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GIORNATA MEMORIA
Le iniziative della Toscana rivolte soprattutto ai giovani. Parte sabato il treno per Auschwitz Le celebrazioni legate alla Giornata della Memoria in Toscana che a livello internazionale è ricordata il 27 gennaio, hanno avuto inizio mercoledì scorso con due manifestazione parallele a Bagni di Lucca e Castelnuovo Garfagnana. A Bagni di Lucca si è svolta una cerimonia di commemorazione nel ‘Parco della pace Liliana Urbach’, in quanto il territorio comunale ospitò durante la seconda guerra mondiale un campo di prigionia, mentre a Castelnuovo Garfagnana dove è stata inaugurata la mostra ‘L’orizzonte chiuso’, si è riunito il Consiglio regionale solenne alla presenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Amos Luzzato. Castelnuovo fu utilizzato dai fascisti come ghetto per concentrarvi gli ebrei di diverse nazionalità scoperti in Italia, per poi deportarli nei campi di sterminio.
Tutta la documentazione finora raccolta è pubblicata sul sito internet www.eccidi1943-44.toscana.it ; mentre l’intero programma delle celebrazioni della “Giornata della memoria” è consultabile all'indirizzo www.rete.toscana.it/index.htm .
Grosseto celebra con i giovani, ''per educare all'amore affinché non rinasca la disumana follia''
Pitigliano (Gr) celebra la "Giornata della Memoria", il 27 gennaio prossimo, con una manifestazione rivolta essenzialmente ai giovani. "La scelta di ricordare le persecuzioni e il terribile olocausto degli ebrei italiani, ma anche di tutta Europa, nei campi di sterminio nazisti con un'iniziativa dedicata a un pubblico giovane - ha spiegato l'assessore alla Cultura Diva Bianchini - nasce da una precisa volontà: far conoscere ai ragazzi ciò che è successo in una delle pagine più buie, forse la più buia della storia, in modo che la conoscenza sia di stimolo alla riflessione. Una riflessione che deve portare a comprendere che l'orrore di quei terribili anni è stato essenzialmente dettato da una totale assenza del rispetto della persona, da una terribile mancanza di amore per l'altro, di tolleranza, di ogni senso di fratellanza, valori per cui Pitigliano e la sua gente si è sempre distinta". La manifestazione, che si terrà il 27 gennaio, nella Sinagoga ebraica, si intitola "Ricordare: non per inculcare l'odio, ma per educare all'amore, affinché non rinasca la disumana follia". Nel corso dell'incontro saranno lette poesie e brani di prosa, saranno ascoltati canti e brani musicali, scelti ed organizzati da un gruppo di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, guidati da alcuni insegnanti. I testi utilizzati sono testimonianze di esperienze avute nei lager nazisti. Si inizierà con la lettura di un salmo e la deposizione di una corona davanti alla lapide che ricorda i deportati della comunità ebraica di Pitigliano, nella piazzetta di fronte alla Sinagoga. "La modalità e il contenuto della manifestazione ci è sembrata una scelta particolarmente adatta al senso della celebrazione in quanto alcuni dei ragazzi coinvolti - ha spiegato l'assessore Bianchini -hanno partecipato fin dalla fase organizzativa attuando un percorso in cui la manifestazione per la Giornata della Memoria costituisce il momento conclusivo. Le copie dei testi dai quali saranno tratte le letture verranno poi donate alle biblioteche scolastiche e ciò può essere uno stimolo concreto anche per una successiva riflessione ed un approfondimento". All'iniziativa, organizzata dall'Amministrazione comunale e dall'Associazione "Piccola Gerusalemme" hanno collaborato il Centro culturale "Fortezza Orsini" per le parti recitate e l'Accademia musicale "Città di Pitigliano" per le parti musicali. Gli organizzatori rivolgono, infine, un particolare ringraziamento alle insegnanti Marella Niccolucci, Maria Grazia Ubaldi e al maestro Valerio Lupi. (Sara Mannocci)
Giorno della memoria: come è stato possibile?
