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Premessa generale
La definizione del Piano Sociale di Zona è strumento indispensabile per l’applicazione di quanto previsto dalla più recente normativa in campo sociale, socio-sanitario e relativa alle funzioni degli enti locali. In particolare, la legge-quadro n. 328/2000 prevede la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali per una protezione sociale attiva, capace di mettere in campo opportunità, servizi e trasferimenti economici a sostegno delle persone e delle famiglie. La legge 328, insieme con il decreto legislativo n. 229/99, riguardante la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, che attribuisce un ruolo-chiave ai distretti quale struttura cerniera tra le prestazioni sanitarie e le azioni di protezione sociale, costituisce il riferimento fondamentale per la riorganizzazione del welfare locale e la base normativa per le politiche sociali della città.
La legge quadro nazionale
La legge 328 assegna ai Comuni la titolarità delle funzioni che riguardano gli interventi sociali svolti a livello locale. Ai Comuni spetta infatti la programmazione, la progettazione e la realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, l'indicazione delle priorità e dei settori di innovazione, l'erogazione dei servizi e delle prestazioni assistenziali, l'autorizzazione, l'accreditamento e la vigilanza dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale, la definizione dei parametri per l’accesso prioritario alle prestazioni e ai servizi, nonché debbono dotarsi strumenti per il controllo di gestione e la valutazione, garantendo ai cittadini i diritti di partecipazione al controllo di qualità dei servizi.I Comuni sono chiamati a realizzare tutto questo non da soli, ma attivando tutte le risorse della collettività locale, tutto il variegato mondo del volontariato e del privato sociale. I Comuni sono inoltre responsabili dello sviluppo delle intese con le aziende sanitarie locali che debbono impegnarsi a pieno titolo alla realizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. Le linee guida della Regione Lazio
Con la deliberazione n° 471 del 19.04.2002 la Giunta Regionale del Lazio ha approvato lo schema concernente la determinazione dei criteri e delle modalità per la ripartizione delle risorse provenienti dal Fondo nazionale per le Politiche Sociali. Anno 2001, con le allegate linee guida ai Comuni per l’utilizzo delle risorse provenienti da tale Fondo Nazionale. Con questo provvedimento si individuano i criteri e la metodologia di riparto delle risorse finanziarie nonché si enunciano i principi regolatori per l’elaborazione dei Piani di Zona in relazione agli obiettivi, ai contenuti, ai progetti operativi, ai percorsi di avvio, ai livelli essenziali delle prestazioni sociali, alle aree di sperimentazione. Vengono inoltre indicati i parametri per la definizione degli obiettivi strategici del Piano da individuare sulla base delle macroaree di intervento, dei bisogni specifici di assistenza dei cittadini assicurando il livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale. Per quanto riguarda i progetti operativi il provvedimento stabilisce i requisiti progettuali consistenti nel carattere integrato dei progetti con le aziende sanitarie locali e la loro congruenza con le linee di programmazione adottate all’interno del Paino di Zona
Analisi del territorio Il territorio dei Comuni interessati misura circa 200 mq. confina con quello dei Comuni di Roma, Albano, Anzio, Aprilia.E’ molto importante questo dato perché ci da il segnale della vastità territoriale e quindi della complessità dei problemi che ci si trova ad affrontare quando si vogliono creare servizi in favore della popolazione. Sino al 1971 l’Amministrazione Comunale era unica, rispecchiando quello che era stato uno sviluppo territoriale similare. Fanno parte del territorio del Comune di Pomezia le località di: Torvaianica e Martin Pescatore dove si concentra il turismo balneare; Pratica di Mare centro storico -archeologico; Santa Palomba, centro industriale, dove è ubicata la stazione ferroviaria più vicina, dotata di un importante scalo merci; Santa Procula e Castagnetta centri agricoli. Fanno parte del territorio di Ardea: l’antico nucleo storico di Ardea; i recenti insediamenti di Banditella, Nuova Florida e Castagnetta, quartieri adibiti ad abitazione; Lido dei Pini, Tor San Lorenzo e Salzare dove si concentra il turismo balneare Le zone di Pian di Frasso, Pescarella e Mantiglia di Ardea, tutt’oggi caratterizzate da una forte presenza di colture agricole. Il territorio Ardea-Pomezia si caratterizza per un forte livello di industrializzazione, soprattutto a partire dal dopoguerra. Sviluppo dipendente dalle agevolazioni derivanti dall’esser inserite nelle aree che potevano godere dei vantaggi della ex Cassa per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ciò ha permesso la localizzazione di grandi industrie, in particolare del settore chimico, farmaceutico e dell’elettronica. Tale presenza industriale ha fatto da volano per lo sviluppo della piccola industria mentre ha contribuito a creare le condizioni dell’abbandono del settore primario, che pure contava un alto numero di addetti. La crisi industriale degli anni ’90 ha portato con se dei notevoli problemi sociali sino a far inserire il territorio nelle aree a declino industriale. Vi è però da segnalare che negli ultimi anni nel Comune di Pomezia si sta registrando una sorta di riconversione dall’industriale al terziario con l’apertura di numerosi centri commerciali che richiamano un numero sempre crescente di acquirenti anche dalla vicina Roma e dai Castelli Romani offrendo anche possibilità di una minima occupazione giovanile. La popolazione complessivamente residente raggiunge le 88.000 unità ed è in costante e progressivo aumento, sia per immigrazione interna che per l’arrivo di cittadini stranieri. D’altra parte il territorio si è sempre più venuto a caratterizzare come periferia "estrema" della metropoli romana. Ciò è dovuto in larga parte al selvaggio sviluppo edilizio, che ha portato certamente ad un costo relativamente modesto delle abitazioni, e quindi a fungere da polo di attrazione per coloro che non possono trovare nella città di Roma soddisfacimento al bisogno abitativo, dall’altro alla mancanza quasi assoluta di spazi e strutture sociali. Gli immigrati che fino a vent’anni fa provenivano dal nostro sud sono stati sostituiti progressivamente da cittadini provenienti da paesi stranieri. Soprattutto la fascia litoranea del territorio dei due comuni è area d’insediamento privilegiata da parte di cittadini stranieri, quasi tutti di origine extracomunitaria. Questi cittadini trovano alloggio durante il periodo invernale nelle numerose abitazioni che durante il periodo estivo divengono luogo di soggiorno temporaneo di famiglie romane. I cittadini immigrati trovano lavoro nelle numerose realtà della piccola industria o nel settore agricolo. E’ forte la presenza, anche se ovviamente non si hanno dati certi, di stranieri privi di permesso di soggiorno.
Analisi della popolazione
Ardea e Pomezia sono comuni "giovani". La tendenza all'invecchiamento della popolazione, un fenomeno in atto in tutta Italia già da oltre mezzo secolo, si rileva, infatti, soltanto a partire dagli anni novanta. Se si analizzano i dati censuari e anagrafici si evidenzia quanto segue: - nel 1991 gli ultrasessantacinquenni ad Ardea sono 1.362 , l' 8,08% della popolazione, mentre a Pomezia sono 2.508 , il 6,69% dell'intera popolazione - gli indici di vecchiaia ( la consistenza della popolazione anziana rispetto alla classe d'età 0- 14) registrano rispettivamente il 43,9 e il 37,3 , i valori di rapporto tra le età tra i più bassi di tutta la provincia di Roma La tendenza rimane la medesima anche negli anni a seguire; infatti nel 1996 ad Ardea vi sono 2.613 anziani, su una popolazione complessiva di 25.790 persone pari al 10,1% mentre per Pomezia possiamo fornire il dato del 1997 quando si registrano 3.841 anziani su una popolazione complessiva di 43.642 pari al 8,8%. Si rileva pertanto un progressivo, se pur lieve, incremento del numero di persone con più di 65 anni. Se confrontiamo questi valori con quelli di alcuni comuni limitrofi come Albano dove il valore, per lo stesso periodo, è del 14,1 % e quello di Roma è del 17,4%, si comprende come in questo distretto gli anziani siano ancora la quota più bassa di popolazione soprattutto a Pomezia. L'essere "pochi" in questi comuni non tutela gli anziani, anzi accentua le situazioni di esclusione e di emarginazione, li rende quasi "invisibili" in quanto vengono più facilmente ignorati. Nella prima fase dell'indagine, sulle opinioni diffuse, le persone del campione individuavano negli anziani una delle aree sociali maggiormente penalizzate, in quanto ai margini del sistema produttivo, e nella solitudine e nella carenza dei servizi il loro problema più grave. La più grande concentrazione di popolazione anziana si trova ad Ardea (vedi dati anagrafici) ed in particolare nella zona di Tor San Lorenzo. Molti sono coppie o persone singole che, raggiunta l'età di pensione, si sono trasferite da Roma nella casa che era stata utilizzata precedentemente soltanto per i fine settimana e la villeggiatura. Non si tratta di ammalati gravi quanto piuttosto di persone sole, avanti con gli anni, che spesso sono desiderosi anche solo di un poco di attenzione e di compagnia. In generale comunque gli anziani che necessitano di assistenza domiciliare, secondo gli operatori del CAD, Centro di Assistenza Domiciliare della ASL RMH4, presentano malattie tipiche dell'età senile: demenza, problemi ortopedici, cardiologici, neuropatie, ictus. Ma ad aggravare le condizioni fisiche precarie c'è anche una grande situazione di emarginazione. Riuscire a quantificare gli anziani in situazione di disagio non é facile. Secondo una stima complessiva sono più di 500 gli anziani in condizioni di grave disagio, ovvero il 7,7% circa della popolazione con più di 65 anni. Dei quali le vedove e soprattutto i vedovi, i celibi e nubili sono tra coloro che vivono le maggiori difficoltà (vedi grafico alla fine del capitolo). Sicuramente il valore è sottostimato in quanto sono quantificati soltanto coloro che si rivolgono ai servizi o a strutture di ricovero, mentre c'è sempre una quota di persone in stato di bisogno che sono "nascoste" perché non chiedono.
