Indagine nelle
regioni italiane. Monteverde (Nuovo
Welfare): ''Rovesciati i luoghi comuni:
gli italiani dicono no allo smantellamento del sistema
sociale''
Quale
Welfare per l'Italia delle Regioni?
E’ la domanda, e
il titolo, dell’indagine condotta dall’Associazione Nuovo
Welfare su 20mila cittadini.
L’organizzazione, con questo lavoro, ha voluto contribuire “all’opera
di ridefinizione non solo della nuova
mappa dei bisogni e delle aspettative, ma anche del concetto stesso di
welfare, declinato con i caratteri della
società moderna”.
Dall’indagine, condotta a campione in tutte le regioni italiane,
emergono non solo le criticità del sistema ma anche gli indirizzi
politici più generali della società. Con una particolarità: non sono
gli esperti del settore ad esprimere le valutazioni ma i cittadini. E
quello che ne emerge è un quadro del tutto nuovo, che sembra
rovesciare luoghi comuni e altrettanto comuni rappresentazioni,
disegnando un’Italia delle regioni che esprime una nuova voglia di
sociale.
Afferma a tal proposito Emiliano Monteverde,
presidente dell’associazione Nuovo Welfare:
“Abbiamo voluto promuovere la più grande indagine di opinione sul
welfare realizzata nel nostro Paese. Il
risultato dell’inchiesta è straordinario. Rovescia luoghi comuni
rendendo palese una inaspettata voglia di sociale, un bisogno di
servizi pubblici finora inespresso”.
Continua Monteverde: “Non c’è nessuna
stanchezza e nessun desiderio di smantellamento da parte dei
cittadini, i quali sono affezionati al nostro sistema di protezione
sociale, lo apprezzano, lo condividono nella sua impostazione,
certamente ne criticano inefficienze e iniquità ma sono disposti a
sostenerlo e a farsene carico anche attraverso le tasse. Gli italiani
– continua – sono consapevoli della funzione del proprio contributo
fiscale per finanziare il sistema pubblico e credono nel sistema dei
servizi alla persona, in quello sanitario e in quello scolastico. I
messaggi sono chiari e vengono, al contrario di come si potrebbe
pensare, dalla parte che potremmo definire più dinamica della società:
dai giovani e dalle nuove figure professionali.
Questa chiave di
lettura mette in discussione tutta ‘l’ideologia della
modernità’ come alternativa ai sistemi di
protezione sociale e soprattutto come obiettivo della parte dinamica
della società frenata dai modelli del passato. Pubblico è una parola
che i cittadini stanno rivalutando, che sanno e vogliono
reinterpretare. Fare pubblico è la nuova
sfida della politica. Il compito dello Stato, oggi, è di rendere il
welfare più moderno, più giusto, più
includente. Riconoscendo e valorizzando le forme di organizzazione dei
cittadini, la cittadinanza attiva, il volontariato, il privato
sociale, senza rinunciare al proprio ruolo di promotore e di
controllore dell’intervento sociale. Crediamo che questo lavoro possa
fornire un contributo originale al dibattito intorno alla riforma del
welfare”.
Indagine dell'Associazione
Nuovo Welfare - Anno 2003
QUALE WELFARE PER L'ITALIA
DELLE REGIONI
Percentuale della soddisfazione rispetto al tenore di vita
|
Regioni |
Molto/abbastanza soddisfatto
(v.%) |
Poco/per
nulla soddisfatto
(v.%) |
Non
indica
(v.%) |
Piemonte |
84 |
16 |
- |
Valle
d'Aosta |
93 |
7 |
- |
Lombardia |
85 |
13 |
2 |
Liguria |
81 |
17 |
2 |
Trentino A.
Adige |
90 |
10 |
- |
Veneto |
84 |
15 |
1 |
Friuli V.
