Formazione e
inserimento lavorativo: 157 giovani ''svantaggiati'' al centro di una
ricerca della Comunità di Capodarco
Una ricerca della
Comunità di Capodarco di Roma cerca di far luce sui percorsi formativi e
il mercato del lavoro, con tanto di rilevazione degli esiti
occupazionali di un campione di beneficiari delle attività di
orientamento, di formazione professionale e di inserimento al lavoro
realizzato dallo stesso ente negli ultimi anni. Da ricordare che la
Comunità di Capodarco di Roma fa parte dell’osservatorio sul mercato del
lavoro provinciale e proprio da questa posizione privilegiata si è
cercato di capire la situazione. L’indagine si è svolta tramite
interviste e questionari a 157 giovani cosiddetti svantaggiati (non solo
disabili, ma anche drop-out, immigrati, ex tossicodipendenti), 105
imprese e 20 testimoni privilegiati.
La ricerca è stata presentata questa mattina a Roma dal presidente della
Comunità, Carlo De Angelis, che afferma: “Ci premeva capire come questi
giovani hanno vissuto l’esperienza della formazione e dell’inserimento
lavorativo e capire come le imprese che li hanno assunti si sono
rapportate o hanno superato le iniziali difficoltà e diffidenze. Così
stando le cose, mi sembra che si possano estrapolare due aspetti
fondamentali: i ragazzi hanno ribadito l’estraneità al sistema dei
servizi. Insomma: il rapporto con il lavoro non è il rapporto con le
istituzioni e, per dirla in termini precisi, la maggioranza ha
sottolineato come il lavoro si trovi in realtà con altri sistemi. Altro
aspetto è che il tirocinio in azienda è un elemento forte e ha un
duplice effetto benefico: fa formazione per i ragazzi e agevola le
imprese alla conoscenza dei ragazzi”.
I dati. Dei 157 giovani intervistati (età media di 26 anni), 65
provenivano da percorsi formativi o di orientamento realizzati presso i
centri di Capodarco. 53 non hanno conseguito il diploma di maturità
mentre 104 sono i diplomati. La maggior parte degli intervistati (96) ha
frequentato una scuola statale- Dei 104 diplomati, 32 sono iscritti
all’università ma solo 19 la frequentano regolarmente.
Il 62% degli intervistati dichiara di aver frequentato uno o più corsi
di formazione (il 20% più di un corso; il 40% solo un corso).
L’inchiesta rileva che all’incirca dopo un anno di lavoro sia emersa
l’esigenza di una maggiore specializzazione per migliorare la propria
occupabilità. In alcuni casi, gli intervistati hanno ricevuto dalle
aziende una richiesta esplicita di una specifica qualifica. Tra i non
diplomati è stato l’88,7% ad iscriversi a corsi di formazione, i
diplomati tendono invece ad iscriversi all’università o a cercare subito
lavoro: la maggior parte (43,3%) dichiara infatti di non aver mai
frequentato un corso di formazione. Sul totale degli intervistati che si
sono iscritti ad un corso di formazione professionale, ben l’83% ha
conseguito almeno una qualifica. E, nella scelta dei corsi, i non
diplomati hanno rivolto le loro preferenze verso i settori
dell’artigianato; tra i diplomati, prevale la scelta dei settori
“servizi” e “no profit”.
Analizzando la situazione attuale degli intervistati, emerge che il 54%
sono lavoratori (occupati stabili, non stabili, studenti lavoratori); se
a questa percentuale si sommano altre categorie (studenti a tempo pieno,
tirocinanti, giovani in servizio di leva o civile sostitutivo) la
percentuale di coloro che dichiarano di essere “disoccupato con
esperienze di lavoro” o “in cerca di prima occupazione” corrisponde al
20%, mentre il restante 3% è impegnato in altre attività.
La maggior parte dichiara di aver impiegato meno di 6 mesi dall’ultima
esperienza lavorativa, significativa per trovare un nuovo lavoro. 89
giovani occupati dichiarano di essere iscritti al Centro per l’impiego.
