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Invalsi. Chiariamoci prima che sia troppo tardi Carissimi lettori, non mi dilungo sui sei anni passati ad opinare cose lapalissiane sulle discriminazioni compiute e perpetrate a danno degli alunni con disabilità dalle prove di apprendimento somministrate dall’anno di istituzione dell’Invalsi ad oggi. In primis i “progetti pilota” che non più “sperimentali” sono stati proseguiti senza tenere conto dell’ ottanta per cento delle obiezioni già sollevate e reiterate da molte associazioni e da molti insegnanti. Quando si paventava di abolirle sono diventate volontarie ed in più con un campionamento lo scorso anno maggiormente discriminante non solo per gli alunni con disabilità ma anche per gli alunni stranieri scartati dal campione con pubblicazione il 18 novembre scorso sul sito ufficiale di questa esclusione avvenuta e dichiarata dai risvolti sanzionabili. Senza fare tesoro delle esperienze e delle proteste nel corrente anno sono state rese “obbligatorie” con la complicazione delle: scuole campione , alunni campionati, osservatori e questionari studente. Ci vuole una mobilitazione ed un dispendio di energie notevole a fronte ancora una volta di una procedura “altamente escludente” sancita da una nota del 15 aprile ( che non penso abbia la forza di legge ) in cui si contraddicono addirittura le circolari ministeriali in materia di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con disturbo specifico di apprendimento. Sarebbe sufficiente questo ed i contenuti della nota per appellarsi alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ma il bello deve ancora essere portato alla luce. Nel manuale del somministratore ( provvisorio alla data del 28 aprile 2009 cioè a 8 giorni dallo svolgimento ) gli studenti con disabilità non vengono affatto menzionati e questa non menzione ha fatto interpretare a molti docenti anche di sostegno che le prove vanno somministrate senza nemmeno una “personalizzazione” a tutti gli alunni qualsiasi sia la loro condizione per la regolarità dello svolgimento. Nel ribadire che nemmeno le prove della sezione Sid dell’invalsi sono somministrabili sic et simpiciter ad alunni con programmazione educativa individualizzata, torno ancora una volta a levare le mie proteste per le continue decisioni discriminanti e non utili a fini statistici che penalizzeranno nei risultati delle prove di apprendimento le scuole maggiormente inclusive e non daranno luogo a dati attendibili sulle prestazioni degli alunni italiani “tutti”. I docenti si sentono giudicati attraverso gli alunni e non comprendono la macchinosità delle istruzioni, non c’è chiarezza sulla somministrazione che avverrà per gli alunni autorizzati dalle direttive ministeriali ad usare gli strumenti di cui hanno diritto per tutto l’anno scolastico ( tranne che nelle prove di apprendimento a quanto si legge)senza tenere conto dei disturbi certificati. Non ci sono i presupposti per le opportune procedure a garanzia dei diritti di coloro che sono coinvolti tra i 188.000 alunni tra i 6 e i 14 anni disabili che i dati ( fermi al 1999 ) statistici dichiarano frequentanti le scuole italiane e che svolgeranno o saranno esclusi a discrezione delle scuole in virtù della nota del 15 aprile sugli alunni con disabilità diramata dall’invalsi. A pochi giorni dallo svolgimento questo è quello che ritengo fondamentale rilevare e divulgare. Vi chiedo la pubblicazione a titolo personale assumendomi la responsabilità di quanto rilevato , non trattandosi di giudizi ma di constatazioni Roma 28 aprile 2010 Elena Duccillo
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