E’ un articolo insieme storico-politico e sociologico. In esso si ripercorrono gli aspetti più terribili dello sterminio ebreo da parte dei nazisti, analizzando le ragioni ed il contesto sociale e politico in cui certi orrori si esplicitarono. Capire come sia stato possibile impone di misurarsi con la realtà di quei giorni esterna ai Campi di sterminio e, soprattutto, con i giorni – gli anni – che vennero, in Italia, prima dei lager e che ne prepararono la possibilità sia nel contesto fascista italiano, sia nel Reich nazista tedesco. Secondo Salvi la responsabilità delle atrocità ruota intorno al “processo di desertificazione della società civile, di annichilimento delle esperienze associative, di arretramento da ogni modalità della formazione personale, di depotenziamento della politica inteso come scontro di visioni”. Inoltre in quel contesto fu problema o anche colpa non proclamare la verità sui Lager “e sulle responsabilità specifiche di chi i Lager contribuì a gestire e ad utilizzare”. Vedi testo completo in formato PDF.
''Diritti della Memoria – Diritto alla Memoria'': il progetto della Regione Campania
Un percorso didattico che partirà lunedì 27 gennaio, Giornata della Memoria, e si concluderà il 10 dicembre, Giornata della Pace. E’ l’iniziativa della Regione Campania che ha deciso di ricordare la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz fissando un calendario “civile” delle ricorrenze durante l’anno. Il progetto Diritti della Memoria – Diritto alla Memoria verrà presentato lunedì 27 gennaio al Teatrino di Corte alla presenza del Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali Adriana Beffardi e gli storici Francesco Barbagallo e Guido D’Agostino. Per ricordare questo evento la regione ha deciso di dare un ruolo da protagonisti alle scuole indicendo un concorso che premierà i migliori elaborati (articoli, relazioni, ricerche, filmati, opere grafiche e altre libere espressioni), riferiti ai valori espressi nella Giornata della memoria e nelle altre ricorrenze individuate. Tutti gli elaborati saranno comunque presentati in una mostra prevista per il 2 giugno.
Giornata della Memoria. La storia di Sergio, uno dei bambini uccisi nel massacro di Bullenhuser Damm
La nostra storia potrebbe cominciare da molti luoghi. Dalla Russia patria di ventiquattro soldati prigionieri, dalla Francia dove un medico candidato al premio Nobel lavorava. Dalla Polonia, dalla Jugoslavia o dalla Germania. Tra le tante possibilità la nostra storia inizierà in Italia, a Napoli, quartiere Vomero, al numero 8 di Via Scarlatti, il 29 novembre 1937.
Eduardo De
Simone e sua
moglie Gisella quel giorno sono felici è nato il primo figlio: un
maschietto, si chiamerà Sergio. L''Italia fascista non ha ancora
varato leggi razziali, Gisella che è israelita pensa al suo bambino e
al futuro che avrà. Papà Eduardo è in Marina, imbarcato. La guerra è
lontana, probabilmente non ci sarà. Gisella è nata a Vrhnika in
Jugoslavia e in quel giorno di novembre mentre guarda il suo bambino
ha da poco compiuto trentatré anni. Come si siano conosciuti Eduardo e
Gisella non sappiamo. Forse Eduardo era arrivato a Fiume per lavoro,
forse aveva visto quella bella ragazza durante una passeggiata in una
giornata di riposo. Gisella viveva lì a Fiume e forse incontrò per la
prima volta Eduardo mentre passeggiava con Mira e Sonia le sue due
sorelle o mentre teneva per mano il fratellino Giuseppe. Probabilmente
quando Gisella decise di parlare di Eduardo ai suoi genitori il padre
Mario Perlow avrà scosso la testa, avrà pensato che il matrimonio con
un ragazzo napoletano avrebbe allontanato da sé la figlia. Forse avrà
incrociato con lo sguardo quello di sua moglie Rosa per capire cosa ne
pensasse. In fondo non ha molta importanza sapere come Eduardo conobbe
Gisella. Di certo sappiamo che quando si sposarono Gisella se ne andò
con Eduardo a Napoli, in un''altra città di mare come Fiume.