Quanto alle modalità di ricerca attraverso cui è stato trovato lavoro,
due dati appaiono interessanti: il primo è quello relativo
all’importanza dello stage (riconosciuto come canale atto a favorire
l’inserimento), mentre il secondo, che conferma quanto esposto dal
presidente De Angelis, attiene al fatto che i servizi pubblici o privati
istituzionalmente deputati all’inserimento lavorativo non sono
riconosciuti come utili. “L’appunto che può essere espresso – precisa la
ricerca – fa riferimento ad una scarsa visibilità di questi servizi e
probabilmente ad una insufficiente accessibilità da parte di persone con
bisogni di orientamento e sostegno”.
Quanto ai
disoccupati, si sono così dichiarati 57 intervistati. Di questi, 42
dichiarano di essere in cerca di lavoro. Circa il 75% ha affermato poi
di impiegare da una a 5 ore settimanali per la ricerca di un
inserimento.
Ricerca della
Comunità di Capodarco. ''Estranei al sistema dei servizi. Il lavoro si
trova tramite canali personali''
Relativamente ai
maggiori ostacoli incontrati nella ricerca del lavoro dagli
intervistati, 84 risposte lamentano una fondamentale inadeguatezza della
propria formazione (non conoscenza delle lingue, incapacità o
inadeguatezza rispetto all’informatica, inadeguatezza della formazione
scolastica), 95 il non aver trovato i canali idonei (o, più
esplicitamente, raccomandazioni valide), 18 il non avere precedenti
esperienze lavorative e 24 una inadeguatezza rispetto all’età.
Interessanti le risposte fornite circa il rapporto con le istituzioni e
gli organismi deputati a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di
lavoro. Tali risposte sembrano confermare proprio quanto emerso circa i
canali di ricerca utilizzati dagli occupati e dai disoccupati. E a
fronte di una netta prevalenza di quanti non conoscono i servizi e gli
organismi indicati, il numero di coloro che hanno avuto contatti appare
veramente irrisorio. Gli intervistati che dichiarano di essere stati
agevolati nella ricerca del lavoro (49) fanno riferimento ai centri di
formazione professionale (17) e ai siti internet (22). “Tali dati –
afferma la ricerca – sembrano confermare non solo la scarsità delle
informazioni ma anche la necessità di servizi in grado di fornire
risposte adeguate”. La ricerca della Comunità di Capodarco di Roma ha
preso in esame anche 201 imprese contattate. Di queste, 96 hanno
rifiutato immediatamente di collaborare mentre delle 33 che hanno
dichiarato una iniziale disponibilità hanno di fatto evitato l’incontro.
Dunque, sono state 72 le aziende che hanno accettato di incontrare i
rilevatori ma, ancora, 38 hanno rifiutato di rispondere alle domande
relative al fatturato. Insomma, le imprese che hanno compilato il
questionario per interso sono state 34.
La ricerca presentata ha messo in evidenza. Comunque, alcuni nodi
problematici importanti. Il primo dato sottolinea come, nei vissuti e
nelle convinzioni dei giovani, sia cambiato poso rispetto alle strategie
necessarie per trovare lavoro. Permane, insomma, la ricerca della
raccomandazione, del canale personale. E ciò indipendentemente dal
titolo di studio e dalla presenza o meno di forme di disagio. “Ciò
richiama la necessità – si legge – di percorsi atti all’acquisizione di
competenze trasversali, in grado di guidare il giovane nella costruzione
di progetti personali e di formazione, di inserimento lavorativo e anche
di vita. Questa riflessione viene confermata dai dati relativi agli
esiti positivi riguardanti i giovani provenienti da percorsi di
orientamento, formazione ed inserimento attuati dalla Comunità di
Capodarco. Buona parte di essi, infatti, avendo partecipato ai percorsi
proposti da Capodarco, è stata sostenuta e accompagnata rispetto
all’inserimento lavorativo. In tal modo, lo svantaggio derivante da una
bassa scolarità è stato superato dagli interventi di empowerment
realizzati. Del resto, tale modello è stato da noi sperimentato anche
per giovani che non si trovano in particolari condizioni di svantaggio.
