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L'infanzia
e l'adolescenza in Europa ''I numeri europei '' a confronto Infanzia
ed adolescenza a confronto nei paesi dell’Unione Europea. E’
questo l’oggetto di analisi del Centro nazionale di documentazione
ed analisi di Firenze che dedica il numero 22 dei Quaderni a questo
studio. L’indagine statistica ‘I numeri europei’ segue il
primo studio sperimentale, elaborato nel 2000, che metteva in
relazione i dati di cinque paesi dell’Unione: Germania, Francia,
Italia, Spagna e Regno Unito. Lo sforzo ora è quello di ampliare la
prospettiva del confronto individuando ben 16 aree tematiche con
dati e spiegazioni del fenomeno.
In
linea con i valori europei Austria, Belgio e Portogallo, mentre
migliore è la situazione nei paesi che, come la Danimarca, Francia
e Olanda, hanno applicato serie politiche di contrasto alla
denatalità, ottenendo risultati apprezzabili. Resta comunque
sconfortante il dato rilevato dall’indicatore per eccellenza
utilizzato in questo campo, quello che misura il numero di figli per
donna, usato per spiegare i comportamenti riproduttivi e fissato a
2,1 figlio per donna, soglia che indica la possibilità di un
ricambio generazionale. Anche in questo caso fanalino di coda l’Italia
con un 1,19, anche in costante diminuzione, mentre la situazione
migliora -anche se resta al di sotto della media- in Irlanda (1,88). Il
fenomeno secondo i ricercatori è una delle cause che hanno prodotto
radicali mutamenti nella famiglia. Cresce infatti il numero di
coppie che non hanno figli che con il 37% è arrivata ad eguagliare
la percentuale delle famiglie europee composte da due adulti con
bambini a carico.
Note: Il 21% dei bambini al disotto dei 16 anni vive in condizioni di povertà nella civilissima Europa Bambini che vivono in stato di povertà o di difficoltà
economica non sono realtà che appartengono solo al sud del mondo.
La comparazione dei dati a livello europeo pubblicata dal Centro
nazionale di documentazione ed analisi di Firenze, ‘I numeri
europei’, dimostra che il 21% dei bambini europei al disotto dei
16 anni vive in famiglie a basso reddito (si intende inferiore al
60% del reddito medio europeo) e la situazione più grave si
registra proprio nel civilissimo Regno Unito dove il dato tocca il
26 per cento. A seguire Portogallo, Spagna e Irlanda (23%).
n.d. dato non
disponibile Europa multietnica. Aumenta il numero dei bambini stranieri residenti: sono il 2,3% in Italia. Se in Europa nascono sempre meno bambini, si accentua di
contro di anno in anno il carattere multietnico e multirazziale del
continente europeo. La componente straniera della popolazione cresce
ovunque in modo rilevante e va a compensare la denatalità dei paesi
dell’Unione. E sul dato generale spicca proprio il rapido aumento
del numero dei bambini dovuto sia alle nuove nascite, sia ai nuovi
ingressi per ricongiungimento familiare. Lo rileva ‘I numeri
europei’ pubblicazione del Centro nazionale di documentazione ed
analisi di Firenze che dedica questo numero dei Quaderni al
raffronto tra i paesi della regione europea.
Note: Morti non naturali: sono gli incidenti stradali la prima causa. ''Smentita'' un aumento dei suicidi. Un’attenzione particolare è data nel rapporto del Centro
nazionale di documentazione ed analisi di Firenze, ‘I numeri
europei’ alle cause di morte non naturali. Lo studio ha messo a
confronto i dati relativi ai suicidi, agli incidenti stradali e alle
altre cause di morte accidentale causate ad esempio da veleno o
trauma. Ne è risultato che in Portogallo e Belgio i bambini al
disotto dei 14 anni deceduti per avvelenamento o trauma sono
rispettivamente il 13,3 e il 10,2 per cento mentre il valore più
basso si registra in Lussemburgo, Svezia ed Italia con solo 4,9 casi
su 100mila minori. Gli incidenti stradali rimango la prima causa di
morte violenta, anche se il dato è in diminuzione in tutta Europa.
Il maggior numero di minori di 14 anni morti in un incidente si ha
in Portogallo; l’Italia invece registra una situazione meno grave
con 1,7 casi ogni 100mila minori della stessa età..