Analisi delle cause di disagio Sono molti gli anziani che vivono nelle zone più periferiche, negli agglomerati residenziali, in villette circondate da alte mura e cancellate che più che proteggere separano, "gabbie dorate" o verso le campagne. Tutte località con scarsi collegamenti urbani ed extraurbani. Nella zona della Nuova Florida i negozi sono scarsi e lontani, non ci sono luoghi di incontro, l'unico è la parrocchia, ma le abitazioni sono distanti. Nella zona di Torvaianica Alta i trasporti sono carenti, è difficile per gli anziani raggiungere gli uffici comunali o le strutture sanitarie A Tor San Lorenzo c'è un Centro Anziani frequentato da una sessantina di persone, ma non è facilmente raggiungibile, come non lo è la farmacia per chi abita nella zona della Nuova California o a Colle Romito. Situazioni estreme di povertà economica, con un reddito pari alla sola pensione sociale e di abbandono (per gli uomini anche legati all'abuso di alcool), si segnalano soprattutto nei quartieri popolari o nelle campagne, in famiglie che già vivevano o vivono situazioni a rischio. Non sono pertanto pochi gli anziani soli, trascurati o del tutto abbandonati dai propri familiari, che vivono ai margini della vita sociale. Altri ancora vivono per scelta una situazione di solitudine per non pesare sui propri figli, perché si autopercepiscono come "un peso", "un disturbo" nei loro confronti e spesso nei confronti della società più vasta. Spesso sono persone benestanti che trascorrono le loro giornate curando il loro giardino e usufruiscono di aiuti domestici a pagamento ma che in molti casi, quando subentrano problemi di salute, da soli non riescono più a far fronte alle loro necessità. La situazione di abbandono si determina spesso per una progressiva rottura dei rapporti di parentela. I figli, sposandosi, spesso cambiano quartiere o paese o rimangono nell'appartamento di Roma, concentrano le loro energie sul proprio nucleo, familiare, sul lavoro, sullo svago e le attività di autorealizzazione, rendendo sempre più sporadici i rapporti con i propri genitori, dedicando sempre meno tempo all'attenzione e la cura dell'anziano. Spesso accade che nei confronti dei servizi, in famiglie in condizioni economiche agiate, si verifica un meccanismo di delega dell'assistenza, si preferisce quindi coinvolgere delle persone esterne al nucleo familiare (infermieri, assistenti, domestici) o, quando non si può più lasciarli soli oppure la casa serve a qualche figlio, il ricovero in strutture anche private, la cui retta va dai 2 ai 3 milioni. In famiglie in condizioni economiche difficili, invece si innescano spesso meccanismi di assistenzialismo. Si cerca spesso di utilizzare il servizio per un sostegno (economico, sociale ...) per l'intera famiglia fino ad arrivare anche a dipendere da esso. In questi casi il ricovero è richiesto in strutture convenzionate, nelle RSA dei comuni limitrofi. Secondo gli operatori del CAD è con famiglie in condizioni economiche medie che loro riescono ad instaurare un servizio più efficace; esso nasce dalla capacità di coinvolgimento familiare nell'assistenza. Gli operatori ritengono infatti che è il familiare, "educato e responsabilizzato" rispetto ad un certo tipo di malattia, a garantire insieme con loro una migliore riuscita del servizio. La stima degli anziani di Ardea e Pomezia ricoverati non è semplice. Molti di quelli presenti nelle case di cura private non sono residenti, altri sono ospitati da istituti convenzionati con la regione presenti in comuni vicini (Anzio, Nettuno, Nemi). Le quattro strutture private, dislocate nella zona litoranea, hanno denominazioni che non consentono di individuarne facilmente la destinazione: residence, hotel.
I servizi erogati l servizi sociali dei Comuni erogano in caso di indigenza, di reddito minimo, un contributo economico presentando la domanda di assegnazione di sussidio che verrà istruita dai competenti uffici comunali secondo le norme regolamentari vigenti. La prassi per l'assegnazione del servizio di assistenza domiciliare è simile. Prevede l'accertamento da parte dell'assistente sociale, la quale redige un progetto di intervento nel quale vengono definite le condizioni sociali, economiche e familiari del richiedente e quantificate le ore di assistenza da erogare. II Comune di Ardea gestisce l'assistenza domiciliare a 24 anziani attraverso l'appalto con la cooperativa. M. Kolbe di Anzio. Il personale, quasi tutto locale, ha una preparazione adeguata ai servizi di aiuto domestico e d'igiene della persona. A Pomezia il servizio viene attualmente svolto da una Associazione Temporanea d’impresa formata da quattro cooperative sociali, anche in questo caso il servizio reso viene ritenuto soddisfacente dagli utenti anche perché in alcuni casi le assistenti impiegate, già collaboratrici dell’amministrazione comunale, seguono la persona da molti anni e quindi hanno avuto modo di instaurare con essi rapporti interpersonali che vanno al di là della prestazione lavorativa con postivi risvolti nella sfera psicologica dell’assistito. Delle 45 persone che usufruiscono di un servizio di assistenza alla persona da parte dei Servizio Sociale del Comune sono in maggioranza anziani o handicappati gravi a basso reddito, quindi gli anziani sono circa 30 . Per le situazioni più gravi il rapporto è 1 assistente per ogni persona. Le ore mensili erogate per il servizio domiciliare infatti sono 7.892. Sono circa 65 gli anziani in attesa di assistenza domiciliare con domanda già presentata; molti attendono il sopralluogo di accertamento e altri ancora la verifica dell'assegnazione delle ore di assistenza. Ma i mesi d'attesa sono lunghi, dai sei ad un anno. Nel 1996 le famiglie con anziani o portatori di handicap che hanno usufruito del servizio domiciliare sono state 48, quindi il numero rimane grossomodo invariato nel tempo. Gli operatori del CAD, il servizio di assistenza domiciliare della ASL che fornisce servizi infermieristici e di tipo riabilitativo, svolge visite domiciliari (collaborando con i servizi sociali dei comuni) per poter verificare la situazione sanitaria e sociale delle persone che:
Questo servizio dispone solo di tre operatori: un medico (responsabile dell'intero servizio), un'infermiera, un fisioterapista su un territorio che comprende circa 88.000 abitanti, quindi nonostante, superi gli standard regionali (rispetto al numero di personale), non è in grado di coprire la fascia del bisogno. L'assistenza domiciliare (CAD) per la ASL di Pomezia ed Ardea è nata nel 1994. Attualmente vengono seguite n° 500 persone (tra anziani, handicappati, e malati terminali), di cui 100 seguite in fisioterapia. Si stimano tra richieste ed interventi che gli anziani in situazione di malattia siano un 150 ad Ardea e 230 a Pomezia. Uno dei problemi maggiori legati alla terza età, come abbiamo evidenziato, è la salute; quando questa, oltre all'assistenza domiciliare, richiede prestazioni sanitarie specifiche, spesso è necessario un ricovero in un presidio ospedaliero. La Clinica S. Anna, convenzionata con la Regione, oltre al Pronto Soccorso ha due reparti specialistici: Cardiologia e Ortopedia. Per le altre patologie legate all'età senile i pazienti devono ricorrere ai presidi di Albano, Aprilia o Roma. La situazione di disagio, in questi casi si aggrava enormemente, perché sul territorio non esistono presidi ospedalieri pubblici specializzati e per i parenti assistere un familiare ospedalizzato in una struttura lontana non è agevole e più facilmente c'è chi tende a diradare la propria presenza. L’ ARVAS (Associazioni di volontari ospedalieri) di Pomezia che ha più di sessanta iscritti con un'età media di 45 anni garantisce la propria presenza nelle ore dei pasti, aiutando i malati nell'assunzione del cibo e in quelle piccole pulizie e attenzioni che per chi è allettato sono preziosissime, soprattutto per chi , come alcuni anziani, non ha nessuno. Offrono soprattutto la loro compagnia, che in alcuni casi si prolunga oltre il ricovero ospedaliero. E' un associazione di volontariato riconosciuta anche dagli enti ospedalieri. I volontari prima di iniziare il loro servizio svolgono un tirocinio di formazione. Attualmente 10 persone della sezione di Pomezia stanno facendo tirocinio a Marino. In molte situazioni di bisogno fanno da tramite tra gli ammalati e i loro parenti. Alla Clinica Sant'Anna è presente anche la Croce Rossa Italiana con i Volontari del Soccorso, aiutando nelle situazione di loro competenza: trasporto di ammalati e assistenza. Il Comune di Pomezia ha in gestione tre Centri Anziani a Pomezia, Martin Pescatore e Torvaianica, che offrono attività ricreative, gite e soggiorni estivi. A Pomezia è situato in una zona centrale e gli iscritti sono 500. E' molto chiuso e frequentato soprattutto da anziani soli, in genere uomini. A Martin Pescatore è stata realizzata una nuova struttura studiata appositamente per ospitare attività di tipo socio-ricreativo con un ampio giardino. A Torvaianica è situato in una zona centrale con poco traffico, gli iscritti sono un centinaio e in occasioni di feste è stato coinvolto il resto della cittadinanza. La parrocchia di Tor San Lorenzo ha promosso un Centro Anziani, in una via centrale. Funziona come circolo ricreativo frequentato da 60 a 65 anziani autosufficienti, vi partecipano come animatori alcuni giovani della parrocchia. A Tor San Lorenzo da un anno è stata aperta la sezione del sindacato CISL per i pensionati. Ha un 200 iscritti, oltre ai servizi del patronato intende farsi promotore di alcune iniziative a carattere culturale. In molte parrocchie è attiva la Caritas che altre ad offrire aiuti di sussistenza, come alimenti e vestiario si occupa di disagio giovanile, di aiuto alle donne e agli extracomunitari collaborando e creando una fattiva integrazione con i servizi sociali del territorio. Ogni intervento di servizio avviene separatamente, c'è poca conoscenza globale dei problemi, si lavora sull'emergenza, sul disagio conclamato, sulla richiesta specifica, spesso non rispondendo per mancanza di risorse economiche ed umane ma soprattutto di un adeguata programmazione.
