|
|
Handicap intellettivo Massimiliano Canalini
Dal dicembre 2001 è attivo a Pomarance (PI) un progetto per giovani e adulti con disagio mentale lieve e medio-lieve. Il progetto prevede la permanenza nei fine settimana di alcuni giovani della zona in un appartamento al fine di potenziare le proprie autonomie personali. L’idea, innovativa e unica, almeno nella Zona Socio Sanitaria di PISA, prende spunto dalle esperienze di Case Famiglia già condotte anche a Volterra su utenti psichiatrici ex O.P., e si estende a giovani non istituzionalizzati con lieve ritardo mentale, tendenzialmente con adeguate condizioni familiari e di assistenza: anche i Sindaci della Zona hanno appoggiato il progetto già in fase di rilevamento delle priorità sociali all’interno del Piano di Zona (L.R.72/97, L. 328/00) per l’anno 2000. Nel percorso di attivazione è stata perseguita una logica di collaborazione tra il soggetto titolare, la ASL 5-Zona Alta Val di Cecina e il soggetto gestore, la Cooperativa Sociale Idealcoop di Pomarance già dal momento della progettazione. Dall’analisi dei bisogni condotta dai due soggetti sopramenzionati è emersa la necessità di creare luoghi e spazi sia fisici che culturali in cui persone con disagio mentale di vario grado potessero integrarsi, così da recuperare quei principi di "reale" integrazione socio-culturale espressi nella L.104/92, ma rallentati da un riaffacciarsi di processi istituzionalizzanti tout court. Il metodo di lavoro seguito è stato quello della integrazione tra diversi soggetti, con pari dignità, Idealcoop, Asl, Associazioni, già dal momento della ricerca progettuale.
Le fasi e la strutturazione del progetto
Gli operatori La fase preliminare l’attivazione del progetto è funzionale anche all’individuazione degli operatori: si procede a una riunione informativa con tutto il personale educativo della Cooperativa. Sono 5 gli Educatori Professionali che danno la propria disponibilità, anche per rimanere a dormire pur non essendo previsto nel progetto; la sesta è una Assistente Sociale. Tutti gli operatori lavorano nei servizi ASL a tempo indeterminato e con orario full-time. Si stabilisce quanto già affrontato nelle riunioni preliminari con i Referenti ASL: ogni educatore lavora con un gruppo per quattro fine settimana (alternati con l’altro gruppo), cioè due mesi di tempo, per un totale di sei mesi di durata complessiva, quanto appunto previsto dal progetto approvato. Con tale modalità di rotazione, il carico di lavoro per ogni E.P. è limitato e diluito pur non venendo a mancare la possibilità di incidere dal punto di vista educativo sulla base degli obiettivi previsti: inoltre in questo modo è minore la probabilità di situazioni di "dipendenza" utente-operatore, come talvolta può accadere, che inibiscono fortemente la capacità di autonomia degli utenti e che non rientrano nello spirito del progetto.
Gli utenti Sono stati individuati e contattati dagli operatori ASL. Sono 8 giovani adulti compresi in una fascia d’età che va dai 25 ai 43 anni con deficit mentale medio-lieve e già in carico ai Servizi. Vengono costituiti due gruppi su base geografica composti da 4 utenti ciascuno: Volterra-Montecatini e Pomarance-Castelnuovo. Le caratteristiche dei due gruppi sono tendenzialmente le stesse. Il canale di contatto per i servizi è stato, in ognuno dei casi, la famiglia.
I volontari Come previsto nel progetto gli educatori, sono supportati da volontari. Nel nostro caso, immediatamente dopo l’assemblea dei Soci, due ragazze hanno fatto formale richiesta di partecipazione al progetto in qualità di volontarie. Una terza ragazza in un momento successivo, mentre la quarta è l’assistente sociale sopramenzionata che ha dato la propria disponibilità a partecipare alla prima fase come volontaria insieme alla educatrice. Se inizialmente la scelta di inserire volontari era dovuta ad una logica "politica" di ampliamento della capacità di coinvolgimento dei nostri progetti di persone "esterne" alla struttura, ci siamo resi ben presto conto che ciò ha rappresentato un valore aggiunto del progetto: i partecipanti hanno, attraverso la presenza dei volontari, percepito la "novità" dell’iniziativa e hanno nel tempo tratto giovamento da questa esperienza. Questo aspetto di integrazione tra Educatori e Volontari non è da sottovalutare in un approccio quale quello che noi adottiamo che è "relazionale". Le volontarie, 4 ragazze giovani (questo è un dato importante), hanno da qualche anno terminato la Scuola Superiore e presentano elementi di "spinta" emotiva personale (talvolta mutuata dalla famiglia) nel lavoro sociale, tipica del volontariato. Il coordinamento del volontariato è avvenuto tramite il responsabile del progetto.