Giulia |
84 |
16 |
- |
Emilia
Romagna |
88 |
11 |
1 |
Toscana |
90 |
10 |
- |
Umbria |
87 |
13 |
- |
Marche |
84 |
15 |
1 |
Lazio |
78 |
21 |
1 |
Abruzzo |
79 |
18 |
3 |
Molise |
79 |
21 |
- |
Campania |
75 |
24 |
1 |
Puglia |
76 |
23 |
- |
Basilicata |
77 |
23 |
- |
Calabria |
63 |
36 |
1 |
Sicilia |
75 |
23 |
2 |
Sardegna |
73 |
24 |
3 |
ITALIA |
81 |
18 |
1 |
Fonte:
Associazione Nuovo Welfare, Febbraio-Marzo
2003
Indagine dell'Associazione
Nuovo Welfare - Anno 2003
QUALE WELFARE PER L'ITALIA
DELLE REGIONI
"In questo periodo si parla molto, e non solo in Italia, di
riforma dello stato sociale (cioè di
welfare).
A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di
welfare a cosa ci si riferisce?"
|
|
valori % |
La sanità |
27 |
La scuola |
15 |
Il lavoro |
12 |
Le pensioni,
la previdenza |
9 |
L'assistenza
agli anziani |
7 |
I supporti a
chi vive un disagio economico |
5 |
Gli aiuti e
supporti per handicap |
4 |
L'assistenza
ai malati |
4 |
Le strutture
di supporto alle famiglie |
3 |
L'Università |
2 |
La
formazione professionale |
2 |
La cura e la
tutela dell'ambiente |
2 |
La sicurezza
personale |
2 |
Le
iniziative culturali |
1 |
Lo spot e il
tempo libero |
1 |
I trasporti |
1 |
Altro |
8 |
Non indica |
55 |
Gli italiani
dicono ''sì'' alle politiche sociali e sono disposti a pagare più
tasse (64%). L'80% vuole un servizio sanitario pubblico.
L'indagine "Quale
welfare per l'Italia delle regioni",
promossa dall'associazione Nuovo Welfare e
da Unicab, ha avuto come riferimento
20mila cittadini, facenti parte della popolazione elettorale residente
nelle regioni italiane. I contatti sono avvenuti tramite questionari
strutturati, proposti dal 3 febbraio al 10 marzo di
quest’anno.
Qualche dato. L’81% dei contattati si dice molto o abbastanza
soddisfatto del proprio tenore di vita, mentre poco o per nulla
soddisfatto si dice il 18% delle persone. Tra i più soddisfatti gli
abitanti della Val D’Aosta (93%), del Trentino Alto Adige e della
Toscana (90%), dell’Emilia Romagna (88%). Tra i meno soddisfatti,
invece, i residenti nel Lazio (21%) e in molte regioni del Sud:
Calabria (36%), Campania e Sardegna (24%), Basilicata e Sicilia (23%).
Riguardo alla riforma dello stato sociale, per il 27% quando si parla
di questo argomento si fa riferimento principalmente alla sanità
(27%), alla scuola (15%), al lavoro (12%), a pensioni e previdenza
(9%), all’assistenza degli anziani (7%).
Quanto alla
pressione fiscale in Italia, per il 75% degli intervistati è
necessario non tagliare la parte dei finanziamenti destinata alle
politiche sociali, mentre solo il 14% afferma che il taglio va
effettuato. In questo caso, i più decisi difensori delle politiche
sociali sono in Toscana (80%), Liguria e Lazio (78%), Valle d’Aosta,
Veneto e Umbria (77%). Tra i propensi a tagliare i finanziamenti,
invece, emerge il 19% del Trentino Alto Adige, il 18% della Sardegna,
il 17% della Calabria e il 16% di Piemonte, Abruzzo, Campania e
Basilicata.