Certamente quel 29 novembre 1937 Eduardo telegrafò a Fiume per far
conoscere la buona notizia ai nonni, alle zie, allo giovane zio. L''8 settembre del 1943 l''Italia firma l''armistizio con gli Alleati, mentre il generale Badoglio annunzia che "la guerra continua", a Fiume cambiano molte cose. I tedeschi occupano l''Italia, ne strappano ampie zone, le pongono sotto la sovranità del Reich. Fiume entra a far parte dell''Adriatische Kusterland. Arrivano nuovi padroni. Arriva Odilo Globocnik e tutti gli uomini che hanno prima gasato migliaia di disabili tedeschi nel quadro del progetto eutanasia e che poi, hanno costruito Treblinka, Sobibor, Belzec. Arrivano a Trieste e Fiume gli uomini che hanno mandato nelle camere a gas quasi un milione e mezzo di ebrei. Arrivano e la caccia agli ebrei si apre. Gisella e Sergio non tardano a cadere nella rete. Il 21 marzo 1944 le SS fanno irruzione dell''appartamento dei Perlow in via Milano 17 arrestano Gisella, Sergio, le zie Mira e Sonia, lo zio Giuseppe. Tutti sono portati al campo di concentramento di San Sabba. Il tempo di una giornata ed il 29 marzo vengono fatti salire sul convoglio T25: destinazione Auschwitz. Quel treno attraversò l''Europa in quell''inizio di primavera, dopo centinaia di chilometri entrò nel campo di Auschwitz. Erano trascorsi 6 giorni di viaggio. Centotre maschi vengono inviati subito alle camere a gas, i rimanenti 29 vengono marchiati sul braccio con i numeri dal 179587 al 179615. Cinquantatré donne - tra le quali Gisella, Mira e Sonia - vengono marchiate con i numeri dal 75460 al 76512. Da questo momento Sergio diventa il prigioniero A 179614. Per un poco viene lasciato con sua madre poi, il 14 maggio 1944, il dottor Josef Mengele seleziona Sergio lo sottopone ad esami del sangue e lo fa operare alle tonsille. Insieme con lui vengono selezionati altri 19 bambini: 9 maschi e 10 femmine. Il documento che riporta questa attività di Mengele sfugge miracolosamente alla distruzione degli archivi. Rappresenta l''unico documento ufficiale della tragedia che sta per accadere.
L’ordine di uccidere i bambini viene da Berlino. Il campo di Neuengamme è in piena confusione: i camion della Croce Rossa svedese sono ancora nel campo. Non si possono uccidere i bambini subito. Non davanti a dei testimoni. Gi infermieri insieme con la SS Johann Frahm svegliano i bambini. I due medici francesi Florence e Quenouille aiutano a caricare il camion. I bambini sono assonnati e fanno i capricci, non vogliono alzarsi. Gli viene detto che sarebbero stati portati dai loro genitori ed allora si alzano in fretta e cominciano a vestirsi prendono i bagagli, i più piccoli anche i giocattoli. Sul camion salgono i medici francesi, i due olandesi e i sei russi. Dietro con loro tre SS: Wilhelm Dreimann, Heinrich Wieagen e Adolf Speck. Davanti prendono posto Trzebinski e l''autista Hans Friedrich Petersen. I bambini vengono portati nella scuola di Bullenhuser Damm, un palazzo che era rimasto indenne intorno ad un mare di rovine provocate dai bombardamenti Alleati su Amburgo. Le SS avevano adibito la ex scuola a campo di concentramento satellite di Neuengamme e vi avevano concentrato prigionieri provenienti dalla Danimarca e dalla Norvegia. Ai bambini viene somministrata morfina, poi vengono impiccati. Oggi la scuola di Bullenhuser Damm è un "Luogo della Memoria". Un museo ricorda l''assassinio dei bambini, dei medici, degli infermieri e dei soldati russi. Dietro la scuola un giardino pieno di rose bianche descrive attraverso piccole lapidi la storia delle piccole vittime e un monumento ricorda i prigionieri russi. I visitatori possono piantare una rosa per ricordare i bambini della Bullenhuser Damm. Oggi Sergio De Simone, il bambino napoletano che morì con i suoi compagni quella notte avrebbe circa 65 anni. (Fonte: www.olokaustos.org )