HANDICAP E DISAGIO MENTALE
Consistenza del disagio e cause ricorrenti
Le cause e l'origine dell'insorgere dell' handicap possono essere le più diverse ma sappiamo che la condizione di bisogno è aggravata dall'isolamento e dall'emarginazione in cui molti sotto costretti a vivere. Il danno fisico permanente, sensoriale, motorio o mentale è aggravato da difficoltà relazionali che inevitabilmente si creano tra il portatore di handicap e gli altri. Scarsi sono i dati disponibili, soprattutto riguardo gli adulti. Questo fatto, sebbenepossa indurre a pensare che il problema dell'handicap non sia molto diffuso, dimostra piuttosto cotte sia difficile farlo emergere perché soggetto ad una sorta di "rimozione" da parte delle famiglie e della società in genere. Gli unici dati attendibili sono quelli riguardanti i minori in obbligo scolastico, gli altri sono parziali, in quanto molti non si rivolgono ai servizi pubblici o possono essere seguiti da più servizi. Per gli adulti l'unica stima fornita dal Servizio Pubblico é quella dei servizi del CAD e dall'Ufficio Invalidi Civili e Protesica della ASL. Il CAD della ASL, di Pomezia ha condotto 60 accertamenti per ingressi nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite). In molte case di riposo, residenziali, private della zona, sono ospitati disabili, sia con difficoltà motorie che mentali. Sicuramente una quota di invalidi civili, in genere sensoriali o fisici, sono inseriti in ambiti lavorativi. E’ in corso di attivazione un centro per l’ handicap adulto grave per il quale sono già stati individuati i locali (in località Tor Vajanica) in via di ristrutturazione e messa a norma; non appena ultimati si potrà dare avvio al progetto, redatto in collaborazione con la A.S.L. RM H4 e riportato nella scheda ripilogativa allegata al presente piano sociale. Il settore per la tutela della salute e la riabilitazione dell'età evolutiva del servizio Materno Infantile della ASL RMH4 (ex UTR), che si occupa di minori (0-18), segnala per l'anno scolastico 2001/2002 n. 240 soggetti seguiti di cui 121 alunni portatori di handicap assistiti in assistenza scolastica (n. 81 residenti a Pomezia e n.40 residenti ad Ardea) con disturbi neurologici,sensoriali, settoriali dello sviluppo affettivo –relazionale e disturbo globale dello sviluppo, cosi suddivisi:
. A sostegno degli alunni con handicap i Servizi Sociali del Comune di Pomezia hanno 68 assistenti nelle scuole dell'obbligo e seguono circa 85 bambini e ragazzi (compresi 8 ragazzi nelle scuole superiori che da Marzo 2002 vengono seguiti dalla Provincia di Roma).I servizi sociali del comune di Ardea offrono attualmente assistenza scolastica a 40 alunni di scuola materna, elementare e media. Le richieste da assistenza scolastica pervengono ai servizi sociali da parte della scuola sulla base della valutazione clinica effettuata dal neuropsichiatria della ASL RM/4 o della struttura curante, che definisce il livello di assistenzialità e il progetto assistenziale. I comuni intervengono anche con sussidi economici qualora la soglia di povertà della famiglia sia molto bassa. Dai dati in possesso dei servizi interessati risulta che nel comprensorio in esame si può individuare una maggiore concentrazione di patologie da handicap grave, di bambini pluriminorati. Ad Ardea e Pomezia ormai da anni si registra l'immigrazione di famiglie con figli handicappati da Roma con la speranza che la vita in provincia e vicino al mare o in campagna sia migliore. Le condizioni socio - economiche delle famiglie non sembrano essere una discriminante per le patologie gravi. La fascia dei bambini con patologie al limite dell'handicap sembra essere diluita su tutto il territorio con una particolare concentrazione nelle zone periferiche, spesso di campagna, mal collegate e prive di servizi. In questi casi le condizioni socio- economiche della famiglia giocano un ruolo determinante per l'insorgere della patologia stessa e per la sua evoluzione nel tempo: Per quanto riguarda il disagio mentale la situazione si presenta ancor più complessa e difficile, per essi infatti oltre aI DSM non ci sono sul territorio altri tipi di servizi. Il DSM (Dipartimento di salute mentale) della ASL RM/H4 (Ardea e Pomezia) attualmente registra un'utenza media di 256 pazienti residenti nel comune di Ardea di cui 118 in trattamento e 498 pazienti residenti nel comune di Pomezia di cui 190 in trattamento. La loro età è prevalentemente fra i 25 e i 50 anni. E' un dato allarmante perché rileva quanto stia divenendo sempre più un problema giovanile. I giovani subiscono maggiormente lo stress e'i ritmi sociali ai quali ciascun individuo deve sottostare quotidianamente: Possono sviluppare più facilmente una certa debolezza psicologica. a causa del disgregarsi delle componenti sociali tradizionali, la famiglia, la scuola, ec., della incerta visione del futuro per mancanza di lavoro. di un benessere diffuso veicolato dai mass- media che incentiva il "tutto e subito" senza presa di responsabilità. Nei casi più gravi esistono alcune case di cura private dove vengono accettate persone con disagi psichici solamente perché non ci sono altre possibilità; le cure e le attenzioni che ricevono non sono quindi le più adatte. E' preoccupante l'abbassamento della soglia d'età in cui si manifestano i primi disturbi. Sempre più numerosi sono i ragazzi con problemi di inserimento scolastico e le cause sono spesso proprio di origine psicologica.
Servizi Sul territorio non ci sono servizi privati o del privato sociale per persone portatori di handicap o con disagio mentale; negli ultimi periodi vi è da registrare una maggiore vitalità delle associazioni di volontariato presenti sul territorio distrettuale sia di autopromozione sia di sostegno. Le forme di solidarietà riguardano interventi di singoli e delle parrocchie che coinvolge nei suoi gruppi persone con disabilità. Per le persone con disagio mentale e le loro famiglie non c'è neanche questo, fatta eccezione per le ospitalità e gli aiuti domiciliari offerti dalla casa famiglia dei coniugi Nerpiti a Nuova Florida, ma riguardano pochissimi interventi. L'unica associazioni di tutela e autopromozione rispetto ad una malattia invalidante presente ed operante sul territorio è I'ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) recentemente aperta con sede a Pomezia. Ha un certo numero di iscritte, un centro per le visite gratuite e controlli per la prevenzione dei tumori al seno. L'Azienda Sanitaria Comunale di Pomezia ha contribuito organizzando convegni e acquistando macchinari e facendo opera di informazione, mentre l’amministrazione comunale di Pomezia ha avviato una campagna di prevenzione per le proprie dipendenti per dare un segnale alla intera popolazione femminile. Gli unici servizi presenti, quelli istituzionali denunciano, inoltre, attraverso i loro operatori carenze e disfunzionalità:
Di solito si interviene solo per ridurre o limitare il danno che si é già verificato, si auspica una prevenzione mirata alla scoperta del problema nella fase precedente per poterlo curare e limitare. I dati e le notizie raccolte mettono in evidenza una realtà che considera ancora l'handicap o la malattia mentale uno stigma sociale, un marchio indelebile che si tenta di nascondere. Infatti i disagi e le sofferenze fisiche di queste persone sono aggravate proprio dalla situazione di marginalità e di isolamento in cui sono costrette a vivere per l'indifferenza o per la poca conoscenza che genera paura e diffidenza in tanti. Si auspica nel prossimo futuro di avviare proficue collaborazioni con le associazioni di volontariato e con organismi del terzo settore al fine di ottimizzare le risorse economiche e strumentali per cercare di dare una risposta solidale e di promozione umana per chi vive questi tipi di disagio.
IMMIGRATI Il fenomeno di flussi migratori è una componente importante nella crescita demografica di Ardea e Pomezia dal dopoguerra ad oggi. Chiaramente i luoghi di provenienza degli immigrati sono cambiati, seguendo l'onda lunga delle correnti migratorie aventi come punto di attrazione la capitale. Ora che assistiamo ad un notevole rallentamento delle correnti nazionali interne verso Roma ed una inversione di tendenza, intesa come spostamento della popolazione del centro urbano verso le aree periferiche dell'area metropolitana alla ricerca , di una migliore qualità di vita e di abitazioni economicamente più accessibili, molti immigrati provenienti dai cosiddetti paesi in via di sviluppo, cercano lavoro e alloggio nelle aree periferiche della metropoli.
Consistenza del disagio e cause ricorrenti I dati forniti dall'Anagrafe di Pomezia e Ardea , relativi agli immigrati con permesso di soggiorno, registra 3427 presenze così suddivise per paesi o aree di provenienza:
POMEZIA NAZIONALITÀ NUMERO Europa UE 128 Altri paesi europei 930 Asia 152 Africa 292 America 167 Oceania 4
ARDEA NAZIONALITA’ NUMERO Polonia 146 Marocco 113 Tunisia 81 Romania 79 Secondo gli operatori del centro I polacchi sono in Italia per trovare lavoro e vivere in condizionî di benessere. Gli albanesi e Slavi in genere sono qui per sfuggire alla guerra. Coloro che provengono dall'Africa, America Latina e Paesi del Mediterraneo (Tunisia, Marocco...) sono qui per sfuggire alla povertà". Oltre a queste cause individuiamo anche gli effetti di quest'emigrazione. Tra gli immigrati provenienti dall'Est Europa è diffuso l'uso dell'alcool . In genere vivono in molti in un appartamento e quando sono soli, gli uomini, vivono in stato di trascuratezza. Stesso discorso per gli albanesi che vivono molte volte di espedienti vari, si rivolgono ai centri mensa della Caritas di Roma. Ci sono molte persone di passaggio che vengono una sola volta e in questo caso, si tratta di rifugiati politici. Alcuni volontari della Parrocchia di San Giuseppe Artigiano zona Martin Pescatore segnalano: - 60 extracomunitari di varia provenienza. Vivono tutti in una zona specifica, molti in una stanza, non hanno un'occupazione ufficiale. Sono rifiutati dagli altri abitanti della zona perché sono troppi e tutti concentrati, spesso vengono controllati dalle forze dell’ordine perché la microcriminalità si sta espandendo. Gli extracomunitari all'arrivo in Italia, abbiamo detto preferiscono condidere in molti la stessa abitazione (10/12 persone) pagando affitti da EURO 350 in su. Questo gruppo di convivenza é importantissimo poichè genera sostegno psicologico e aiuto materiale per trovare lavoro Quando il reddito aumenta nell'arco di tre, cinque anni tendono a costituire gruppi di convivenza più piccoli per es.: due famiglie che vivono in un unico appartamento abbastanza grande. E' il momento più aggregativo di un gruppo molto coeso e chiuso, anche se da una prima lettura di dati ufficiali disponibili si rileva una certa tendenza dei più giovani a disancorarsi dal gruppo dei connazionali a ricercare benessere immediato e stili di vita più occidentali.
