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Sul sito del MIUR ho trovato nella rubrica "Lettera alla Scuola - il Ministro informa" il testo che riporto fedelmente qui sotto. Mi auguro possa essere veramente un primo passo verso una integrazione degna di questo significato. Numero *1* - 6 novembre 2006* Questo è un primo passo importante per tornare a garantire percorsi di inserimento reali agli studenti diversamente abili: il Comitato tecnico scientifico sulla disabilità, che si è insediato presso il Ministero, vuole infatti individuare politiche efficaci per garantire una loro piena integrazione nella scuola italiana. Composto da esperti delle varie discipline, il Comitato ha funzioni consultive e propositive, ed ha già determinato alcune priorità di intervento e definito un calendario di lavori. Particolare attenzione verrà data alla ridefinizione dei criteri di nomina degli insegnanti di sostegno, ancora fermi al rapporto di un insegnante ogni 138 studenti. Il Comitato dovrà inoltre affrontare il problema della formazione del personale specializzato e del suo ruolo all'interno del gruppo docente, nonché dell'elaborazione di una metodologia didattica mirata alla personalizzazione degli insegnamenti." Desidero portare anch'io una testimonianza della reale situazione degli alunni con handicap. * *Ringrazio per l'ospitalità, con la speranza che questo messaggio possa giungere all'Onorevole Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione.* Diritti negati e la scuola che vorremmo Caro Ministro…. E’ così che inizia una lettera inviata dal Friuli da una madre che denuncia la tardiva nomina dell’insegnante di sostegno nella scuola media frequentata dal figlio. Siamo una famiglia che vive nella stessa zona, con un figlio che frequenta una scuola superiore dove dobbiamo fare i conti anche con più insegnanti di sostegno, suddivisi in più aree di insegnamento, con tante figure che si alternano e si incrociano in orari incomprensibili e controproducenti, che possono creare delle difficoltà di adattamento ad un ragazzo con disabilità. Forse si potrebbe nominare un unico insegnante di sostegno, ma con quali competenze? Si rischia di buttare un intero anno affidando il lavoro ad una sola persona se non ha le competenze giuste. Nostro figlio ha tre insegnanti di sostegno e l’ultimo arrivato, a due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, è certamente privo della specializzazione. La scorta degli insegnanti specializzati è già finita dai primi giorni di scuola! Dobbiamo interrogarci sul perché diminuisce il numero degli insegnanti di sostegno specializzati a fronte di un aumento di iscrizioni di alunni con disabilità nei diversi ordini di scuola, nelle superiori in particolare. In questi giorni sono in via di definizione nuove graduatorie che andranno a modificare l’attuale assetto e si vedrà di nuovo il balletto di insegnanti che lasciano il proprio lavoro in mano ad altre persone. Naturalmente poco conta se i nostri ragazzi devono subire questi continui cambiamenti a scapito di un lavoro iniziato e mai portato a termine, poco conta la mancata compilazione di progetti individualizzati in attesa di superare la fase provvisoria, poco conta che gli orari delle diverse materie vengano spostati per esigenze di…riempimento cattedre dei nuovi insegnanti e dimenticando completamente le reali esigenze della persona con disabilità. Tutti i nostri suggerimenti, informando delle varie direttive e con leggi alla mano, non sono valsi a predisporre con criterio l’ inizio dell’ anno scolastico. Tutti i progetti ideati, con il dirigente scolastico e con gli insegnanti, sono stati vanificati da questo sistema che mette innanzi a tutto le complicate operazioni delle graduatorie (discutibili) e che non mette mai in primo piano le esigenze degli studenti che abbiano, o meno, una disabilità. Ricordiamo che alla fine chi ne risente è la scuola nella sua complessità, perché dove si hanno buone prassi per l’integrazione tutta la scuola vive meglio. Noi genitori crediamo che i nostri figli devono avere pari opportunità di studio e il diritto a condurre un’esistenza in un contesto socializzante. Caro Ministro, vogliamo credere nella scuola pubblica e nell’integrazione scolastica in questa scuola, anche se bisognosa di molte cure. Riteniamo che la situazione possa migliorare se ci impegniamo tutti a mettere in discussione e rivedere antiche logiche di mercato, in cambio di un rinnovato interesse mirato al miglioramento della scuola, mettendo a disposizione formazione di qualità, più risorse dove servono e non tagli indiscriminati.
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