Tuttavia, in questo momento il panorama della formazione professionale
si sta modificando, costringendo gli enti storici ad una ridefinizione e
ad una riorganizzazione radicali. La necessità di questa ridefinizione,
potenzialmente positiva, fa da contraltare alla consapevolezza che allo
stato attuale vengono lasciate “scoperte”, cioè senza risposte, le fasce
più deboli che da sempre costituiscono il motivo originario della
‘mission’ di alcuni di questi enti”.
"La mediazione e
l'accompagnamento al lavoro dei disabili"
Disabilità
(ISFOL03): attivazione dei servizi per il collocamento
obbligatorio presso i CPI* -
Per area geog. |
|
|
|
|
|
|
|
Servizi per il collocamento
obbligatorio |
Area
geografica |
Non attivati |
Attivati |
Esternalizzati |
|
Conteggio |
% |
Conteggio |
% |
Conteggio |
% |
Nord ovest |
35 |
6,80 |
67 |
13,10 |
3 |
0,60 |
Nord est |
16 |
3,10 |
89 |
17,40 |
9 |
1,80 |
Centro |
14 |
2,70 |
60 |
11,70 |
3 |
0,60 |
Sud e Isole |
129 |
25,20 |
87 |
17,00 |
|
|
Italia |
194 |
37,8 |
303 |
59,2 |
15 |
3,0 |
*
Centri per l'impiego
Fonte: Monitoraggio SPI 2002. Servizi per il collocamento mirato dei
disabili
"La mediazione e
l'accompagnamento al lavoro dei disabili"
Disabilità
(ISFOL03): ruoli e funzioni svolte dal Comitato tecnico ex legge
68/99 - Per aree
geografiche - Anno 2002 |
|
Nord ovest |
Nord est |
Centro |
Sud e Isole |
Gestione
prospetti informativi e richieste di avviamento |
4,3% |
0,0% |
14,3% |
8,3% |
Gestione della
disciplina degli esoneri |
4,3% |
13,6% |
4,8% |
2,8% |
Verifica del
rispetto dell'obbligo di assunzione e rilasci della certificazione
di ottemperanza |
0,0% |
0,0% |
0,0% |
2,8% |
Redazione e
gestione delle schede individuali |
43,5% |
45,5% |
38,1% |
11,1% |
Colloquio di
orientamento e sviluppo percorso formativo |
0,0% |
9,1% |
14,3% |
2,8% |
Gestione delle
liste uniche |
0,0% |
9,1% |
9,5% |
2,8% |
Incontro
domanda/offerta di lavoro |
4,3% |
22,7% |
19,0% |
2,8% |
Gestione delle
convenzioni |
4,3% |
9,1% |
28,6% |
13,9% |
Fonte: Monitoraggio SPI 2002. Servizi per il collocamento mirato dei
disabili
Comunità di
Capodarco di Roma
Indirizzo:Via
Lungro, 3 - 00178 - Roma (RM)
Tel: 06/7186733,
Fax: 06/7187005 E-mail:capodarco@capodarcoroma.org
responsabile:don
Franco Monterubbianesi
http://www.capodarcoroma.org
Nasce nel 1973
come articolazione della Comunità di Capodarco di Fermo (il nucleo
originario nasce nel 1966) con l'obiettivo dell'inserimento sociale e
lavorativo delle persone con handicap fisico. Nel corso degli anni ha
ampliato il proprio intervento all'handicap mentale, ai minori in stato
di abbandono, ai giovani in condizioni di disagio, ai nomadi. Oltre alle
comunità residenziali e ai gruppi famiglia, sono stati creati i servizi
ascolto e segretariato; la formazione professionale per handicappati e
per i giovani svantaggiati; la casa famiglia per i minori; il centro di
riabilitazione; le cooperative sociali.
|