La Casa d'Accoglienza "Cardinal Pizzardo di Torvaianica lo scorso anno ha ospitato per periodi più o meno lunghi 100 persone in prevalenza provenienti dai paesi dell'exJugoslavia ma anche polacchi, eritrei, curdi (della Turchía e e dall'Iraq), algerini. I Nomadi sono segnalati come presenza stagionale a Torvaianica , spesso si rivolgono alle parrocchie per aiuti, alcuni si spostano da Roma per andare nei centri nei giorni stabiliti. In genere sono Rom Khorakhané e i loro bambini molte volte non frequentano la scuola.
RISORSE I servizi di riferimento, oltre alla Questura di Ostia per la regolarizzazione dei permessi di soggiorno, sono: i Servizi Pubblici dei Comuni e a livello sanitario l'ufficio Tessere Sanitarie della ASL di Pomezia che rilascia, oltre ai normali tesserini per i residenti, un tesserino speciale col solo passaporto per ricevere assistenza solo nei centri indicati dalla regione Lazio. Lo richiedono prevalentemente Polacchi, Rumeni, Macedoni, Albanesi e Asiatici. Insieme al tesserino viene rilasciato un elenco dei centri a cui potersi rivolgere in caso di bisogno. Sono molti coloro che si rivolgono a Roma presso i centri pubblici o del volontariato che da più tempo operano per gli immigrati. Molte parrocchie della vicaria forniscono, in giorni o momenti stabiliti, vari tipi di aiuto sottoforma di: • pacchi alimentari • vestiario e coperte, lenzuola, ecc. • regolarizzazione permessi di soggiorno • aiuti sanitari • aiuto per alloggi migliori La parrocchia di Tor San Lorenzo si è fatta promotrice di un alloggio autogestito dagli stessi tunisini ma non ha trovato ancora appoggi da parte delle autorità competenti. In varie parrocchie gli aiuti vengono forniti dal parroco e da un numero ristretto di collaboratori. Il resto della comunità aiuta con donazioni di denaro o vestiario ecc. La Casa d'Accoglienza "Cardinal Pizzardo" di Torvaianica, gestita dalla Caritas Diocesana, offre ospitalità temporanea dai tre a i sei mesi, in attesa di trovare un alloggio e una sistemazione lavorativa. Accoglie persone singole e nuclei familiari. Le persone accolte sono aiutate nel regolarizzare la loro presenza, nella ricerca di un lavoro, nell'inserimento scolastico. Vi operano oltre alle Suore (Oblate di Gesù e Maria), un gruppo di volontari. La casa è diventata un punto di riferimento anche per gli altri immigrati. Da poco è stato aperto , due volte a settimana, presso la parrocchia della B. V. Immacolata sempre di Torvaianica un Centro d'Ascolto per Immigrati promosso dalla Caritas, che non solo ascolta i problemi e dà informazioni ma cerca di trovare insieme alle persone interessate le soluzioni migliori.
MINORI A) La situazione dell’infanzia e dell’adolescenza Tutta l’area non ha saputo rispondere in termini operativi alle esigenze molteplici poste dall’aumento della popolazione ed al fatto che tale aumento è dovuto quasi totalmente dall’arrivo di coppie giovani e di immigrati da paesi stranieri. Questa carenza di servizi pesa maggiormente sui minori che rappresentano più di 1/5 dell’intera popolazione. Su quest’aspetto il nostro territorio è in controtendenza a tutti i dati nazionali. Dobbiamo sottolineare la grave carenza di strutture di assistenza e didattiche: assenza di asili nido pubblici, scarsità di scuole materna, carenza di offerta relativamente al post-obbligo ( si pensi che nel territorio di Ardea non esiste un istituto medio superiore), insufficienza di servizi sportivi, e di centri culturali e ricreativi, mancanza di forme di associazionismo. Secondo i dati raccolti dal servizio materno-infantile della ASL emerge una forte e crescente domanda di assistenza e di intervento a favore dei minori, in particolare per quelli in piccolissima età e per quelli della fascia adolescenziale. E’ evidente che la presenza di coppie giovani porti ad una forte richiesta di servizi in favore dell’infanzia. I pochi esistenti sono quindi del tutto insufficienti e determinano una condizione di rischio elevata per i minori e le loro famiglie. La stessa immigrazione straniera, caratterizzata da una forte diversificazione, contribuisce ad acuire tale fattore di rischio. Si buon ben comprendere come il rischio sia, viste le carenza strutturali descritte, di passare da un conflitto latente a situazioni di contrapposizione pericolose per la vita sociale del territorio.
Abbiamo già avuto modo di fornire informazioni sulla situazione delle strutture scolastiche e segnalare la totale mancanza di asili nido pubblici. Per quanto riguarda i servizi ASL è presente il servizio Materno – Infantile che assolve alle funzioni di Consultorio Familiare ed adolescenti e di Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile. Altro servizio ASL presente è il Dipartimento di Salute Mentale mentre il Servizio Recupero Tossicodipendenti di riferimento è collocato nel comune di Nettuno. I due servizi sociali comunali riescono, per carenza di organico, ad assolvere sufficientemente ai doveri d’ufficio, mancando comunque la possibilità di utilizzare risorse e personale per una programmazione e pianificazione di nuovi ed articolati interventi. Per quanto riguarda le strutture ricreative basta dire che esiste una sola sala cinematografica mentre sono assenti spazi teatrali. Per i giovani gli unici spazi di socializzazione sono rappresentati dalle parrocchie, ma queste stesse soffrono di carenze di spazi. In realtà molto spesso per i giovani del nostro territorio l’unica possibilità di socialità è quella di "emigrare" a Roma, nel senso che solo con una forma di pendolarismo verso la città è loro data la possibilità di incontrarsi in spazi adeguati. Tutti possono rendersi conto che queste carenze possono favorire l’emergere di fenomeni di disagio molto forti.
Lo sviluppo edilizio caotico del territorio e la perdita di una precisa identità culturale, determinano una situazione di bisogno complessa e, per certi versi, allarmante. La forte crisi industriale ed il contemporaneo essere sempre più periferia urbana della metropoli, fa si che nella nostra zona "si dorma" ma non "si viva". Pomezia ed Ardea non sono più i luoghi ove ci si reca a lavorare ma dove si torna dopo una giornata di lavoro. Si tratta di una osservazione che può sembrare superficiale ma basta osservare il traffico veicolare sull’asse viario Pontina – Laurentina nelle ore pomeridiano - serali di un qualsiasi giorno feriale per comprendere come questa osservazione abbia delle basi concrete di veridicità. Vi è quindi una richiesta di "socialità" quasi del tutto inevasa che pone delle domande concrete a chi lavora nel settore sociale.La mancanza di spazi di socializzazione è un dato drammatico che caratterizza il territorio. Chiaramente sono i giovani quelli che risentono maggiormente di questa situazione e ciò contribuisce ad un loro progressiva "indifferenza" verso il territorio in cui abitano. D’altro canto il fatto che gli spazi di socialità si trovino al di fuori non può che determinare questa situazione e condizionare i comportamenti. I giovani della nostra zona sono dei "migranti" nel senso che non trovano nel luogo di residenza una possibile dimensione di socializzazione. Questo è ancor più forte per i giovani di Ardea i quali sono costretti ad "emigrare" dal proprio comune già al termine del ciclo di scuola dell’obbligo, mancando del tutto istituti superiori. Questo dato può certamente fa riflettere su quanto questo problema incida sui rapporti fra giovani e comunità locale.
SERVIZI TRASVERSALI ALLE DIVERSE FASCE DI ETA’
Si è dato piena applicazione al Regolamento Comunale mandando a regime il sistema di contribuzione economica alle prestazioni. Ciò ha permesso una verifica puntuale delle necessità assistenziali di ogni singolo nucleo familiare, operando una razionalizzazione degli interventi che ha certamente favorito l’efficacia degli stessi. Se non si vuole fare una facile demagogia non è ipotizzabile garantire a tutti i cittadini indistintamente prestazioni gratuite per tutti ma, al contrario, è indispensabile tenere conto delle risorse familiari, economiche e non. Tale politica ha permesso di dare risposta a tutte le richieste di assistenza che giacevano inevase, alcune da molti mesi. Attualmente vengono erogate mensilmente una media di n° 1700 ore di assistenza domiciliare ad un numero di 60 nuclei familiari. Si stanno altresì avviando gli interventi domiciliari su minori le cui famiglie presentano particolari problematiche che possono pregiudicare l’armonioso sviluppo dei minori. Tale intervento, di tipo educativo più che assistenziale, ha un’ alta valenza preventiva, al fine di evitare situazioni di abbandono che portino all’allontanamento dei minori daol nucleo familiare di origine. L’assistenza domiciliare si inserisce quindi in una rete di possibilità ( affido part-time, affidamento temporaneo) che il servizio sociale mette a disposizione delle famiglie che si trovino a vivere condizioni di particolari difficoltà che rischiano di portare a problemi nel percorso di sviluppo dei figli.