In Europa
sempre meno bambini colpiti dall'Aids. La Germania la meno ferita:
solo 11 casi tra il '96 ed il '99 Nella
recente Conferenza internazionale di Barcellona è stato più volte
ribadito che l’Aids ha “due volti” e che tra nord e sud del
mondo il divario si fa sempre più incolmabile. I bambini sono i
più colpiti, sia perché vinti dal male già alla nascita per le
conseguenze della trasmissione materno-fetale e sia perché molti di
loro rimangono orfani a causa dell’Aids. Sul totale dei casi di
Aids la percentuale di quelli che riguardano i minori rimane
costante ed è di poco superiore all’1%. In
Europa il fenomeno è costantemente diminuito tanto che si
registrano 3,6 casi per milione di bambini tra 0-14 anni. La
situazione più positiva in Germania con 0,3 casi, che in termini
assoluti significa 11 casi nel triennio 1997-1999. Purtroppo una
comparazione dei dati non sempre è agevole in quanto essi
riguardano periodi di rilevazioni differenti per i diversi paesi
europei. Questo
calo che segue anche quello generale dell’epidemia in Europa,
segna secondo gli osservatori un maggiore maturità in termini di
prevenzione e soprattutto una maggiore consapevolezza della
possibilità di trasmissione e dei rischi connessi al virus.
n.d.: dato non
disponibile Minori che delinquono. Difficile il confronto il Europa per il diverso
sistema giudiziario. Difficoltosa
la comparazione dei dati che riguardano il coinvolgimento di minori
in attività criminose in Europa; incide sopratutto un diverso
sistema giudiziario che determina da paese a paese differenze già a
partire dalla soglia dell'età della responsabilità penale,
restringendo la possibilità di utilizzare criticamente i dati
disponibili. Il
rapporto del Centro nazionale di documentazione ed analisi di
Firenze, ‘I numeri europei’, individua una percentuale di minori
imputabili che oscilla da un minimo di 13,7% del Portogallo al 66,2%
dell’Irlanda e, rispetto ad essi, una forbice che va dai 4 minori
denunciati per 1000 minori imputabili in Portogallo agli 82 ogni
1000 in Germania. Valori considerevoli anche quelli di Francia e
Finlandia (43 per 1000) e del Regno Unito (32 per 1000). In
linea generale, sottolineano gli osservatori, i Paesi del
Centro-Nord dell'Unione hanno tassi sistematicamente superiori a
quelli del Sud, mentre la propensione dei cittadini a denunciare
fatti criminosi (altro fattore variabile da paese a paese) è più
alto nei paesi del Sud rispetto a quelli del Centro-Nord.
Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza
Fonte: Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza
Fonte:Centro Nazionale documentazione infanzia e adolescenza Giustizia: in Francia criticato il progetto di legge che abbassa l'età
imputabile a 13 anni. Domani il ''decalogo'' delle ong italiane. NELLE
PAGINE di "Le Monde" spazio questa mattina al dibattito
sulla giustizia minorile, in vista del progetto di legge che doveva
essere presentato ieri, 17 luglio, al Consiglio dei Ministri che va
a regolare anche l’ambito dei minori che delinquono. Le critiche
si sono concentrate proprio su questo punto in particolare quelle
della stessa Commissione nazionale consultiva dei diritti dell’uomo
(Cncdh) che ha formulato, riporta il quotidiano francese, “osservazioni
molto critiche sul progetto, giudicando alcune disposizione di legge
“insufficienti e contestabili”. In particolare rispetto all’ambito
della giustizia minorile il Cncdh sottolinea come l’orientamento
della legge sia “in contraddizione con i principi della
Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia”. Intanto domani a Roma verranno presentate in una conferenza stampa le "Linee Guida per la riforma della giustizia minorile tracciate dalle principali associazioni italiane, che operano per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Un "decalogo" di punti fondamentali che riflettono sia le direttive internazionali tracciate dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e da altri strumenti di diritto internazionale, sia l'esperienza decennale di lavoro concreto delle associazioni. La proposta è stata sottoscritta da decine di associazioni e organizzazioni non governative, tra cui alcune aderenti al Forum permanete del Terzo settore, quelle del coordinamento PIDIDA (Per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza), il Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza). |
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