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Spettacolo: La guerra è guera. Ma i bambini (non) lo sanno

di

A Brunelli – G. di Paola – G. Di Pasquale – R. Masciopinto

con

Rosa Masciopinto

drammaturgia sonora di

Ghighi di Paola

Venerdì 11 aprile 2003 ore 18

Bologna, Sala Borsa –Sezione Ragazzi

 

"...quando la Barbara mi ha chiesto perchè c’è la guerra, mi sono sentito un asino. Mica potevo dirle "quando sarai più grande capirai" come hanno detto a me....poi finisce che a uno, da grande, gli resta appena il tempo per capire le cose che non ha capito da piccolo. E allora che gusto c’è a crescere?"

(La vita è una bomba. Luigi Garlando. Piemme Junior. 2001)

La guerra è guera. I bambini (non) lo sanno è uno spettacolo pensato per chiunque abbia una relazione con un bambino/a: genitore zia nonno cugina insegnante o educatrice.

La narrazione è un percorso suggerito dai libri selezionati per la prima uscita 2003 della rivista HP/Accaparlante, numero monografico sul tema i bambini e la guerra.

Un tempo si raccontavano i fatti di guerra in famiglia, ora tutti - o quasi - conoscono la particolare difficoltà di comunicare un messaggio che è confuso anche per i ‘grandi’. Difficoltà che si traduce con imbarazzo e inadeguatezza, lasciando spesso riempire questi nuovi spazi-silenzi ai ‘media forti’, Televisione o Internet, ‘forti’ ma anche ‘freddi e virtuali’.

Una narra-attrice, Rosa Masciopinto, racconta racconti raccontati da libri, quindi da scrittori, da gente che la guerra l’ha vissuta o ne sa fare storie.

Un uomo-suono, Ghighi di Paola, invita all’ascolto di atmosfere, memorie, suggestioni che accompagnano, sottolineano, scandiscono le varie storie.

Entrambi trasformano il pensiero di tanti autori in luoghi della memoria dove ‘giocare’ un tema così delicato e spesso tragico.

Insieme alle curatrici del numero monografico di HP/Accaparlante, Giovanna Di Pasquale e Annalisa Brunelli, suggeriscono una piccola bibliografia vivente.

‘La guerra è guera. I bambini (non) lo sanno’ è prodotto dall’Associazione CDH in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e con la Biblioteca Sala Borsa del Comune di Bologna.

Per affrontare il delicato tema della guerra in maniera creativa e coinvolgente, il numero di HP/Accaparlante e lo spettacolo diventeranno un compact disc, possibile strumento didattico per le figure professionali che lavorano con i bambini e i ragazzi.


La guerra è guera. Ma i bambini (non) lo sanno
Percorsi bibliografici sui bambini e la guerra

di Annalisa Brunelli e Giovanna Di Pasquale

 

Il primo numero 2003 della rivista HP/Accaparlante realizzata dal Centro Documentazione Handicap di Bologna, pubblicata a partire da questo anno dalla casa Editrice Erickson, è dedicato ai bambini e la guerra. Abbiamo cercato di affrontare questo tema attraverso la proposta ragionata di una serie di percorsi bibliografici fra i libri rivolti all'infanzia e all'adolescenza nel panorama editoriale italiano degli ultimi anni. Libri che trattano non solo dei conflitti mondiali che hanno segnato la prima parte del novecento ma anche delle guerre che in tempi più recenti hanno devastato, o stanno continuando a farlo, terre a noi vicine come la ex-Yugoslavia, la Palestina, lo stato d'Israele. Guerre che si impongono per un tempo più o meno lungo sulle pagine dei giornali o nelle scalette dei telegiornali, non diventando quasi mai occasione di una riflessione comune tra giovani e adulti.

L'attenzione verso i linguaggi letterari ed artistici è stata presente fin dall'inizio delle attività del Centro. La letteratura rappresenta una lente attraverso cui mettere a fuoco le storie di donne e uomini, di bambine e bambini. E' una lente particolare capace di produrre una forma di vicinanza all'esperienza degli altri, anche quando quest'ultima ha segni e tratti tali da renderla lontana e difficile. La letteratura permette di trovare richiami e collegamenti, di ascoltare le voci del mondo.

"Sentire" la guerra

Per questo, ancora una volta, ci è sembrato lo strumento più utile per suggerire modi e parole adatti ad affrontare con i bambini e i ragazzi la "presenza" della guerra con tutta la preoccupazione, troppo taciuta, che porta con sé. I bambini "sentono" la guerra, la vivono emotivamente, senza pelle; così come percepiscono in modo totale tutti gli aspetti cruciali del vivere: l'amore, la morte, la malattia, l'amicizia. Dare parola a queste emozioni, permettere che escano allo scoperto è una strada che unisce i grandi e i piccoli in una trama che è fatta, alla fine, della stessa materia dei desideri, dei sogni e della paura di tutto ciò che li minaccia.