Ciampi e la Moratti premiano i vincitori del concorso ''L'Europa: dagli orrori della shoah al valore dell'unità''
Nella ricorrenza del 27 gennaio, che
il Parlamento italiano con la legge n. 211/2000 ha voluto istituire
come "Giorno della Memoria", il MIUR, con l'alto Patronato del
Presidente della Repubblica ed in collaborazione con l'Unione delle
Comunità Ebraiche, ha bandito per gli studenti delle scuole
elementari, medie e superiori un concorso sul tema "L'Europa: dagli
orrori della Shoah al valore dell'unità", per proporre una riflessione
sull'Olocausto e sulla costruzione di un futuro migliore in un'Europa
unita e pacificata. Le classi vincitrici saranno premiate dal Capo dello Stato e dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca al Quirinale venerdì 24 gennaio alle ore 12.15. E' stata inoltre allestita dal MIUR la mostra di tutti i lavori selezionati nella sala Borromini della Biblioteca Vallicelliana (P.zza della Chiesa Nuova, n. 18 - Roma). La mostra sarà inaugurata giovedì 23 alle ore 10.00. Sempre per la stessa giornata è stata organizzata, a cura della Comunità Ebraica, una visita delle classi vincitrici alla Sinagoga, al Museo Ebraico ed al Ghetto di Roma. Il concorso sulla Shoah ha offerto alla scuola italiana l'occasione per rivelare la sua grande sensibilità per le tragedie del passato e la ferma volontà di affermare i grandi valori della civiltà, della pace e della solidarietà.
Concerti, spettacoli, incontri con i sopravvissuti e due grandi mostre per ricordare la Shoah
Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz, e a partire dal 2000 in quella stessa data si celebra il "Giorno della Memoria", una ricorrenza tutta italiana istituita con la legge 211/2000. Nel testo della legge si invita a "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
Il 30 gennaio alla Stazione Centrale - Sala Reale la Comunità di Sant'Egidio e Comunità Ebraica di Milano organizzano la commemorazione degli ebrei milanesi deportati dalla Stazione Centrale nel 1944 alle ore 18; le iniziative milanesi proseguono il 5 febbraio al Teatro Smeraldo (p.zza XXV aprile 10) dalle 9.30 alle 13 l’incontro con un sopravvissuto ai campi di sterminio, il 13 febbraio alla Libreria Claudiana (via Francesco Sforza, 12/a) con un incontro con Helga Weissovà, sopravvissuta del campo di Terezin alle 18,30 e si concedono il 20 febbraio a Palazzo Reale - Sala conferenze con un convegno di formazione per docenti sul tema "Anna Frank, una storia attuale. Il diario e gli adolescenti".
''Triangoli Viola'', 36 pannelli fotografici sulla persecuzione dei Testimoni di Geova
Un distintivo per ogni deportato: la
stella gialla per gli ebrei, un triangolo rosso per i politici, rosa
per gli omosessuali, marrone per gli zingari. I Testimoni di Geova
portavano un Triangolo di stoffa viola. Per ricordare uomini e donne
che furono perseguitati per le proprie convinzioni religiose a Milano
domenica 26 gennaio al Castello Sforzesco viene inaugurata la Mostra
"Triangoli Viola - Le vittime dimenticate del regime nazista?",
visitabile nella Sala Viscontea tutti i giorni dalle 9 alle 17.30. La presenza di testimoni oculari offre ai giovani un dialogo diretto e personale su quei tragici avvenimenti, aiutando a prendere coscienza di una resistenza motivata da una radice spirituale. A questa deportazione in questa giornata sono dedicate mostre anche a Torino, Mantova, Arezzo, Lucca, Reggio Emilia, Rimini, Salerno.