A questo voceranno riferimento tutte le quotidiane attività svolte dalle assistenti sociali comunali. Per valutare esaurientemente di quale mole di lavoro si tratti, bisogna tenere presente che le indicazioni espresse dal Ministero competente fissano nel rapporto di 1 unità di personale per 10.000 abitanti, quello minimo per garantire una valida efficacia degli interventi. E’ quindi indispensabile garantire di almeno 1 unità di personale con la qualifica di assistente sociale la dotazione dell’ufficio servizi sociali. Il lavoro del servizio sociale è quello quotidiano di ascolto delle richieste dei cittadini che presentano condizioni di disagio sociale ed economico. Sono poi da espletare tutte le indagini connesse a situazioni giudiziarie che vedono coinvolti minori. Solo nel periodo agosto – ottobre 2001 sono state svolte n°24 indagini familiari mentre al 30 ottobre risultano in carico n° 40 minori Altre parte importante del lavoro del servizio è quello dell’istruzione delle domande presentate dai cittadini per ottenere sostegno economico o prestazioni agevolate. Si è voluto soprattutto perseguire l’obiettivo dello svolgimento di accurate indagini sui nuclei familiari al fine di evitare l’erogazione di generalizzati sussidi economici. In tal senso si è lavorato mirando a favorire l’inserimento in attività socialmente utili. Infine vi è da considerare tutto il lavoro svolto dall’ufficio riguardo alle pratiche di erogazione dei sussidi economici per maternità.
Come accennato nel paragrafo precedente in questo periodo si è voluta rafforzare ed ampliare l’esperienza dell’inserimento di cittadini in condizioni di bisogno in attività socialmente utili. Sono attualmente impegnati in quest’attività n° ….. cittadini. Oltre che rappresentare un concreto aiuto economici a persone che rischiavano di ritrovarsi sempre più ai margine della società, quest’attività permette lo sviluppo e l’accrescimento dell’autostima personale. I risultati di quest’attività sono sotto gli occhi di tutti. Pensiamo, e possiamo dirlo con soddisfazione, che questi cittadini esprimono una dedizione all’attività lavorativa che è sopra la media. E’ un fatto incontestabile che quest’attività rende un servizio alla comunità locale. E’ però necessario uno sforzo da parte dell’Amministrazione Comunale al fine di proseguire nel percorso di autonomia e crescita di questi cittadini. E’ infatti fondamentale aprire altre prospettive per coloro che gia da tempo sono impegnati in queste attività. Per coloro che da tempo sono impegnati in queste attività è necessario ipotizzare percorsi di inserimento a pieno titolo nel mondo del lavoro. Come realizzare questo è compito non solo dell’ufficio servizi sociali ma, dell’Amministrazione tutta, che riteniamo comunque attenta e sensibile a tali problematiche.
4) Campagna per la promozione dell’affido familiare ( Comune di Ardea) L’ufficio ha voluto con grande determinazione progettare e realizzare tale campagna che ritiene di grande importanza per dare risposte concrete alle situazioni di minori in difficoltà. Nella società ed anche nel nostro territorio vi sono certamente molti cittadini pronti a dare un concreto aiuto ma spesso non si è sufficientemente informati e non si ha qual necessario supporto, di stimolo e rassicurazione, da parte delle istituzioni. La campagna è stata progettata con la collaborazione di una professionista esperta in tale settore la quale fornirà la propria opera per una supervisione complessiva di tutto il progetto. In questa fase si stanno raccogliendo al numero telefonico pubblicizzato le prime disponibilità. E’ prevista la possibilità di fornire la propria disponibilità sia per l’affidamento vero e proprio, sia per affido part-time, o per altre forme di aiuto.
Piano di intervento per la popolazione giovanile Recentemente approvato dalla Giunta Comunale questo piano prevede al realizzazione di un punto informativo per i giovani nel quale sia possibile organizzare anche dei brevi corsi di alfabetizzazione informatica e di conoscenza di programmi più avanzati per l’uso del computer. Il punto informativo dovrà rappresentare sicuramente anche un punto di aggregazione per i giovani. Per questo motivo riguardo alle modalità di gestione si è pensato di trovare una formula che vedessi i giovani stessi protagonisti diretti. Nell’ambito del piano di intervento prevediamo di realizzare altre attività in favore dei giovani. In particolare si vorrebbe curare il rapporto con le istituzioni scolastiche e favori la creazione di associazioni giovanili nonché il rafforzamento di quelle esistenti. Per questo motivo si pensa di promuovere quello che abbiamo chiamato "concorso di idee" al quale potranno partecipare sia associazioni già operanti o gruppi spontanei di giovani, che potranno presentare proprie proposte e d idee che verranno discusse e valutate per l’eventuale erogazione di un sostegno economico a quelle che saranno ritenute più idonee.
SERVIZI ATTIVATI DAL COMUNE DI POMEZIA
SERVIZI TRASVERSALI ALLE DIVERSE FASCE DI ETA’
E’ in fase di attuazione il nuovo regolamento comunale che prevede il sistema di contribuzione economica alle prestazioni. Tale politica permetterà di dare risposte a tutte le richieste di assistenza domiciliare che giacciono inevase da alcuni anni poiché non è ipotizzabile garantire a tutti i cittadini prestazioni gratuite ma è indispensabile tener conto delle risorse familiari , economiche e non. Attualmente vengono assistiti circa 45 utenti anziani e/o handicappati per un totale di 7892 ore di assistenza domiciliare. Risulta una lista di attesa di circa 110 persone in attesa di fruire del servizio. Si stanno altresì programmando interventi domiciliari su minori inseriti in nuclei familiari a rischio che presentando particolari problematiche possono pregiudicare un equilibrato sviluppo psicofisico degli stessi. Gli interventi di connotazione strettamente educativa e non assistenziale rientrano nella logica della prevenzione al fine di evitare ricorsi all’autorità giudiziaria che in alcuni casi , portano inevitabilmente all’allontanamento dal nucleo familiare. Pertanto l’assistenza domiciliare sia per anziani e /o handicappati che per nuclei familiari a rischio si inserisce in un ottica di interventi di aiuto comprendenti anche l’affidamento temporaneo e il sostegno economico che il servizio sociale mette a disposizione delle famiglie che si trovino a vivere in condizione di difficoltà.
Confluiscono a questo settore quelle attività quotidiane svolte dalle assistenti sociali comunali. Per valutare esaurientemente di quale mole di lavoro si tratti bisogna tenere presente che le indicazioni espresse dal Ministero competente fissano nel rapporto di una unità di personale ogni 10.000 abitanti il minimo per garantire una valida efficacia degli interventi. E’ quindi indispensabile garantire di almeno altre due unità di personale con la qualifica di assistente sociale la dotazione dell’ufficio servizio sociale. Il lavoro del servizio sociale è quello di ascolto delle richieste dei cittadini che presentano condizioni di disagio sociale ed economico. Sono poi da espletare tutte le indagini connesse a situazioni giudiziarie che vedono coinvolte i minori.Nel periodo Gennaio – Dicembre 2001 sono state svolte n. 54 indagini di cui :
Notevole importanza riveste il lavoro svolto dal servizio riguardante l’istruzione delle domande presentate dai cittadini per l’ottenimento di benefici economici o prestazioni agevolate, utilizzando lo strumento del decreto 109/99 sul redditometro. In tal senso si è voluto superare la politica della erogazione di sussidi economici erogati in modo generalizzato,svolgendo accurate indagini socio-economiche nei confronti dei singoli o di nuclei familiari richiedenti l’assistenza. Infine il servizio svolge il lavoro dell’istruzione delle pratiche relative ai requisiti per l’ottenimento dell’assegno di maternità e per il nucleo familiare ai sensi degli art.li 65 e 66 della L.448/98 e per la concessione di contributi integrativi ai conduttori meno abbienti per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari di immobili,di proprietà sia pubblica che privata.
d) Assistenza di base agli alunni portatori di handicap
Sulla base delle richieste inoltrate dalle scuole materne elementari e medie del Comune di Pomezia si è programmata assistenza di base agli alunni in situazione di handicap tenendo conto delle diagnosi funzionali e delle certificazioni rilasciata dall’ambulatorio di neuropsichiatria della ASL RM/H4 L’assistenza ha interessata circa 70 alunni riconosciuti in base alla L.104/92 o certificati dal neuropsichiatra della struttura curante con l’erogazione di circa 8000 ore mensili di assistenza svolte dall’ente affidatario del servizio attraverso personale qualificato.Durante l’anno scolastico c’è stato un costante monitoraggio delle situazioni seguite da parete dell’assistente sociale del Comune impegnata con la sua presenza ai GLH scolastici. Inoltre l’intervento del servizio si è esteso anche ai minori che presentano problematiche di tipo"caratteriale" che in alcuni casi sono stati presi in carico dal servizio attraverso una valutazione attenta della situazione socio-familiare del nucleo.
e) Centro di aggregazione giovanile L.285/97
Prosegue la collaborazione tra il nostro Comune ,comune capofila e il comune di Ardea,nonché con la ASL RMH,con il provveditorato,con la Provincia di Roma per il progetto "centro di aggregazione giovanile per adolescenti"attuato con i fondi regionali della L.285/97 I primi due anni di questa nuova esperienza ha registrato non poche difficoltà nell’attuazione del progetto,ma ha anche riscosso consenso attraverso la partecipazione degli adolescenti ai centri di aggregazione gestiti dalla cooperativa affidataria del servizio sui territori di Ardea,dove si sta svolgendo un lavoro di strada con l’utilizzo di educatori,e di Pomezia dove l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione una sede. Molto rimane ancora da fare per quanto riguarda la disponibilità delle scuole,le quali inizialmente avevano messo a disposizione degli spazi decisione ritirata al momento dell’avvio del servizio.