Anche per gli adulti non è mai semplice accettare di stare sul filo di domande difficili, condividere emozioni che scuotono la tiepida sicurezza della quotidianità di chi è abituato ormai da tempo a guardare le guerre degli altri protetto da uno schermo Tv. Anche noi adulti siamo confusi e spauriti di fronte ad eventi che incombono e ci sovrastano. Spesso è meglio il silenzio, il cambio di canale. Ma i bambini, quando ancora possono essere tali, domandano, chiedono anche solo con gli occhi, non vogliono (e non debbono) rimanere soli di fronte ai dubbi, alle domande, ai pensieri. È vitale dare spazio a questi interrogativi, non negandoli o facendo finta che non ci tocchino solo perché, a volte, sono altri paesi, altri popoli ad esserne direttamente coinvolti.

La guerra è un handicap per tutti

Affrontare per noi il tema del rapporto fra i bambini e la guerra vuole anche significare che la guerra è un handicap per tutti. Non è per caso che questo lavoro nasce all'interno di un luogo, l'Associazione Centro Documentazione Handicap, che vede fra i fondatori e i collaboratori più stretti persone cha hanno un deficit. Chiunque ha un deficit sa che nell'incontro con gli ambienti di vita si possono generare delle situazioni handicappanti, di difficoltà e mancanza. All'inverso, quando il contesto è capace di accogliere ed integrare realmente, le stesse situazioni di handicap non si producono necessariamente. La guerra è, invece, quella dimensione in cui tutti diventano vulnerabili, in cui pur non avendo nessun deficit molte persone vivono l'handicap della mancanza di cibo, di un rifugio sicuro, dell'allontanamento dalle persone care o dal luogo di origine. È una situazione devastante, che non permette a nessuno di crescere, perché viene minato il senso di sicurezza e la possibilità per i bambini di trovare una comunità adulta accogliente, perché gli stessi adulti sono spesso vittime spezzate ed indifese.

I libri avvicinano

I libri possono aiutarci in un viaggio di riavvicinamento intimo e personale agli eventi che si

sono affacciati e continuamente compaiono sulla scena storica e politica? Noi crediamo di sì, crediamo che le storie dei libri raccolti e proposti nelle pagine di HP/Accaparlante funzionino allo stesso modo ricordato dallo scrittore Ferdinando Camon: "Che differenza c'è la vita e la storia? La prima si esprime come un racconto, la seconda come una scienza. La storia classifica, sistema e allontana; il racconto resuscita, rianima ed attualizza".

Succede, infatti, per queste storie che funzioni ancora una volta la fascinazione narrativa, vero dono segreto di ogni racconto ben riuscito. La guerra, allora, diventa (anche quella vissuta dai nonni dei giovani lettori) qualcosa di molto diverso da un avvenimento storico, collocato in una linea del tempo che non ci appartiene; ritorna invece ad avere una voce, che come tutti le voci, è unica, personale, coinvolgente. Dal disastro indistinto si levano personaggi e storie che non dimentichiamo: dal tenero "spaccone" Orge ( La ragazza che non voleva baciare), a Jona perduto e salvato nella balena-lager (Jona che visse nella balena), ai ragazzini dei romanzi di Uri Orlev testimoni di vicende di cui l'autore è stato realmente protagonista (L'isola di via degli uccelli, Gioco di sabbia) a tanti altri ancora.

Questo incontro diretto con i pensieri, le paure, le avventure di persone così simili a noi riesce anche a diminuire l'effetto di straniamento prodotto dall'informazione e dalla cronaca televisiva che ci fa guardare senza permetterci di vedere, rendendo opaca e vischiosa la nostra capacità di essere presenti rispetto a quanto succede. Libri come Se vuoi essere mia amica o Una pantera in cantina, ad esempio, riportano il conflitto arabo-palestinese ad una dimensione quotidiana in cui la Storia si dipana nelle mille singole storie, memorie di un vissuto che resta e apre, per chi sta dall'altra parte del libro, una possibile strada di compartecipazione.

Le storie accomunano, parlano con voce mediata ed incisiva, permettono di immaginare e comprendere. In questo senso il circolo virtuoso che si crea tra un adulto che legge o racconta e una cerchia di piccoli e giovani ascoltatori ed interlocutori è una condizione di fiducia reciproca, di voglia di venirsi incontro, di momenti di pace.

Associazione Centro documentazione Handicap, via Legnano 2, 40132 Bologna
Tel. 051/641.50.05 Fax 051/641.50.55
e-mai: cdh@accaparlante.it
http://www.accaparlante.it

Chi fosse interessato al numero può rivolgersi alle Edizioni Erickson
http://www.erickson.it  numero verde 800-844052


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