In Umbria una campagna di comunicazione per coltivare la ''memoria attiva''
PERUGIA - Eventi teatrali sono al centro delle iniziative umbre per non dimenticare la Shoah in occasione del Giorno della memoria, lunedì 27 gennaio. Le iniziative sono promosse da Regione dell'Umbria unitamente al Comune e alla Provincia di Perugia e con la collaborazione del Teatro Stabile dell'Umbria. “Radio Clandestina” è il monologo di e con Ascanio Celestini che andrà in scena alle ore 21 di lunedì al Teatro Morlacchi di Perugia. La rappresentazione sarà preceduta nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 17, da un incontro con l'autore-interprete, al quale partecipano l'autore del libro “L'Ordine è stato eseguito” Alessandro Portelli e Franco Ruggeri, direttore del Teatro Stabile dell'Umbria. Parteciperanno anche il sindaco del Comune di Perugia Renato Locchi, il presidente della Provincia di Perugia Giulio Cozzari e la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti. Per l'occasione sono stati prodotti materiali informativi che danno il via ad una vera e propria campagna di comunicazione rivolta alla collettività regionale, con l'obiettivo sostengono gli organizzatori - di "sviluppare una politica del ricordo della tragedia del popolo ebraico e delle persecuzioni e deportazioni di civili e militari italiani nei campi di sterminio, al fine di promuovere un atteggiamento di rifiuto dell'intolleranza e della violenza. Tutto ciò è ritenuto oggi più che mai necessario anche per affrontare le problematiche connesse alla crescente multietnicità della società contemporanea. Rispetto a questi problemi le istituzioni pubbliche riaffermano il loro impegno a diffondere con ogni mezzo la tolleranza ed a incentivare l¹integrazione culturale e sociale anche attraverso la cultura della ‘memoria attiva’ che le iniziative programmate per il 27 gennaio 2003 intendono promuovere”. Per la progettazione grafica dei manifesti realizzati in tre formati, della locandina, dei depliant distribuiti in tutta la regione, nonché dell'interfaccia web, è stato utilizzato un documento fotografico originale tratto dall'Archivio dell'United States Holocaust Memorial Museum di Washington. "La formula interrogativa utilizzata nella costruzione del messaggio "Ti riconosci?" spiegano i promotori dell¹iniziativa - è per coinvolgere direttamente il pubblico con una domanda immediata: "Ti riconosci nella loro sofferenza, nella loro umiliazione, nell'orrore di milioni di uomini, donne e bambini che da sempre, in ogni parte del mondo, sono stati e sono sopraffatti?". (ep)
''Memoria: i sommersi e i salvati '': una mostra ricorda le vittime e gli eroi
MILANO - E’ stata inaugurata a Palazzo Reale la Mostra "Memoria: i sommersi e i salvati" organizzata dall'associazione "Figli della Shoah" in occasione del Terzo Giorno della Memoria la sala, in collaborazione con il Comune di Milano, Assessorato alla Cultura e ai Musei, la Comunità Ebraica di Milano, la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, la Shoah Foundation di Steven Spielberg, l'Istituto Yad Vashem, l'Ambasciata d'Israele, la Fondazione Corriere della Sera e la World Exhibition Association, con il patrocinio dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Ministero dell'Istruzione. Rimarrà aperta fino al 23 febbraio. Due le sezione: la prima dedicata alle vittime della Shoah e la seconda a coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita per aiutare a salvarne altre, “i Giusti fra le Nazioni”.