Ed ancora: per il 38% degli italiani il proprio tenore di vita
migliorerà in futuro, mentre per il 21% rimarrà uguale. Per il 24%,
infine, il tenore di vita è destinato a peggiorare. In questo caso gli
ottimisti sono principalmente in Sardegna (45%), Calabria e Campania
(44%), Basilicata (43%), Trentino, Valle d’Aosta, Lazio e Sicilia
(40%). Alto numero di pessimisti, invece, in Umbria (29%), Emilia
Romagna, Toscana e Lombardia (28%).
In generale, per il 64% degli italiani contattati è meglio pagare più
tasse ed avere più servizi, a fronte di un 22% che la pensa al
contrario. I più convinti assertori della tesi ‘più tasse, più
servizi’ sono le persone tra i 35 e i 54
anni, prevalentemente maschi. Inoltre, per l’80% il servizio sanitario
deve essere fondamentalmente pubblico e gestito dalle regioni (Per il
14%, invece, le regioni devono soltanto avere una funzione di
controllo e programmazione del servizio, con una gestione affidata
fondamentalmente ai privati). In questo caso, a favore del servizio
sanitario pubblico e gestito dalle regioni vi sono gli abitanti del
Centro e del Sud (81%), e in prevalenza si tratta di persone
giovanissime (18-34 anni).
Veniamo al
coinvolgimento del non profit nelle
politiche sociali. Per il 65% è necessario che le associazioni di
volontariato siano coinvolte, mentre per il 26% le decisioni devono
essere prese unicamente dagli assessori competenti.
Indagine dell'Associazione
Nuovo Welfare - Anno 2003
QUALE WELFARE PER L'ITALIA
DELLE REGIONI
"I tagli alle politiche sociali" |
Regioni |
Bisogna
tagliare anche la parte dei finanziamenti destinata alle
politiche sociali
(v.%) |
Non
tagliare la parte dei finanziamenti destinata alle politiche
sociali
(v.%) |
Non
indica
(v.%) |
Piemonte |
16 |
75 |
9 |
Valle
d'Aosta |
9 |
77 |
14 |
Lombardia |
12 |
75 |
13 |
Liguria |
13 |
78 |
9 |
Trentino A.
Adige |
19 |
72 |
9 |
Veneto |
12 |
77 |
11 |
Friuli V.
Giulia |
14 |
73 |
13 |
Emilia
Romagna |
15 |
75 |
10 |
Toscana |
10 |
80 |
10 |
Umbria |
11 |
77 |
12 |
Marche |
12 |
73 |
15 |
Lazio |
14 |
78 |
8 |
Abruzzo |
16 |
73 |
11 |
Molise |
14 |
76 |
10 |
Campania |
16 |
72 |
12 |
Puglia |
15 |
73 |
12 |
Basilicata |
16 |
71 |
13 |
Calabria |
17 |
67 |
16 |
Sicilia |
13 |
75 |
12 |
Sardegna |
18 |
72 |
10 |
ITALIA |
14 |
75 |
11 |
Fonte:
Associazione Nuovo Welfare, Febbraio -
Marzo 2003
Nelle
prossime settimane uscirà la nuova ricerca promossa
dall'Associazione Nuovo Welfare e da
Unicab con la Avverbi Edizioni.
Nuovo
Welfare Associazione
Indirizzo:Piazza
di Pietra 26 - 00186 - Roma (RM) Tel: 06/69923377, Fax
E-mail:info@nuovowelfare.it,
responsabile:Emiliano Monteverde
http://www.nuovowelfare.it
Si propone di
studiare i nuovi bisogni determinati dalle trasformazioni economiche,
politiche e sociali. L’obiettivo è quello di fornire indagini e
proposte, studiando, a livello locale e nazionale, i mutamenti al fine
di promuovere e valorizzare proposte innovative di protezione sociale
a partire dalle esperienze comunemente definite di "welfare
mix". L’associazione avvia ricerche sul campo, monitoraggio dei
bisogni e dello stato applicativo delle leggi, promuove un approccio
ed una cultura del sociale costruendo percorsi di studio e di
formazione/informazione, e attivando competenze diffuse sul
territorio.