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Invisibili… ancora una volta Dopo la riduzione di 7 posti letto, presso l’ospedale diurno generale del dipartimento di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli a Roma, dall’inizio del 2004 il servizio è stato disattivato come centro di costo e circa 700 famiglie ora si trovano in difficoltà, non sapendo a chi affidare i loro figli. Lo sfogo di una mamma che non vuole che i problemi del suo bambino siano invisibili per le strutture e istituzioni.
Forse è solo l'impressione di una mamma, troppo presa nella sua quotidiana lotta al fianco di un figlio ‘scomodo’ per la società.. ma è da diverso tempo che ho l'impressione di un lento ed inesorabile atteggiamento di fastidio da parte di strutture ed enti ideati e realizzati proprio per occuparsi dei problemi di questi cittadini "particolari".
Per esempio non riesco a comprendere cosa sta capitando, da circa un anno, nell'Ospedale diurno generale che ha sede presso l'ormai storico Dipartimento di neuropsichiatria infantile di via dei Sabelli a Roma. L'Odg ha sempre lavorato a pieno ritmo occupandosi della diagnosi e cura del ritardo mentale, dei disturbi motori e dei disturbi comportamentali nei pazienti in età evolutiva, ma, soprattutto, dell'epilessia, che è da sempre la principale area d'interesse per la produzione di ricerca scientifica. Poco più di un anno fa, improvvisamente e senza alcuna ragione, sono stati disattivati i 7 posti letto in dotazione, e largamente sfruttati, dell'Odg.
Da novembre scorso è stata trasferita anche l'unica unità infermieristica in appoggio al servizio, con conseguente aggravio nel lavoro degli specialisti ma, soprattutto, producendo un progressivo disagio nelle famiglie dei pazienti afferenti al servizio che sono, vorrei ancora sottolineare, per la maggior parte bambini e ragazzi con diabilità grave e cronica.
All'inizio del 2004 il servizio è stato disattivato come centro di costo. A questo punto la confusione delle oltre 700 famiglie dei bambini che, come mio figlio, sono seguiti da anni presso l' Odg è aumentata a dismisura. Non ci spieghiamo infatti la logica per cui si voglia disattivare un servizio che ha mantenuto, fin dalla sua fondazione, l'impostazione data dal professor Giovanni Bollea di specificità assistenziale e scientifica, per cui non si può in alcun modo considerarlo un duplicato delle prestazioni fornite da altri centri ed aziende territoriali!
Sono state molte le manifestazioni di protesta da parte dei genitori, sin dalle prime avvisaglie di questo lento e dissimulato scardinamento, compresa una massiccia raccolta di firme, a testimonianza ulteriore della necessità e del riscontro sull'utenza dell'Odg, che, malgrado le difficoltà sempre maggiori in cui si sono trovati i medici che vi operano, hanno continuato ad offrire la medesima disponibilità ed assistenza mostrata in passato.
Ma nessuno ha ancora fornito delle risposte a noi genitori e ai nostri figli, dimostrando, una volta di più, di considerarli cittadini invisibili.
Chiara Bonanno |
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