GIORNATA MEMORIA - Pancaldi (Cdh): ''Nei forni nazisti finirono, oltre agli ebrei, zingari, omosessuali e disabili''
BOLOGNA – "In base al programma T4, oltre 70.000 persone furono soppresse. Non siamo storici, ma la memoria di quanto è successo ci interroga fortemente, anche perché ci occupiamo quotidianamente di disabilità”. Andrea Pancaldi, del Cdh (Centro documentazione handicap di Bologna), racconta i motivi che hanno portato all’organizzazione di “Progetto T4, l’eliminazione delle persone disabili e dei malati mentali nella Germania nazista”, incontro che si svolgerà domani, sabato 25 gennaio, al Centro “S. Petronio”, via S. Caterina 8, a partire dalle 17. Un appuntamento, questo, preparato in collaborazione con la Caritas diocesana, la rivista Bandieragialla.it e la biblioteca “Luciano Ghepardi”, in occasione della Giornata della memoria, del 27 gennaio. “L’idea dell’incontro – prosegue Pancaldi – affonda le radici nel fatto che il Cdh è un centro di documentazione, e la memoria ha a che fare con i documenti. E poi c’è il discorso della diversità: nei forni nazisti finirono, oltre agli ebrei, anche zingari, omosessuali e disabili. Come noto, fino dai primi anni Venti, Hitler aveva teorizzato la necessità di proteggere la ‘razza’ ariana da tutti quei fattori di ‘corruzione’ che avrebbero potuto indebolirla. Il nazismo predicava un progetto di ‘eugenetica’, vale a dire coltivava l’idea di ottenere un miglioramento della ‘razza’ germanica coltivando e favorendo i caratteri ereditari favorevoli (‘eugenici’) e impedendo lo sviluppo dei caratteri ereditari sfavorevoli (‘disgenici’). All’interno di questo progetto di eugenetica non trovavano ovviamente posto i malati incurabili e i disabili fisici e psichici”. Oltre settantamila persone cancellate: gli amanti del grande schermo ricorderanno che ne ha parlato apertamente il regista Costa Gavras nel suo ultimo film, “Amen”. E proprio in questi giorni si trovano on-line, sulla rivista Bandieragialla.it (www.bandieragialla.it), una serie di contributi sulle stragi, molte delle quali dimenticate, insieme a numerose indicazioni bibliografiche per approfondire l’argomento: “Questo è un altro tema che come Cdh intendiamo approfondire – conclude Pancaldi – , insieme a quello della cura di sé, dell’istinto di sopravvivenza, della dignità, che emerge con forza in ‘Sommersi e salvati’ di Primo Levi. E vale, naturalmente, anche per le persone disabili”. (cv)
Pacciano (giornalista): ''Sono disabile. Se fossi nato nella Gemania di Hitler, sarei stato eliminato''
BOLOGNA – “Perché ho cominciato a interessarmi al progetto T4? Perché sono disabile. Ho una tetraparesi spastica neonatale. Per cui, se fossi nato nella Gemania di Hitler, sarei stato subito eliminato…” Michele Pacciano, 34 anni, giornalista, originario di Taranto (“ho lavorato però parecchio a Roma”), interverrà domani a Bologna, insieme alla psicoterapeuta Helen Brunner, all’incontro organizzato dal Cdh in occasione della Giornata della memoria. “Forse non tutti sanno – spiega Pacciano – che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili. Ma la loro deportazione è la parte meno conosciuta e più nera, punta di un iceberg rispetto alla Shoah”. Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione su donne affette da schizofrenia, epilessia, cecità, grave deformità fisica ereditaria e altre patologie – “le leggi di sterilizzazione furono promulgate nel ’33, otto mesi dopo la presa di potere di Hitler” racconta Pacciano – si passò poi all’uccisione sistematica dei bambini disabili, utilizzando soprattutto farmaci. “Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, iniziò solo nel 1939 – continua il giornalista – , per interrompersi poi, ma solo formalmente, su pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Ho voluto avvicinarmi a questo dramma da cronista, chiedendomi ‘perché i disabili’? Francamente non mi sono dato una risposta. Forse perché il disabile fa paura, si ha paura di essere come il disabile. Quindi, o lo si elimina, o lo si eleva. Mi ha colpito una cosa, tra tante: i principali ‘attori’ del progetto T4 furono i capi nazisti Brandt e Bouhler. Ebbene, successivamente ammisero di aver sterminato gli ebrei, non i disabili. I disabili, dunque, erano ritenuti ‘esseri’ non degni di vivere una vita…”
Fonte: www.olokaustos.org
NOTA:
Giornata della Memoria :184 calorie al giorno La chiusura del ghetto di Varsavia permise ai nazisti di esercitare un controllo totale sulla vita dei suoi abitanti che, ormai, dipendevano in tutto da ciò che passava attraverso le sue porte. Già nel maggio 1940 l''allora comandante delle SS e della Polizia di Sicurezza del Governatorato Generale, aveva sostenuto che l''aumento del numero degli ebrei concentrato nel ghetto rappresentava un problema serio: farli morire di fame sarebbe stata una questione assai lunga. C''era dunque un progetto preciso: uccidere per fame il più alto numero di ebrei. In proposito non vi sono dubbi.