PROGETTI IN FASE DI AVVIO NEI COMUNI DI POMEZIA ED ARDEA
1) Progettazione per la legge 38/96 Più che di un’attività vera e propria si tratta di un percorso d’integrazione tra i due comuni sia con l’Azienda Sanitaria Locale RM H. D’altra parte la legge di riforma dei servizi sociali approvata alla fine dello scorso anno rende improcrastinabile la realizzazione di un’attività integrata fra comuni che insistono sulla stessa area territoriale e fra questi e gli interventi erogati dalle strutture del servizio sanitario nazionale. L’occasione data dal piano di riparto del Fondo Regionale per gli interventi ed i servizi socio assistenziali ha favorito l’avvio di questo confronto, utile ed indispensabile. In primo luogo è necessario trovare linguaggi comuni e superare reciproche diffidenze. Al di la di qualche problema d’interpretazione dei ruoli, che peraltro la legge di riforma delinea con chiarezza, pensiamo che l’impegno comune potrà portare a buoni risultati in un futuro immediato. Ci piace sottolineare che sin d’ora si è riscontrata una buona ed efficace collaborazione tra i due uffici comunali per i servizi sociali dei Comuni di Pomezia ed Ardea. Tale collaborazione ha portato alla presentazione, secondo quanto previsto dalla Giunta Regionale con la deliberazione n°860/2001, di una prima serie di progetti sovracomunali per i quali è stato richiesto apposito finanziamento regionale. L’obiettivo è quello di rafforzare tale collaborazione ancora embrionale, al fine di dotare il territorio di tutti quei servizi tuttora mancanti o carenti. Fra tali progetti vi sono quello della realizzazione di un servizio di Pronto Intervento Sociale. Tale collaborazione deve trovare invece ancora una positiva rispondenza per quanto riguarda la Direzione Generale della ASL RM H con la quale si è avviato un franco confronto che confidiamo possa portare a risultati concreti nel più breve tempo
AREA MINORI
2) Assistenza scolastica In occasione dell’avvio dell’anno scolastico si sono resi necessari numerosi incontri con le direzioni scolastiche, gli insegnanti di sostegno, gli specialisti della ASL. Le scelte delle sezioni dei due comuni di Ardea e Pomezia sono andate anche qui nella direzione di una migliore utilizzazione delle risorse, visto il costante aumento della popolazione scolastica che presenta problemi di disabilità. Si è mirato soprattutto a far comprendere che l’intervento del personale di sostegno messo a disposizione dal Comune non può e non deve supplire, come stato in passato, alle carenze di organico del personale docente o alla mancata collaborazione del personale ATA, per il quale si pronta sempre un problema di definizione dei compiti. Vi è da dire che lo sforzo di tutte le componenti dell’ufficio è stato notevole, pari alle resistenze incontrate. Gli stessi familiari dei minori molto spesso non comprendono che le difficoltà d’inserimento dei figli non si superano aumentando le persone adulte che interagiscono con i minori stessi. Al contrario ciò è talvolta un freno allo sviluppo delle capacità inespresse dal minore. Purtroppo dobbiamo constatare che l’assistente educativo ancor oggi è visto come una garanzia di tutela dell’incolumità per i minori "normali" di fronte al comportamento potenzialmente "pericoloso" del minore disabile. Naturalmente è necessario che durante tutto lo svolgimento dell’anno scolastico vi sia un monitoraggio costante della situazione. Le assistenti sociali dei due comuni sono impegnate costantemente con la loro presenza ai GLH scolastici. L’intervento dell’ufficio si è altresì esteso a quelle situazioni di minori che presentano problematiche di tipo "caratteriale". A tale scopo sono stati inseriti in servizio degli educatori professionali che operano in stretto raccordo con il personale insegnante. Ci preme sottolineare il carattere innovativo di questo tipo d’intervento, che dopo il necessario periodo di sperimentazione e verifica, potrebbe essere esteso e rappresentare un punto qualificante della politica dei servizi sociali delle due Amministrazioni.
3) Piano territoriale legge 285/97 La collaborazione fra il Comune di Pomezia, il Comune di Ardea e la ASL RM H – Distretto 4, ha permesso di formulare un progetto di intervento in favore dei minori e degli adolescenti. E’ stato quindi richiesto il finanziamento per la prosecuzione degli interventi già realizzati in favore degli adolescenti mentre è stato presentato uno specifico ed articolato progetto per il finanziamento di una serie di strutture in favore dei minori della fascia d’età fra i 6 ed i 36 mesi. Sono previsti due interventi: il progetto Mamma – Tata e Centro ludico espressivo si inserisce pienamente nelle misure previste dall’articolo 5 della legge 285/97. Si vogliono infatti sperimentare dei servizi innovativi per la prima infanzia con il diretto coinvolgimento dei genitori o di familiari dei minori destinatari del progetto.
Il centro SPRING, prosecuzione peraltro di un intervento già avviato con il precedente piano triennale, si inserisce fra le misure previste dall’art.6 della legge 285/97. AREA DISAGIO PSICHICO
4) Inserimento disagiati psichici Nel Comune di Ardea d’intesa con il Dipartimento di Salute Mentale della ASL si è proceduto, a partire dal mese di ottobre, all’inserimento di alcuni cittadini in trattamento presso quel Dipartimento, per i quali l’inserimento in un contesto lavorativo è ritenuto possibile ed un primo concreto passo verso il pieno reinserimento sociale. Tale attività è monitorata dai medici e dalle assistenti sociali del Dipartimento in stretto raccordo con il personale del nostro ufficio. L’esperienza si è avviata da troppo poco tempo per poterne dare una valutazione concreta. Per quanto riguarda Pomezia durante la gestione commissariale è stata avviata la procedura per attivare il medesimo progetto e considerate le recenti consultazioni amministrative avvenute nonchè l’insediamento della nuova amminsitrazione comunale si conta di dare un nuovo impulso alla sua realizzazione entro breve tempo.
Sicuramente vi è l’impegno per garantire adeguata assistenza domiciliare per tutte le situazioni che lo dovessero richiedere, così come lo stessa garanzia dovrà esserci per quanto riguarda l’ambito scolastico. Tale impegno sarà sicuramente necessario visto il costante aumento della popolazione residente. Un secondo progetto da rafforzare è quello dell’inserimento in attività lavorative dei cittadini che vivono una situazione di bisogno. Abbiamo già avuto modo di dire che su questo punto l’ufficio servizi sociali chiama l’Amministrazione Comunale tutta, ma anche le forze sociali ed imprenditoriali, alla massima collaborazione. Questo sforzo di ampliamento del progetto sarò perseguito anche riguardo al progetto di reinserimento dei disagiati psichici realizzato in collaborazione con il DSM del distretto Ardea – Pomezia della ASL. Vorremo che il nostri Comuni potessero essere preso ad esempio nel territorio provinciale per l’impegno e le concrete risposte date a chi vive una condizione di disagio economico, sociale o sanitario. In tal modo si risponderebbe in pieno allo spirito della legge di riforma del sistema dei servizi sociali. Altre attività da potenziare e da verificare nella loro efficacia in quanto da poco avviate, saranno quelle legate al piano in favore della popolazione giovanile e della campagna per la promozione delle diverse forme di aiuto e sostegno all’affidamento familiare. In particolare nell’ambito del piano per i giovani vorremmo che il punto informativo si ampliasse sino a diventare un vero e proprio Informagiovani, articolandosi sul territorio con più sedi. L’ipotesi verso la quale puntare è la realizzazione di un servizio informativo per la totalità della popolazione, vista anche la necessità per l’Amministrazione di dotarsi ovvero potenziare gli Uffici Relazioni con il Pubblico sul modello di quanto realizzato dal Comune di Modena con l’iniziativa "Piazza Grande" Ma vediamo adesso, in breve sintesi, quelle che vogliamo siano le nuove realizzazioni.
Abbiamo accennato a quello che vuole essere un vero e proprio centro di informazione, formazione e quindi di aggregazione per la popolazione giovanile. In questo centro i giovani potranno trovare personale educativo specializzato, disponibili e pronti ad ascoltare le loro richieste e, soprattutto, a comprenderle ed indirizzarle. In tal mondo il centro di aggregazione rappresenterà uno strumento di prevenzione dei fenomeni di disagio e di violenza giovanile. Per la realizzazione del Centro si è ipotizzato un coinvolgimento diretto dei giovani stessi, così come descritto nella relazione accompagnatoria della proposta di deliberazione. Certamente dovrà avviarsi anche un confronto serrato con il mondo della scuola che deve aprirsi maggiormente all’esterno. Conosciamo le difficoltà ambientali in cui versano alcune strutture scolastiche e la conseguente carenza di spazi, ma è fondamentale che la scuola sappia rapportarsi sempre di più con i giovani e divenga centro di attrazione e di aggregazione alternativo al bar o alla sala giochi. Il nostro impegno è quello di tenere aperte le scuole il maggior numero di ore possibili perché esse siano vissute dai giovani quale luogo centrale di educazione e non solo di acquisizione delle conoscenze.
Premesso che il Comune di Pomezia ha già ricevuto un finanziamento per la realizzazione di tale centro il Comune di Ardea ha mostrato l’intenzione, da formalizzarsi in un apposito accordo di aderire al medesimo progetto. All’uopo è stato redatto il seguente progetto tra la A.S.L. RM H ed i Comuni di ARDEA e Pomezia
Premessa
Il disabile, raggiunto un livello statico di recupero sanitario, non trova più accoglienza nei centri di terapia a semiconvitto. Pertanto va sottoposto ad un percorso di socializzazione e di inserimento anche (e forse soprattutto) a sostegno della famiglia e/o dei familiari. Sorge quindi la necessità di costituire un Centro per disabili con handicap psico-fisico. Il Centro Diurno verrà realizzato nel territorio del Comune di Pomezia, affidandone la gestione all’Azienda Socio-sanitaria di Pomezia, Azienda Speciale pluriservizi del Comune di Pomezia, istituita ai sensi della legge 142/90. L’affidamento della gestione dall’Amministrazione Comunale sarà disciplinato da apposito atto deliberativo.