L’attivazione Il GOM Zonale individua due gruppi di utenti in relazione a due diverse zone: il Gruppo A, di Volterra-Montecatini V.C., il Gruppo B, di Pomarance-Castelnuovo V.C., con caratteristiche relazionali e cognitive in linea con gli indirizzi e gli obiettivi del progetto. La Referente ASL organizza una serie di incontri con le famiglie e con gli utenti individuati al fine di stabilire i due gruppi che parteciperanno al progetto. Successivamente vengono organizzati in collaborazione con Idealcoop, gli incontri preliminari con i giovani utenti, le famiglie, ASL, Comuni, Associazioni e stampa per attivare il progetto. La fase successiva è l’attivazione vera e propria del progetto. Fino ad oggi sono stati effettuati complessivamente 20 fine settimana (10 per ogni gruppo) e ne restano ancora 2 per ogni gruppo: il termine del progetto è previsto per il giorno 5 luglio 02. La prima fase è, soprattutto per gli educatori, di analisi del gruppo, delle sue dinamiche interne e esterne, ma anche della adeguatezza dei partecipanti agli obiettivi del progetto. Per gli utenti è il momento dell’"adattamento": alla casa, ai propri compagni, agli operatori, alla nuova cittadina, ai ritmi nuovi della giornata. In nessun caso si è avuto una defezione e questo è dovuto soprattutto al "clima" informalmente positivo che gli operatori sono riusciti sempre a creare: cene, musica, videoregistratore, uscite, attività manuali rappresentano l’anima del progetto, poiché momenti strutturati in cui si può validamente valutare i livelli di autonomia dei ragazzi e intervenire laddove ci siano difficoltà in questo senso. Questa fase è stata ben mediata dagli educatori che hanno avuto soprattutto il compito di valutare le reali potenzialità dei ragazzi onde strutturare "informalmente" il proprio intervento.
Il carattere di sperimentalità e… i risultati conseguiti E’ da ricordare che il progetto ha avuto almeno in questi primi sei mesi carattere di sperimentalità; essendo un progetto unico nella Provincia, non esistono riferimenti scientifici da cui trarre spunto. Gli elementi sperimentati sono, a nostro modo di vedere:
E per il futuro? "La Casa delle Autonomie" è stato finanziato attraverso fondi previsti nel PdZ anno 2000 per la Zona Alta Val di Cecina. Nell’anno in corso il progetto verrà ripresentato per una continuità di finanziamento nell’ambito del PdZ 2002. E’ previsto un potenziamento delle attività e la ricerca di un appartamento nel centro del paese o comunque maggiormente inserito nel tessuto sociale: ci sembrerebbe molto interessante la presenza di vicini di casa sia per tentare di "lasciare da soli" talvolta i ragazzi che per incentivare gli aspetti relazionali. Infatti come spiegato al paragrafo precedente il carattere di sperimentalità sembra essere stato "superato" almeno per quanto riguarda aspetti di tipo pedagogico-educativo e di congruenza del progetto rispetto agli obiettivi posti: la parte organizzativa merita una ulteriore riflessione sia dal punto di vista dell’utilizzo degli educatori che dal punto di vista burocratico e "legale" in relazione all’appartamento e alla vita in comunità. Un altro problema potrebbe essere rappresentato dall’individuazione di volontari disponibili a fare questa esperienza. E’ ora necessario rifinire il progetto nei suoi aspetti strutturali affinché gli obiettivi di autonomia degli utenti posti inizialmente possano essere raggiunti con sempre maggior successo. E’ risultata positiva, per cui verrà proseguita, la modalità sinergica di progettazione, gestione, e verifica tra ASL5 zona AVC e Idealcoop.
Per informazioni: Gruppo Solidarietà, Via S. D’acquisto 7, 60030 Moie di Maiolati (AN). Tel e fax 0731.703327, e-mail: grusol@tin.it, sito internet: http://www.comune.jesi.ancona.it/grusol |
La pagina
- Educazione&Scuola©