La ripartizione delle calorie spettanti giornalmente a tutti gli abitanti di Varsavia era assolutamente chiara. I cittadini erano stati divisi in tre gruppi etnico-razziali: tedeschi, polacchi, ebrei. Ai tedeschi spettavano ogni giorno 2.613 calorie, ai polacchi 669, agli ebrei del ghetto 184. Se consideriamo che il fabbisogno calorico medio per un essere umano adulto è di 2.500 calorie diventa evidente che il progetto era eliminare per fame il maggior numero di polacchi e di ebrei. Per gli ebrei c''era tuttavia necessità di rendere il processo di eliminazione più rapido possibile. La denutrizione combinandosi con le sempre più critiche condizioni igieniche determinate dalla sovrappopolazione avrebbe fatto il resto. Un calcolo che si rivelò ben presto esatto. In poco tempo scoppiarono devastanti epidemie di tipo petecchiale che uniti al freddo e alla fame spazzarono via migliaia di persone.
(Fonte: www.olokaustos.org)
Giornata della memoria. Alcuni siti italiani Olokaustos.org. Uno dei siti più aggiornati sul tema. Contiene dati, testimonianze storiche ed informazioni e propone percorsi tematici per argomento.
Film della Memoria: anni '40-'50
Film di propaganda antisemita del Terzo Reich. Narra la storia di Josef Süss tesoriere del Ducato di Wurttemburg nel '700, giustiziato pubblicamente a Stoccarda per appropriazione di fondi statali.
Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin Un piccolo barbiere ebreo tedesco vive una serie di avventure a causa della straordinaria somiglianza con Hitler. Girato prima che si conoscessero gli orrori dei Lager, il film è il più scopertamente politico nella produzione di Chaplin 1941
Dramma di due ebrei e di un ufficiale tedesco antinazista nella Germania degli ultimi anni Trenta 1948
L'ultima Tappa di Wanda Jakubowska
Documentario
sulle tragiche condizioni delle deportate polacche e ebree nei campi
nazisti in Polonia 1953 I Perseguitati di Edward Dmytryk Dramma di un ebreo tedesco scampato ai Lager e rifugiato in Israele 1956
Documentario girato nei campi di sterminio, così come si presentavano nel 1955, con molti inserti di documenti originali girati nei giorni della liberazione 1958
Documentario che alterna le immagini del processo di Norimberga a carico dei massimi responsabili del nazismo alle prove delle atrocità commesse dal regime.1959
Ambientato in Bulgaria, durante la seconda guerra mondiale: un ufficiale tedesco si innamora di una ebrea che sta scortando verso i Lager. Lei morirà, e lui passerà coi partigiani
Tratto dal celebre Diario della giovane ebrea uccisa a Bergen Belsen
Una giovane ebrea, internata in un Lager nazista, decide di collaborare con gli aguzzini nazisti nel tentativo di sottrarsi al suo funesto destino |
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