Obiettivo Il progetto ha lo scopo di dare una risposta concreta alle attese dei disabili e delle loro famiglie, in un momento in cui la netta distinzione tra il sociale ed il sanitario acuisce i disagi dei portatori di handicap e delle loro famiglie con le dimissioni dai centri a semiconvitto degli utenti, il cui percorso di attività sociale non può essere attuato in strutture sanitarie. La finalità del presente progetto è di migliorare e mantenere costante l’autonomia e la socializzazione di ogni singolo utente.. Gli obiettivi inizialmente individuati verranno modulati nel tempo secondo l’osservazione dello sviluppo dei processi individuali:
Tipologia degli utenti Un centro per disabili con handicap psicofisico può accogliere persone che possono essere tra loro diverse, anche molto. Se si pensa al loro funzionamento mentale, ci sono persone che hanno un handicap grave- gravissimo, con prestazioni intellettive, che sono particolarmente deficitarie ( tanto per intenderci con un Q.I.< 35 ad esame psicometrico), tali da pregiudicare la loro funzione sociale; ci sono persone con un ritardo mentale medio (Q.I. <50) la cui strutturazione deficitaria di personalità può consentire comunque dei comportamenti adattivi con possibilità di integrazione sociale e lavorativa parziale. Se si considerano poi situazione meno compromessa l’integrazione ovviamente è potenzialmente migliore. Un centro diurno deve prevedere una presa in carico di gruppi a composizione variabile per gravità nel tempo. In tutte le categorie diagnostiche qui accennate l’istituzione di laboratori può consentire un contributo utile per crescite nei processi di sviluppo e di socializzazione: per ciascuno quel che si può, s’intende. Va considerato inoltre che, per i disabili meno compromessi, l’attività nel Centro può essere una buona ripartenza, dopo l’esaurimento dell’esperienza scolastica, per apprendimenti che possano in facilitare in futuro un’integrazione lavorativa.
Gli ospiti del Centro verranno selezionali dall’èquipe sanitaria della ASL RMH, secondo i seguenti criteri:
Modalità di accesso al Centro Il Centro Diurno accoglierà circa 16 utenti, 8 del Comune di Ardea, 8 del Comune di Pomezia, La domanda per accedere al Centro Diurno, dovrà essere presentata all’ufficio di Servizio Sociale dei due Comuni, che esamineranno i criteri di valutazione delle condizioni sociali di seguito elencate:
- Assenza dei genitori 15 punti - Assenza di un genitore 5 punti - Età dei genitori > 65 anni 5 punti - Malattia dei genitori 5 punti - Malattie gravi di un genitore 3 punti - Gravi situazioni sociali, ambientali e relazionali familiari 5 punti - Totale mancanza di altri servizi 3 punti - Condizioni economiche da 1 a 3 punti In caso di parità di punteggio farà fede la data di presentazione della domanda.
DOTAZIONE ORGANICA Il coordinamento deve essere a carico dell’Ente locale ed il personale operante nel Centro deve possedere sicuramente valenze educative. La professionalità e le competenze operative risiedono nell’equipe composta da un coordinatore delle attività, assistenti domiciliari e educatori. E’ importante che il numero degli operatori sia proporzionalmente vicino al rapporto ottimale 1: 1. Compito dell’equipe è di sviluppare un "segretario sociale" ed attuare il progetto approvato dal Comitato di Coordinamento, previsto dall’art.3 dell’Accordo di Programma, siglato dall’ASL H e dai Comuni del Distretto, parte integrante del documento programmatico annuale. L’equipe individua con i servizi sociali del Comune gli utenti, stila piani di trattamento individualizzati, programma incontri con i genitori ed i familiari, provvede all’organizzazione della giornata di attività e coordina ed indirizza gli operatori alle proprie mansioni. Non necessitano per questo progetto figure sanitarie stabilmente impiegate nelle attività. Sono previsti interventi, partecipazioni e consulenze di artigiani dei Centri Anziani del territorio, competenti nelle attività di laboratorio stabilite, di volta in volta, secondo una progettualità che può essere annuale o biennale. La ASL H interviene nel progetto con specifica attività di consulenza. fornita da specialisti in neuropsichiatria, psicologi, esperti in trattamenti riabilitativi. L’impegno dei consulenti esterni va considerato in due fasi distinte:
La prima fase, ad inizio ciclo di lavoro, è dedicata alla formazione (almeno n° 10 ore complessive) per:
Nella seconda fase i professionisti della ASL effettueranno incontri a cadenza bimestrale con gli operatori del Centro Diurno per discussione clinica e verifica in itinere del percorso educativo/riabilitativo (almeno quattro ore bimestrali complessive, in relazione, in ogni caso, alle esigenze del lavoro.) Per pazienti con disabilità neuromotoria è opportuno prevedere l’intervento di una terapista della riabilitazione, con partecipazione più o meno ravvicinata in relazione alle esigenze del caso, come supervisore tecnico delle attività agite dell’assistito, sempre guidate dall’assistente di base e secondo un piano di lavoro definito in ambulatorio
Programma delle attività del Centro Diurno
Il Centro Diurno offre i seguenti servizi:
Laboratori
Le attività da proporre devono essere differenziate in rapporto alla gravità dell’handicap. I laboratori vanno dunque progettati su due chiari binari:
Il laboratorio occupazionale nasce con lo scopo specifico di svolgere un'attività con una o più tecniche espressive ed ha come obiettivo principale quello di insegnare ad usare una tecnica di lavoro non solo per esprimersi ma anche per comunicare. In tale laboratorio le persone ricevono tante stimolazioni corporee-sensoriali. L'attività dei laboratori viene realizzata con l'impiego di esperti del settore, coadiuvati da assistenti, che provvedono all'accoglienza e all'organizzazione concreta delle attività. La scelta dei contenuti dei laboratori va concordata con l'amministrazione comunale. La plasticità progettuale consente di realizzare qualsiasi intervento, opportunamente programmato, ad interventi manipolativi (attività di disegno, pittura, cartonage, creta, economia domestica) ad interventi artigianali e/o produttivi (ceramica, giardinaggio, altro). le attività consistono in:
Con cadenza quindicinale avranno luogo delle uscite finalizzate all’integrazione sul territorio. Saltuariamente nel corso di queste uscite si lavorerà sull’utilizzo della macchina fotografica..
Gli OBIETTIVI generali si possono così sintetizzare: - creare un contesto ludico-ricreativo; - facilitare le dinamiche di gruppo; - sviluppare le abilità percettive, motorie, espressive e cognitive; - favorire l’integrazione sul territorio; - rinforzare i legami di rete della comunità
I LABORATORI ESPRESSIVI con l’utilizzo dei COLORI e dei MATERIALI da MODELLARE. La finalità è di risvegliare la sensorietà vissuta come piacere di provare sensazioni in persone che esprimono delle grosse difficoltà in questa sfera emotiva. Sono fondamentali in questa attività i materiali utilizzati. andando avanti nel programma la manipolazione con i materiali avrà una finalizzazione: la materia diviene prodotto. Per il disabile grave rappresenta un momento importante quello in cui riesce a tirar fuori dal suo guscio l'espressività che prima era inibita, deviata in atteggiamenti di chiusura; momenti in cui riesce a far scaturire attraverso un linguaggio nuovo per lui e per chi sta vicino una nuova forma comunicazionale e interpersonale e con l’ambiente esterno.
I LABORATORI DI ATTIVITA’ ESPRESSIVA attraverso STRUMENTI MUSICALI fa riferimento alla "musicoterapia" che è quel tentativo di ripercorrere le prime fasi dello sviluppo al fine di reintegrare il mondo sonoro del soggetto nelle diverse fasi di vita. La persona vive così in modo inconscio le cruciali esperienze di comunicazione che ciascuno incontra nel suo sviluppo e scopre o riscopre il desiderio comunicativo.
IL LABORATORIO DI ATTIVITA’ CENTRATA SUL CORPO-LABORATORIO TEATRALE fa riferimento alla "psicomotricità" L'assunto di base di tale attività è che le condotte motorie risultano essere fondamentali per qualsiasi tipo di apprendimento. La condotta motoria è molto spesso indispensabile per realizzare qualsiasi attività.
IL LABORATORIO DI ATTIVITA’ INFORMATICA Sarà innanzi tutto indirizzato alle persone che hanno già una certa "confidenza" con il computer ed il programma sarà successivamente stabilito a seconda delle possibilità dei partecipanti.
IL LABORATORIO DI FLORICOLTURA E DI GIARDINAGGIO IL LABORATORIO DI CUCINA IL LABORATORIO DI CURA DELLA BIANCHERIA IL LABORATORIO DI IGIENE DOMESTICA E DI IGIENE PERSONALE.
ORGANIZZAZIONE DELL’ ATTIVITA’ GIORNALIERA
VITTO E' previsto solo il PRANZO, dal momento che la struttura ha attività diurna. Gli utenti, prelevati presso le proprie abitazioni, possono portare una merenda da mangiare prima dell'inizio delle attività. All’uopo verrà stilato un progetto operativo denominato "Progetto Mensa del centro diurno con sede in Torvajanica Via Olanda" Per il pranzo si seguirà un menù particolare per le eventuali necessità dei soggetti e comunque una prima pietanza calda o fredda, frutta di stagione ed una bibita analcolica; il menù subirà delle variazioni a seconda delle stagioni dell’anno. CARATTERISTICHE STRUTTURALI DEL CENTRO DIURNO
Per la struttura del Centro l’idea più suggestiva è quella modulare, che consente modificazioni nel tempo, anche in relazione a cambiamenti di proposte nelle attività. L’ipotesi è quella di creare un vasto spazio comune e piccoli locali separati per i differenti laboratori. La struttura che sarà utilizzata, consterà in un fabbricato, composto da locali, come da planimetria allegata., individuata a Torvaianica, in Via Olanda N°
Gestione del Centro Rispetto alle modalità di gestione del Centro la scelta preferita dovrebbe essere quella di convenzione del Comune di Ardea e del Comune di Pomezia con l’ASSP, che offre le migliori garanzie di un servizio efficace ed efficiente.. I costi relativi ai consumi quotidiani (luce, telefono, acqua, etc.), compresi i lavori di manutenzione, saranno a carico dell’Amministrazione.
PIANO ECONOMICO
I Coordinatore a tempo pieno 1 psicologo a tempo parziale
TOTALE L.419.000.000 Pulizia ambienti TOTALE L. 12.000.000 Acquisto arredi e manutenzione degli stessi Acquisto materiale di laboratorio TOTALE L. 26.000.000 Spese vitto Assicurazioni utenti TOTALE L. 5.000.000 Rimborso per trasporto TOTALE L. 9.000.000 Rimborso volontari TOTALE L. 6.000.000
COSTO TOTAL E L.590.000.000
Partecipazione economica degli utenti Verranno concordate in base alle disposizioni regionali e previa approvazione di un regolamento di gestione del Centro le modalità e le percentuali di contribuzione alta spesa da parte degli utenti e familiari. Partecipazione economica dell'Ente L’Amministrazione Comunale di Ardea ha inserito nel proprio bilancio preventivo L.1.300 Ml, per attività di assistenza e socializzazione, in favore di anziani e disabili. Di tale cifra, circa 80%, sarà spesa per i servizi attualmente in essere, mentre il restante 20% potrebbe essere destinato ad integrare il finanziamento regionale richiesto per l'avvio del Centro.
