
0,80 |
5.585.057 |
1.284.240 |
466.036 |
7.335.331 |
P.A. Bolzano |
0,82 |
5.766.964 |
1.326.068 |
- |
7.093.032 |
P.A. Trento |
0,84 |
5.910.735 |
1.359.127 |
- |
7.269.863 |
Piemonte |
7,18 |
50.280.771 |
11.561.668 |
- |
61.842.439 |
Puglia |
6,98 |
48.850.673 |
11.232.828 |
7.244.953 |
67.328.454 |
Sardegna |
2,96 |
20.728.054 |
4.766.253 |
202.106 |
25.696.413 |
Sicilia |
9,19 |
64.314.247 |
14.788.556 |
1.850.529 |
80.953.332 |
Toscana |
6,55 |
45.893.714 |
10.552.899 |
- |
56.446.613 |
Umbria |
1,64 |
11.494.867 |
2.643.154 |
- |
14.138.021 |
Valle d'Aosta |
0,29 |
2.020.799 |
464.667 |
- |
2.485.466 |
Veneto |
7,28 |
50.950.715 |
11.715.717 |
- |
62.666.432 |
TOTALI |
100 |
700.176.123 |
161.000.000 |
35.647.753 |
896.823.876 |
Note:
* Politiche in favore delle famiglie per l'acquisto della prima casa
di abilitazione e per il sostegno alla natalità
Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali -
Dipartimento per le politiche sociali e previdenziali
Tempi supplementari per il reddito
minimo di inserimento; ma quello di ''ultima
istanza'' è ancora tutto da definire
Ci sarà una “uscita morbida” dal Reddito minimo di
inserimento (Rmi) per 19 dei 39 comuni
inseriti nella prima sperimentazione. Sono i 19 che avevano
ripetutamente segnalato al governo il rischio di una drastica
riduzione di questa misura sperimentale di contrasto alla povertà,
introdotta dal 1999 e formalmente conclusa il 31 dicembre 2002. Dopo
l’intesa di ieri con il governo sul Fondo nazionale per le politiche
sociali, tutte le Regioni – anche quelle non coinvolte nel
Rmi - hanno contribuito a costituire una
somma di 35 milioni di euro destinata allo scopo; altri 35 milioni
li metterà il governo. I 19 Comuni potranno continuare a finanziare
il Rmi almeno fino al 30 giugno. Si
tratta di Bernalda (MT),
Cutro (CZ), San Giovanni in Fiore (CS),
Nardo di Pace (VV), Orta di
Atella (CE), Napoli, Caserta,
Alatri (FR),
Pontecorvo (FR), Monterosi (VT),
Genova, Cologno
Monzese (MI), Limbiate (MI),
Isernia, Andria
(BA), Foggia, Sassari, Leonforte (EN),
Agira (EN). Gli altri 20 comuni erano
invece già riusciti autonomamente a prorogare la misura per un
periodo simile, grazie a residui di fondi non spesi o alla
diminuzione per vari motivi del numero dei beneficiari.
Si chiude così, anche se con un ritardo di 3 mesi e mezzo, un
momento di emergenza. Ma nulla cambierà per il destino del
Rmi, che verrà definitivamente
cancellato dopo il 30 giugno (benché 268 piccoli comuni ammessi alla
seconda ondata della sperimentazione continueranno a gestire circa
100 milioni di euro fino alla fine del 2004 a causa dei ritardi con
cui hanno percepito i fondi).
Il governo dovrebbe infatti istituire una nuova misura di contrasto
alla povertà, di cui “per ora esiste solo un nome – Reddito di
ultima istanza (Rui) – che peraltro non
ci ha mai generato un grande entusiasmo”, chiosa Lamberto
Baccini, il dirigente dell’Anci
che ha seguito fino ad oggi insieme alle Regioni la trattativa con
il governo sulla proroga del Rmi. Ma in
cosa consisterà il Rui, sigla comparsa
per la prima volta nel Patto per l’Italia? Ieri il ministro
Maroni ha affermato che sarà “in parte
finanziato dal Fondo sociale, in parte dal Fondo per l’occupazione”,
e lo ha collegato implicitamente al Rmi
dicendo: “l’indennità di disoccupazione dovrebbe partire dal 1°
agosto, quindi per le famiglie beneficiarie del
Rmi resterebbe scoperto solo il mese di luglio”. Al ministero
chiariscono che le parole di Maroni
vanno riferite solo a una parte di quelle famiglie, cioè a coloro
che si trovano in una situazione talmente critica da non poter
essere inseriti in programma di incentivazione al lavoro.
Un’impostazione sostenuta anche da Baccini,
il quale ribadisce che il Rui dovrà
essere una misura “separata dalle politiche attive di promozione del
lavoro, che sono un altro campo. Qui si tratta di definire una
misura che, nel quadro della 328 (legge quadro sull’assistenza
ndr.), faccia parte del riordino degli
emolumenti economici assistenziali. La coincidenza con chi
beneficiava del Rmi dovrebbe essere
limitata solo a quei soggetti che, per impedimenti oggettivi, non
possono accedere a un’occupazione. Per gli altri vi saranno gli
ammortizzatori sociali ed altri strumenti”.
Il problema sono però i tempi. “Definita la proroga del
Rmi fino al 30 giugno – prosegue
Baccini – ora abbiamo meno di 60 giorni
per dare una fisionomia a questo nuovo strumento, che oltretutto
dovrebbe essere una misura generalizzata a tutta Italia e non
limitata ad un campione di Comuni”. Per il momento, insomma, non vi
sono idee definite sulla fisionomia del reddito minimo di ultima
istanza. Saranno gli incontri tra ministero del
welfare, sindacati ed enti locali, che dovrebbero iniziare ai
primi di maggio, a chiarire se il nuovo meccanismo potrà essere
avviato entro il 2003.
|