3) Progetto Socio Sanitario integrato ASL RMH4 e Comuni di Pomezia ed Ardea
SERVIZIO ALLA PERSONA DISABILE
TITOLO: Consegna a domicilio dei presidi protesici ai cittadini disabili, previsti dal D.M. Sanità 27 agosto 1999, N°332, dal D.M. Finanze 14 marzo 1998 (sussidi tecnici ed informatici) o da altre disposizioni regionali.
OBIETTIVO: Agevolare il soggetto con disabilità psicofisica e sensoriale al fine di un miglioramento della qualità della vita in ambito familiare e relazionale- sociale.
POPOLAZIONE INTERESSATA: Disabili con formale riconoscimento d’invalidità (L.118/71 e successive modifiche e variazioni) e di handicap (l04/92 e successive modifiche e variazioni). Numero di disabili del Distretto H4: 425
INTERVENTI
PREVISIONE COSTI
Sostegno alla genitorialità: Assistenza Domiciliare e formazione affidatari. L’Assistenza domiciliare per minori inseriti in nuclei familiari a rischio differisce dagli altri servizi domiciliari per la specificità degli interventi che devono essere effettuati da figure esperte nel settore educativo e per la finalità degli obiettivi che seppur canalizzati a situazioni di grave difficoltà personale e familiare debbono assumere un respiro più ampio intervenendo anche in termini di prevenzione. Tali interventi sono diretti a supportare anche la famiglia in situazioni di difficoltà atti a motivare le figure significative ad un progressivo coinvolgimento sui processi maturativi dei minori nonché alla acquisizione della responsabilità del nucleo alle proprie funzioni socio educative. Il progetto elaborato dai servizi sociali prevede l’erogazione di interventi per 15 minori di Ardea e Pomezia attraverso l’utilizzo di personale con la qualifica di educatore professionale su progetti ad personam all’interno del domicilio del minore. I Servizi Sociali dei due comuni considerata la necessità di reperire coppie affidatarie al fine di evitare il ricorso all’istituzionalizzazione dei minori in situazioni di grave disagio socio familiare seguiti dai medesimi servizi intendono promuovere una campagna di sensibilizzazione attraverso materiale pubblicitario ( pieghevoli, mnanifesti, etc..) nonché alla organizzazioni di incontri formativi per un numero di 20 coppie per un totale di 5 sedute tenute da personale specializzato operante all’interno dei servizi comunali e con la supervisione e consulenza dei servizi specialistici della ASL RMH
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AREA AZIONI DI SISTEMA
3) Centro Unico di Prenotazione Da tempo si parla della necessità di realizzare diversi punti nel territorio comunale ove poter prenotare analisi cliniche e visite specialistiche. Il Comune di Ardea ha più volte sollecitato gli organi competenti della ASL al fine di superare l’enorme della disagio della popolazione di tale comune, soprattutto anziana, costretta a recarsi a Pomezia solo per prenotare una visita. L’ufficio servizi sociali si è reso disponibile a svolgere tale attività, ma sono sorte delle difficoltà legate alla carenza di spazi ove collocare questo servizio. Non essendo a tutt’oggi superato il problema rimane rinnovato l’impegno dell’ufficio servizi sociali di Ardea e del suo personale per trovare al più presto una soluzione che permetta ai cittadini di fare tali prenotazioni senza essere costretti a lunghi ed onerosi spostamenti. Si possono trovare molteplici soluzioni considerando che sarà comunque necessario dotare il nostro Comune, vista l’estensione del territorio, di più punti di prenotazione. Oltre quindi ad eventuali postazioni collocate in strutture della ASL il nostro progetto è quello di avere la possibilità di prenotare le prestazioni all’interno di uffici Comunali. E’ ovvio che per realizzare tale progetto deve essere superato il problema della carenza di spazi, che limita lo sviluppo anche di alcuni di quelle che esporremo di seguito.
4) Segretariato sociale Invalidi Civili E’ nostra intenzione collocare nel territorio dei due comuni un ufficio che si interessi delle problematiche dei cittadini dichiarati invalidi civili. Il progetto dell’ufficio è quello di riassumere delle competenze adesso delegate al Comune di Roma, il quale svolge tali pratiche in base a convenzione stipulate nel corso dell’anno fra il nostro Comune e la Provincia di Roma. Riteniamo importante che i nostri cittadini possano trovare delle risposte concrete presso gli uffici Comunali senza essere costretti, anche in questo caso, a spostamenti onerosi. Come per il punto precedente è quindi prioritario fornire l’ufficio servizi sociali di una sede ampia, accogliente e dignitosa. Per questo aspetto rimandiamo all’ultimo punto di questo paragrafo.
5) Pronto intervento per le emergenze sociali Il servizio è stato progettato in Comune con il Comune di Pomezia ed ha quindi valenza sul territorio dell’intero distretto 4 della ASL RM H. Vi è un preciso accordo con il Comune di Pomezia per garantire l’avvio del pronto intervento sociale antro i primi mesi del prossimo anno. E’ indispensabile un maggiore coinvolgimento della ASL in questo progetto, la quale dovrà partecipare allo stesso attraverso il proprio personale specializzato. Alla luce di quanto prevede il Primo Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali, in particolare per quanto attiene ai servizi minimi di cui debbono dotarsi i Comuni, viste le indicazioni fornite dalla Regione Lazio per quanto riguarda la necessità di programmare alcuni di questi servizi a livello Intercomunale, considerato che i due Comuni proponenti sono attualmente privi del servizio di cui si propone l’istituzione, è stato elaborato il presente progetto per:
SERVIZI TRASVERSALI ALLE DIVERSE FASCE DI ETA’
E’ in fase di attuazione il nuovo regolamento comunale che prevede il sistema di contribuzione economica alle prestazioni. Tale politica permetterà di dare risposte a tutte le richieste di assistenza domiciliare che giacciono inevase da alcuni anni poiché non è ipotizzabile garantire a tutti i cittadini prestazioni gratuite ma è indispensabile tener conto delle risorse familiari , economiche e non. Attualmente vengono assistiti circa 45 utenti anziani e/o handicappati per un totale di 7892 ore di assistenza domiciliare. Risulta una lista di attesa di circa 110 persone in attesa di fruire del servizio. Si stanno altresì programmando interventi domiciliari su minori inseriti in nuclei familiari a rischio che presentando particolari problematiche possono pregiudicare un equilibrato sviluppo psicofisico degli stessi. Gli interventi di connotazione strettamente educativa e non assistenziale rientrano nella logica della prevenzione al fine di evitare ricorsi all’autorità giudiziaria che in alcuni casi , portano inevitabilmente all’allontanamento dal nucleo familiare. Pertanto l’assistenza domiciliare sia per anziani e /o handicappati che per nuclei familiari a rischio si inserisce in un ottica di interventi di aiuto comprendenti anche l’affidamento temporaneo e il sostegno economico che il servizio sociale mette a disposizione delle famiglie che si trovino a vivere in condizione di difficoltà.
Confluiscono a questo settore quelle attività quotidiane svolte dalle assistenti sociali comunali. Per valutare esaurientemente di quale mole di lavoro si tratti bisogna tenere presente che le indicazioni espresse dal Ministero competente fissano nel rapporto di una unità di personale ogni 10.000 abitanti il minimo per garantire una valida efficacia degli interventi. E’ quindi indispensabile garantire di almeno altre due unità di personale con la qualifica di assistente sociale la dotazione dell’ufficio servizio sociale. Il lavoro del servizio sociale è quello di ascolto delle richieste dei cittadini che presentano condizioni di disagio sociale ed economico. Sono poi da espletare tutte le indagini connesse a situazioni giudiziarie che vedono coinvolte i minori.Nel periodo Gennaio – Dicembre 2001 sono state svolte n. 54 indagini di cui :
Notevole importanza riveste il lavoro svolto dal servizio riguardante l’istruzione delle domande presentate dai cittadini per l’ottenimento di benefici economici o prestazioni agevolate, utilizzando lo strumento del decreto 109/99 sul redditometro. In tal senso si è voluto superare la politica della erogazione di sussidi economici erogati in modo generalizzato,svolgendo accurate indagini socio-economiche nei confronti dei singoli o di nuclei familiari richiedenti l’assistenza. Infine il servizio svolge il lavoro dell’istruzione delle pratiche relative ai requisiti per l’ottenimento dell’assegno di maternità e per il nucleo familiare ai sensi degli art.li 65 e 66 della L.448/98 e per la concessione di contributi integrativi ai conduttori meno abbienti per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari di immobili,di proprietà sia pubblica che privata.
d) Assistenza di base agli alunni portatori di handicap
Sulla base delle richieste inoltrate dalle scuole materne elementari e medie del Comune di Pomezia si è programmata assistenza di base agli alunni in situazione di handicap tenendo conto delle diagnosi funzionali e delle certificazioni rilasciata dall’ambulatorio di neuropsichiatria della ASL RM/H4 L’assistenza ha interessata circa 70 alunni riconosciuti in base alla L.104/92 o certificati dal neuropsichiatra della struttura curante con l’erogazione di circa 8000 ore mensili di assistenza svolte dall’ente affidatario del servizio attraverso personale qualificato.Durante l’anno scolastico c’è stato un costante monitoraggio delle situazioni seguite da parete dell’assistente sociale del Comune impegnata con la sua presenza ai GLH scolastici. Inoltre l’intervento del servizio si è esteso anche ai minori che presentano problematiche di tipo"caratteriale" che in alcuni casi sono stati presi in carico dal servizio attraverso una valutazione attenta della situazione socio-familiare del nucleo.
AREA HANDICAP E DISAGIO PSICHICO
AREA MINORI E RESPONSABILITA’ GENITORIALI
AREA CONTRASTO DISAGIO SOCIALE
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